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Europa Parte del mondo al centro dell’emisfero continentale; con l’Asia e l’Africa forma il continente antico. Strettamente collegata con l’Asia si presenta come un’enorme penisola e deve la sua individualità soprattutto a elementi d’ordine storico e umano. Per tre lati il confine è marittimo ed è costituito dal Mare Glaciale Artico, dall’Oceano Atlantico e dal Mare Mediterraneo. A est, secondo la maggior parte degli autori, partendo dal Mare d’Azov segue il solco nel quale scorrono in senso opposto il fiume Manyc e il Kura, quindi risale il fiume Ural e segue il piede orientale degli Urali fino al Mare di Kara. L’area risulta di 10.359.935 ca. km2, pari alla quattordicesima parte delle terre emerse. Punti estremi continentali dell’Europa sono: a nord il Nordkinn (Lapponia); a ovest il Capo da Roca in Portogallo; a sud la Punta de Tarifa (Spagna); a est il punto più interno del golfo di Kara. A una parte massiccia si contrappone una parte articolata, formata da isole (8%) e da penisole (27%). Il contorno è molto frastagliato, con 37.900 km di coste. GEOGRAFIA FISICA p Rilievo. L’Europa risulta formata in prevalenza da bassopiani. L’altezza media è di 340 m. Ben il 44% del territorio si trova al di sotto di 150 m, la zona collinosa (150-500 m) abbraccia i tre decimi, quella di bassa montagna (500-1000 m) poco più del 10% e solo la ventesima parte si trova ad altezze superiori ai 1000 m. Si possono distinguere quattro regioni. 1) Bassopiano Sarmatico: comprende la metà orientale dell’Europa ed è costituito da una piattaforma antichissima ricoperta da sedimenti marini e continentali, da depositi fluvio-glaciali, strati di löss e depositi salini. L’altezza media è di 200 m, con valori un po’ più alti nel Rialto Centrale Russo e nei Valdaj (343 m) e più bassi attorno al Mar Caspio, dove si scende sotto il livello marino. Alla periferia vi sono due catene: a sud i monti della Crimea, a est gli Urali. Al di là della soglia di Carelia (tra il golfo di Finlandia e il Mar Bianco) si ricollega al Bassopiano Sarmatico la Finlandia, che ha l’aspetto d’un ripiano di rocce granitiche e gneissiche, spianato dall’erosione (Scudo Baltico), ricoperto da terreni morenici. Simile è il paesaggio della Scania (Scandinavia meridionale). 2) Rilievi della Scandinavia e delle Isole Britanniche: nella Scandinavia il rilievo, d’età geologica remota, digrada con una serie di ripiani verso il golfo di Botnia, mentre verso l’Oceano Atlantico presenta una catena di monti dirupati con pendii assai ripidi, scolpiti dai ghiacciai che vi hanno intagliato innumerevoli fiordi. In alto prevalgono superfici tabulari e cupoleggianti, coperte in parte da ghiacciai. Caratteri simili ha il rilievo delle Isole Britanniche; esso assume forme aspre nella Scozia, mentre nella catena dei Monti Pennini, dove l’erosione è stata più intensa, prevalgono forme addolcite e aree quasi pianeggianti. 3) Rilievi della Francia e della Germania: sono costituiti da una serie di massicci isolati, residui di montagne più elevate, sottoposti per lungo tempo ad azione di spianamento. Sono: il Massiccio Centrale Francese, le Cevenne, le Ardenne, i Vosgi, la Selva Nera, il Massiccio Scistoso Renano, la Selva di Turingia, i Monti dei Giganti, i Sudeti. Presentano il carattere della media montagna, sono privi di valli profonde e incassate e di creste aguzze e hanno cime cupoleggianti o spianate, spesso coperte da boschi. 