Considerazioni sulla lezione dell’ 8 Maggio

E arriviamo al giorno della rappresentazione: il rendez vous delle 13 serve per pianificare decisamente il tutto: non c’è concentrazione, e io mi incazzo nuovamente!! Riscusatemi, ma non riuscivo a sentirci convinte di quello che stavamo facendo…poi succede che ci dimentichiamo le battute…e scivoliamo indecise sulla scena, non va bene così…poi ha ragione il prof quando dice che recitiamo solo i ruoli …ma non ci entriamo…serve recitare per riuscire dall’esterno a entrare nell’interno…ma bisogna a mio avviso fare uno sforzo convinto…e concentrato.. altrimenti… a nulla valse!! Mamma mia come sono polemica oggi…quasi a sembrare che non sono soddisfatta di noi…anzi ragazze di più…

Dany: Oggi è toccato a noi esporre ..a dir la verità in teoria doveva esserci un altro gruppo ma, tanto per cambiare, eravamo solo noi pronte alla rappresentazione…comunque non tutto il male vien per nuocere diceva un saggio e forse in questo caso è vero!

La rappresentazione fila abbastanza bene…Fede ci mette un gran pathos (che le riesce bene) e ognuna dà il meglio di sé…mi sa che Freud non si è sentito molto soddisfatto della mia interpretazione…

Nella rappresentazione di oggi io ho rivestito (se così si può dire!) il ruolo dello psicanalista che, per eccellenza, si ricollega a Freud…sicuramente non semplice…dovevo dire la diagnosi all’uomo dei lupi, la diagnosi relativa alla sua nevrosi ossessiva…cioè arrivare a dire a qualcuno che è pazzo! Beh, se devo essere sincera non credo di essermi calata molto anche perché una frase buttata lì così (come del resto solo poteva essere!) è relativamente poco per immedesimarsi, però ho provato, sul serio a credere in ciò che facevo e forse un po’ ci sono anche riuscita…(chissà che starà dicendo Freud..!!!!)

   Terminato il nostro lavoro, il prof chiede come al solito qualche commento e, come al solito, c’è silenzio, ma dopo qualche minuto di sana attesa una ragazza se ne esce dicendo che Fede le sembra aggressiva nel modo di porsi e parlare!

 Ecco che Sala non perde la possibilità e le mette una dinanzi all’altra, le fa dialogare, fa dir loro cosa sentono fisicamente in quell’istante…

 SARA: Devo dire che mi è piaciuto molto questa cosa di Federica tet a tet con l’altra ragazza. Si dovrebbe adottare in molti contesti. Scioglierebbe molti nodi, molte incomprensioni. Farebbe chiarezza e darebbe ad ognuno il peso che si merita. All’inizio si vedeva chiaramente che la ragazza era infastidita dal modo di fare di Fede. Ma un po’ la capivo. Fede hai un caratterino particolare, non sei cattiva. ( ..parlo io….ah ah ah!!) Come tutti hai i tuoi problemi ed il tuo modo di reagire o di strafare. Ma basta conoscerti. Bravo professore, questo giro mi è piaciuto e la prossima pallina di amarena alla gelateria di San Zeno gliela offro io….( comunque poteva anche salutare, io alla cassa l’ho guardata diverse volte! Bella la piazza vero? ) 

Elena:La nostra rappresentazione è ben riuscita, ma una ragazza dice di sentire Federica come molto aggressiva e quindi inizia un momento in cui le due  vengono messe una di fronte all’altra per capire  le sensazioni che provano.

E’ molto strano perché si evidenzia un blocco in Federica , che inizialmente sembrava non avere problemi, e la ragazza  che le sta vicina , da lei intimorita, sente Fede sempre più vicina a sé e le chiede cosa può fare per aiutarla. 

Nessuno può essere in relazione con Fede perché lei non vuole aiuto, non pone la domanda.Fede che in questo caso non vuole nulla deve essere pagata da chi propone un progetto educativo o terapeutico!

Il prof. sottolinea che se voglio far sfogare l’altro devo capire che questo è un progetto mio ed il soggetto può parlarmi per anni senza dirmi nulla dei suoi problemi.

Se invece riesco a sciogliere il nodo dell’altro significa che so come l’altro forma i suoi nodi e a trasformarli: ho quindi una conoscenza profonda di lui!

