I SEI GIORNI
DELLA CREAZIONE:LE TAPPE DI UN'EVOLUZONE MATERIALE E SPIRITUALE
L'evoluzione umana, come anche
l'evoluzione spirituale, fa perno su una legge, la «legge biogenetica
fondamentale», esposta da Ernst Heinrich Haeckel (1834-1919), nella Morfologia
generale degli organismi (1866). Haeckel fu un biologo tedesco, docente di
zoologia e di anatomia comparata presso l'Istituto zoologico di Jena, ma
soprattutto fu un appassionato divulgatore dell'evoluzionismo. La
legge biogenetica fondamentale di Haeckel
recita: «La storia dell’evoluzione degli organismi si divide in due rami
affinissimi e strettamente connessi: l’ontogenesi o storia dell'evoluzione
degli individui organici, e la filogenesi o storia dell’evoluzione delle
stirpi organiche. L’ontogenesi (o embriologia) è la breve e rapida
ricapitolazione della filogenesi (o genealogia), determinata dalle funzioni
fisiologiche dell’eredità (riproduzione) e dell’adattamento (nutrizione)».
Ancora oggi Giuseppe Montalenti dice che essa contiene un nucleo di verità: si
pensi, per esempio, al caso delle fenditure branchiali.
«Si
sa che i Pesci respirano per branchie, le quali sono situate su coppie di
fessure, che fanno comunicare la faringe con l’esterno. Gli Anfibi respirano
per branchie simili a quelle dei Pesci soltanto nello stato larvale; nello
stadio adulto (la rana, il rospo) hanno invece respirazione polmonare. Rettili,
Uccelli e Mammiferi […] respirano per polmoni. Eppure negli embrioni, in tutte
queste classi, compaiono le fenditure branchiali: sono presenti anche
nell’embrione umano. Non sono mai funzionanti e, nel corso dell’embriogenesi,
si trasformano e danno origine ad altri organi situati sul collo» (Evoluzionismo,
p. 110).
La
«legge biogenetica fondamentale» fa da anello di congiunzione fra i progressi
delle scienze naturali e la Scienza dello Spirito. Nel cosiddetto «Documento di
Barr», che contiene le tre risposte date ad alcuni quesiti posti da Edouard
Schuré nel settembre 1907, così si esprime infatti Rudolf Steiner: «L'idea
haeckeliana della filogenesi rappresenta la più importante acquisizione della
vita spirituale tedesca della seconda metà del XIX secolo», Da questa legge
discende un principio basilare della concezione antroposofica, che è la chiave
di volta per comprendere il vasto panorama dell'evoluzione cosmica tracciato
dalla Scienza dello Spirito:
«Ogni
corpo e ogni essere nel cosmo ripete gli stadi precedenti sopra un nuovo gradino
di evoluzione».
«Quando
uno stato superiore deve sorgere, occorre prima che si ripeta tutto ciò che in
precedenza era esistito».
Secondo
l'antroposofia, infatti, il principio spirituale evocato dalla legge haeckeliana
non vale soltanto per l'evoluzione biologica degli individui, ma anche per il
divenire storico (l'ascesa e il tramonto delle civiltà) e per il formarsi dei
corpi celesti all'interno dell'evoluzione planetaria[1].
Secondo
i commenti biblici (Genesi Rabbah 3,7;
9,2) – come secondo Rudolf Steiner – ’Elohim non creò il nostro mondo dal
nulla o per primo, ma creò altri mondi prima della Terra: «Prima del nostro
mondo ’Elohim fece altri mondi, ma li distrusse l’uno dopo l’altro perché
di nessuno era soddisfatto». Anche secondo la Scienza dello spirito esistettero
altri mondi prima della Terra, precisamente tre: tre precedenti incarnazioni
della Terra.
Saturno
– Prima incarnazione della Terra,
di cui l'odierno Saturno è un residuo. Il grado di consistenza materiale di
Saturno è quello del fuoco o del calore. La coscienza e la vita si esprimono come calore
mobile, vivente e ondeggiante, privo di luce, tenebroso (plumbeo),
sottomesso a quelle che sono le odierne leggi del minerale. Sull'antico Saturno si elabora
il germe o prototipo immateriale del corpo fisico, la parte più antica
dell'uomo. L'essere umano dell'antico Saturno vive in uno stato simile alla
condizione terrestre di morte o di trance profonda: l'Io e il corpo
eterico-astrale, non incarnati, «si rispecchiano» sul piano fisico
configurando la corporeità, come avviene ancora oggi con i minerali.
Sole
– Seconda incarnazione della
Terra: dall'antico Saturno, che occupava tutta la sfera descritta oggi dal
pianeta Saturno, si stacca il Sole, che allora arrivava fino all'orbita oggi
descritta da Giove. Sul Sole il
calore si trasformò: da un lato si condensò in stato gassoso, dall’altro si
spiritualizzò in luce eterica che irraggiò nel cosmo (Etere
della luce). Sul Sole si formarono le anime di gruppo dei vegetali (le
future specie) viventi secondo le leggi di crescita ascensionale dei vegetali. Sull'antico Sole si elaborò il
prototipo del corpo eterico umano. L'essere umano dell'antico Sole viveva in uno
stato simile alla condizione terrestre di sonno senza sogni,
o sonno profondo
cioè nella condizione in cui oggi vivono le piante.