4) Catene alpine dell’Europa meridionale: il rilievo, di età geologica più recente, assume l’aspetto dell’alta montagna con dorsali molto allungate, spesso arcuate. Alle catene mediterranee europee appartengono i Pirenei, le Alpi col Giura, i Carpazi e i Balcani, che formano un arco più esterno, e poi ancora la Sierra Nevada, l’Appennino, i rilievi della regione balcanica (Pindo, Alpi Albanesi ecc.), che formano un arco interno. p Clima. Si distinguono sei tipi di clima. 1) Clima atlantico: interessa il territorio dalla Norvegia settentrionale al Portogallo settentrionale e comprende le Isole Britanniche, gran parte della Francia, i Paesi Bassi, le coste occidentali della Danimarca, la Germania fino all’Oder. È caratterizzato da inverni miti, estati non troppo calde, escursioni termiche limitate, precipitazioni copiose (800-3000 mm annui). 2) Clima di transizione: passando dalle regioni occidentali a quelle centrali, l’influenza oceanica si attenua, gli inverni diventano più freddi, l’escursione termica più alta; le piogge, non troppo abbondanti, sono più copiose d’estate. Hanno questo clima la Germania sudorientale, la Polonia, il bacino superiore e medio del Danubio, i Paesi interni della penisola balcanica e Bulgaria. 3) Clima dell’Europa orientale: viene detto anche sarmatico, perché interessa gran parte del Bassopiano Sarmatico. Ha inverni lunghi e rigidi ed estati calde, piogge modeste, in prevalenza estive. I fiumi gelano per 4-6 mesi all’anno e la neve copre a lungo il suolo. 4) Clima pontico della Russia meridionale: le temperature estive aumentano e le escursioni termiche sono alte. Il suolo è coperto da steppe. Attorno al Mar Caspio il clima è subdesertico. 5) Clima mediterraneo: è caratterizzato da inverni miti, estati non troppo calde e secche, piogge in prevalenza invernali. D’estate il cielo è a lungo sereno. Non rari i venti, come il mistral e la bora. È limitato alle regioni costiere della Crimea, Tracia, Grecia, Dalmazia, Italia, Francia meridionale e alle zone periferiche della penisola iberica. 6) Clima artico: è caratteristico delle regioni più settentrionali; le temperature sono basse durante tutto l’anno, con precipitazioni nevose e suolo gelato. p Idrografia. L’Europa non possiede corsi d’acqua molto lunghi (Volga 3531 km; Danubio 2860; Reno 1326; Po 652), né ha vasti bacini fluviali; manca inoltre un nodo idrografico centrale. Prevalgono fiumi di pianura e di bacino, che si prestano a essere risaliti da navi (Tamigi, Senna, Schelda, Reno). Nell’Europa orientale i fiumi si diramano con andamento radiale verso quattro mari: Pecora e Dvina Settentrionale vanno al Mar Glaciale Artico, Neva e Dvina Occidentale al Mar Baltico, Dnepr, Don e Dnestr al Mar Nero e il Volga al Mar Caspio. I laghi occupano 135.000 km2. La zona più ricca è quella circumbaltica, nel dominio occupato dai ghiacciai quaternari, col distretto finnocarelico (Ladoga 18.400 km2; Onega 9610 km2) e quello svedese. Copiosi laghi ha pure la zona alpina: i più vasti sono il lago di Ginevra (581 km2) e quello di Costanza (538 km2). p Vegetazione. Da nord verso sud si distinguono cinque fasce più o meno parallele. 1) Zona della tundra: vi prevalgono arbusti non più alti d’un metro e associazioni di muschi e licheni. 2) Zona della foresta boreale: vi prevalgono le Conifere. 3) Zona della foresta temperata: con prevalenza di latifoglie quali farnia, quercia, faggio, castagno, olmo, acero. 4) Zona delle steppe: con estese praterie. 