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Tre voci autorevoli

 

 

TECNICA: periodico degli operatori del settore delle estreme onoranze- Anno 3- Num. 5- Set/Ott 1995

C'E' FERMENTO NELLE ASSOCIAZIONI DI SETTORE: DAI TRE PRESIDENTI DELLE ASSOCIAZIONI (FEDERLEGNO, GIF E FENIOF) I PRIMI INTERVENTI A CONFRONTO.

GUERRINO CAMPORESE - FEDERLEGNO

Una voce importante, nell'ambito di un dibattito che non accenna ad esaurirsi, è quella di Guerrino Camporese, presidente Gruppo Cofani Specialegno (Federlegno Arredo) e contitolare della FAB.

Lei da anni svolge un ruolo duplice, essendo impegnato contemporaneamente sul fronte dell'azienda produttrice e su quello dell'impresa: a che cosa la conduce questa esperienza?

"Mi porta innanzitutto a conoscere due realtà assai differenti, come comunque accade in molti altri settori dove esiste un comportamento produttivo ed uno di distribuzione e servizi. Qualsiasi esempio può andare bene, l'abbigliamento, l'arredamento, l'alimentare e mille altri, attività dove la produzione si trova ad affrontare situazioni e problemi estremamente diversi da quelli della distribuzione o dei servizi, con la particolarità che il nostro settore offre problematiche molto peculiari. La mia esperienza mi porta a capire proprio questo, che purtroppo chi non esercita entrambe le attività non può comprendere appieno, può certamente immaginare qualcosa, ma con una visione parziale della situazione, da cui purtroppo sono discese certe prese di posizione che non hanno favorito la migliore convivenza."

Veniamo alla questione della fiera di Firenze, prevista dalla FENIOF per il 1996: riguardo all’argomento ci sono opinioni discordi.

"Prima di tutto penso che il termine fiera sia riduttivo, dovendosi trattare di una manifestazione più complessa e completa. Le opinioni sono discordi non sui temi, sul significato o sull'importanza della manifestazione, ma, per quello che mi compete, solo sulla opportunità che rappresenta la partecipazione dei fabbricanti di cofani. Se fossi solo impresario avrei certamente piacere si facesse una manifestazione con la massima partecipazione, anche ogni anno. Così come un amante della musica avrebbe piacere di vedere una grande orchestra, senza pensare alle difficoltà, agli alti impegni e ai costi. L'assemblea del gruppo cofani è stata unanimemente concorde nell'opinione che non sia il momento opportuno per un investimento in pubblicità e immagine, sia perché non ce n'è bisogno, sia perché economicamente non è fruttuoso. Tutte le scelte industriali devono tenere in considerazione costi ed opportunità, ed in questo elenco è stato messo sulla bilancia più volte, come fattore positivo, l'invito e le pressioni fatte dalla FENIOF. Non si pensi che ad un ritrovo così faccia piacere mancare, tuttavia la bilancia continua a pesare più dalla parte dei costi che delle opportunità. So che qualcuno crede che il motivo del rifiuto non sia questo: mi dispiace ma è proprio così. Da qualche anno il settore produttivo sta vivendo uno stato di crisi con scarsissimi rendimenti. Nonostante ciò, per motivi tecnici e fiscali, ultimamente sono stati fatti notevoli investimenti tecnico-produttivi e si visitano i clienti sempre più spesso: per quale motivo spingere sull'acceleratore quando siamo già al massimo?"

Che cosa ne pensa della proposta di costituire un polo o "forum funerario" unificato fra FENIOF, Federlegno e GIF?

"Sono favorevolissimo, sia come impresario che costruttore, ad un incontro tra tutti i comparti del settore oltre a quelli che ho già nominato. Spero che ne esca una volontà di creare unità ed intesa perché c'è molto da costruire insieme. Suggerirei prima però di smarcare il campo da pregiudizi e malintesi e di chiarire bene le identità ed i ruoli di ognuno. Dico questo perché, al momento attuale, gli atteggiamenti e le prese di posizione di colleghi fabbricanti ed impresari mi fanno pensare ad una necessità urgente di dialogo. Nel complesso direi che, rimanendo così come siamo, avremmo seri problemi a costruire qualcosa di importante, perché non siamo ancora così maturi e limpidi. Non voglio entrare in polemica parlando di "piccoli" fatti concreti, perché se si realizzerà una volontà come quella del polo funerario, tutti questi nodi si scioglieranno come neve al sole."

