L'OTTUPLICE SENTIERO BUDDHISTA A CONFRONTO CON L'ANTROPOSOFIA


Mauro Scibetta

 

273. Eccelso è l'ottuplice sentiero: via alle quattro Verità,
La liberazione dalla passione è il più alto elemento per coloro che hanno due piedi e occhi.
274. Questo è il sentiero, non ve n'è altro per purificare la vista. Proseguite su questo a delusione di Mara.
275. Proseguite su questo e porrete fine al dolore, questo sentiero fu da me indicato per la rimozione delle frecce.

Il primo insegnamento del Buddha fu dato a Benares, ai suoi primi cinque discepoli, esso riguardava le Quattro Nobili Verità:
1. VERITA' DELLA SOFFERENZA.
2. L'ORIGINE DELLA SOFFERENZA.
3. LA CESSAZIONE DELLA SOFFERENZA.
4. IL SENTIERO CHE CONDUCE ALLA CESSAZIONE DELLA SOFFERENZA.
L'argomento che trattiamo questa sera riguarda l'ultima delle Quattro Verità.

Il SENTIERO CHE CONDUCE ALLA CESSAZIONE DELLA SOFFERENZA è conosciuto con il nome di Ottuplice Sentiero o Sentiero di Mezzo; è così suddiviso:

1. RETTA COMPRENSIONE. Saggezza
2. RETTO PENSIERO.

3. RETTA PAROLA.
4. RETTA AZIONE. Moralità
5. RETTA CONDOTTA DI VITA.

 

6. RETTO SFORZO.
7. RETTA CONSAPEVOLEZZA. Meditazione
8. RETTA CONCENTRAZIONE. O disciplina mentale.

Una cosa interessante che ho notato è che il Buddha non indica nessun divieto in questo cammino interiore.

Secondo l'insegnamento buddista corrente, quello che distingue una pratica da un'altra è la moti-vazione interiore con la quale essa viene eseguita, anche Rudolf Steiner dice:"Nessuna di queste condizioni richiede un completo adempimento, ma, appunto l'intenzione di avviarsi su quella strada".

Pare quindi che l'intenzione benevola elimina gli estremi, perché si tratta di una disposizione interiore che non si può identificare con un atteggiamento predefinito in senso materiale, ecco perché è chiamato sentiero di mezzo.
A proposito di questo argomento il Buddha dice:

"Coloro i quali attraverso la mia forma mi videro
E coloro i quali mi seguirono attraverso la voce
Sforzi sbagliati tentarono,
quelle persone me non vedranno."

La questione del maestro.
Secondo la filosofia buddista tibetana il Maestro è la radice del sentiero.
R. Steiner nel libro "L'INIZIAZIONE" quando scrive delle condizioni necessarie per l'educazione occulta, riprende questo concetto attualizzandolo ai nostri tempi, fermo restando che il Maestro è interiore, Steiner stabilisce fin dall'inizio la necessità per il discepolo di avere un maestro, che egli descrive come un consulente, dice: "il maestro dell'occultismo non può dare che dei consigli. Ed in questo senso egli (il discepolo) deve accettare tutto ciò che egli dice"; questa idea deriva dal fatto che la persona con la quale si instaura questo speciale rapporto ha preceduto il discepolo nei passi fondamentali e sa per esperienza diretta ciò che è necessario per la sua educazione occulta.
"Nessuno può ricevere l'educazione occulta, se non vuole adempiere alle richieste che il suo maestro ritiene necessarie".
Si tratta quindi di un "atto libero di volontà" per usare le parole di Steiner.
Ho sentito la necessità di esporre brevemente questo particolare anche se non è espressamente incluso negli otto gradini in quanto sembrerebbe esserne la base di partenza o quantomeno una condizione indispensabile ad un certo punto del cammino interiore.
Ho trovato due passi del Dhammapada che confermano comunque che la ricerca è volta verso il maestro interiore.

160 Ciascuno è rifugio a se stesso, dove si troverà un altro rifugio?
379 Da se stesso si incita, da se stesso si controlla,
Così di se stesso guardiano e consapevole un bhikkhu (monaco) dimora nella gioia.
380 Egli stesso è di sé signore, egli stesso è la sua meta,
Così riedifica di coscienza se stesso, come un allevatore fa con un cavallo
.

ESAMINIAMO ORA LE CONDIZIONI SINGOLARMENTE.

