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Le case basse di Sauer
di Antonino Saggio
Se Kevin Lynch, l'urbanista americano autore del famoso
"L'immagine della città", chiedesse ad un cittadino di delineare
i tratti salienti dei quartieri realizzati negli ultimi anni ne scaturirebbe
un quadro desolante.
L'immagine della periferia risulterebbe popolata di grandi
edifici multipliano formati da cellule identiche l'una all'altra, di strade
carrabili larghe ma
anonime, di aree di terreno, teoricamente disponibili,
ma degradate.
Le case, le strade, gli spazi sarebbero descritti come
entità separate, incapaci di determinare delle relazioni significative
e di creare una continuità.
Un professionista a questa descrizione potrebbe aggiungere
delle notizie tecniche: le previsioni di spazi verdi, le quantità
di servizi e superfici adeguate ai bisogni, la razionalizzazione dei traffici,
il rispetto degli standard.
Potrebbe facilmente dimostrare gli aspetti di conquista
sociale di queste quantità, ma non potrebbe modificare quel quadro
anonimo e desolante che determina "l'immagine" della nuova periferia.
Ci si può chiedere se esistono dei modi diversi
di ideare e realizzare un insediamento. Se esistano cioè dei "sistemi"
che permettano -all'interno dei vincoli quantitativi e degli standard-
di arrivare ad un modo di abitare più ricco di relazioni e più
umano.
A partire dalla metà degli anni Sessanta, in particolare
in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, si è cominciato a rispondere
concretamente a queste domande, a pensare a una riduzione delle altezze
e a un tessuto edilizio continuo e densamente costruito.
Le "case basse ad alta densità", nascono in questo
contesto problematico, e si basano su quattro principi fondamentali:
1. Raggiungere densità fondiarie adeguate all'ambito urbano (350-550 ab/ha) attraverso l'uso di corpi di fabbrica non eccedenti i quattro piani sopra terra.
2. Dotare ogni alloggio di un più elevato senso di individualità attraverso la chiara identificazioni di singolari elementi di accesso, il più possibile direttamente dal suolo.
3. Eliminare gli spazi di cui non sia prevista una precisa territorialità; in particolare privatizzare grande parte delle aree esterne del complesso con ambiti di pertinenza diretta degli alloggi.
4. Sostituire alla separazione tra le case, le strade e gli spazi, la continuità della fabbrica attraverso un sistema a "tappeto" di edificazione.
L'architetto americano Louis Sauer è uno dei pionieri
dell'applicazione concreta di questi principi. Sauer ha realizzato parecchi
interventi di questo tipo anche all'interno della città storica.
I Lombard Condos e Penn's Landing Square sono realizzati,
ad esempio, nel quartiere di Society Hill al centro di Philadelphia e forniscono
un esempio chiaro e significativo di case basse ad alta densità.
Ad una vista superficiale, l'intervento sembra non discostarsi
dalle case a schiera presenti sulla strada.
Con esse ha in comune l'andamento allungato del corpo
di fabbrica, la differenziazione tra la parte pubblica e formale sulla
strada di accesso e la parte privata ed informale sul retro, la ripetizione
seriale delle singole abitazioni.
In realtà una densità fondiaria doppia
rispetto agli interventi limitorfi è qui ottenuta grazie all'adozione
di un sistema distributivo di case sovrapposte che non stravolge, ma rafforza,
il carattere residenziale della strada.
Alla base dello schema adottato vi sono due decisioni
fondamentali che ne garantiscono il successo.
La prima, già anticipata, consiste nel collegare
direttamente al suolo entrambe le abitazioni attraverso delle scale autonome.
Si vengono ad eliminare così sistemi puntiformi
di distribuzione verticale (corpi scala ogni coppia di appartamenti o lungo
un percorso pensile) a favore di un sistema ripetitivo di accessi lungo
la strada omogeneo a quello adottato nelle case adiacenti.
La seconda decisione consiste nello scavare un giardino
sul retro abbassato di mezzo piano dal livello strada e di localizzare,
allo stesso livello del giardino, la zona giorno dell'alloggio inferiore.
Si riesce così a ridurre l'altezza complessiva
del fabbricato e la lunghezza delle scale all'alloggio superiore, pur garantendo
un'ottima abitabilità ad
entrambi gli alloggi.
Sul fronte stradale, il progettista usa gli elementi
della distribuzione per rafforzare l'effetto dell'architettura.
L'edificio non risulta chiuso e rigidamente raccolto
né verso il cielo né verso il suolo.
Nella parte superiore i volumi delle camere da letto
risultano accentuati dall'essere più alti e prominenti rispetto
alla parete vetrata della serra. Analogamente, i prismi delle scale individuali
penetrano l'incavo delle entrate e sagomano il contatto con il suolo.
