Sull'onda del movimento New Age si è attualmente diffuso
un vasto e capillare interesse per la dottrina orientale dei chakra1,
un interesse oggi finalizzato soprattutto a scopi salutistici,
nel senso che i chakra vengono intesi come centri energetici grazie
alla cui attivazione il corpo umano può ripristinare la
naturale armonia psico-fisica corrosa dalle tensioni quotidiane
e dallo stress. Questa è la strada del Reiki, della cristalloterapia,
della cromoterapia dei chakra e del balancing dell'aura, nei quali
è perlopiù un operatore-guru che attiva i chakra
del "paziente" imponendo su di essi le mani o collocando
particolari cristalli o fasci di luce.
Diverso era l'uso della dottrina dei chakra secondo lo yoga indiano,
che in essi vide le tappe di un severo cammino interiore di liberazione,
fatto di meditazioni sulle Scritture, di recitazioni liturgiche
dei mantra, di autocontrollo del respiro e di posture fisiche:
un cammino mistico, insomma, o "mentale", che apriva
l'anima umana al colloquio con l'Assoluto. Secondo lo yoga indiano
sono sette i chakra disposti lungo l'asse centrale del corpo (sushumnâ),
coincidente con la colonna vertebrale: sahasrâra-cakra o
chakra coronale dai mille petali (nel luogo della fontanella),
ajña-cakra o chakra frontale a due petali (fra le sopracciglia),
vishuddha-cakra o chakra della laringe a sedici petali, anâhata-cakra
o chakra del cuore a dodici petali, manipûra-cakra o chakra
del plesso solare a dieci petali, svâdhishthana-cakra o
chakra ipogastrico a sei petali, mûlâdhâra-cakra
o chakra della radice a quattro petali. Sui petali sono inscritte
le consonanti e le vocali dell'alfabeto sanscrito, utilizzate
come mantra specifici per il risveglio di ciascun chakra.
Lo stesso cammino "mentale" dei chakra si ritrova nel
buddhismo. Nel Piccolo Veicolo (Theravâda), tuttavia, la
dottrina dei chakra era assente. Essa compare soltanto nel buddhismo
tantrico Vajrayâna, sviluppatosi intorno al VII secolo d.C.
e diffusosi in Tibet. Questa corrente ammette però soltanto
quattro chakra: il chakra coronale, il chakra della laringe, il
chakra del cuore, il chakra dell'ombelico, corrispondenti rispettivamente
ai quattro corpi sottili che il Vajrayâna attribuisce al
Buddha: il Sahajakâya, il Sambhogakâya, il Dharmakâya
e il Nirmanakâya2, che sono rispettivamente il Corpo della
Grande Beatitudine, il Corpo di comunione con i Bodhisattva (gli
angeli buddhisti, in senso lato), il Corpo della Legge, il Corpo
apparizionale o fisico.
Come far rivivere, in modo idoneo alla civiltà moderna,
questa lontana "mappa interiore", questa affascinante
"geografia dell'anima", connessa con il mondo degli
archetipi spirituali? Nel rispondere a tale quesito Rudolf Steiner
dà del sistema dei chakra una personale interpretazione
contenuta in L'iniziazione (Ed. Mediterranee, Roma 1999) e in
La scienza occulta (Milano 1969, pp. 283, 299 e sgg.). Cercheremo
di riassumerla.
Che funzione hanno secondo Steiner i chakra?
Come i cinque sensi sono gli strumenti di percezione di cui è
dotato il corpo fisico, così i chakra, una volta ridestati
da una giusta disciplina spirituale, diventano gli strumenti di
percezione di cui è dotato il corpo astrale3: nuove antenne
che guidano l'anima umana a percepire le segrete connessioni dei
regni della natura con l'uomo. R. Steiner considera i seguenti
quattro chakra in senso discendente:
1. Chakra vicino alla laringe, a sedici petali
2. Chakra della regione del cuore, a dodici petali
3. Chakra vicino alla bocca dello stomaco (plesso solare), a dieci
petali
4. Chakra presso l'ombelico (ipogastrico), a sei petali.
Nell'uomo comune - sostiene Steiner - i chakra, anche se esistenti,
appaiono di colore scuro e sono immobili, invece in chi pratica
la disciplina spirituale i chakra assumono un colore chiaro e
una certa mobilità, un effetto di rotazione. La disciplina,
infatti, in quanto favorisce l'evoluzione spirituale, dà
come primo risultato la purificazione del corpo astrale, quindi
di tutta la nostra attività mentale e sensoriale, e produce
determinate modificazioni proprio a livello dei chakra.