Luna
– Terza incarnazione della Terra:
dall'antico Sole si distacca l'antica Luna, grande quanto l'odierna orbita di
Marte; perciò l'odierna Luna è soltanto un residuo del più antico corpo
celeste. Sull'antica
Luna l’elemento calorico-gassoso andò incontro a una nuova condensazione e
nacque l’elemento liquido. L’Etere della luce si
spiritualizzò in Etere del suono (Etere chimico o Etere dei numeri),
suono eterico, principio ordinatore che determina le combinazioni e le
separazioni chimiche, ma che crea anche l’armonia delle sfere planetarie,
secondo Pitagora. Sull'antica Luna viene elaborato il prototipo del
corpo astrale, ovvero dell'attività neuro-sensoriale. L'essere umano
dell'antica Luna viveva in una coscienza fatta di immagini, in uno stato simile
alla condizione terrestre di sogno con sogni, cioè nella condizione in cui
vivono la maggior parte degli animali. Sulla
Luna comparvero le anime di gruppo animali.
In
sintesi, nei vari stati evolutivi a ogni condensazione si accompagna un'eterizzazione:
sono i quattro Eteri fondamentali[2].
Nel passaggio dal calore saturnio (1. Etere del calore)
all’aeriforme solare si forma l’Etere della luce
(2); dal gassoso solare al liquido lunare si forma l’Etere del suono (o Etere chimico, che regola il compenetrarsi delle sostanze)
(3); dal liquido lunare al solido terrestre si formerà l’Etere di vita o Parola cosmica
creatrice (4).
Processo di separazione degli Elementi |
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Saturno |
Sole |
Luna |
Terra |
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Vita |
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Suono |
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Luce |
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Calore
(Fuoco) |
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Aria |
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Acqua |
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Terra |
Cos'è
rimasto di questa pre-creazione? Dai quattro Eteri fondamentali sono sorti i
quattro stati elementari della materia (calorico, gassoso, liquido, solido): i
quattro Elementi, ovvero Fuoco, Aria, Acqua, Terra, con le rispettive
caratteristiche. Il fuoco si eleva verso l’alto, l’aria si disperde,
l’acqua sale e scende, la terra va verso il basso.
Terra
– L'evoluzione terrestre «ricapitola» nei primi tre periodi – nei primi
tre giorni biblici (saggezza
dei R+C, p.
116) – le tre fasi planetarie
precedenti, mentre nel cosmo prendono forma definitiva il nostro attuale Sole e
la nostra attuale Luna. Compito iniziale dell'evoluzione è far penetrare l'Io
nell'uomo; compito finale dell'evoluzione della Terra è trasformare il nostro
pianeta in un Cosmo dell'amore: è la missione del Cristo.
1.
Periodo polare = epoca saturnia: la
Terra ha in sé le forze solari e lunari.
2.
Periodo iperboreo = epoca solare: le
entità solari si ritirano dalla Terra.
3. Periodo
lemurico = epoca lunare: la Luna si scinde dalla Terra. Prima incarnazione
fisica dell'uomo. Gli Angeli «lunari» o «ribelli» divengono spiriti
luciferici, che forniscono all'uomo la possibilità del libero arbitrio,
esponendolo però anche all'errore e al male. La Lemuria viene distrutta dal
fuoco, a causa degli impulsi luciferici cui si erano abbandonati gli uomini. Saggezza
R+C, p. 121:
L'umanità salvatasi si rifugiò su Atlantide. Tra Lemuria e Atlantide
l’elemento eterico si trasforma in fisico.
[1]
In principio ’Elohim creò il cielo e la terra. [2] E la terra era informe e
deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di ’Elohim aleggiava
sulle acque. [3] ’Elohim disse: «Sia la luce!». E la luce fu. [4] ’Elohim
vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre [5] e chiamò la
luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.
Il
primo giorno – domenica – è il
periodo polare o epoca saturnia, in
cui la Terra è ancora unita alle forse solari e lunari – domina l’Etere del calore – lo
spirito degli ’Elohim «cova» sugli Elementi informi, che sono raccolti nel tohu
wa-bohu.
’Elohim.
Ma chi è ’Elohim? Nel primo versetto del Genesi
è scritto ’elôhîm, un plurale di
’elôah, che significa «dio». Non
c’è dubbio che nei sei giorni della creazione abbiamo a che fare con sei
manifestazioni di Dio, tuttavia questa parola non è un vero plurale, ma un pluralis
majestatis, sentito in concreto come un singolare. Altrimenti se il
testo avesse voluto dire «uno degli ’Elohim» ci sarebbe stato scritto ’elôah
oppure, al contrario, se avesse voluto intendere questa parola come un vero
plurale non ci sarebbe scritto bara’,
ma barut, «crearono» (yBerakot
9,1). Per contro il senso del plurale sembra riaffiorare in un versetto
successivo, quando il testo fa dire agli ’Elohim: «Facciamo l’uomo a nostra
immagine e somiglianza».
E le tenebre (chošek)
ricoprivano l’abisso (tehom).
Per Rudolf Steiner le tenebre alludono al
momento saturnio terrestre, in cui la volontà del Creatore non è ancora
manifesta. Prima del primo giorno, prima della creazione della luce l’attività
divina degli ’Elohim è racchiusa nel momento tenebroso saturnio. Secondo la
tradizione mistica questo versetto allude al Deus
absconditus, al Dio nascosto antecedente alla creazione. Anche i Salmi
ritornano su questo punto: «Egli fece delle tenebre (ḥošek)
il suo nascondiglio, l’oscurità era tutt’intorno come un padiglione,
costruito da dense tenebrose nubi del cielo cariche di acque» (18,12).
Lo spirito degli
’Elohim aleggiava sulle acque.
Agostino (De Genesi ad litteram 1,18)
ricorda che in siriaco il verbo «aleggiare» esprime anche l’azione di «covare»:
un calore generatore. Solo con la diminuzione del calore cominciò la
solidificazione della materia (Akasha, 78).