Premessa sulla concentrazione
Un fatto che ho ritenuto interessante, riguarda la concentrazione come un punto di partenza per ar-rivare a determinate comprensioni:
"Lo stato di concentrazione univoca si ottiene attenendosi all'etica morale. Raggiungendo questo stato, tu mediti sulla saggezza. La saggezza ti aiuta a raggiungere una consapevolezza primordiale pura. Attraverso di essa la tua condotta morale viene perfezionata".

In una passo di un Sutra si afferma: " O figlio di nobile famiglia, se non tieni fede alla saggez-za, non posso dire come tu possa avere fede nel Mahayana dei Bodhisattva, o come tu possa avviarti verso il Mahayana".
Il punto centrale è proprio la Saggezza che secondo il testo interpretato dal Dalai Lama, si ottiene praticando la concentrazione. La saggezza a cui si fa riferimento è una saggezza trascendente che realizza la realtà dei fenomeni, e per ottenerla è necessario attenersi alla disciplina interiore sul piano morale.
Quindi la concentrazione aiuta la saggezza (Retta Opinione e Retto Giudizio)a formarsi; le qualità così sviluppate ci servono per praticare la disciplina interiore che è considerato l'unico vero rifugio.

 

Retta Comprensione (Retta Opinione secondo Steiner).
Questa condizione è il fondamento, la base di partenza per procedere rettamente.
Secondo Steiner, l'uomo si deve formare una retta opinione intorno alle cose, un opinione che non abbia a che fare con antipatie e simpatie, piacere o dolore che derivano dalle cose.
Questo aspetto è ampiamente discusso nel Buddismo Tibetano quando si parla di Equanimità, e-lemento essenziale dal quale deriva la calma necessaria per procedere sul sentiero (vedi anche e-sercizio della Calma ).
L'Equanimità si articola su due livelli:

1. Nella considerazione del fatto che tutti gli esseri senzienti desiderano la felicità e non la soffe-renza.

2. Nella considerazione costante di assenza delle TRE CATEGORIE MENTALI USATE ABI-TUALMENTE DALL'UOMO per discriminare, che sono, AMICI, NEMICI, INDIFFERENTI. Questo pensiero discriminatorio è necessariamente collegato con le TRE AFFLIZIONI O DIFETTI MENTALI PRINCIPALI ODIO = NEMICI, ATTACCAMENTO = AMICI, IGNORANZA = INDIFFERENTI.

Quindi una retta comprensione dei fatti considera tutti nel medesimo modo, e non in base alle convinzioni egoiste, da questo viene quindi la calma interiore per iniziare. Anche L'Iniziazione fa riferimento ad un particolare stato mentale:
"il discepolo deve tendere, ove necessario, ad essere equo di fronte alla vita"
"deve evitare ogni esagerazione ed unilateralità nel suo giudizio"
"se questa condizione non venisse osservata, il discepolo rischierebbe di trovarsi, anziché nei mondi superiori, in quelli creati dalla sua propria immaginazione"
"invece della verità si affermerebbero in lui le sue opinioni predilette".
Appunto odio/nemico, attaccamento/amico, ignoranza/indifferente.
L'insegnamento sull'equanimità è un argomento molto vasto che qui non è possibile trattare ed ha come base il Karma e la reincarnazione. Ulteriore conferma si trova anche in un altro testo impor-tante del maestro SHANTIDEVA del buddismo Mahayana,; in esso si dice:

"Avendo accertato che l'uomo fornito di discernimento compie la distruzione delle passioni con la serenità della sua mente, anzitutto questa serenità della mente deve ricercarsi;
ed essa deriva da una imparziale simpatia verso le creature".

Per agire in modo puro per usare un espressione buddista, dobbiamo essere liberi dalle otto emo-zioni mondane:
1 & 2 GUADAGNO /PERDITA
3 & 4 PIACERE/ DOLORE
5 & 6 LODE/ CRITICA
7 & 8 FAMA/ DISONORE
dimenticando queste otto emozioni si ottiene una mante equanime, dalla quale poi partire per la pratica del sentiero.

 

 

Retto Pensiero ( Retto Giudizio secondo Steiner).
Quindi dall'Equanimità si determina la calma interiore, la quale si applica al pensiero, cioè nello "sforzo di giudicare soltanto secondo la giusta opinione che di una cosa ci si è formati" per dirla come Steiner.
Steiner dice che se mi trovo ad avere a che fare con un malfattore, devo trattenere il mio giudizio, quindi sono in uno stato di mente equanime, e sentendomi "MEMBRO DELLA VITA COLLETTIVA" penso che "solo l'educazione che le circostanze mi hanno permesso di avere, mi han-no salvato da un destino pari al suo".