Qualche opinione per il futuro?

"Per l'impresario: deve mirare sempre più alla propria professionalità. Non è vero che c'è meno attenzione alla cerimonia funebre: la gente esige serietà e qualità non meno di una volta e gli impresari dovranno offrirgliela. I meno bravi avranno vita difficile, rimaranno indietro, anche perché il nostro è un settore nel quale c’è una crescita ed un cambiamento continuo. Per il fabbricante: sempre più qualità e servizio alla clientela. Più unità e più coraggio di fronte ad un mercato che cambierà molto nei prossimi anni. Meno cattiva concorrenza scongiurando l'attuale battaglia dei prezzi che non avvantaggia nessuno, nemmeno l'impresario. Per tutto il settore: bisogna guardare meglio l'evoluzione del costume e dell'opinione pubblica, anche con occhio attento alle altre nazioni europee ed agli altri popoli. Penso che si stia preparando una grande evoluzione e che non sia dominabile dalle azioni dei singoli. Occorre non perdere di vista il settore pubblico che è presente ed attivo nel nostro comparto e sembra che stia progettando un riassetto più che un cedimento."

FEDERICO FARRI - GIF

L'ombra di una spaccatura si allunga nell'universo associativo del settore delle estreme onoranze. Per lungo tempo statico, l'associazionismo di settore è stato movimentato all'inizio dell'anno '92 dalla nascita del GIF (Gruppo Impresari Fornitori), una struttura che, ufficializzata nel maggio 1994 in seno alla FENIOF, ha voluto porsi come momento unificante delle diverse realtà di un settore sempre più complesso e in trasformazione. La sua rivendicazione di autonomia non sembra però avere trovato consensi all'interno della FENIOF, e i rapporti tra le due entità si sono fatti tesi, al punto che non viene esclusa la possibilità di una separazione formale.

Presidente Farri, come e perché è nato il GIF?

"Durante la fiera di Modena del '92 era emersa chiara e spontanea la volontà di alcuni imprenditori del settore, attivi in campi diversi e complementari, di dare vita a un gruppo che, ponendosi come elemento di sintesi dei vari operatori del comparto, potesse dare un contributo specifico al miglioramento della professionalità complessiva, diffondendo cultura, esperienza e informazione idonea a divulgare l'originalità creativa, la conoscenza delle materie prime impiegate nei loro prodotti, rafforzando così la capacità di fare fronte ai problemi ed alle sfide di un settore in evoluzione continua. A quel tempo apparivano infatti già chiari gli sviluppi che il mercato ci pone oggi di fronte con sempre maggiore evidenza: per fare un esempio, non basta più concentrarsi unicamente sulla vendita di un oggetto, ma occorre essere in grado di offrire un servizio complesso e quindi aggiornarsi professionalmente e in un ottica europea."

Che tipo di rappresentatività ha raggiunto l'associazione da lei presieduta?

"Il GIF raggruppa circa venticinque aziende, con una rappresentanza eterogenea dei vari comparti imprenditoriali del settore funerario. Si sono associati con entusiasmo operatori del campo della fotoceramica, dei bronzisti, degli accessori, del ramo sanitari, dei trasporti, dei costruttori di cofani funebri, dei centri di servizi documentali ecc. Non abbiamo mai pensato di agire nella logica di un gruppo chiuso, anzi cerchiamo I'adesione di altri soggetti, perché siamo consapevoli che "l'unione fa la forza" e fin dall'inizio ci siamo posti come istanza di coordinamento tra differenti realtà settoriali con la previsione di allargarci. Quanto alla quantità numerica degli associati, dovremmo tutti chiederci, preoccupati, come mai l’associazionismo non raggruppa una percentuale più vasta di operatori sia nel nostro gruppo sia, ancora più grave, nella FENIOF, con l’esiguo numero di iscritti attuali."