Tohu wa-bohu. ’Elohim
aleggia sulle acque, «cova» sulle acque esprimendo la sua azione radiante. Ma
su che cosa irradia? Irradia su tohu-wa-bohu,
un coacervo di aria calda e di acqua. Tohu
wa-bohu (O.O. 122) è una mescolanza di calore vibrante, elemento aeriforme
o gassoso e un elemento acquoso, esistenti come «comune condizione planetaria»,
prima della formazione dell’elemento solido: in tohu wa-bohu si presentava il sedimento dell’azione saturnia,
solare e lunare[3].
Perché sono due realtà? Perché essi ripetono sul piano inferiore ciò che
viveva nel cosmo come opposizione Sole # Terra-Luna. Per far comprendere
l’opposizione Luce/Tenebre, Steiner suggerisce la polarità umana fra testa e
tronco: pensare e volere.
Sole
Testa
Pensare
T verso esterno Yang
Luna-Terra
Corpo
Volere
B verso interno Yin
Rudolf
Steiner dà anche indicazioni sulla simbologia fonetica (euritmica) delle due
consonanti T e B di tohu wa-bohu. La T
(dentale) di tohu è la forza di espansione,
centrifuga, solare, che si espande verso tutti i punti dello spazio; la B
(labiale) di bohu è la forza di contrazione, centripeta, lunare-terrestre. Contrazione ed
espansione rappresentano la polarità terrestre quale fenomeno archetipico,
originario. Questa era allora la Terra, ha’arets.
Luce e tenebre. Nello
stesso giorno, a questa prima fase subentra il successivo periodo iperboreo
(o epoca solare della Terra). Il Sole (’or)
si stacca dalla Terra-Luna (chošek) e
le entità solari si ritirano: la luce solare irraggia sugli Elementi – domina
l’Etere
della luce – comincia la gestazione invisibile dell’uomo: si enuclea
come prima forma dell’Io l’anima senziente (nefeš).
Gli
’Elohim creano ricordando. Ma che cosa
ricordano? Essi iniziano la creazione rievocando la separazione del Sole dalla
Terra lunare. Luce e Tenebre rappresentano rispettivamente la spinta verso
l’esterno e quella verso l’interno: una doppia immagine che ai tempi di
Rudolf Steiner si traduceva in quella della gastrula, non da molto scoperta
dagli embriologi (gastrulazione).
Nell’abitacolo della gastrula gli spiriti primordiali, attivi in nome del
Divino, crearono il volto interno ed esterno della vita.
Il
Genesi parte dalla ricapitolazione,
dal ricordo delle fasi cosmiche di Saturno, Sole e Luna, oggettivamente
concretizzate nel tohu wa-bohu, poi
descrive l’animazione degli Elementi sul piano terrestre. Il primo gesto
compiuto dagli ’Elohim per poter creare l’elemento solido, il primo
giorno è la rievocazione sul piano terrestre della primordiale scissione
fra Sole e Terra lunare: questa scissione viene rivissuta da un lato come
separazione di luce e tenebre, giorno e notte, e dall’altro come polarità
(Urphaenomen)
fra pensare e volere, fra un polo superiore irraggiante e un polo inferiore
ricevente, presente nell’Uomo
macrocosmico (OO. 122. p.
44). Nella Qabbalah quest’Uomo si chiama ’Adam Qadmon (vedi immagine di
Ildegarda). Sarà la compresenza di questi due impulsi a fare di ciascuno di
noi un cittadino di due mondi.
Chiamò la luce
giorno e le tenebre notte.
Wayechi ‛erev wayechi boqer yom ’echad.
Commenta Rudolf Steiner: «E fu il caos e fu l’armonia, primo eone»[4].
Secondo Rudolf Steiner yom corrisponde
a un eone, un’era cosmica legata a sua volta a un’entità. Anche in latino
c’è corrispondenza fra dies e deus (*div => Dyaus Pitar).
Dopo che gli ’Elohim hanno creato la luce, pongono al loro posto il primo dei
loro servitori, gli Spiriti del Tempo, le Archai, i Principati, detti anche Eoni[5].
Ci sono le Archai della luce e le Archai delle tenebre: Yom e Layla (Lilith). Si
ripete così il dramma solare, quando
le entità evolutive andarono verso la luce e quelle involutive migrarono verso
le tenebre.
Dov’era
l’uomo nel primo giorno della creazione?
I Troni avevano preparato per l’uomo su Saturno il corpo calorico
della volontà, le Dominazioni avevano preparato sul Sole per l’uomo il corpo
eterico, le Virtù avevano preparato per l’uomo sulla Luna il corpo astrale
con i suoi organi dei sensi. La luce lunare a quel tempo faceva nascere gli
organi dei sensi, che si sentivano tutt’uno con la cosa percepita, senza
distinzione fra percettore e percepito. L'uomo era immateriale,
aleggiante: era un essere puramente astrale che gradualmente cercava di formarsi
un corpo eterico: non era un solo uomo, ma una pluralità di esseri. A quel
tempo l'essere proto-umano era tutto un organo uditivo e un organo di tatto.
Quando la Terra cominciò a raffreddarsi, l'uomo divenne produttore del suo
calore, a sangue caldo. Quando il Sole si staccò dalla Terra, nell'uomo si
sviluppò la vista (Akasha, 79).
Ora,
sulla Terra, toccava alle Potestà (Exousiai), agli ’Elohim, preparare
nell’atmosfera della Terra l’anima
senziente, il primo gradino dell’Io fin dal momento del Fiat
lux. L’uomo, ancorché disincarnato, apprende la percezione del dentro e
del fuori, come indotta dagli
Elementi. Sulla Luna gli esseri spirituali dicevano: «Ci sentiamo in questa
luce», ora dicono: «Noi vediamo questa luce».