Fede: la storia del magone che il prof mi ha tirato fuori dopo che quella ragazza mi aveva sentita aggressiva (Elena ci hai visto bene quando pensavi alla massa tumorale di mia madre…io stessa ti dissi: l’hanno radiata e adesso è diventata dura, e grossa 6 cm!!)…

Dany: il discorso che salta fuori da tutto ciò è relativo al progetto pedagogico e terapeutico. Se una persona mi manifesta un suo problema, ma non mi chiede una soluzione, anzi preferirebbe arrangiarsi, ha senso che io metta in atto la mia idea? Non è forse più giusto che sia l’altro a domandarmi: ”Che faccio? Come butto fuori il problema?” ...in caso contrario, che aiuto le do, aiuto solo me stesso, il mio ego di “buon samaritano”!?

Amalia: Sono convinta che chiedere aiuto sia la fase più difficile per molti. Anche perché rendersi conto, affermare di avere un problema non è facile. A volte si mandano messaggi che sono l’opposto, ed è qui che dobbiamo affinare le nostre capacità di ascolto. Per essere d’aiuto dobbiamo necessariamente leggere tra le righe, trovare il codice segreto dei messaggi d’aiuto, ma dobbiamo veramente stare attenti, perché a volte credendo di fare il bene dell’altro in realtà facciamo solo il nostro .

Dany:  mi viene spontaneo pormi lo stesso dubbio di Lia, non è forse estremamente sottile il confine tra il chiedere espressamente l’aiuto a un altro e il tacere perché non ci si riesce? Fondare un posto nell’altro, come ha detto il prof., è il primo passo da fare.. ma entrare in relazione con l’altro è un arduo impegno che porta gioia ma non solo…….

Fede: ma mi ha sconvolta di più la storia di quella ragazza: la preveggente…ohh, mi ha fatto venire uno scago tremendo…ma la cosa incredibile è che vedevo le cose che descriveva…ovviamente immaginavo, per carità non vorrei essere iscritta nella rosa dei mistici (quelli che parlano coi morti, che sentono le voci, che hanno le visioni)!!!

Mia madre mi disse che da piccola fui colta da febbre altissima …” continuavi ad urlare mamma mi vogliono portare via, e ti arrampicavi sui muri…ma avevi la febbre a 40…”, un mio amico che spesso fa uso di acidi, …dice che ha delle visioni assurde…in quanto a morti che parlano…con Margherita, una mia amica morta ammazzata da un colpo di fucile, ce la raccontiamo in + di qualche occasione …in sogno però!!

E poi sento rantoli …ma sempre quando dormo…boh!!!…potrei continuare all’infinito: vi è mai capitato di vedere spegnere i lampione quando passate con la macchine? Vi è mai capitato di aver rivissuto la stessa situazioni in un altro momento, che però sapete non di qs vita?

Vi è mai capitato di pensare ad una persona, ed essere chiamata dalla stessa dopo un nanosecondo che l’avete pensata?

Vi è mai capitato di pensare a un figo della madonna …e di non essere mai chiamate!!!

Ma allora qualcuno mi spieghi come funziona…perché allora aggiusterei un po’ il tiro…so che Raf mi chiama se la penso, ma a volte mi piacerebbe che mi chiamasse quel tizio che ho conosciuto l’altra sera…che penso intensamente…e che non chiama mai…

AmaLia: Nella “Rosa dei mistici” non mi sono messa, anche se il Prof: me l’aveva chiesto, per via dei sogni premonitori, della materializzazione di mio padre e del nostro medico di famiglia, delle voci, ma che sono voci interne e non bisbigli, il fatto che sento il sesso dei bambini, eccetera, anche perché comunque mi rendo conto che sono fenomeni che succedono a parecchia gente; penso che forse abbiamo un po’ perso queste capacità o forse non ne parliamo per paura che ci scambino per pazzi. Comunque mi succede spessissimo di pensare ad una persona e dopo un attimo o mi scontro con lei o questa mi telefona.

 Sapete l’anno scorso , un’ora prima di avere l’incidente, per sbaglio ho fatto il numero del Soccorso stradale, che non sapevo nemmeno quale fosse , così poi , quando veramente mi è servito l’ho fatto subito!