I chakra astrali e il ruolo dell'immaginazione
Il cammino immaginativo che porta ad attivare questi quattro chakra
è un percorso di autodominio interiore, di educazione morale,
di fiducia nelle sane potenzialità dell'Io. La via indicata
da R. Steiner ha in sé le forze della morale stoica o buddhista,
in quanto educa il singolo individuo non al rispetto di incomprensibili
norme o di inaccessibili dogmi, ma a sviluppare le virtù
umane più positive, quelle che possono accrescere l'amore
per la conoscenza.
1. Chakra della laringe. Il percorso spirituale che Steiner suggerisce
per ridestare il chakra della laringe, è molto simile all'Ottuplice
Sentiero buddhista: retta visione, retta rappresentazione, retta
parola, retto agire, retto metodo di vita, retto sforzo, retta
consapevolezza, retta concentrazione. R. Steiner dà, però,
una sua libera interpretazione dell'Ottuplice Sentiero, più
adeguata al mondo moderno. Questi otto tipi di esercizi di autocontrollo,
che sono quasi un codice morale di impronta stoica atto a favorire
la temperanza, risveglieranno otto petali di questo chakra; gli
altri otto, suggerisce Steiner, si ridesteranno da soli, perché
in realtà già si sono formati e attivati in una
lontanissima epoca, quando l'uomo li ha ricevuti come doni di
natura. Attualmente dunque essi ricompaiono da soli con il risveglio
dei primi otto. Ma se il seguace della disciplina spirituale non
cura abbastanza l'aspetto logico e razionale della sua educazione
interiore, se rinuncia alla lucidità del pensare lasciando
prevalere in sé la fantasticheria o il sensazionalismo,
allora potrà succedere che la pratica meditativa porti
a tener desti soltanto gli otto petali di cui la natura ci fece
dono.
L'Ottuplice Sentiero indicato da R. Steiner non è ancora
la vera e propria disciplina additata dalla Scienza dello spirito:
essa è soltanto un primo invito a coltivare l'interiorità
in nome di un'etica di perfezionamento, di una volontà
di nobilitazione, di un modello di saggezza quale può essere
il saggio greco o l'asceta buddhista che è signore di sé
e dominatore delle sue passioni. Questo il cammino che Steiner
addita a chi ricerca la consapevolezza, finché la sorveglianza
su di sé non sia diventata abitudine. Avverte peraltro
il fondatore dell'antroposofia che lo sviluppo irregolare di un
chakra può portare non solo a fantasticherie, ma anche
a un certo squilibrio interiore, con l'accentuazione della paura,
dell'invidia, della vanità, dell'orgoglio, dell'ostinazione,
insomma a un disordinato accrescersi della sensibilità
visionaria.
Funzione del chakra della laringe: il risveglio di questo chakra
dà la possibilità di penetrare con lo sguardo illuminato
nel modo di pensare di un altro essere; schiude la visione profonda
delle leggi dei fenomeni naturali che verranno percepite in modo
immaginativo, come figure dalle diverse forme. Un pensiero di
vendetta assumerà allora figura appuntita, un pensiero
benevolo apparirà sotto forma di fiore che si schiude;
pensieri esatti si riveleranno sotto forma simmetrica.
2. Chakra del cuore. Anche in questo caso, come nel precedente,
verrà sviluppata con la disciplina soltanto la metà
dei petali, in questo caso sei; gli altri sei petali ricompariranno
da soli. Il chakra del cuore si attiva attraverso l'educazione
di sei qualità, così indicate dalla Scienza dello
spirito: controllo della logicità dei pensieri, controllo
delle azioni logicamente concatenate l'una all'altra, perseveranza,
comprensione per gli altri, spregiudicatezza, imperturbabilità
fra gioia e dolore.
Funzione del chakra del cuore: questo chakra ci permette di toccare
con mano il modo di sentire di altre anime, la sensibilità
degli animali e delle piante. Le percezioni si rivelano in questo
caso non sotto forma di immagini, bensì attraverso una
modalità interiore paragonabile al senso di freddo e di
caldo. Tutto ciò che cresce e si sviluppa suscita calore
interiore; tutto ciò che appassisce o muore suscita freddo
interiore. Se però si persegue uno sviluppo irregolare
di queste qualità, si finisce con il diventare troppo sensibili
agli altri: si percepiscono i sentimenti altrui, ma ci si allontana
dal prossimo; si percepisce la "freddezza" delle altrui
opinioni ma si diventa ostili a chi le concepisce. Anche in questo
caso R. Steiner ribadisce la necessità dell'adeguata preparazione
morale come propedeutica alla disciplina interiore: chi farà
a meno di questa dimensione etica andrà incontro, nel corso
del cammino spirituale, a errori e illusioni.