Possiamo
dire che l’uomo ha smarrito questa luce eterica? In realtà non l’ha
smarrita, perché il Cristo è questa Luce increata, è il φῶς
ἀπρόσιτον, la «Luce inaccessibile»
di cui parla Paolo (1 Tm 6,16). Anche
nel prologo di Giovanni il mistero
dell’enanthròposis del Cristo ha
inizio con la manifestazione della Luce: «La luce vera che illumina ogni uomo
veniva nel mondo». E il Cristo stesso ribadirà: «Io sono la luce del mondo:
chi mi segue non camminerà mai nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv
8,12).
[6]
’Elohim disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque
dalle acque». [7] ’Elohim fece il firmamento e separò le acque, che sono
sotto il firmamento, dalle acque, che sono sopra il firmamento. E così avvenne.
[8] ’Elohim chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo
giorno»[6].
Il 2° giorno:
lunedì – è
il periodo lemurico (o epoca lunare della Terra), in cui la Luna
viene espulsa dalla Terra: le acque si separano in alto e basso – domina
l’Etere del suono (chimico),
che penetra la Terra nascente e la ordina dividendola – si enuclea l’anima
razionale-affettiva (ruah).
Sostiene
Rudolf Steiner (Primordi della Terra, p. 129) che in questo periodo la
Terra aveva una consistenza semiliquida («brodaglia terrestre») in cui
nuotavano i continenti: la Luna attuale, che allora si trovava ancora dentro la
Terra, fuoruscì dalla regione in cui oggi si trova l'oceano Pacifico: volò
via, ma solo dopo essersi staccata si solidificò. Da allora la Terra perse però
parte delle proprie forze fecondatrici, che tuttavia si sono fortunatamente
conservate nell'organismo femminile umano e animale. Saranno per primi gli
animali preistorici ad appropriarsi delle forze riproduttive lunari. La Terra
– dice Rudolf Steiner (p. 131) – partorì la Luna in dieci mesi lunari. Con
l'uscita della Luna odierna – dice Rudolf Steiner [7]
– se ne andarono pure tutte le forze cattive: istinti e brame legate
all'astralità. Ancora oggi la Luna è sinonimo di queste forze oscure.
La
separazione delle acque fu in realtà la scissione fra elemento aeriforme e
liquido: in alto si diressero le forze del vapore (nuvole), in basso l’acqua
degli oceani. L’Etere lunare del suono scinde in due l’elemento liquido
secondo un’azione ordinatrice simile a quella prodotta da un archetto su un
piano impolverato (Figure di Chladni).
L’Etere
del suono come ordinatore del firmamento secondo le costellazioni non è
evocato nel Genesi, ma è direttamente
chiamato in causa nei Salmi (33,6): «Con
la Parola del Signore furono fatti i
cieli e con l’alito
(ruah) della sua bocca tutte le loro schiere (= costellazioni)». Il
tema della Parola creatrice non viene sviluppato soltanto nelle profonde e
inaccessibili speculazioni compiute dalla mistica ebraica sulle lettere
dell’alfabeto come veicolo di creazione. Lo stesso tema compare anche in
antiche tradizioni come l’induismo, soprattutto nel tantrismo, ove assume un
carattere particolare, legato al respiro e al suono articolato, visto che la
civiltà indiana è legata allo sviluppo del corpo eterico umano, intessuto di prāna.
[9]
’Elohim disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo
luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. [10] ’Elohim chiamò
l’asciutto terra e la massa delle acque mare. E ’Elohim vide che era cosa
buona. [11] Ed ’Elohim disse: «La terra produca germogli, erbe che producono
seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno
secondo la sua specie». E così avvenne: [12] la terra produsse germogli, erbe
che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno
ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. ’Elohim vide che era
cosa buona. [13] E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Nel 3° giorno:
martedì – il
solido si separa dal liquido e si densifica (secondo la scienza 3-4
miliardi di anni fa) – si manifestano sulla Terra le anime di gruppo dei
vegetali attraverso le specie botaniche – domina l’Etere della vita che fa
spuntare le piante: il qi, il prāna,
la quinta essentia di Aristotele – si enuclea l’anima cosciente
– l’uomo non ha ancora un’esistenza propria: vive in seno alle entità
spirituali.
Con
l'accrescersi della velocità della rivoluzione terrestre su di sé il fango si
solidificò e crebbero alberi giganteschi ed enormi felci.
[14]
’Elohim disse: «Ci siano luci nel firmamento (=distesa) del cielo, per
distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i
giorni e per gli anni [15] e servano da luci nel firmamento del cielo per
illuminare la terra». E così avvenne: [16] ’Elohim fece le due luci grandi,
la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte,
e le stelle. [17] ’Elohim le pose nel firmamento del cielo per illuminare la
terra [18] e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E
’Elohim vide che era cosa buona. [19] E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Nel 4° giorno:
mercoledì – luminari
– gli ’Elohim creano i pianeti per poter fornire concretamente all’uomo il
corpo astrale
conformato dagli astri. La meditazione cosmica degli ’Elohim evoca l’azione
esteriorizzata delle forze planetarie, che affluiscono dallo spazio. Alla vita
terrestre si mescola la vita cosmica. Elaborando il firmamento, gli ’Elohim
donano il supporto fisico del corpo astrale agli uomini, che di notte si
diffonde per il sistema solare, perché è in relazione con gli esseri
planetari.
