I Re Magi, Sapienti d'Oriente


Gemma Mattei


 Nel corso della ricerca sui Re Magi, al di là di specifiche spiegazioni su come si sono svolti i singoli fatti, non sempre del tutto comprensibili, sono emerse le chiavi di lettura che permettono di comprendere, a livello intuitivo, gli avvenimenti sul piano dell'evoluzione spirituale. Questo e' l'aspetto più importante della ricerca perché questi è un tassello in più che va ad aggiungersi al mosaico della conoscenza spirituale, che ciascuno ha dentro di sé, rendendola sempre più vasta e più chiara.
Le parole chiave cui si giunge nel corso di questa ricerca e che vanno via via evidenziandosi, sono:

Correnti spirituali
Una corrente spirituale deve sempre manifestarsi attraverso una singola individualità
Direzione spirituale del mondo
Unione del Cielo e della Terra

Prima di parlare dei Re Magi non si può non parlare dell'avvenimento per il quale essi si son mossi dall'Oriente: la nascita di Gesù. Essa viene descritta nel Vangelo di Luca, che si basa sulla conoscenza immaginativa, a differenza di quello di Giovanni basato sulla conoscenza ispirativa e intuitiva. La conoscenza immaginativa coglie delle Entità del mondo soprasensibile solo l'aspetto animico-spirituale esterno, che si manifesta in immagini. Il Vangelo di Luca si basa sulle testimonianze di chi ha conoscenza immaginativa perciò vede; in questo caso testimoni sono i pastori.

Così si legge in R: Steiner nel testo 'Il Vangelo di Luca':
"Il Vangelo di Luca, in un suo passo mirabile, ci narra che ai pastori nei campi apparve un angelo, il quale annunziò la nascita del Redentore del mondo; e dopo che l'angelo ebbe dato il suo annunzio, ecco associarsi a lui una moltitudine delle schiere celesti. Pensiamo dunque i pastori che guardano in alto e hanno la visione del cielo aperto e delle entità del mondo spirituale che si manifestano a loro in possenti immagini.
Che cosa viene annunziato ai pastori?
Quel che viene enninziato è rivestito di parole monumentali; parole che furono pronunziate per tutti i tempi e diventarono il motto di Natale del Cristianesimo. Le parole dette ai pastori, se giustamente tradotte, dovrebbero essere queste: 'Le entità divine si manifestano dall'alto affinché regni la pace sulla Terra tra gli uomini compenetrati di buona volontà' .....
"In quel tempo un insieme di correnti spirituali confluì dalle direzioni più diverse, entro l'evoluzione umana. Molre concezioni si erano andate affermando nelle diverse regioni della Terra. Tutto ciò che prima si era manifestato in luoghi diversi confluì ora in Palestina e si esplicò lì in vario modo.

E' un avvenimento grandioso a cui nessuno resta indifferente. Anche il più malvagio davanti al Natale rimane in qualche modo, chi più chi meno, turbato. A Natale si dice che diventiamo tutti più buoni, nessuno può sottrarsi a questa magia. Quante storie di redenzioni e miracoli hanno come scenario la notte di Natale! Per citarne solo una "Il racconto di Natale" di C. Dickens. La cultura dei presepi ecc. dove non mancano mai pastori e re magi. E ciò è la prova più eloquente della forza di queste correnti spirituali che lì convergono per quell'avvenimento.
Quella che si manifesta ai pastori è una delle maggiori correnti spirituali dell'evoluzione: quella del buddismo, la religone della compassione e dell'amore. Con l'incarnazione del Buddha, ciò che prima doveva essere ricevuto dai mondi superiori attraverso le entità spirituali incarnate nei bodhisattva - in questo caso la forza attiva della compassione e dell'amore - poté cominciare a svilupparsi autonomamente in seno all'umanità. Prima veniva insegnato dalle altezze celesti ciò che gli uomini riconoscono ora come forza propria. Dal momento della sua Illuminazione le dottrine della compassione e dell'amore comparvero per la prima volta nell'umanità come facoltà propriamente umane. L'illuminato aggiunge alla ricerca dell'unione con il divino propria della civiltà indiana, il senso morale interiormente attivo.
Neanche il popolo ebraico, la cultura ebraica, aveva questo, perché Israele sapeva solo ubbidire a una Legge che veniva dall'esterno.
La moltitudine che appare in immagini ai pastori è il Buddha trasfigurato, il nirmanakaya (corpo delle trasformazioni) del Buddha, e il bambino che nasce a Betlemme raccoglie in sé la luce e la forza del Buddha.