Come vi amalgamate con le altre realtà associative, la FENIOF e la FEDERLEGNO?

"Debbo precisare che per noi la FENIOF non è un'altra associazione essendo il nostro gruppo una loro componente. In questo momento l'amalgama non esiste con la realtà federativa dalla quale siamo nati. Come gruppo soffriamo di incomprensioni e non riusciamo a capire il perché di contrapposizioni che non avrebbero ragione d'essere. Io stesso, nella mia qualità mista di produttore e di impresario, facendo parte sia della FENIOF che della FEDERLEGNO riesco a dialogare in questo momento forse meglio con quest'ultima: probabilmente perché tra titolari di aziende produttrici affrontiamo temi comuni che riguardano il comparto e la nostra realtà di imprenditori."

Cosa rende sempre più difficili i rapporti con la FENIOF?

"Le difficoltà hanno origini remote. Da tempo chiediamo autonomia e la possibilità di esprimere il contributo che possiamo modestamente dare a favore della categoria, senza essere accusati di perseguire esclusivamente operazioni commerciali o di avere difficoltà a confrontarci con problemi di imprese di diverse entità. Lo stesso presidente della FENIOF, in una intervista apparsa su "Tecnica" lo ha ribadito recentemente attaccandoci duramente. Che soddisfazioni o vantaggi può dare una cosa del genere alla FENIOF? Possibile che si continui a non tenere conto dei molti suggerimenti dati. È inconcepibile che la FENIOF ignori la volontà di operare collettivamente con aziende che hanno alle spalle esperienze molto significative e che possono diventare, così, utili a tutti non volendolo essere solamente come salvadanai per le sponsorizzazioni."

Si arriverà al punto di rottura?

"Personalmente spero che ciò non accada perché sarebbe una sconfitta per tutti: ma a questo punto non lo escludo. Lasciarci nella certezza di dare fastidio è molto grave. Via, siamo seri. Se chiediamo autonomia, in effetti, lo è solamente per le ragioni precedentemente esposte e ci viene risposto che possiamo anche andare fuori. Non dico che questo sia ora il nostro desiderio, ma se ciò significa organizzarci in maniera autonoma, con un supporto sempre più numeroso di imprenditori, non escludo che si possa arrivare anche a questo. Potremmo così offrire quel contributo al settore che finora non ci è stato tendenzialmente consentito di esprimere. Alcune logiche vanno ribaltate. Il contributo di cultura, educazione, informazione ed esperienza va proposto e diffuso capillarmente, anche partendo dall'abc della professione. Altrimenti, per esempio, con i convegni troppo specialistici e ristretti, non si ha una ricaduta efficace. Siamo tutte persone che dedicano, a proprie spese, tempo e impegno su tematiche di interesse generale. Quando ci accolliamo dei costi, non li condizioniamo mai ad un ritorno economico. Su questa nostra disponibilità, che non viene valorizzata ma addirittura compressa e ignorata, occorrerà individuare soluzioni nuove e serie per il futuro, finalizzate alla realizzazione del polo funerario."

RENATO MIAZZOLO – FENIOF

Abbiamo intervistato Renato Miazzolo nei giorni immediatamente successivi all'ultimo avvenimento FENIOF di grande risonanza: le elezioni del nuovo comitato direttivo. A caldo, abbiamo così raccolto le sue impressioni generali sulla situazione, subito dopo il voto.

Signor Presidente, sono emerse ultimamente alcune polemiche riguardanti il sistema elettivo della FENIOF: ritiene che vada bene così o che sia opportuno apportare qualche modifica, come ad esempio assegnare a ciascuna impresa la disponibilità di un unico voto indipendentemente dalla sua grandezza?