 Due anni fa , sempre per sbaglio, mi è apparso sul display del telefonino il numero di un amico che non sentivo da qualche tempo: in quel preciso momento lui si schiantava e moriva in autostrada.

Pensate che una volta ho avuto un moroso con il quale c’era talmente feeling che riuscivamo ad incontrarci senza darci appuntamento! Quindi, Fede, impegnati!

Fede:…per continuare con la ragazza dei deliri…ce l’avevo giusto di fronte…per tutto il tempo ho desiderato che lei non guardasse il mio volto per la paura che poi se lo ricordasse in sogno: che culo…se ti sogna quella sei spacciato!!!

Scherzo….ma non del tutto!

Si è visto così chiaramente che ero terrorizzata?…ho bisogno di rifletterci su…aiuto, ditemi qualcosa…toc, toc…c’è qualcuno?

AmaLia: Sai, Fede, c’è mancato poco che finissi sotto la sedia, o che ti venisse la pelle maculata a mo’ di camaleonte che si mimetizza: te la stavi facendo sotto dalla fifa!

Sinceramente io non mi sono preoccupata più di tanto per la mia morte, mi dispiaceva un po’ per la ragazza perché, in effetti, la viveva male questa cosa di prevedere la morte altrui.

 La morte non è qualcosa che mi spaventa, ma è anche vero che ho fatto un lungo lavoro su di me, per riuscire ad affrontare questo argomento serenamente, anche per quanto riguarda il mio lavoro: ho frequentato seminari, ho letto molti libri , ho visto tante persone morire… ed anche se non è facile ho cercato di dare loro tutto l’aiuto e l’amore possibile affinché potessero farlo con dignità e rispetto.

Penso comunque che non tutti siano in grado di gestire le emozioni quando in classe succedono queste cose, e secondo me il Prof. non sta agendo bene, perché ti scatena la tua belva e poi? Buonasera tienitela e tanti saluti! A volte ho l’impressione che a lui interessi solo creare il colpo di scena e noi restiamo lì, come ebeti, a leccarci le ferite che si sono aperte.

 

Vedo e prevedo che Fede se la farà sotto…e a Michi poco ci manca!

 

SARA:Osservavo il viso di Fede che mi stava davanti la sedia. La vedevo in ombra, scura, cupa. Francamente terrorizzata. Era da molto che non vedevo un’espressione simile. Solo in ospedale tra i pazienti ed i famigliari più vicini si riescono a leggere. Occhi fissi, sbarrati. Testa inclinata  verso il basso. Non si poteva non dirle niente. Di che cosa aveva paura? Di quello che diceva la ragazza angosciata nel pianto, di quello che la spaventava sentirsi dire? No, stava chiedendosi se la ragazza avrebbe visto la sua di  morte. E il prof. con la sua solita sensibilità, se non ricordo male, le ha detto che Federica si sarebbe suicidata buttandosi da una finestra. Sensibilità massima devo dire. Poi ne abbiamo parlato (della morte) in altri contesti. A molte fa paura. Molte non la conoscono direttamente. Non l’hanno sentita respirare, sottrarsi, avanzare. Per assurdo io mi incazzo molto tutte le volte che sento discorsi devo dire proprio del cazzo su di un fatto che è la diretta conseguenza della vita. Noi bravi occidentali l’abbiamo confinata agli addetti in luoghi deputati. In ospedale, in case di riposo, in cliniche private. Nessuno può ne riesce più a morire a casa propria, tra le proprie pagine di vita vissuta. Probabilmente perché ci pesa poco se non fino a quando non ne siamo i diretti interessati…

Pazzesco. Mi ricordo tutte le sane boiate che una prof. di filosofia dell’educazione ha detto un giorno in cattedra. Aveva questo gesseto e scriveva sulla lavagna frasi e parole evocate dalla parola. Le avrei sfondato la testa sull’asfalto o infilato il corpo in un letto di terapia intensiva oltre le cazzate di tunnel e luci bianche. Sinceramente mi deprimo a pensare la mancanza di pratica oltre le parole ed i libri. Sinceramente mi piacerebbe che certe lezioni fossero fatte sui capezzali più svariati. Quelli della realtà.