Ma un'altra corrente spirituale di somma importanza converge in Palestina per questo avvenimento, è quella dello zarathustrismo, quella che dall'interiorità del buddhismo passa all'esteriorità: ad ogni interiorità corrisponde un'esteriorità. Compito di Zarathustra era insegnare ciò che sta nell'ambiente che circonda l'uomo. Decifrare e analizzare il mondo esterno: è una grande e poderosa dottrina sul cosmo. Portare ordine e armonia nel mondo esteriore, l'arte di formare e organizzare i regni. Perciò i suoi discepoli vengono chiamati non soltanto grandi magi e grandi iniziati, ma anche re, in quanto conoscono l'arte dell'ordinamento sociale.
R: Steiner parla di due Bambini: il bambino natanico della stirpe sacerdotale è quello di Luca, la coppia va a Betlemme per il censimento. L'altra coppia abitava stabile a Betlemme ed è quella descritta dal vangelo di Matteo: essa è di discendenza salomonica, di stirpe regale; in questo bambino si reincarna Zarathustra ovvero l'altra corrente spirituale che qui converge per questi avvenimenti e che si trasferirà nel Gesù natanico a 12 anni. Per cui alla dottrina dell'amore e della compassione (Buddha) si aggiunge quella dell'azione (Zarathustra) e in Cristo avremo così la dottrina dell'amore operante.
Ecco perché l'evento del Golgotha è il più grande mistero dell'evoluzione: perché riunisce in sé quelle correnti spirituali di cui si è parlato nei nostri incontri precedenti, quella dell'interiorità e quella dell'azione, del portare la spiritualità nella materia (ricordo il gesto dell'Euritmia tanto significativo che Barbara ci ha mostrato all'ultimo incontro).

Se anche non si riescono a capire perfettamente tutte le descrizioni particolareggiate che Steiner enuncia su questi passaggi, bisogna riconoscere comunque un fatto, che il messaggio del tutto nuovo che si trova nella dottrina di Cristo è proprio questo: un amore attivo, l'amore che si esprime nell'azione, l'amore operante appunto. E non si può non vedere in tutti questi avvenimenti una Direzione spirituale del mondo che guida e provvede a tutto, secondo un disegno e una Sapienza superiori. Nelle grandi come nelle piccole cose.

Dal "Vangelo di Luca" di R. Steiner
"Le grandi correnti spirituali del mondo hanno tutte una loro particolare missione. Esse non operano isolatamente, ma restano separate solo per un determinato periodo, per poi congiungersi e fecondarsi reciprocamente nei modi più diversi..Le diverse concezioni del mondo non seguono le loro vie (come forse potremmo astrattamente immaginarci) quasi fossero tracciate per aria e poi si congiungessero in un determinato punto; bensì passano attraverso entità, attraverso individualità.L'antroposofia deve passare dall'astratto al concreto."

Allora ecco che arrivano i Re Magi.

Di questo avvenimento l'unica testimonianza canonica è quella che si trova nel Vangelo di Matteo (2, 1-12): uno stile da cronaca, asciutto, senza commenti. Non dice né il numero, né i nomi, né che sono re, né il significato dei doni. Nomina solo i Magi, che provenivano da Oriente, mentre la stella rimanda a un universo dell'astronomia e della divinazione. L'ipotesi più comune è che Matteo si riferisse ai Magusei, di ambiente mesopotamico caldeo, noti come abili osservatori degli astri e maestri delle dottrine astrologiche.