[20]
’Elohim disse: «Le acque brulichino di esseri viventi (nefeš
ḥayyah) e
uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». [21] ’Elohim
creò (wayibara’)
i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle
acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie.
Ed ’Elohim vide che era cosa buona. [22] ’Elohim li benedisse: «Siate
fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si
moltiplichino sulla terra». [23] E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
5° giorno: giovedì
– come
sull’antica Luna le Virtù elaborarono l’astralità animale in relazione
all’elemento Aria e Acqua, così ora gli ’Elohim (ricapitolando) creano (bara’,
applicato ai viventi) i corpi eterici
di uccelli e pesci – uccelli e pesci si densificano nell’Aria e
nell’Acqua, ma l’uomo resta sul piano eterico.
Il
quinto giorno una nuova condensazione offre all’uomo il corpo eterico.
Nel tessere una nuova scala verso l’umano gli ’Elohim creano gli animali
dell’Acqua e dell’Aria. Gli animali sono apparsi sulla Terra prima
dell’uomo. Se l’uomo fosse disceso sulla Terra il quinto giorno il suo corpo
fisico non avrebbe beneficiato del «senso di comunione», dell’apporto comune
di Yhwh-’Elohim. (Sotto questo aspetto gli animali, privi di tale impulso,
sono essere unilaterali.)
La
geologia – insegna Rudolf Steiner (OO 347 I primordi della Terra; La
saggezza dei R+C, p. 119) – studia in realtà il cadavere della Terra,
ignorando che la Terra, ai suoi primordi, era un essere vivente, ancor più vivo
di quanto sostenga Lovelock con l'Ipotesi Gaia. Nella lontana preistoria
(non mi sembra che Rudolf Steiner ne precisi la cronologia, ma in ogni caso prima
che venisse espulsa la Luna), dunque prima della comparsa dell'uomo, la
terra aveva consistenza molle e fangosa, una massa calda in cui i minerali erano
disciolti come il ferro in una ferriera; il cielo era un agglomerato di nubi in
cui si formavano lampi. In questo habitat vivevano gli animali preistorici:
nell'aria vivevano animali con ali di pipistrello e code squamose, nel fango più
molle si muovevano i giganteschi ittiosauri (pesci-rettili del
Giurassico-Cretaceo), nel fango più denso saltellavano i plesiosauri (corpo
squamoso e panciuto con testa di rettile e quattro tozze zampe,
Triassico-Cretaceo).
Dov'era l'uomo a quel tempo? (La
saggezza dei R+C, p. 119) L'uomo aveva una consistenza molto molle, ragion
per cui non esistono fossili di questo suo stadio. È un'ipotesi che anche la
scienza fa per l'origine degli animali. Come mai non si trovano infatti fossili
animali oltre il Cambriano (Paleozoico, 600 milioni di anni fa), quando ci fu
contemporaneamente l'esplosione dei
tipi animali? Forse perché – dice Montalenti (p. 119) – prima non avevano
gusci o scheletri.
Se
prima era un essere immateriale aleggiante, ora era un essere ancora privo di
scheletro: camminava e saltava come un rettile. (Akasha 68-70) Il
corpo dell'uomo era una massa molle, ma molto plasmabile dalla volontà. Gli
organi più sviluppati erano quelli locomotori. L'uomo era molto mobile e
attivo: tutto intorno a lui e anche le immagini interiori alquanto oniriche lo
stimolavano al movimento. L'uomo poteva allora vivere solo sulla terra molle.
[24]
’Elohim disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie:
bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne:
[25] ’Elohim fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame
secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E
’Elohim vide che era cosa buona. [26] E ’Elohim disse: «Facciamo l’uomo a
nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli
uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i
rettili che strisciano sulla terra». [27] ’Elohim creò l’uomo a sua
immagine; a immagine di ’Elohim lo creò; maschio e femmina li creò. [28]
’Elohim li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite
la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e
su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». [29] Poi ’Elohim disse: «Ecco,
io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in
cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. [30] A tutte le
bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che
strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba
verde». E così avvenne. [31] ’Elohim vide quanto aveva fatto, ed ecco, era
cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
6° giorno: venerdì
– si crea l'ambiente terrestre – ’Elohim crea gli animali e l’uomo –
discesero dapprima le specie animali più vicine all’uomo – Yhwh-’Elohim
diede l’Io all’uomo – l’uomo fu creato androgino
(OO. 122 – 31)
Animali.
Né la Bibbia né
la Scienza dello spirito dicono che l'uomo discende dall'animale, ma solo che
l'animale scese sulla Terra prima dell'uomo.
La
Scienza dello spirito non condivide la dottrina evoluzionistica, ma propone una
morfologia evolutiva. Se guardiamo
alla scala degli animali (dagli unicellulari ai molluschi, vermi, pesci,
rettili, uccelli, mammiferi), scopriamo la legge di interiorizzazione: negli
unicellulari lo scheletro è esterno, nei mammiferi è tutto interno; negli
animali inferiori gli occhi sporgono fuori delle orbite, solo nelle scimmie sono
contenute nella cavità orbitaria. Ogni essere animale è in sé perfetto, non
semplicemente utile al successivo, altrimenti perché gli animali inferiori
esistono ancora?
La
storia della dottrina evoluzionistica in fondo è semplice. Aristotele e Tommaso
d'Aquino sostenevano che Dio aveva creato esseri viventi perfetti, dando armonia
alle parti del corpo e alle loro funzioni. In quest'ottica ogni organo avrebbe
un fine ben preciso (teleologia, finalismo): le ossa pneumatizzate degli uccelli
servono a rendere il loro corpo più leggero, la vescica natatoria serve ai
pesci per dar loro la nozione di profondità. Ma come spiegare la presenza dei
capezzoli nell'uomo? E a cosa serve l'appendice? Fu così che l'illuminismo (Mapertuis)
si oppose al finalismo aristotelico-tomistico.