 Federica, lo so che può fare paura, ed è normale. Ma non ci si può fare proprio niente se non vivere bene, e godersi la vita prima che ti soffi via o che ci pensi qualcun altro a gestirtela tra monitor e cartelle cliniche, burocrazia, orari, regole….Che soprattutto ci sia qualcuno che ti tenga la mano e non scappi per la paura di vederti morire. Quella è una morte bruttissima: morire da soli, tra mani che ti passano di qua e di là, senza voci, senza parole. O che per circostanze più svariate vengano a raccogliere pezzi di te in luoghi a te stessa sconosciuti, ad opera di sconosciuti.

Amalia: Come è vero e reale quello che dici Sara. Non c’è niente di più brutto che morire con occhi che ti sfuggono e mani vuote che ti toccano solo quando sono obbligate a farlo. E medici che ti dicono che va tutto bene, mentre tu  non riesci più a trovare un filo d’aria per respirare, perché la loro onnipotenza non gli permette di ammettere che il loro bisturi non può tutto.

SARA: In merito alla ragazza ho provato molta partecipazione al suo dolore. In un periodo particolare mi capitava di sentire molte cose anche brutte. Il linfoma di mio padre lo sentivo. Ed ho dovuto litigare con molti per arrivare alla diagnosi. Compreso quel testina del mio medico di base che non voleva prescrivergli una gastroscopia da cui è emerso un mondo di significati e vissuti che tutt’oggi mi danno la forza di andare contro persone e luoghi. Titoli e cariche, passati e presenti. Anticipare morti in sogno non mi è mai capitato, ma sofferenze o fatti si. Ed averne paura so che cosa vuol dire, essere tormentata da ciò che non si vorrebbe vedere ed invece esce. E non ti permette nemmeno di dormire.   

Dany:  Oggi si parla di come ognuno è nato, in che giorno, in quale contesto, a che ora, se con la camicia o meno(per inciso ho chiesto conferma a mia madre ed è proprio vero, sono nata con la camicia….!)…questo ci può dire molto di noi.. almeno così pare ..beh in parte lo credo anch’io, ma arrivare a parlare di predestinazione, sciamanesimo e visioni, per me, cristiana convinta, è assolutamente incredibile ..certo ognuno ha un suo destino, ma c’è un solo Dio e gli spiriti ..boh!

Comunque una cosa è da tenere presente…entrare nei personaggi, non è la prima volta che lo dice, ma oggi mi ha preso in prima persona.. ma come si fa a farlo davvero bene?

Comunque questo sarebbe il compito per la prossima volta…proverò almeno a pensarci!!

Michela: Ragazze che lezione ! Certo che ...se tutte fossero cosi'!!! Forse...mi lascio un pò troppo impressionare?

Che brividi, ma che pelle d'oca! Però devo dire che questa storia delle voci, dei sogni mi affascina, anche se mi mette un po’  di spauricchio quel che non si vede, non si tocca...ma ci circonda.

Magari fosse semplice saper esplorare dentro di noi, nei nostri vissuti e perchè no conoscere le storie, le trame dei nostri antenati!! Non so, mi vengono in mente maghi, streghe e fantasmi quando provo a pensare alle generazioni vissute molto tempo fa prima di noi, dei nostri genitori, nonni e bisnonni.

Il mio ruolo è stato quello di SCIAMANA.

Sara rappresentava l’io sciamanico di Fede(l’uomo dei lupi), io sciamana dopo aver ascoltato il sogno iniziatico avuto da Sara l’avrei potuta guidare nella sua nuova vita insegnandole le tecniche durante tutto il  suo periodo di formazione.

Devo dire che il ruolo di sciamana non mi ha particolarmente coinvolta, forse perché mi sento più vicina all’io nevrotico interpretato dalla Cetta o forse perché l’ambientazione, per mancanza di tempo, risultava poco curata. Chissà…se tutte avessimo indossato abiti, avuto strumenti e oggetti particolari, forse ci saremmo meglio immedesimate nella nostra parte.

Ho letto che per diventare sciamano è necessaria una personalità particolare, ma i requisiti possono non essere sempre gli stessi, ogni cultura ne richiede di diversi.

I poteri speciali dello sciamano possono essere innati e, in tal caso, devono essere coltivati.