In compenso sull'argomento esiste una quantità enorme di materiale e di riferimenti nei vangeli apocrifi e in un'articolata serie di fonti leggendarie in cui spesso prevale l'eco di una tradizione mitico-esoterica. Fatte le dovute selezioni, in alcuni scritti si trova una precisa serie di indicazioni preziose per capire la trasformazione di un mito la cui origine va comunque ricercata nella cultura estranea al cristianesimo, cioè l'infiltrazione di motivi narrativi sorti dalla tradizione popolare, lontani dai dogmatismi canonici.
Il materiale più noto ha avuto la sua genesi in un modello siriaco-iranico risalente al v secolo il "Libro della caverna dei tesori" (prima di partire prendono i doni dalla caverna dove li avevano deposti Adamo ed Eva dopo la cacciata dal Paradiso Terrestre), rifacimento di un più antico testo e presente in varie traduzioni in greco, latino, etiopico ecc. Un'altra fonte importante è l' "Opus imperfectum in Mattheum", o ancora il "Vangelo dell'Infanzia armeno" ecc.

Tutte queste fonti apocrife e leggendarie relative ai Re Magi sono state raccolte e unificate (intorno al 1364) in una sola vicenda narrativa: l' "Historia Trium Regum" di Giovanni da Hildesheim. Monaco carmelitano (ordine di origini orientale, con un convento sul monte Carmelo; oggi conservano 15 conventi in Terrasanta) tedesco, professore, lettore all'Università ecc., ebbe stretti rapporti con Colonia, città in cui si conservavano le reliquie dei Magi prelevate alla chiesa di Sant'Eustorgio a Milano, dopo la conquista della città da parte del Barbarossa nel 1165 (una parte delle reliquie sono state restituite a Sant'Eustorgio alcuni anni fa e infatti è ormai tradizionale il corteo dei Re Magi che a Milano ha luogo il 6 gennaio dal Duomo a Sant'Eustorgio). E' molto interessante che il mondo cristiano popolare riconosca ai tre Sapienti d'Oriente, una dignità e un'importanza assolutamente autonome. E' vero che i Re Magi vengono a rendere omaggio al Gesù cristiano, ma essi vengono trattati e considerati con pari dignità.

Per quanto riguarda i doni, fra i vari valori simbolici che si attribuiscono loro, i più affermati sono: l'oro la regalità (Cristo re), l'incenso la divinità (Cristo dio), la mirra la redenzione (Cristo salvatore, Cristo guaritore). La ricchezza, la spiritualità, la salvezza.

Nell'Historia Trium Regum i Magi, sulla base di antiche profezie, destinano 12 di loro a scrutare l'apparizione della stella sul monte Vittoriale (anche chiamato mons Vaus) (1). Quando l'avvistano (ci sono varie descrizioni di immagini) da essa parte una voce che dice loro di andare in Giudea, che raggiungono dopo due anni, miracolosamente guidati senza che le vettovaglie venissero mai meno. Simbolico: una volta che hai trovato la buona stella che ti guida, seguila e sarai sempre protetto.

A questi re si accenna anche nel Milione di Marco Polo il quale racconta che nel regno di Persia, nella città di Saba si trova la tomba di tre re che, secondo la leggenda, avevano ricevuto da Maria, madre di Gesù, una grossa pietra in regalo. Poiché la pietra per loro costituiva solo un peso, decisero di liberarsene buttandola in un pozzo. Ma dal pozzo si levò un grande fuoco e allora essi ne compresero il valore e ancora oggi (dice Marco Polo) i sacerdoti del tempio custodiscono quel fuoco inestinguibile. (Qui c'è un riferimento al culto del fuoco tipico della civiltà iranico-persiana). Un'altra leggenda ancora narra che il dono di Maria era costituito invece dalle fasce di Gesù, ma anche quelle fasce, una volta buttate nel fuoco, non bruciavano mai rivelando anch'esse il loro valore sacro e indistruttibile.
Anche da queste leggende si evince la stretta compenetrazione nella tradizione popolare fra Oriente e Occidente nell'evento di Palestina.

