Capitolo
I
L’inizio
di un’avventura
Tutto è
pronto per la partenza, solo una cosa manca. Il gruppo. La volta passata il
gruppo di eroi che partiva era formato da quattro persone, effettivamente
giovani, ma già molto esperte nel combattimento, poiché vivendo in tempi duri
si erano dovute adattare; invece oggi il gruppo è formato da due ragazzi di cui
uno è cresciuto in una campana di vetro, sempre protetto e servito, l’altro
è un ragazzo di strada, ignorante ma con un coraggio fuori del comune; la
preoccupazione del popolo era ai massimi livelli: cosa poteva mai volere da loro
il perfido mago Flagg; nessuno lo sapeva ma tutti temevano i suoi infiniti
poteri oscuri. Il primo posto dove recarsi era l’armeria, in seguito sarebbe
stato necessario visitare la mensa per fare scorta di cibo per il viaggio. Fatto
ciò i due ragazzi si presentarono alle porte della città per andare nel posto
dove si pensava che si fosse stabilito Flagg: il suo vecchio castello; appena
entrati nel bosco, poco fuori dalla città,
Pax e Antony ebbero subito la sensazione di sentirsi osservati ma non ci
fecero caso credendo che fosse solo paura invece, tutto ad un tratto, da dietro
un albero uscì una figura che restava stranamente nell’ombra. Dopo essersi
informato sul motivo del viaggio dei due, l’essere tornò da dove era venuto:
la profondità del bosco; incuriositi Pax e Antony lo seguirono fino a quando
videro che era un elfo poco più alto di un metro, egli si presentò con il nome
di Ciryllus. L’elfo si rivelò in un primo momento abbastanza scontroso, poi
capendo che i due ragazzi non avevano cattive intenzioni e spaventandosi che
Flagg attaccasse il suo territorio decise di dare una mano, unendosi al gruppo.
Il viaggio riprese subito attraverso il bosco Elfico, chiamato così perché in
passato era abitato solo da Elfi al servizio di Flagg, dopo quasi un giorno di
cammino uscirono dal bosco e Pax e Antony si meravigliarono di quanto potesse
essere grande il mondo; loro avevano sempre vissuto a Feria ed era stato loro
proibito di uscire dalla città, stanchi com’erano decisero di accamparsi lì
sicuri che così vicini al territorio di Ciryllus nessuno li avrebbe attaccati,
ma si sa, i ragazzi a quell’età sono veramente ingenui……infatti la
mattina dopo si svegliarono completamenti derubati, qualcuno gli aveva preso
tutto: armi, cibo, vestiti..tutto. Disperati e affamati si misero in cerca di
qualche indizio che potesse ricondurli sulle orme del ladro, purtroppo trovarono
soltanto una traccia: l’orma di uno stivale ma poteva appartenere a qualsiasi
viandante passato da quelle parti, decisero in ogni caso di seguire quelle
impronte, siccome non pioveva da qualche tempo il terreno era asciutto e le orme
si vedevano pochissimo ma grazie al fiuto dell’elfo e alla sua conoscenza del
territorio riuscirono ad arrivare in un luogo deserto che sembrava essere
abitato da qualcuno o da qualcosa. Dopo un po’ di tempo arrivò la padrona di
casa, una bella ragazza che effettivamente portava un paio di stivali, subito il
gruppo l’accusò chiedendole dov’era la refurtiva, negò dal primo momento
d’essere lei la ladra; mentre i quattro litigavano una luce abbagliante
apparve davanti a loro. Quando aprirono gli occhi osservarono davanti a loro una
persona che loro, fino a quel momento, avevano visto solo nei libri di storia:
era Rachel, compagna del padre di Pax nella prima spedizione contro Flagg,
uccisa da uno degli scagnozzi del mago. Cosa ci faceva lì? Si chiedevano tutti,
lei come se avesse letto nelle loro menti disse: << sono qui per riferirvi
parte del vostro destino, io ho derubato loro e li ho condotti qua per farvi
incontrare con l’ultimo membro del gruppo. Questo viaggio sarà lungo e pieno
di pericoli, ma stando sempre uniti riuscirete a superare tutte le difficoltà;
state tranquilli comunque perché noi quattro eroi della prima spedizione
(Daniel - Rachel – Simon – John) veglieremo sempre su di voi e in caso di
necessità verremo ad aiutarvi>> così dicendo scomparve nel nulla
portando dietro con se una nube azzurrina. I quattro, dopo essersi ripresi, si
presentarono scoprendo che la loro nuova compagna si chiamava Claudia.