"Devo dire anzitutto che il sistema attualmente in vigore non è un'invenzione recente: è sempre stato così. Durante la mia presidenza ho ereditato una tradizione che, fra l'altro, fino a ieri non era mai stata messa in discussione. Il sistema dipende del resto da tutta l'articolazione organizzativa della FENIOF: le aziende più grandi pagano alla Federazione quote maggiori, anche in considerazione della maggiore quota di investimenti spesso necessaria per affrontare i loro problemi: di conseguenza è giusto che chi paga di più abbia più peso in sede di votazioni. Questo non significa assolutamente che si dia più fiato ai problemi delle grosse aziende: con trentacinque membri in comitato si può senz'altro dire che anche le medio-piccole sono ben rappresentate. Certo la prassi può essere modificata, anche perché lo Statuto in proposito non fissa alcuna regola. Durante l'ultima assemblea, è emersa la necessità di cambiare, io sarei favorevole a un'apertura in tal senso. Sarà pertanto uno dei primi argomenti affrontati dal nuovo direttivo."

Come pensa che possa essere risolto l'annoso problema dell'assalto alle salme da parte dei cosiddetti "procacciatori" ?

"Personalmente, non possiedo certo la formula magica, ma certo qualcosa va fatto; la legge esiste, il problema è trovare il modo di farla rispettare. L'argomento morte è sempre stato tabù e lo è ancora pertanto ritengo che sia principalmente una questione di informazione ai dolenti e non di persecuzione dei trasgressori. La regione Lombardia ha già inviato una circolare agli ospedali. Gli enti ospedalieri, capillarmente, dovrebbero attuare una campagna di informazione agli utenti, ad esempio attraverso lettere di condoglianze che informino dettagliatamente sulle procedure da seguire ed a chi rivolgersi. Si può pensare anche ad una responsabilizzazione del personale infermieristico e alla pubblicazione di elenchi delle imprese di zona. Analogamente devono procedere le imprese funebri. Utilizzare gli strumenti di marketing come canale di informazione."

Come si è evoluta la situazione relativa alla fiera di Firenze, prevista per il 1996, alla luce dei recenti contrasti sull'opportunità di realizzarla ?

"È purtroppo vero che gruppi come la FEDERLEGNO ritengono che la congiuntura economica non sia favorevole ad una fiera di questo tipo, e hanno pertanto declinato il nostro invito a parteciparvi: almeno come associazione. È un peccato, perché noi pensavamo utile una loro presenza. Per la FENIOF è ormai urgente e improrogabile presentare un volto nuovo al cliente, avviare un nuovo tipo di comunicazione verso l'esterno, più efficiente e più aderente alla nostra vera immagine, che non è più quella di tanti anni fa. L'impresario vuole oggi uscire dal guscio nel quale la tradizione e la disinformazione l'hanno relegato. È proprio questa voglia unita alla necessità di cambiare, aperta ala ricerca di nuovi servizi all’informatica, ai marmi, ai bronzi, agli accessori, che rende necessaria questa fiera, o meglio vetrina, su quanto può dare oggi l'industria. Certo, le mancate adesioni iniziali hanno causato qualche impaccio organizzativo: del resto presumo che chi vorrà, fra i tanti produttori Italiani, potrà partecipare individualmente pur senza essere rappresentato come categoria o gruppo."

La vostra proposta del "Forum" è già diventata una realtà operativa?

"Per il momento è allo stadio di progetto. Questa importante novità della FENIOF verrà presentata ufficialmente al più presto. Attraverso questa proposta, la FENIOF potrebbe realizzare la coordinazione del polo del settore funerario comprensivo di tutte le realtà private ad esso attinenti. Tutte queste attività si sono notevolmente evolute negli ultimi anni mancando però di una fisionomia precisa, di un volto pubblico e di regole riconosciute; questo sarebbe appunto l'obiettivo del Forum: darsi un'immagine e qualificarsi. Partendo da un tavolo di discussione unico, che non lasci fuori nessuna voce, vorremmo riunire tutti gli appartenenti al settore, dagli impresari, ai venditori, ai marmisti, ai costruttori."

 

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