(Buio
intorno. Musica.. SOLLIMA 2 poi occhio di bue blu sul poeta cantore che
entra giunge presso una roccia dove decide di riposarsi si fanno avanti
due ragazze sfuma la musica)
Ragazza:
Dimmi straniero quale desiderio ti ha condotto ad Engyon
Forse anche tu sai delle feste della fertilità che qui in questo
periodo si celebrano?
Rifiata accetta del buon vino e poi se vuoi rispondi
(versa
il vino e glielo porge quindi beve
)
Poeta cantore:
Nove lune ho aspettato
prima che il mio passo incerto di vegliardo, o bella giovine,
mi conducesse presso queste fertili terre d'Engyon sacre alle potenti
Mèteres.
In questi luoghi ameni,
in cui il ramingo Minotauro calmò la sua sete
riposandosi al fresco soffio di tramontana ,
vengo sorretto dalle mie stanche membra
per conoscere le feste che qui ogni hanno si tengono
e narrarne poi in terre da qui lontane, la magnificenza
Ragazza:
O benigno forestiero cortesemente tu mi rispondi
E subito io incalzo con una nuova domanda
Hai tu allora il dono della poesia?
Il soffio del potente Apollo è dunque respiro in te?
Poeta
Cantore:
Già da molti lustri la mia voce risuona in molte contrade
E la lira mi è fedele compagna
Ragazza:
Buon ospite
venerando
tu che saggio conosci i segreti della poesia
Narra a me e a tutta la gente del mio villaggio
La storia più antica del mondo
Raccontaci
di quando il Kaos era sovrano su ogni cosa
E di come la stirpe degli dèi immortali ebbe origine e trionfò
sul mondo
Benigno vegliardo
Allieta al suono della tua lira la nostra festa
Accordando con la tua soave voce
a noi la conoscenza degli eventi, ai vecchi e ai fanciulli il sonno ristoratore
Poeta
Cantore:
Ormai vivo ramingo
di villaggio in villaggio
cantando avvenimenti più antichi:
la storia dei Padri e delle Madri
del tempo che vissero e che voi giovani avete dimenticato,
gli accadimenti remoti
che ormai nessuna memoria d'uomo rammenta
Perciò mia dolce fanciulla
Acconsento alla tua preghiera
questa notte la mia voce appagherà le vostre orecchie
intrattenendovi durante i banchetti e prima delle sacre danze
Non prima però d'avere invocato la protezione dei celesti
(poi
rivolto al pubblico e al cielo inizia l'invocazione Musica CANTORE
II)
Già
Apollo Febo col suo carro conduce il sole ad altri lidi
Mentre Artemide, candida dea lunare,
Espande la sua velata luce sul sonno dei mortali...
In
queste ore magiche quando tutto s'acquieta
In quest'aria fresca e carica dell'incantevole effluvio delle rose
Il mio animo si volge a voi delicate Muse
O magnifica Calliope
Figlia del superbo Zeus e madre d'Orfeo
Tu che di tutte le muse sei la più illustre
a te a cui è caro il bel canto
rivolgo la mia tremante supplica..
Soffia il tuo alito vitale
sazia la mia bocca della tua mania
Dona alle mie parole la delicatezza della margherita
E la bellezza del narciso
Intercedi
poi presso il divino Apollo
Dio di noi poeti
Esortalo a concedere alle mie parole il fuoco che infervora i cuori
e di trasformare il mio corpo in vaso
capace d'accogliere la sua divina grazia
Supplica
infine il celeste immortale
d'accordare alla mia voce un delicato suono,
simile alla dolcezza del miele di cui si cibano gli dèi,
affinché essa proferita mai ferisca orecchio mortale
(Si
spengono le luci
escono il Poeta cantore e le due fanciulle
Si
posiziono i quattro ragazzi che rappresentano il kàos
Dai
panelli laterali cominciano le proiezioni tappeto musica(----------------------)
quindi riprende il Poeta Cantore fuori musica)
Poeta
Cantore:
Canto le remote epoche che ormai nessuna memoria d'uomo rammenta
Canto la genesi del cosmo e la sua oscura apparizione
Canto i misteriosi accadimenti
in cui si generarono il tempo e lo spazio
E da essi il giorno la notte e gli elementi della natura tutta
( Sfumano le immagini.. Luci Blu e rosse diffuse sulla scena
Inizia
la musica Trance Dance Escono dai laterali gli elementi
poi riprende il Poeta Cantore)
.
Quando il tempo non era ancora tempo
E lo spazio non esisteva ancora
Nel cosmo s'avversavano potenti energie (pausa 7 sec.)
Spaventose spirali si spalancavano
Aprendo squarci nel vuoto
(pausa 5 sec.)
Niente
poteva esistere e nulla esisteva
Né il giorno né la notte, né le sostanze semplici
Tutto era indistinto
e tutto si mescolava in caotici vortici
(pausa
5 sec)
Una sola forza governava questa mescolanza disordinata iniziale
Kàos
(Sfuma
la musica
riprende il poeta cantore fuori musica)
Kaos
indecifrabile e nera essenza
Vuoto primordiale che tutto contiene e nulla distingue
In cui tutto ebbe principio e tutto avrà fine
(Riprende
la musica SOLLIMA 3
poi il poeta cantore)
Era il tempo in cui i quattro elementi
Terra.. Acqua.. Fuoco e Aria
che d'ogni cosa sono il fondamento
Malamente congiunti
Confusamente
ruotavano fra di loro
Anche il tempo roteava velocemente
Senza segnare ancora lo scorrere delle ore
l'alternanza del giorno e della notte e il susseguirsi delle stagioni
Fragori
tumulti
esplosioni
spaventosi tagli
fulminei cangiamenti
improvvise fenditure e repentine lacerazioni
.
Fortunata è la mente umana che simile spettacolo non intende
(Sfuma Sollima poi riprende il Poeta Cantore)
Ma arrivò il tempo che l'alito della vita soffiò su Kàos
Da lui si generarono due forze
Erebo e Nera Notte
Che per tre giorni e tre notti danzarono ininterrottamente
(Riparte la musica danza della divisione
Finisce la danza e riprende
il Poeta Cantore
fuori musica)
Erebo
e Nera notte
Con piedi graziosi e passo leggiadro
attraversarono la massa informe di Kàos
Da lui divisero tutte le sostanze mal congiunte
La gioia della vita trionfò e l'armonia fu legge per il cosmo
(Riparte
la musica Springtime 8)
Vertigine di bellezza fu la separazione
Intenso e casto atto d'amore
Per primi si dipartirono i quattro elementi
La Terra, che ci dà sostentamento
L'Acqua, che ogni cosa rende fertile
Il Fuoco, generatore di calore
L'Aria, che è fonte del primo respiro
Poi
Nera Notte generò da sé il tempo e le sue alternanze
Creò le Ore, il Dì e la Notte e infine le Stagioni
Li donò all'uomo
Perché potesse distinguere
la veglia dal sonno
i tempi propizi per la semina
quelli per il raccolto e quelli per la caccia
Lo spettacolo è di Santi Cicardi
Direzione artistica di Santi Cicardo
Le coreografie sono di Elvira Biondo
Rappresentazione della Compagnia Tetrika
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