3. Chakra dello stomaco. Per attivare questo chakra occorre imparare
a conoscere l'origine delle proprie sensazioni: da che cosa sorge
un' impressione, un ricordo? Suggestioni, impressioni, ricordi,
stati d'animo sorgono molto spesso da una zona profonda dell'anima
umana, che la psicologia chiama inconscio. Chi segue una via spirituale
deve però liberarsi dal dominio di questa zona, deve sottrarsi
alle illusioni che possono provenire dalle sensazioni, prestando
fede soltanto a ciò che realmente ha visto e udito.
Funzione del chakra dello stomaco: ci consente di conoscere le
qualità nascoste delle anime ma anche il ruolo vivente
che animali, piante, minerali e fenomeni atmosferici hanno nell'economia
della Terra. Se il risveglio dei precedenti chakra si manifestava
attraverso la forma e il calore, ora il risveglio del chakra dello
stomaco si rivela attraverso la luce e il colore.
4. Chakra dell'ombelico. Questo chakra si ridesta quando nell'essere
umano non vi sono contraddizioni interiori fra corpo, anima e
spirito, quando tutto è in armonia. Ma se il corpo ha ancora
bisogno di un eccitante, è inutile costringerlo; se l'anima
ha ancora bisogno di emozioni è inutile vietargliele. "Una
virtù la cui pratica costa sforzo non ha per l'esoterismo
alcun valore", scrive Steiner.
Funzione del chakra dell'ombelico: ridestando questo chakra si
entra in contatto con gli esseri dei mondi superiori quando essi,
dal mondo spirituale, discendono verso di noi e si fanno percepibili
sul piano astrale.
I centri eterici ridestati dall'ispirazione e dall'intuizione
Il sentiero dell'immaginazione, fin qui illustrato, purificando
il corpo astrale e ridestando i chakra, fornisce all'uomo nuove
antenne che consentono di percepire certi fenomeni sovrasensibili.
Ma questo è solo la prima parte del cammino.
Il successivo percorso spirituale coincide con lo sviluppo degli
altri due gradi della conoscenza superiore, l'ispirazione e l'intuizione,
che si realizzano attraverso la purificazione del corpo eterico
e l'ascolto della "parola interiore". Solitamente l'uomo
non è consapevole della sua vita eterica e dei movimenti
di questo corpo sottile, che è alla base di tutti i fenomeni
vitali. Ma se l'uomo persegue un cammino di conoscenza che lo
porta ad acquisire capacità sovrasensibili, allora può
vivere una nuova vita che lo renderà cosciente della propria
attività eterica e spirituale.
Il nuovo percorso prende avvio dal fatto che i chakra astrali,
una volta risvegliati, destano il movimento delle correnti eteriche
nella regione del cuore, le quali vanno ad animare tutta la dimensione
interiore del meditante: sono come un focolare che leva alte fiamme
verso l'alto, verso il polo neuro-sensoriale (la testa). Si formano
così i tre nuovi centri eterici dell'essere umano: i centri
della testa, della laringe e del cuore.
1. Centro eterico della testa. Il primo centro eterico che si
crea in seguito agli esercizi di concentrazione e di meditazione
si trova nella testa, dove tali esercizi danno come primo frutto
il "pensiero libero dai sensi", che si raccoglie in
un centro del quale il meditante ottiene completa padronanza.
Questo primo centro sorge dall'acquisizione di una ben precisa
qualità: la capacità di scindere nei propri pensieri
la verità dalla semplice opinione. Questa qualità
è la prima delle "quattro qualità" che
consentono alle forze attivate dagli esercizi di maturare e al
meditante di ottenere la conoscenza superiore, come si legge nel
libro Iniziazione. Di questo centro ha scritto anche M. Scaligero
(Tecniche della concentrazione interiore, Ed. Mediterranee, Roma
1975, p. 92), dicendo che esso è localizzabile tra l'epifisi
e l'ipofisi, ghiandole che nel cervello rappresentano due poli
opposti - introversione ed estroversione -, che si accordano solamente
grazie all'animazione del centro eterico della testa.
2. Centro eterico della laringe. Una volta consolidato il centro
della testa, questo favorisce, attraverso nuovi esercizi di concentrazione,
la formazione del centro eterico nella regione della laringe.
Da tale centro si dipartiranno nuove correnti eteriche che saliranno
al chakra a due petali (fra le sopracciglia) e poi passeranno
lungo le mani, formando attorno al corpo eterico un "tessuto"
di correnti, che avrà il compito di percepire tutto ciò
che al soggetto affluisce dall'ambiente circostante. Questo centro
viene portato a maturazione dalla pratica della "seconda
qualità": la giusta valutazione della realtà
oltre ogni parvenza. Occorre rendersi conto che anche l'azione
più umile e insignificante - come un gesto della mano -
ha la sua funzione nell'economia dell'universo: l'importante è
che ogni pur piccola azione venga compiuta con consapevolezza.