Il fatto che gli appartamenti siano serviti direttamente
dalla strada permette l'appropriazione, la personalizzazione, la cura e
il controllo degli spazi semi-privati e arricchisce l'attività pedonale
su Lombard Street.
Il fronte sulla strada dell'alloggio inferiore è
una zona "servente" che contiene funzioni di servizio.
Questa impostazione ha delle conseguenze molto importanti,
soprattutto dal punto di vista planimetrico quando l'area a disposizione
consente disposizioni più articolate di quelle lineari.
L'intervento occupa un intero isolato del quartiere di
Society Hill.
Su un'area di 960 mq si insediano, nel rispetto dell'altezza
massima delle costruzioni di quattro piani sopra terra, più di 450
abitanti con una densità superiore ai 460 abitanti per ettaro, particolarmente
alta trattandosi di abitazioni di lusso con circa 35 mq di superficie utile
ad abitante.
Tale densità è stata ottenuta attraverso
la disposizione degli alloggi sull'area in alcuni casi molto vicini gli
uni agli altri, mentre in altri più distanziati.
Il complesso raggruppa alloggi di taglio diverso, ma
tutti con un giardino o una terrazza.
Quelli lungo le strade a nord e a est sono i più
grandi; si sviluppano infatti su circa 7.20 metri e occupano due campate
strutturali.
Gli alloggi più piccoli si trovano invece all'interno
del complesso oppure sulla strada a sud; si tratta di "case sovrapposte"
di diverse dimensioni (dagli
80 ai 135 metri quadri circa) e hanno una, due o tre
camere da letto.
I singoli alloggi sono tutti serviti direttamente da
terra e inseriti in unità abitative composte da due campate strutturali
di 4.20 metri.
La collocazione ortogonale ai supporti della scala di
entrata implica che il fronte su cui essa si colloca, per una funzionale
organizzazione in pianta delle funzioni, si caratterizza - analogamente
ai Lomabrd Condos - come zona servente e contiene oltre alla scala e all'entrata,
i bagni e la cucina.
La casa di conseguenza è organizzata attraverso
una chiara divisione tra la zona servita, soggiorno e camere da letto,
e la zona servente.
Oltre a risolvere l'organizzazione interna della cellula,
la distinzione tra zona servente e servita dell'alloggio è funzionale
alla disposizione planimetrica basata sul distanziamento e l'avvicinamento
degli spazi -fino ad avere percorsi a cielo aperto di circa 1.80- in un
susseguirsi di contrasti di luce e di ombre, di costruito e di vuoto, di
ambiti comuni e privati di grande valore ambientale e architettonico.
L'organizzazione servita-servente della cellula permette
un'aggregazione planimetrica "front-back, front-back".
Il fronte servente di una fila di case, che può
essere cieco, dà sul fronte servito della fila parallela.
Nell'ultimo progetto, ma anche, se pur in misura meno
evidente, in altri, l'elemento chiave della progettazione residenziale
non è più la singola cellula, ma un pacchetto abitativo che
contiene più alloggi aggregati verticalmente e orizzontalmente e
incorpora al suo interno le scale di accesso autonome.
Sono le aggregazioni e combinazioni diverse del pacchetto
abitativo, e non quelle della cellula, che permettono di organizzare il
complesso residenziale secondo le caratteristiche degli spazi, le esigenze
di densità, i rapporti planimetrici interni e i raccordi esterni
con la città.
Alla base di questo approccio non vi sono soltanto le
considerazioni già ampiamente menzionate, ma anche quelle legate
all'economia complessiva dell'intervento.
Si tratta infatti, da una parte di garantire la varietà
degli spazi e dei tipi di appartamento, dall'altra l'unificazione del maggior
numeropossibile di elementi del progetto.
E si tratta non solo degli elementi di finitura, degli
infissi, degli elementi costruttivi, ma soprattutto dei tagli di alloggio
e delle conformazione degli
edifici.
È evidente che questo approccio metodologico è
completamente diverso da quello adottato nei primi studi sull'abitazione
e che è stato tante volte applicato nelle nostre periferie.
In sostanza al rapporto cellula-edificio della tradizione
modernista viene sostituita una triade formata da cellula-pacchetto abitativo-edificio
che è la premessa per operare per sistemi insediativi di case basse
ad alta densità.
Come alcuni recenti progetti a Venezia e a Napoli dimostarano,
questa è ormai una alternativa praticabile anche in Italia; bisogna
però comprenderne a fondo le modalità di utilizzo promuoverne
una sempre più estesa applicazione.