Venne
avanti l'ingenuo Lamarck con alcuni principi: la funzione crea l'organo e i
caratteri acquisiti si ereditano. Lamarck sosteneva infatti che alla giraffa si
era allungato il collo perché brucava in alto i germogli delle piante e che i
serpenti a forza di strisciare avevano perso la zampe e si sono allungati più
degli altri rettili. Darwin, a sua volta, sostenne che la sopravvivenza delle
specie è garantita dalla loro tendenza ad adattarsi (selezione naturale) alle
modificazioni dell'ambiente[8].
Prima
le leggi di Mendel (1866) poi la nascita della genetica diedero uno scossone
all'evoluzionismo, in quanto dimostrarono che l'essere si trasforma in base al
suo corredo, al suo patrimonio genetico. Il dogma centrale della biologia
moderna consiste nell'assoluto isolamento del DNA: la selezione naturale
giocherebbe solo un ruolo modesto. La variazione nel testo del DNA è
solo un errore di copiatura, la «mosca bianca». Eppure la vita molecolare non
è una costruzione prevedibile.
UOMO. Il
progetto dell'uomo fu il primo a essere concepito, ma l'uomo fu l'ultimo a
essere realizzato sul piano corporeo. In realtà secondo la Scienza dello
spirito gli esseri che furono creati prima dell'uomo – minerali, piante,
animali – rinunciarono alla propria evoluzione spirituale e compirono un
enorme sacrificio a favore dell'uomo. Il minerale prese su di sé il
sovrappiù di forze condensatrici che avrebbero impedito all'uomo di entrare
nella fase eterica. Le piante presero su di sé la sovrabbondante vitalità,
che avrebbero impedito all'uomo lo sviluppo delle facoltà animiche conoscitive
(astrali).
Gli
animali (Apocalisse conf. 4) non sono altro che passioni umane che
hanno preso corpo prematuramente: nell'animale l'uomo perciò deve vedere una
parte abbandonata di sé. Nell'epoca lemurica e perfino in quella atlantidea
l'uomo non era ancora come noi: poteva trasformare le sue sembianze a suo
piacimento. L'animale si indurì precocemente, prima dell'uomo, perciò la loro
costituzione risultò troppo debole per poter albergare in sé l'Io. Sotto
questo aspetto gli animali sono discesi dall'uomo, non noi da loro.
Dice
Rudolf Steiner: «Non bisogna pensare che l'uomo sia mai stato un animale
simile a quelli che oggi si aggirano sulla Terra. I corpi degli animali di oggi
non furono allora capaci di accogliere un Io e rimasero alla coscienza di gruppo
dell'antica Luna. Gli ultimi esseri che quasi riuscirono a cogliere l'occasione
sulla Terra, che più tardi risultarono ancora troppo deboli per dare ricetto a
un'anima individuale, sono le scimmie attuali. Neppure esse furono però mai
progenitori dell'uomo, ma esseri regrediti» (La saggezza dei R+C, p.
120).
Maschio e femmina li creò. Gli esseri esistenti fino alla separazione della
Luna possono essere senz'altro considerati femminili, perché ricevevano
le forze fecondatrici dal Sole esterno. Dopo l'espulsione della Luna, il Sole e
la Luna ormai esterni fecero sì che gli esseri si diversificassero in maschili
e femminili. Non ci fu subito però la distinzione dei sessi, perché nell'epoca
lemurica gli esseri umani – di consistenza ancora molle – avevano entrambi i
sessi: erano maschi e femmine, bisessuali. Questo essere si autofecondava (Saggezza
R+C, p. 124). Con la
condensazione della materia l'essere umano dovette piegarsi alle sue leggi e si
divisero i sessi: maschio = Volontà, donna = rappresentazione. Furono le
forze esteriori terrestri a dare al corpo una forma determinata. L'antica forza
autofecondativa si trasforma in forza conoscitiva. Il corpo astrale resta però
maschile-femminile. L'eterico è invece maschile nella donna, femminile
nell'uomo. Sul piano dell'Io c'è uguaglianza (Cronaca Akasha, 58-67).
Nella
Cronaca dell'Akasha (p. 79) Rudolf Steiner precisa che nell'epoca
lemurica l'umanità si diversificò ulteriormente: quelli che vivevano
secondo lo spirito (i sovrumani) furono divisi da quelli che erano preda
delle sensazioni. Questi ultimi precipitarono nell'animalità formandosi corpi
animali antropomorfi, che si solidificarono prima dell'uomo,
ma quando i loro corpi erano ancora incapaci di incarnare lo spirito. Nelle
scimmie troviamo un residuo di questa umanità primitiva regredita; come sono
regrediti nel tempo certi popoli evoluti, oggi allo stato primitivo.
Gli
esseri sovrumani che contemplavano la saggezza universale furono
preservati dal peccato originale: divennero guide dell'umanità e si
angelificarono. Gli esseri sovrumani sentivano nel sibilo del vento la
saggezza della natura: essi accoglievano le rivelazioni del mondo spirituale
nella loro volontà. Il compito dei sovrumani fu insegnare il vero amore. Fra
gli animali e i sovrumani si formò l'uomo, connotato non dal dono della
veggenza, ma dal desiderio di sapere, conseguente alla differenziazione dei
sessi. La brama di sapere nacque dal fatto che l'uomo cominciò a formarsi
gli organi interni, come il cervello. Cominciò a essere egoista, ma anche ad
amare ciò che desiderava: l'amore sensuale divenne la forza dell'evoluzione
materiale. Una volta penetrato l'Io nella compagine dei corpi l'uomo acquisisce
la stazione eretta: la colonna vertebrale diviene verticale, mentre negli
animali è orizzontale (Saggezza R+C p. 117).