5) Zona della macchia: nelle regioni costiere caratterizzate dal clima mediterraneo prevalgono alberi e arbusti sempreverdi; essenze caratteristiche sono il pino marittimo e quello d’Aleppo, il leccio, la quercia da sughero, il carrubo e poi lentisco, ginestra, erica, mirto, misti a rovi che costituiscono appunto la macchia. p Fauna. Dal punto di vista zoogeografico, dati i continui scambi che sono avvenuti, le varie regioni dell’Europa non sono caratterizzate da specie tipiche. Fanno eccezione l’alce e la renna, confinate ormai nelle regioni più settentrionali, il bisonte, che vive solo in Polonia, e il cinghiale, abbastanza comune in alcune zone dell’Europa centromeridionale. Caratteristica invece è la fauna alpina, i cui rappresentanti più tipici sono lo stambecco, il camoscio e la marmotta. Tra i Primati l’unico rappresentante è la bertuccia di Gibilterra, ma pare sia stata importata dall’uomo. GEOGRAFIA UMANA p Principali gruppi somatici. Prevale la razza bianca europide e in base ai caratteri somatici si possono distinguere i seguenti tipi: razza nordica, mediterranea, alpina, adriatica e baltica. Hanno caratteri mongolidi i Calmucchi del basso Volga, i Chirghisi dell’alto Volga e i Baschiri degli Urali merid. p Lingue e gruppi etnici. Prevalgono in Europa le lingue della famiglia indoeuropea: segue per importanza il gruppo delle lingue agglutinanti uralo-altaiche e non mancano i gruppi minori. Specie dove il mondo germanico viene a contatto col mondo slavo esiste un notevole mescolamento etnico. Al gruppo neolatino appartengono Italiani e Ladini, Francesi e Valloni, Spagnoli e Portoghesi, Romeni. Al gruppo germanico Tedeschi, Olandesi e Fiamminghi, Scandinavi, Anglo-Sassoni. Al gruppo slavo Russi, Ucraini, Polacchi, Cechi e Slovacchi, Serbi, Croati e Sloveni, Bulgari. Tra i gruppi minori indoeuropei: Albanesi, Greci, Lettoni; tra quelli non indoeuropei: Baschi, Magiari, Turchi, Finni. p Religioni. Per il 93% gli Europei sono cristiani, ripartiti in tre gruppi: 1) cattolici (Italiani, Francesi, Spagnoli, Portoghesi, Irlandesi, Boemi, Slovacchi, Lituani, Sloveni, Croati, Austriaci, parte dei Tedeschi e dei Magiari); 2) ortodossi (Slavi orientali, Serbi, Bulgari, Romeni, Greci); 3) protestanti (popoli germanici, scandinavi e anglo-sassoni). Esistono gruppi di musulmani (Turchi, Albanesi, Bosniaci) e di Ebrei. p Popolazione. L’Europa conta quasi 700 milioni di ab., con una densità media di 67 ab. per km2. Notevole è il contrasto tra le regioni settentrionali e orientali a popolazione rada e le regioni centrali e occidentali a popolazione fitta; le penisole iberica e balcanica hanno densità prossima alla media europea. La zona ad alta densità (oltre 100 ab./km2) comprende un’area pari a un quarto dell’Europa e su di essa vivono due terzi degli ab. Oltre all’Italia hanno alta densità demografica: Paesi Bassi, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Svizzera, Danimarca. GEOGRAFIA ECONOMICA p Agricoltura e allevamento. Il 29% della superficie è a coltura, il 32% coperto da boschi, il 18% da prati e pascoli, mentre il resto è improduttivo. L’agricoltura viene esercitata in forma intensiva, facendo uso di colture e di rotazioni perfezionate. Si coltivano frumento, segale, orzo, avena, mais, patate. Notevole la produzione di barbabietole, tabacco, uva, olio d’oliva, agrumi e ortaggi. L’allevamento costituisce la base economica in Danimarca e in Irlanda, con prevalenza di bovini. Anche i Paesi Bassi, la Svizzera e altri Paesi dell’Europa centroccidentale partecipano all’allevamento bovino intensivo, al quale in Germania si associano i suini e nei Paesi settentrionali gli ovini. La pesca è attiva soprattutto nei Paesi che si affacciano al Mare del Nord. Ricca è poi la disponibilità di risorse forestali, specie nella CSI e nei Paesi scandinavi. p Risorse minerarie. L’Europa è ben dotata di risorse