Sinceramente non mi sento nemmeno un pò strega, tantomeno sciamana , ma ...non si può mai dire in quanto: è in discussione la nostra natura!

Amalia: Personaggi e maschere in cerca d’autore…..comunque se non l’avete ancora capito LA SCIAMANA  SONO IO!!!

Fede: Eh sciamana vien  so dal fico!!!!!

Cetta: la lezione di oggi mi ha molto colpita. Mi ha suggerito tante riflessioni che avrei voluto condividere lì con tutti, ma non so bene perché non l’ho fatto.

In fondo un po’ nella parte del nevrotico mi ritrovo, in alcuni periodi mi capita di essere ossessionata da qualcosa…

Sono per esempio terrorizzata dagli incidenti stradali… ogni volta che so che qualcuno delle persone a cui voglio bene deve fare tanta strada mi sento molto preoccupata.

 Mi succede in particolare con mia mamma, perché secondo me quando guida è molto distratta, ma soprattutto con Lorenzo… lui studia a Cremona e va sempre su in treno, tranne poche volte, quando deve tornare in giornata… se la macchina è libera lui preferisce andarci in macchina. L’anno scorso doveva andare a registrare un voto era inverno, c’era tanta nebbia. La sera prima è venuto a casa mia e per tutta la sera l’ho stressato: ma dai vai in treno, il tempo che perdi è più o meno uguale, c’è nebbia, non sono tranquilla ecc… ma lui non ha ceduto. Il giorno dopo torna a casa e mi dice: sai che sono qui per miracolo? Ero sul rettilineo e c’era nebbia. Non andavo molto forte, ad un certo punto vedo un’idiota fare un sorpasso sulla linea continua e mi dico adesso rientra… starà per rientrare… ma sull’altra corsia il traffico è abbastanza intenso… l’idiota non rientra…. Inchiodo, sento la macchina sbandare, lo vedo ormai contro la mia macchina… riesce a rientrare all’ultimo istante…

La mia paura allora forse non è così infondata, mi dico. Ho pregato parecchio quella sera, per fortuna è andato tutto bene. Quando abitavo nella casa vecchia, per venire da me lui doveva attraversare un incrocio che collega Mantova con l’autostrada, puntualmente ogni sera gli chiedevo di farmi lo squillino una volta arrivato a casa, anche se come dice lui: sono solo due metri…

Mio nonno paterno è morto in un incidente stradale e quello materno invece è morto in campagna, mentre aiutava un suo amico a tagliare della legna, gli è caduto un pezzo di legno credo sul collo o qualcosa del genere, non sono ami stati particolarmente chiari su quello che è  successo… so che era un angelo e per aiutare chiunque faceva l’impossibile…. Probabilmente questa mia forma di nevrosi ossessiva è forse collegata a questi episodi, i miei genitori hanno perso il loro papà, mio papà aveva 16 anni e mia mamma sette, entrambi in un incidente… le mie nonne sono rimaste vedove molto giovani… a volte ho proprio paura.

Un’altra cosa strana che mi succede e che non so bene a cosa sia da collegare è che ogni volta che vedo un incidente, anche senza feriti, mi gira la testa e mi viene subito da vomitare, mi tremano le gambe, mi scombussolo in un attimo, divento seria, ma non penso a niente in particolare, mi viene solo da concentrarmi sul mio stato di malessere… boh!

Per quanto riguarda invece le voci, le presenze che si sentono, mi è venuto in mente che quando abitavo in Calabria avevo un corridoio molto lungo in casa, la mia camera era in fondo ad esso e la cucina invece era all’inizio. Per un periodo di tempo, quando ero da sola in camera, con la porta aperta, mi sembrava di sentire la presenza di entrambi i nonni.

 Non so se perché tutti a scuola parlavano dei loro nonni e io invece non li avevo mai visti, o se perché erano realmente vicini ai miei genitori e proteggevano la nostra famiglia… io pensavo sempre alla seconda ipotesi, quella presenza un po’ mi inquietava e poi mi dicevo: non sei contenta i nonni sono qui a casa tua, con voi.

