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Fra Leonardo Maria Civitavecchia è un giovane frate francescano che nasce a San Severo (Foggia) il 01.12.1972. Ha iniziato a comporre musica a sedici anni e alletà di 19 "1991" esordisce per la prima volta nel campo della musica religiosa come cantautore e compositore di una raccolta intitolata "fra Leonardo canta fra Diego Oddi" (questultimo frate della provincia romana nato nel 1839, morto nel sacro ritiro di Bellegra in odore di santità nel 1919 e beatificato il 4 ottobre 1999 da S.S. Giovanni Paolo II). Poi il nostro frate francescano ha dovuto dedicarsi principalmente alla sua vocazione religiosa per la quale ha lasciato tutto per servire e seguire colui che lo conosceva sin dal grembo di sua madre e lo aveva stabilito suo sacerdote, sua proprietà, suo unto, per portare alluomo smarrito e alienato, in una società materialistica e disumanizzante, il dono della gioia, della pace, dellamore, donati gratuitamente dal datore di ogni dono. Così siamo giunti al 5 gennaio del 2000: dopo anni di studio, di preghiera, di confronto col Dio del cielo e della terra, fra Leonardo Maria Civitavecchia esordisce nuovamente con un lavoro che non ha nulla da invidiare al promo: una raccolta di dieci brani musicali che vanno sotto il titolo " per dire grazie". Nella Chiesa parrocchia di S. Antonio in Bari, luogo della presentazione del lavoro, erano presenti numerosi artisti come Daniele d'Aco e Giuseppe Cionfoli, alcuni giornalisti della televisione e della carta stampata come Gustavo Delgado e Francesco Armenti e numerosissimi amici, confratelli, fedeli. Tutti entusiasti e profondamente commossi della musica pura, limpida, semplice e orecchiabile e da parole che avevano il potere di scalfire anche il più duro dei cuori. Una raccolta di dieci brani musicali che raccontano la storia, la vita, lamore di questo giovane frate per un Dio che non è estraneo, ma profondamente intimo: "più intimo del mio intimo"; lamore e la profondissima devozione per la Vergine Maria, Madre della Chiesa e di ogni uomo che voglia diventare suo figlio e lurgenza impellente dellevangelizzazione ai più lontani. Sempre in musica, nella raccolta musicale è palese, inoltre, la straordinaria sensibilità di fra Leonardo di cogliere i problemi del mondo, il pianto dei poveri e la speranza in una fede certa in Gesù Cristo Signore del tempo e della storia. Scrive giustamente Francesco Armenti nella sua recensione alla raccolta per dire grazie": "mi fanno pensare seriamente le parole di Cassiodoro, uno scrittore latino-cristiano vissuto nel sesto secolo dopo cristo che ha detto: se noi commettiamo ingiustizia Dio ci lascerà senza musica. Le canzoni di Leonardo, dinanzi allo scenario inquieto ed ingiusto della nostra storia, ridanno speranza ed anima alla nostra vita e alla nostra fede perché, nonostante le ingiustizie della storia Dio continua a dare ascolto alla melodia di uomini e donne che stanno trasformando il suo amore in musica, in note, in canto". Ma prima di questa trasformazione in musica, lamore deve albergare nel cuore dellautore fino a fondersi e a formare un tuttuno con lautore stesso. E per operare un tale movimento lamore deve trovare un terreno fertile, bagnato costantemente dalla forza della preghiera, dallascolto della parola e dal nutrimento del corpo e sangue di Cristo. Un cuore concimato principalmente dalla consapevolezza della propria umanità, dei propri limiti e delle congenite contraddizioni che ogni essere umano si porta dentro come ricordo di quel peccato primordiale; un cuore ogni giorno in cammino di conversione, consapevole che 24 ore su 24 ha bisogno della grazia dello Spirito Santo per continuare a camminare nel sentiero che il Padre celeste ha tracciato per noi. Ed ecco spiegato il perché le canzoni di fra Leonardo colpiscono come una spada a doppio taglio, fino ad arrivare alla divisione tra il cuore e la coscienza: egli ha sperimentato per primo la forza dellamore che libera, che salva e che mai costringe e sempre perdona. Un amore che cammina con te solo se invitato, che mai violenta, che tutto può operare se vi è consenso vero e sincero. Un amore che capovolge le priorità della vita mettendo lamato al primo posto e fa seguire allascolto del verbo una responsabile e coerente opera nel mondo a favore delluomo: vera passione di Dio. E Leonardo, che fra pochi mesi sarà consacrato sacerdote, incarna il canto di un altro cantore di Dio, padre David Maria Turoldo che scrive: " noi siamo dei liuti, tu sei lartista; noi siamo dei flauti ma il soffio e tuo, signore; noi siamo dei monti, tuo è leco." Con " per dire grazie" fra Leonardo canta colui che presto ungerà le sue mani con lolio santo, e quelle mani, fra qualche mese, non solo continueranno a comporre, a musicare, a suonare, ma saranno mani che, con lintercessione dello Spirito Santo, faranno di un pezzo di pane e di un sorso di vino il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo; e la sua voce che fino ad oggi ha solo cantato le meraviglie di dio sarà la voce di Dio stesso che dirà ad ogni cristiano pentito: "ego te absolvo!" sciogliendo dai lacci della morte e ridonandogli una nuova verginità battesimale che i nostri progenitori persero per lascolto di unaltra voce: quella dellingannatore e del mentitore. E finalmente la bocca potrà nuovamente sciogliersi in un nuovo canto di lode e di ringraziamento annunciando al mondo intero: "Grazie Signore per i doni che mi dai, grazie signore per chi mi sta' vicino. Ti chiedo signore di aiutarmi ogni giorno, di restare qui con me". E come ebbe a dire il 5 gennaio, alla fine della bella festa, p. Michele Perruggini, parroco della parrocchia di S. Antonio e guardiano della comunità dei frati della quale fra Leonardo fa parte: "il vero cantore di Dio è colui che sa dire Grazie! Sempre". |