3. Centro eterico del cuore. Intensificando gli esercizi di concentrazione
e di meditazione, l'uomo consolida un nuovo centro nella regione
del cuore, la cui maturazione è dovuta alla quarta "qualità"4,
che comprende l'amore per la libertà interiore, il desiderio
del superamento di sé, della propria natura personale,
del "proprio" punto di vista. Questo è il momento
in cui il cercatore dello Spirito acquisisce il dono della "parola
interiore": le cose e i fenomeni gli rivelano la loro vera
natura spirituale; il meditante afferra in modo vivo gli insegnamenti
dei grandi maestri dell'umanità, come i discorsi del Buddha
o i Vangeli.
Una volta che si sono destati questi centri eterici, si apre per
il meditante una vita nuova. Per esempio, se ora percepisce attraverso
il vishuddha-chakra determinate figure sovrasensibili, sarà
cosciente non solo della loro diversa provenienza (se cioè
derivano da oggetti costruiti dall'uomo oppure da minerali, vegetali,
animali), ma saprà anche di poter agire su queste figure
attraverso pensieri e sentimenti.
Secondo Rudolf Steiner la mappa interiore dell'uomo è dunque
la seguente in senso evolutivo:
1. Chakra laringeo, a sedici petali = Ottuplice Sentiero.
2. Chakra della regione del cuore, a dodici petali = Sei qualità:
logicità dei pensieri, azioni logicamente concatenate l'una
all'altra, perseveranza, comprensione per gli altri, spregiudicatezza,
imperturbabilità fra gioia e dolore.
3. Chakra del plesso solare, a dieci petali = Consapevolezza delle
forze inconsce.
4. Chakra ipogastrico, a sei petali = Accordo fra corpo, anima
e spirito.
5. Centro eterico della testa = La capacità di scindere
nei propri pensieri la verità dall'opinione.
6. Centro eterico della laringe = La giusta valutazione della
realtà oltre ogni parvenza.
7. Centro eterico del cuore = L'amore per la libertà interiore,
il desiderio del superamento di sé, della propria natura
personale, del "proprio" punto di vista.
NOTE
1 In sanscrito si scrive cakra ma si legge "ciakra".
La grafia "chakra" nacque dalla trascrizione inglese
del termine sanscrito.
2 Cfr. G. Burrini, "Il buddhismo e la Scienza
dello spirito", in R. Steiner, Buddha, Ed. Antroposofica,
Milano 1997.
3 Secondo R. Steiner l'essere umano possiede quattro
corpi incarnati: il corpo fisico (corrispondente al regno minerale
e rappresentato elettivamente dallo scheletro), il corpo eterico
(o vitale, corrispondente al regno vegetale e rappresentato nell'uomo
dal sistema ghiandolare), il corpo astrale (corrispondente al
regno animale e mediato dall'attività del sistema nervoso),
l'Io, di cui è dotato solo l'essere umano e mediato dal
sistema sanguigno). L'uomo è però destinato a sviluppare
in futuro anche altri corpi superiori: il Manas, la Buddhi e l'Atman.
Cfr. A. Gallerano - G. Burrini, L'antroposofia. Il messaggio di
Steiner, Xenia, Milano 1996, p. 46.
4 La "terza qualità" riassume le
"sei qualità" destinate, come si è visto,
ad attivare il chakra del cuore, o anâhata-chakra.
BIBLIOGRAFIA
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Roma 1977. Punto di vista buddhista.
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Nâropâ, Iniziazione. Kâlacakra, a cura di R.
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tibetano.
Pigani E., Channel. I medium della Nuova Era, Ed. Mediterranee,
Roma 1993, pp. 88-89 e pp. 181-183. Punto di vista del New Age.
Scaligero M., Kundalini d'Occidente. Il centro umano della potenza,
Ed. Mediterranee, Roma 1980. Cap. 6: "Il Centro della Forza"
relativo al centro del volere (plesso solare o hara).
- La Via della Volontà solare. Fenomenologia dell'Uomo
interiore, Tilopa, Roma 1962. Cap. V: "Il sole che splende
tra gli occhi" relativo al centro eterico della testa e all'ajñacakra.
- Psicoterapia. Fondamenti esoterici, Perseo, Roma 1974: §
36, "Il centro delle forze di vita".
- Tecniche della concentrazione interiore, Ed. Mediterranee, Roma
1975. Cap. XIII "Il centro della Forza" e cap. XIV "L'Io
e il centro della Forza".
- Yoga, Meditazione, Magia, Teseo, Roma 1971. Cap. XII: "Etere
del cuore".