Risalita della corda con i nodi autobloccanti
E' una manovra che consente di salire lungo una corda in condizioni di costante sicurezza. Può essere necessario ricorrere a questo sistema per liberare una corda doppia bloccata in alto. In questo caso i nodi autobloccanti si avvolgono intorno a tutte e due le corde contemporaneamente (
Evitare assolutamente di risalire su una corda sola!). Questa tecnicata è la stessa utilizzata nello sci-alpinismo per il recupero da un crepaccio di una persona in grado di collaborare. Si applica alla corda di cordata un anello di cordino con nodo prusik, o machard, o bachmann, alla distanza del braccio quasi disteso, lo si aggancia all'imbragatura e lo si mette in tensione. Si applica poi un secondo cordino con nodo autobloccante sotto al precedente, in posizione tale che l'anello venga a cadere fra ginocchia e inguine. Infilato un piede nel secondo anello, ci si alza su di esso, aiutandosi sulla corda con le braccia; sollevare ora il primo prusik (quello superiore) e rimetterlo in tensione. Trattenuti da questo cordino, si fa scorrere verso l'alto il cordino del piede, lo si carica nuovamente ripetendo le operazioni descritte.

Discesa in corda doppia
E' una manovra di uso frequente; consente all'alpinista di scendere, affidandosi completamente alla corda, un tratto di parete di lunghezza pari alla metà della corda di cui dispone. Le fasi della manovra sono: messa in opera della corda doppia; vestizione della corda; effettuazione della calata; recupero della corda doppia.
La messa in opera della corda viene effettuata dal capocordata, che esegue le operazioni necessarie assicurato da un compagno. Per prima cosa si predispone un ancoraggio solido su cui fissare la corda di calata. Per la preparazione di questo ancoraggio, al quale l'alpinista affida la propria vita, valgono le osservazioni già fatte
(inserire link). Si ricorda di non fidarsi assolutamente di chiodi e cordini preesistenti. Il cordino dell'ancoraggio a cui viene fissata la corda di calata deve essere libero da attriti e possibilmente tanto lungo da sporgere sulla parete in modo che il recupero della corda dal basso possa attuarsi agevolmente.
Messo in opero l'ancoraggio, si predispone la corda di calata. Gli alpinisti, autoassicurati con un cordino all'ancoraggio, si slegano per consentire al capocordata di eseguire l'operazione. Questi, passato un capo della corda dentro all'ancoraggio, la raccoglie in doppio capo in anelli ordinati e la lancia nel vuoto (orizzontalmente e non verso il basso) in modo che i primi anelli con il loro peso la facciano srotolare rapidamente (attenzione in caso di vento a tenere conto della deviazione che può subire la corda). Il capocordata si assicura che la corda sia giunta fino al terrazzino di arrivo, quindi fa scendere i compagni (a mio avviso, è consigliabile disporre sempre di un paio di cordini per poter risalire la corda in caso di imprevisti).
Senza discensori:
La corda,  secondo il sistema Piaz, viene vestita nel modo seguente. La corda doppia che proviene dall'ancoraggio passa fra le gambe, gira attorno a una coscia all'altezza dell'inguine, passa davanti al petto, gira sopra la spalla opposta alla coscia, passa diagonalmente dietro il dorso e viene afferrata con la mano opposta. L'altra mano impugna la corda che proviene dall'ancoraggio. L'alpinista inizia la discesa tenendosi con il corpo leggermente di fianco alla parete, ben staccato dalla roccia, lo sguardo rivolto verso il basso per osservare il percorso. Il movimento si effettua con passi lenti e regolari, senza salti e senza strappi, allo scopo di sollecitare il meno possibile l'ancoraggio. La velocità di discesa viene regolata avvicinando o scostando dal corpo la mano a valle, in cui scorre la corda che va verso il basso. La mano a monte viene utilizzata unicamente per equilibrio e non deve avere alcuna azione frenante. Per evitare lo sfregamento attorno alla coscia, si possono far passare le corde di calata in uno o due moschettoni con ghiera, agganciati al cosciale dell'imbragatura, indi sopra la spalla.
In condizioni difficili (per facilitare l'arresto) si può frenare la calata semplicemente con un modo mezzo barcaiolo sul moschettone dell'imbragatura (senza passare le corde sulla spalla). Il sistema provoca però fastidiosi attorcigliamenti della corda. Molto comodi e sicuri sono i discensori, dispositivi frenanti opportunamente studiati che si fissano all'imbragatura e attorno ai quali si avvolgono le corde di calata. Tutte le volte che in una gita alpinistica sono previste delle corde doppie si consiglia di inserire questo attrezzo nell'equipaggiamento ( il discensore può essere sostituito dal freno moschettone,
(inserire link).

Ritengo opportuno trattare argomenti così importanti e delicati facendo riferimento non alla mia scarsa esperienza in materia, ma ad un autorevole e chiaro manuale redatto dal CAI, citato in seguito in bibliografia. L'ottica di questi articoli non è più quindi quella dell'arrampicata sportiva (freeclimb), ma piuttosto quella più generale dell'alpinismo, con riferimenti all'arrampicata su roccia ma anche alla progressione su terreno misto in montagna (vedi "Attrezzatura di passaggi"), e con riferimenti anche al "terreno invernale" (escursioni sciaplinistiche).
Manovre di corda