"Questo mio fratello sarebbe divenuto diverso se i maestri che hanno diretto le loro cure su di me, le avessero rivolte a lui".

 

 

Retta Parola, Retta Azione, Retta Vita( Steiner nel libro "L'Iniziazione" fa rientrare la Retta Vita nella prima condizione)
Quindi egli include in una vita che tenda alla salute del corpo e dello spirito, la retta condotta di vita, che egli considera come "la giusta posizione nel mondo" cioè il trarre il miglior bene possibile dalla posizione in cui si è nati ed in cui il destino ci ha messi".

"chi non si sente pago del posto che occupa non può estrarre la forza che lo conduca ad operare bene nel mondo".

La terza e la quarta condizione, Retta Parola e Retta azione, derivano necessariamente dalle precedenti, quindi Calma che conduca ad un Retto Pensiero che si esprime in Retta Parola e Retta Azione e Retta Vita, non è possibile quindi catalogare degli atteggiamenti che corrispondano a parole od azioni determinate, usando il buon senso ovviamente, Azione può essere intesa anche come azione interiore, mentale, quindi il pensare o meno qualche cosa.( Sviluppo della bilancia spirituale secondo Steiner.)
La disposizione interiore è espressa da Retta Parola e Retta Azione e Retta Vita che vengono dal Retto Pensiero, R. Steiner a riguardo dice di elevarsi all'idea che i pensieri del discepolo hanno importanza come le azioni:

"devo riconoscere che è altrettanto nocivo odiare il prossimo quanto colpirlo".

Il Buddha è chiaro il merito:

1. Gli elementi sono predeterminati dai pensieri, sono cumuli di pensieri, sono fatti di pensieri.
2. Mi insulta, mi percuote, mi opprime, mi deruba.
3. E così provano odio e mai in loro l'ostilità si placa.
4. Mi insulta, mi percuote, mi opprime, mi deruba.
5. Ma non provano odio e in loro l'ostilità svanisce.
6. Ecco proprio in causa dell'ostilità mai si placa
7. L'ostilità,
8. solo con la non ostilità si placa: questo è immutabile
9. elemento.

 

Retto sforzo.

Da questo punto parte quella parte che il Buddha chiama disciplina mentale o concentrazione.
Secondo i Lama tibetani l'intento purificatorio del sentiero Mahayana va rivolto ai difetti mentali ed alle "impronte" che esse lasciano.
Queste impronte sono le abitudini dannose molto radicate nell'uomo a causa dell'ignoranza, nel Dhammapada il Buddha afferma:
"L'abitudine al piacere è qualcosa di più deleterio del piacere stesso".
Secondo il buddismo il retto sforzo consiste nel:
1. prevenire il sorgere di stati mentali negativi
2. sbarazzarsi di stati negativi già sorti
3. far nascere gli stati buoni
4. sviluppare e portare alla perfezione gli stati buoni già presenti in noi.
Secondo Steiner l'uomo deve acquistare in modo graduale le abitudini che derivano dalla pratica costante degli stadi precedentemente citati per dare un "impronta unitaria alla propria vita".
Nella visione Steineriana si parla di aspirazioni umane:
"Il discepolo esamina le sue facoltà, le sue capacità, e si regola secondo tale autocono-scenza.
Cerca di non fare niente che ecceda le sue forze; ma neppure trascura alcuna cosa che risieda nei limiti di esse. D'altra parte, egli si prefigge degli scopi che coincidono con gli ideali, con gli alti doveri di un uomo. Non si limita alla parte di una semplice ruota dalla macchina sociale, ma cerca di comprendere i suoi compiti e di elevare lo sguardo al di sopra della vita quotidiana.
Egli aspira ad eseguire i suoi doveri sempre meglio e con maggiore perfezione".