Il
filosofo tedesco Johann Gottfried Herder, grande amico di Goethe e alfiere della
teoria evolutiva morfologica, scrisse nel 1784:
«La
somiglianza nello scheletro degli animali terrestri è sorprendente [...] Tutta
la natura obbedisce, pur nelle variazioni, a un'unica forza organizzatrice. Il prototipo,
questa forma principale varia secondo generi, specie, elementi [...] per cui un
esemplare spiega l'altro. Ciò che la natura abbozza in uno esegue poi in un
altro [...] La natura ha posto qui in luce un elemento, l'ha ingrandito e fatto
sì che le altre parti servissero a esso, sia pur sempre nella più ponderata
armonia. Altrove invece prevalgono parti che qui sono subordinate.
[...] Chi vuole studiare le parti deve studiarle deve studiarle l'una
nell'altra. Dove una parte sembra nascosta e trascurata rinvia a un'altra
creatura, in cui la natura l'ha sviluppata e dispiegata apertamente.
[...] L'uomo è la sintesi: è la forma elaborata, in cui si
raccolgono i tratti di tutte le specie nella composizione più raffinata»[9].
Diversi
biologi moderni sostengono questa unica forza organizzatrice dei viventi, tanto
da dire: siamo morfologicamente diversissimi, ma citologicamente simili,
biochimicamente uguali; nessuna molecola della vongola ha un che di più marino
di una molecola del cavallo (G. Sermonti, Dimenticare Darwin).
«Facciamo
l’uomo a nostra immagine e somiglianza»: na‛aśeh ’adam
betsalmenu kidmutenu. «Facciamo», dicono gli ’Elohim: questo verbo non
vuol dire «confezioniamo», ma «portiamo a compimento o a perfezione». Che
cos’è l’immagine (tselem)? È la forma architettonica, il prototipo del corpo fisico,
la sua forma archetipica: Rudolf Steiner nel libro Da Gesù a Cristo lo chiama fantoma.
Il germe del fantoma
fu gradualmente elaborato dai Troni su Saturno (fisico), dagli Spiriti
della saggezza (Dominazioni) sul Sole (eterico), dagli Spiriti del movimento
(Virtù) sulla Luna (astrale), infine fu elaborato dagli Spiriti della forma
(’Elohim, Potestà) sulla Terra (Io). Questi ultimi anzi vivono nella forma
stessa del corpo fisico. Il primo Adamo possedeva dunque un fantoma che poi si corruppe; il Cristo dopo il sacrificio del
Golgotha risorge e manifesta lo ṣelem,
il suo fantoma, il vero progetto
dell’uomo. Per questo diciamo che il Cristo è secondo Adamo, come si esprime
Paolo [1 Cor 15,49:« E come abbiamo
portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine (eikon)
dell’uomo celeste».]. Quanto alla somiglianza, è sintomatico che la
stessa radice linguistica ricorre sia nella creazione dell’uomo sia nel
peccato di Lucifero, il quale dice: «Salirò nelle regioni superiori delle nubi
e rassomiglierò all’Altissimo» (Isaia
14, 12-14). L’angelo non è infatti simile a Dio, è un essere unilaterale,
non un essere totale come l’uomo. Satana cadde per gelosia verso Dio (2
Enoc 29, 4-5); in Vita di Adamo ed Eva
14-16 Satana si ribellò perché non volle adorare l’uomo.
Le
gerarchie condensarono tutti i loro poteri separati per un’opera comune.
Riunirono tutte le facoltà che avevano accumulato attraverso l’evoluzione per
produrre l’uomo in ultimo luogo. Acquisendo una coscienza unitaria, si
applicarono a una creazione comune: divennero
Yhwh-’Elohim.
L’uomo
che fu creato il sesto giorno era soltanto un organismo di calore sanguigno;
la condensazione più grande avvenne dopo i sei giorni quando Yhwh-’Elohim
aggiunse l’aria. Si legge infatti
in Gen 2, 7: «Allora il Signore Dio (Yhwh-’Elohim) plasmò
l’uomo con polvere del suolo e soffiò
nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente»[10].
La Bibbia non vuol dire che Dio formò l’uomo dalla polvere, ma che «lo
impregnò di influenza lunare, la quale lo fece divenire polvere»[11].
L’uomo
si condensò soprattutto dopo la seduzione luciferica, che si esercitò
sull’astrale umano. OO. 122 p. 125: l’influsso luciferico condensò il corpo
umano, che divenne più pesante e discese dall’atmosfera al suolo. Anche dopo
la creazione dell’uomo il Genesi
riporta che «Dio vide quanto aveva fatto ed ecco era cosa molto buona». Dunque
il Signore giustificava anche l’inclinazione al male, la tentazione, il
dolore, la morte[12].
Genesi
- Capitolo 2 [1] Così
furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. [2]
Allora ’Elohim, nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto
e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. [3] ’Elohim benedisse il
settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che
egli creando aveva fatto. [4a] Queste le origini del cielo e della terra, quando
vennero creati.
7° giorno: sabato.