I Re Magi nella Scienza dello Spirito

Sergej Prokofieff racconta, su indicazione di R. Steiner, che i tre Magi sono le incarnazioni di quelli che furono i più intimi allievi di Nazarathos, ovvero di Zaratustra, reincarnatosi nel VI secolo a.C. nella figura di Nazarathos. Uno di loro è Pitagora. Difatti il neoplatonico Porfirio (III sec. d.C.) dice nella sua "Vita di Pitagora" che egli dimorò anche presso Nazarathos in Babilonia dal quale ricevette l'iniziazione.
Ma anche gli altri due allievi di Nazarathos possono essere individuati e tutti agiscono secondo l'impulso di Michele. Con grande probabilità uno è il profeta e iniziato ebreo Daniele, perché preannuncia il Cristo con il suo nome e il momento esatto della sua venuta, e nomina Michele.
L'altro è il re persiano Ciro che, secondo la volontà di Michele/Marduk nel 539 si proclamò sovrano di Babilonia senza spargimento di sangue e pose fine alla cattività degli ebrei. Ciro si trova tra la treligione del Sole di Ormuzd, la religione dei suoi antenati, e la religione della Luna di Jehova, il Dio supremo degli ebrei, venerando al contempo Marduk quale mediatore tra il Sole e la Luna, arcangelo solare vincitore del drago da una parte, e spirito di popolo dell'antica Israele dall'altro. Per questo Ciro stava al centro tra gli altri due discepoli:
Pitagora è legato ai misteri solari di Apollo, Daniele ai misteri lunari di Jahve, Ciro è legato a entrambi.
Pitagora è greco, Daniele ebreo, Ciro persiano; sono il filosofo, il profeta, il re rappresentanti di tre diverse correnti religiose e culturali dell'umanità di quel tempo.
Nazarathos inizia il primo (Pitagora) secondo il pensare, la saggezza, il secondo (Daniele) secondo il sentire, il terzo (Ciro) secondo il volere, ovvero le tre componenti dell' Io sono e questo corrisponde ai doni che offrono a Gesù: l'oro come simbolo della saggezza, l'incenso della purificazione, la mirra come simbolo della volontà trasformata, morta nel suo isolamento e rinata come strumento della volontà divina.
Secondo la Scienza dello spirito i Re Magi sono i discepoli di Zarathustra che nella stella ritrovano il loro antico Maestro che li conduce dove la corrente spirituale dello Zarathustrismo confluisce alla nascità di Gesù.
Ai pastori, più legati alla terra, la rivelazione viene dalla terra. Ai Magi essa viene dal cielo stellato, perché avevano grande conoscenza dei misteri del Cosmo (Zoroastrismo).
Stelle e pianeti sono monumenti delle potenze spirituali che si muovono nel cosmo e gli antichi vedevano l'elemento spirituale nel cielo stellato, a differenza dei moderni che vi vedono solo un campo della scienza e della tecnica da sottoporre a calcoli matematici, palestra di razionalità priva di vita.

Pastori più legati alla Terra, Magi al Cielo, l'annuncio li unisce entrambi. Viene annunciato nei cieli, laddove si svolge la vita fra la morte e la rinascita, ciò che si avvicina alla Terra, la nascita di Cristo.

(1) Zarathustra aveva annunciato Cristo dicendo: Ahura Mazdao è nel Sole e si avvicinerà alla Terra, un giorno dimorerà in un corpo sulla terra. In Cristo si incarna l'Io spirituale del Sole (Ahura Mazdao è l'io spirituale del Sole).


 
Milano, Soc. Antroposofica, 3 disembre 2002
 
 

      
                                          
 
                      
 
           

 
             
 
          

 

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