Retta Consapevolezza

Secondo il buddismo la Consapevolezza o Attenzione va rivolta alle attività:
DEL CORPO.
DELLE SENSAZIONI ED EMOZIONI.
DELLA MENTE.
DEGLI OGGETTI MENTALI (IDEE, PENSIERI, CONCETTI, COSE).
Il discorso sulla consapevolezza è esposto nel "Sutra Dei Quattro Fondamenti Della Consape-volezza".
Un tratto del Sutra può spiegare meglio cosa il Buddha intendesse per consapevolezza.
" Ma come, voi monaci, vigila un monaco presso le sensazioni sulla sensazione?
Un monaco, o monaci, sa, quando prova una sensazione piacevole, 'io provo una sensazione piacevole' ; sa, quando prova una sensazione dolorosa, 'io provo una sensazione dolorosa'; sa, quando prova una sensazione ne piacevole ne dolorosa, 'io provo una sensazione ne piacevole ne dolorosa' []
Egli osserva come la sensazione si forma, osserva come la sensazione trapassa, osserva come la sensazione si forma e trapassa. 'Ecco la sensazione': tale sapere diviene suo sostegno, appunto perché esso serve alla cognizione, alla riflessione; ed egli vive indipendente e nulla brama al mondo. Così , o monaci, vigila un monaco presso le sensazioni sulla sensazione."
Rudolf Steiner nel Vangelo di Luca parla di Retta Memoria, e dice di cercare di imparare quanto più possibile dalla vita, anche osservando i fatti esteriori, per avere tutte le esperienze che gli servi-ranno nella vita.
"Non deve compiere alcuna azione senza guardare alle passate esperienze che possono essergli d'aiuto per le sue decisioni ed attività".
Deve sempre valorizzare ciò che ha imparato, deve annodare il presente con il passato".
(interessante notare che il Sutra Sui Quattro Fondamenti espone anche il metodo di meditazione sul cadavere per poi applicare il ragionamento di ciò che si è contemplato su se stessi).

Retta Meditazione.

Secondo i Lama tibetani, la meditazione è un modo di agire nella realtà di tutti i giorni tenendo pre-senti le Verità sulle quali si è riflettuto e meditato in, disparte in raccoglimento.
Il Buddha nei suoi discorsi chiama questa perfezione "Raccoglimento", questo è da unire con la pratica corretta delle perfezioni precedenti, quindi se agisco/medito bene nella vita di tutti i giorni significa che mi sono raccolto ed esaminato attraverso una continua introspezione che porto poi in tutto e per tutto nella vita di tutti i giorni.
È l'applicazione pratica del sentiero, e come dice Steiner: "il discepolo deve sapere che in questo campo non basta la buona intenzione, ma occorre vera azione".

Fondamentalmente l'uomo si immerge in una contemplazione delle cose e le lascia agire su di sé dopo avere volto lo sguardo nella propria interiorità.
Shantideva nel suo "Compendio allo stile di vita del Bodhisattva " dedica un intero capitolo alla meditazione, dove leggendolo, si può verificare l'alternanza di concentrazione, contemplazione, introspezione, ma il testo renderà la spiegazione sicuramente meglio:

 

CONCENTRAZIONE:

1. Avendo in tal modo accresciuto il suo ardimento
Fissi lo spirito nella concentrazione;
L'uomo la cui mente è distratta sta in mezzo ai denti delle passioni.

2. Per l'isolamento del corpo e dello spirito
Distrazione non può nascere, perciò, abbandonato
Il mondo abbandoni i dubbi.

CONTEMPLAZIONE

16. Scegliendo solo quello che può servire
alla legge, così come l'ape dai fiori sceglie il
miele, come la luna nuova, in ogni luogo vivrò
senza stringere familiarità con nessuno.

30. Quando recatomi al cimitero metterò
a confronto con gli altri scheletri (che lì giacciono)
il mio stesso corpo che è fatalmente soggetto
pur esso a disfarsi?

INTROSPEZIONE

39. Libero da ogni preoccupazione, con lo
spirito raccolto nel proprio pensiero, io mi sforzerò
al raccoglimento ed alla sottomissione
del mio spirito.

85. Perciò allontanandosi con terrore dai piaceri
il Bodhisattva si compiaccia della solitudine
dei terreni boscosi, tranquilli e vuoti
di chiasso e di fastidio.

89. In siffatta maniera avendo acquietato i
dubbi con la meditazione sulle virtù della solitudine
coltivi il pensiero dell'illuminazione.

90. Quindi in principio rifletta con somma
attenzione sull'uguaglianza degli altri e di sé
medesimo(pensando): "siccome hanno i miei
stessi dolori e gioie, tutte le creature
io debbo proteggere così come proteggo
il mio stesso io.


 
Milano, Soc. Antroposofica, 18 febbraio 2003
 
 

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