minerarie, anche se notevoli sono le importazioni. Per il ferro i giacimenti migliori per qualità e purezza si trovano nella Svezia settentrionale. Il carbone compare in Gran Bretagna, Svezia, Belgio, Paesi Bassi, nel bacino della Ruhr e nella Slesia. Tra gli altri minerali vi sono notevoli quantitativi di bauxite, mercurio, sali potassici. Il petrolio e il gas naturale sono presenti soprattutto in Russia, in Ucraina, in Romania e nel Mare del Nord. p Industria. Tutte le principali industrie sono rappresentate in Europa: all’avanguardia le industrie elettroniche, elettrotecniche, metalmeccaniche (autoveicoli), chimiche, aerospaziali, tessili, alimentari. Le aree a maggior concentrazione industriali sono la Gran Bretagna, il bacino della Ruhr, Francia settentrionale, Paesi Bassi, Belgio, la valle del Reno, la Polonia meridionale, l’Italia nordoccidentale, la Catalogna. STORIA Unificata politicamente da Roma, erede della cultura greca e centro di diffusione del cristianesimo, alla caduta dell’Impero romano l’Europa si vide divisa tra i regni barbarici occidentali di impronta germanica, e l’Impero bizantino. Nell’VIII sec. l’egemonia franca sotto la dinastia carolingia portò alla costituzione del Sacro Romano Impero, allo sviluppo del monachesimo e al crescere del ruolo politico della gerarchia cattolica. Nei secc. IX-XI, il diffondersi del feudalesimo, conseguente alla dissoluzione dell’Impero carolingio, unito alla cristianizzazione delle popolazioni balcanico-danubiane, russe e scandinave, creò i presupposti di una comune civiltà europea che dapprima frenò l’avanzata araba, per poi (secc. XI-XIII) avviare una fase di espansione scandita dalle crociate, dalla conquista normanna della Sicilia, infine dalla reconquista cristiana della penisola iberica. Tra il XIII sec. e la prima metà del XV sec. l’Europa occidentale visse una stagione di forte crescita economica e culturale (affermarsi della civiltà urbana borghese sulla spinta dell’incremento della produzione e dei commerci; nascita delle università), politicamente dominata dallo scontro tra il potere papale e quello imperiale per il predominio assoluto (lotta per le investiture), quindi dall’affermarsi dei Comuni in Italia, delle città mercantili nel Nord, delle monarchie nazionali in Francia, Inghilterra, Spagna, mentre in Russia, i principati di Kiev e Mosca subivano e poi frenavano l’avanzata mongola. La caduta dell’Impero bizantino in mano turca (1453) distaccò l’Europa balcanica dal processo di sviluppo del resto del continente, culturalmente sostenuto dalla spinta del Rinascimento. In seguito alla scoperta dell’America, l’Europa estese oltreoceano la propria civiltà e dovette superare un difficile periodo di assestamento economico-finanziario (rivoluzione dei prezzi), susseguente all’afflusso di metalli preziosi dalle colonie americane. Tra il sec. XVI e il XVII, mentre l’Inghilterra consolidava la propria potenza marittimo-commerciale e le istituzioni parlamentari, la riforma protestante ruppe l’unità religiosa europea, innestando motivi di fede nella lotta per l’egemonia continentale in corso tra Francia e monarchia degli Asburgo (guerra dei Trent’anni, 1618-1648; predominio imperiale e spagnolo con Carlo V; predominio francese con Luigi XIV), sfociata nel sistema di equilibrio tra le potenze maggiori sancito dai trattati di Utrecht del 1713. La successiva diffusione delle teorie illuministe favorì un processo di riforme e laicizzazione degli Stati, culminato nella Rivoluzione francese del 1789, che abbatté l’antico regime monarchico-nobiliare e con l’impero napoleonico determinò la nascita