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Socialismo Termine che dall’inizio del XIX sec. designa quelle teorie e azioni politiche che sostengono un sistema economico-politico basato sulla socializzazione dei fattori produttivi e sul controllo statale (parziale o completo) dei settori economici, così da far prevalere gli interessi collettivi su quelli individuali. Le origini del socialismo possono essere rintracciate nelle lotte sociali che scossero l’Occidente fin dall’antichità (guerre sociali in Grecia e a Roma; guerre servili) e che riapparvero in Europa, dal tardo Medioevo, accompagnando il progressivo sviluppo della borghesia (tumulto dei Ciompi, Jacqueries, guerra dei contadini ecc.). I primi socialisti propriamente detti (socialismo utopistico) appartennero tuttavia alla classe borghese: riallacciandosi alla tradizione del comunismo utopistico, elaborarono delle precise critiche alla società del loro tempo e delle proposte per una società futura che essi cercarono anche di realizzare fondando alcune comunità modello. Così, nella prima metà del XIX sec. si diffusero le teorie di Saint-Simon, C. Fourier, R. Owen, E. Cabet e L. Blanc. Il contemporaneo sviluppo del movimento operaio permise intorno alla metà del XIX sec. la formazione del socialismo come organico sistema teorico e pratico soprattutto attraverso l’opera di P. G. Proudhon (dalla quale prese l’avvio il movimento anarchico) e di Marx ed Engels. Questi ultimi elaborarono la teoria sociale da essi denominata socialismo scientifico, con il connesso programma politico della conquista del potere della classe lavoratrice e la socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio, nucleo centrale del movimento comunista. In tutta Europa il socialismo si diffuse (I Internazionale, 1864-1876; II Internazionale, 1889-1914) consolidandosi anche politicamente con la formazione di numerosi partiti socialisti (in Francia, Italia, Inghilterra, Russia). In tutti questi partiti tendenze riformiste emersero ben presto, sino a che nel 1899 E. Bernstein elaborò con il revisionismo la teoria che riassumeva le istanze più diffuse di rifiuto della lotta di classe e delle impazienze rivoluzionarie, rafforzate dopo il 1917 dall’esito della rivoluzione russa e dalla costituzione di un movimento comunista nel quale alla originaria dottrina marxista andavano unendosi le teorie leniniste. Se fino al 1919 i termini socialismo e comunismo erano stati usati in modo indifferenziato, con la contrapposizione della III Internazionale alla II e con le successive scissioni nei partiti socialisti, i due termini assunsero significati distinti e talvolta contrapposti. Da allora quei movimenti che avevano accettato la lotta parlamentare furono denominati socialdemocratici, in una nuova accezione del termine. Alcuni furono sospinti dalla lotta antifascista ad allearsi anche con i comunisti nei Fronti popolari e nella Resistenza. Sconfitto il fascismo, i vari partiti socialisti occidentali si sono progressivamente allineati su posizioni socialdemocratiche. |