Cominciarono subito ad incamminarsi, avrebbero dovuto raggiungere la seconda
isola del loro arcipelago entro la fine della giornata se tutto fosse andato
liscio. Così fu, infatti, arrivarono al ponte senza incontrare alcun pericolo,
il primo problema si presentava davanti a loro: cosa si sarebbero trovati
davanti dopo aver attraversato il ponte; in quei giorni erano stati addestrati a
combattere ma non avevano ancora fatto un incontro serio… Le chiavi della
porta che chiudeva il ponte erano state date a Pax da uno dei saggi, assieme a
quelle gli erano state consegnate le chiavi di alcuni degli altri ponti che
avrebbero dovuto attraversare: queste chiavi erano quelle che Daniel e i suoi
compagni avevano riportato dalla prima spedizione. Aperta la porta si presentò
davanti a loro uno spettacolo inimmaginabile, quella che prima era una terra
deserta, da quando Flagg era andato via, era diventata prosperosa ma c’era
ancora qualcosa di strano nell’aria; in giro non si vedeva anima viva, né
animali, né uomini. Dopo aver trovato una caverna riputata sicura per
accamparsi, montarono le tende, mangiarono e riposarono; durante la notte si
sentirono strani rumori che svegliarono Claudia, curiosa ella uscì dalla grotta
e vide che quel paesaggio che di giorno appariva privo d’esseri viventi, di
notte era invece pieno di gente. Claudia corse subito a svegliare il resto del
gruppo perché guardassero anche loro quello spettacolo; usciti dalla grotta
chiesero subito informazioni, ma nessuno aveva avuto la notizia del ritorno di
Flagg, così senza volerlo sparsero il panico per tutto il paese; subito furono
chiamati dal re di quel regno: Zoe. Il re riconobbe subito il piccolo Pax per la
somiglianza con il Padre, infatti, Daniel durante la prima spedizione aveva
dovuto lottare contro Zoe, ipnotizzato dal potere di Flagg, per farsi consegnare
le chiavi del ponte di quell’isola. Zoe si fece raccontare quello che era
avvenuto a Feria e subito dopo decise di voler dare una mano a Pax e ai suoi
compagni raccontandogli tutto ciò che sapeva di Flagg: <<Lui, non è
umano>>, disse <<ha il potere di prendere l’aspetto di chiunque,
ha parecchi tunnel segreti che lo portano da un’isola ad un’altra senza
alcuna fatica. Inoltre credo che sia tornato ancora più potente di quanto non
fosse prima>> dopo un sospiro di sollievo finì la sua frase <<
vorrei aiutarti di più, ma la mia gente vive in pace da troppo tempo e nessuno
è capace di combattere bene, però siamo degli ottimi artigiani, perciò puoi
trovare qualche buona arma per il tuo gruppo al mercato del regno>>
<<grazie sire>> rispose Antony facendosi avanti. Mentre stavano per
uscire a Ciryllus venne una curiosità <<ma, sire, perché di giorno state
nascosti e invece uscite di notte?>>chiese. Zoe rispose che il motivo era
che data la conformazione del terreno di giorno fa troppo caldo per
sopravvivere, Ciryllus annuì e pensò che loro non si erano accorti del caldo
perché probabilmente erano troppo presi dalla paura. Prese le armi che
sembravano più utili, andarono a dormire in una delle stanze messa a
disposizione da Zoe. Quando si svegliarono si trovarono da soli all’interno
del castello; chissà dov’erano finiti tutti; si misero in viaggio
velocemente, durante il percorso incontrarono spesso piccoli mostri inviati da
Flagg, ma riuscirono sempre con facilità a sconfiggerli; durante i
combattimenti affinavano le loro tecniche di lotta. Ad un certo punto videro una
strana costruzione che sembrava una chiesa, i nostri eroi entrarono e scoprirono
che era proprio la chiesa del paese, credendo che, come il resto degli abitanti,
anche i vescovi si fossero nascosti, diedero un’occhiata in giro e si
meravigliarono di vedere un quadro che ritraeva la mappa dell’arcipelago. La
osservarono con attenzione cercando di ricordarla a memoria, ad un tratto dalla
parte nord della chiesa una voce molto bassa disse: <<se volete potete
prenderla, io qui non la uso più>>, la figura si mostrò a loro come un
vecchio prete, ringraziando uscirono dalla costruzione con la mappa nello zaino.
Per quanto avevano camminato la seconda porta non doveva essere lontana, ma si
presentò davanti a loro un problema: come aprirla? Poi si ricordarono delle
parole del vecchio Zoe che disse che parecchi anni prima Daniel gliela aveva
rubata, perciò doveva essere tra quelle che i saggi gli avevano consegnato. Si
dovevano ritenere fortunati del fatto di non dover cercare la chiave perché così
facendo avrebbero perso molto tempo. Dopo neanche un’ora davanti a loro si
mostrò imponente il secondo portone ma siccome si era fatto tardi nessuno del
gruppo si sentiva di aprire la porta e di cominciare a incamminarsi di notte in
un territorio sconosciuto, perciò preferirono accamparsi proprio lì, davanti a
quella grande porta metallica. Durante la notte fecero i turni di guardia per
evitare attacchi di sorpresa. Pax durante quella notte ebbe modo di riflettere
su tante cose: la morte del padre, la spedizione, il suo gruppo formatosi per
merito di uno spettro; il piccolo principe non riusciva a spiegarsi il motivo
del ritorno di Flagg, della morte crudele toccata a Simon e John. Cosa aveva
fatto lui a Flagg? Com’erano stati scelti gli altri membri del gruppo? Che
cosa hanno a che fare con Flagg loro? Come faranno i miei sudditi a Feria in
assenza del loro re? – pensò Pax – non riuscendo a trovare risposta per
nessuna di queste domande tornò a letto. L’indomani mattina, quando furono
tutti pronti Pax uscì le chiavi dallo zaino e aprì la porta.