dei moderni Stati amministrativi, nonché l’affermarsi dei principi giuridici e politici dello Stato di diritto. Mentre la rivoluzione industriale, avviatasi con largo anticipo in Inghilterra, si espandeva sul continente accompagnata da un forte incremento economico e demografico, la restaurazione assolutista inaugurata dal Congresso di Vienna del 1815 veniva superata dall’affermarsi dei principi liberali e di nazionalità (rivoluzioni del 1848), che portò alla nascita di nuove entità statali indipendenti (Belgio, Grecia, Italia, Prussia) e alla trasformazione delle monarchie assolute in regimi costituzionali. Il processo di industrializzazione intensificava intanto la spinta coloniale in Africa e Asia soprattutto di Inghilterra, Francia e del nuovo impero tedesco, mentre il forte indebolimento di quello ottomano in Oriente alimentò le mire russe e austriache sulla regione balcanico-danubiana. Contemporaneamente, la diffusione delle teorie marxiste facilitava l’organizzarsi dei movimenti contadini e operai in partiti e sindacati, che con il progressivo allargarsi del diritto di voto consentirono l’immissione delle classi popolari nella vita dello Stato. Lo scontro di interessi tra potenze centrali e russo-occidentali portò alla prima guerra mondiale (1914-1918), risoltasi con la dissoluzione degli imperi austro-ungarico e ottomano, mentre in Russia la rivoluzione bolscevica del 1917 portava alla nascita dell’Unione Sovietica. La lunga fase di depressione economica seguita alla crisi del 1929 fece da sfondo alla crisi del liberalismo e della democrazia, che facilitò l’instaurarsi di regimi autoritari in Italia, Spagna, Portogallo, Germania e numerosi Stati dell’Europa centrale (mentre in Unione Sovietica si affermava la dittatura di Stalin), e al risorgere dell’espansionismo della Germania nazista. La seconda guerra mondiale (1939-1945) sancì il definitivo affermarsi internazionale della potenza statunitense; l’Europa si trovò divisa nei due blocchi contrapposti delle democrazie occidentali (che smantellarono ben presto i rispettivi imperi coloniali) e dei regimi socialisti, strutturatisi anche militarmente con l’istituzione della NATO e del Patto di Varsavia. Nel corso degli anni Cinquanta l’Europa occidentale avviava un processo di progressiva integrazione economica e politica nell’ambito della CEE, divenendo in breve una potenza economica di primo piano (ma senza un corrispettivo ruolo politico sul piano internazionale). Lo sviluppo dell’Europa orientale venne invece fortemente condizionato dalla politica di strettissimo controllo esercitata da Mosca sui Paesi satelliti (origine delle rivolte nazionali represse militarmente in Ungheria nel 1956 e in Cecoslovacchia nel 1968) sino all’avvento del nuovo corso sovietico inaugurato da M. Gorbaciov. La riunificazione della Germania (1990) e l’affermazione della democrazia negli Stati ex comunisti (1989-1990), culminata nel crollo del regime comunista sovietico e nella dissoluzione della stessa URSS (1991), si è accompagnata in quei Paesi al risorgere di antiche tensioni etniche e nazionali (guerra in Croazia e in Bosnia ed Erzegovina dopo il crollo della Iugoslavia, 1991-1994; conflitti nella Moldavia ex sovietica; divisione della Cecoslovacchia, 1993). Nonostante questo venivano compiuti grossi passi in vista del processo di integrazione europea con la firma del Trattato di Maastricht che entrato in vigore il 1 novembre 1993 ha sancito la costituzione dell’Unione Europea; di questa fanno parte i paesi CEE oltre alll’Austria, la Finlandia e la Svezia. Il Gran Palazzo Caterina a Puskin (Russia) |