 La mia camera era in centro, a destra c’era la camera dei miei e a sinistra il bagno grande, mi piaceva molto. Una sera ero da sola e come sempre guardavo la tele, la porta era aperta; nella pubblicità mi ricordo che mi girai verso la porta e vidi un’ombra che dal bagno andava verso la camera dei miei, non mi sembra però che sia andata dentro, ma è come se fosse stata assorbita dalla parete che era posta dopo la camera… sono rimasta a letto immobile ero molto turbata e anche un po’ spaventata, secondo mera era “nonno Cola”, il nonno paterno si chiamava Nicola, come lui mi sarei dovuta chiamare io se fossi nata maschio.

Sotto il nostro appartamento abitava nonna Concetta, sua moglie. Secondo me lui era lì con noi. La cosa starna è che di entrambi i nonni io ho sempre solo sentito parlare, ma ogni volta che li penso, (come in questo momento) sento il cuore che si scalda e si gonfia, quasi fino a togliermi il respiro, mi viene quasi da piangere, ma mi sento serena, anche se con un leggero cerchio alla testa, sento di volergli un bene immenso, e sento che loro me ne vogliono e con il loro affetto mi proteggono.

Mi sembra quasi di sentire una grande mano calda sulla testa… saranno loro? Sarà una suggestione? Sarà il mio angelo custode che contiene anche la presenza dei nonni? Non lo so, ma questo mi piace.

Io ho sempre avuto l’abitudine di camminare al buio in casa, e mi ricordo che spesso quando attraversavo il lungo corridoio lo facevo di corsa e aprivo di scatto la porta della cucina, provocando sempre l’incazzatura di mio padre che mi diceva : apri piano, usa bene le maniglie, sembra che stai per sfasciare tutto! Ma facevo così perché avevo paura che nel mettere la mano sull’interruttore, una mano cattiva, scarna e lunga prendesse la mia e mi facesse del male, non so a chi doveva appartenere per me quella mano, forse alla morte, che molto precocemente aveva preso i miei nonni? O forse erano semplicemente le lunghe braccia degli alberi di Hansel e Gretel? Era una favola che mi piaceva molto questa, e il momento in cui i due fratelli si perdono nel bosco mi prendeva molto…

Beh adesso basta… le riflessioni a lezione erano state molto meno profonde, ho forse iniziato la mia autoanalisi? Spero di non avervi turbate? Tante cose sono state novità anche per me! Sto imparando ad entrare dentro me… mi affascina tutto questo!

La rappresentazione di oggi mi sembra abbia funzionato molto, è stata un ottimo punto di partenza. I libri si sono collegati alla nostra esperienza e a quella degli altri in modo molto naturale, anche se sotto l’astuta guida del mitico Sala.

Forse anche questa parte della mia storia ha qualche relazione con gli sciamani o con qualcos’altro, ma ancora non lo so. Le vie del Signore sono infinite, forse a me si manifesta così… in questi momenti… con quello che sto sentendo come Amore dei miei  Nonni…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutte,

sono a casa tuttora ammalata ; in qs giorni ho aperto spesso la posta per sapere di voi. la mia assenza da Vr è stata attutita dalla certezza che voi eravate lì e che vi avrei riviste. Qs è un periodo veramente duro per me, devo fare i conti con il mio corpo che continua a mandarmi indizi di malessere, con la mia stanchezza con la morte che continua a falciare persone a me vicine. La precarietà della vita mi assilla! Pensare invece a voi mi ridona calore e gioia: quando ero piccola desideravo tantissimo avere delle amiche e non le avevo, ora a 45 anni sento che le persone + importanti per me sono figure al femminile , di averne tante e diversissime tra loro Qs mi piace . Domani verrò sicuramente in facoltà e spero di incontrarvi.

 Mi complimento per la rappresentazione di mercoledì siamo  ( anche ero assente ma solo fisicamente) un gruppo fantastico, che dal nulla crea.

Qs per me è una potenzialità prettamente femminile. 1 abbraccio a tutte  e una poesia per rallegrare il cuore.

 

 

 

Raffaella

 

Il più bello dei mari

è quello che non navigammo.

 

Il più bello dei nostri figli

non è ancora cresciuto.

 

I più belli dei nostri giorni

non li abbiamo ancora vissuti.


E quello

che vorrei dirti di più bello

non te l'ho ancora detto .