Un
grande veggente cristiano del '900, di origine lionese, Maître Philippe di
Lione, disse: «Quando vuoi creare o perfezionare qualcosa che qui non esiste,
tu rifletti sulla tua opera prima di farla. Questo pensiero non ancora
realizzato è il modello di ciò che sarà la tua opera. Così Dio, prima di
creare il tutto, pensò la sua opera: questo pensiero fu qualcuno e fu il
Cristo, la Vita, la Parola di Dio, il Pensiero di tutte le cose. Perché Dio
ha creato tutto in immagine e poi, con il tempo, tutto si realizza[13].
Il Cristo, primogenito su tutte le cose, fu l'ultimo creato, ma non come noi.
Era il Figlio stesso del Padre e come tale possedeva la conoscenza di tutte le
cose prima della loro stessa creazione».
La
narrazione biblica dei sei giorni della creazione descrive come il sensibile
è sorto dal sovrasensibile. Tuttavia sia la Bibbia sia la Scienza dello
spirito insegnano che la creazione non avviene di colpo, ma è un prosieguo di evoluzioni precedenti. Questo è un
principio universale: la creazione non è un evento avvenuto una volta per
tutte, ma continua sempre, si rinnova, si ripete ininterrottamente. La
creazione non si è mai conclusa, anzi scandisce tutta l’evoluzione: gli
archetipi della prima settimana cosmica si riflettono nei settenni delle grandi
epoche terrestri e si riflettono perfino nei settenni che scandiscono la nostra
vita, come insegna la pedagogia steineriana.
Bere’šit
è parola composta da sei lettere:
·
Bet in ebraico significa «casa»: è l’abitacolo,
qualcosa che si chiude e si avviluppa in sé: secondo Rudolf Steiner è
l’operare materiale dell’involucro. Bet
vale 2.
·
Reš indica le entità spirituali che operano dentro un
ricettacolo (p. 46: si prende coscienza della propria testa). Reš
vale 200.
·
Aleph è il principio da cui irraggia il pensiero. Vale
1.
·
Šin è forza che opera all’interno per manifestarsi,
ci si apre percependosi: «la forza pungente che tende a uscire
dall’interiorità per manifestarsi» (p. 35). I tre bracci della shin indicano
nefeš, ruah, nešamah. Vale 300.
·
Yod è la più piccola lettera dell’alfabeto
ebraico, ma potenzialmente la più grande, perché esprime la creatività
dell’Io. Vale 10, pertanto esprime la perfezione (Tetraktys, sefirot).
·
Tau, ultima lettera dell’alfabeto ebraico,
rappresenta il compimento della creazione e la totalità del creato. Vale 400.
Un’esegesi
interpreta questa parola in senso strettamente semantico: ba-rešit, in principio. Ma chi è il principio? Due realtà sono
denotate nella Scrittura come principio: la Torah (Pr 8,22) e Israele («primizia dei raccolti», Ger 2,3). Si dice anche che il Santo-sia-benedetto consultò la
Torah per creare il mondo. Quindi bere’šit
vuole evocare la Saggezza primordiale, ovvero l’ordine dei Quattro Mondi. da
cui scaturì la creazione e di cui Israele detiene il segreto. Proverbi
(8,22-30) parlano di questa Saggezza dei Mondi preesistente alla creazione:
«Il
Signore mi ha creato all’inizio (re’sit) della sua via, / prima di
ogni sua opera, fin da allora. / [23] Dall’eternità sono stata costituita, /
fin dal principio, dagli inizi della terra. / [24] Quando non esistevano gli
abissi, io fui generata; / quando ancora non vi erano le sorgenti cariche
d’acqua; / [25] prima che fossero fissate le basi dei monti, / prima delle
colline, io sono stata generata. / [26] Quando ancora non aveva fatto la terra e
i campi, / né le prime zolle del mondo; / [27] quando egli fissava i cieli, io
ero là; / quando tracciava un cerchio sull’abisso; / [28] quando condensava
le nubi in alto, / quando fissava le sorgenti dell’abisso; / [29] quando
stabiliva al mare i suoi limiti, / sicché le acque non ne oltrepassassero la
spiaggia; / quando disponeva le fondamenta della terra, / [30] allora io ero con
lui come architetto / ed ero la sua delizia ogni giorno, / dilettandomi davanti
a lui in ogni istante».
[1]
Rudolf Steiner, Genesi, p. 59: «In
sostanza tutto quel che viene riferito dalla Bibbia nella cosiddetta
creazione nei sei o sette giorni è un risveglio di stati precedenti; non
però un risveglio nella medesima forma, ma in una forma nuova, in una nuova
struttura […] Dobbiamo attenderci di veder riapparire in modo nuovo tutto
ciò che si era evoluto a poco a poco durante le esistenze dell’antico
Saturno, dell’antico Sole e dell’antica Luna».
[2] VM, p. 49; OO. 122, pp. 42-43/54-55; Genesis (GEN), conf. 2, 4 e 7; Foundations
of Esotericism, conf. 5, 6, 9 e 28; The
Etherization of the Blood; On
Nuclear Energy and the Occult Atom (NEOA).
[3]
Rudolf Steiner, OO. 122, p. 64: «Vi è poi una ripetizione
dell’evoluzione. Quel che era avvenuto durante quei tre stati [Saturno,
Sole, Luna] riaffiorò ora come un ricordo degli ’Elohim … nel tohu
wa-bohu».
[5]
OO. 122 p. 88: «Dopo che gli ’Elohim ebbero creato la luce, insediarono
al suo posto il primo Spirito del tempo che li serviva». Le Archai sono gli
Spiriti del Tempo, perché il Tempo è nato per l’uomo quando le Archai ne
hanno acquisito la coscienza e crearono l’inizio. Sono detti Spiriti della
Personalità perché furono i primi a passare per lo stadio umano su
Saturno. Le Archai vivono nel Fuoco: solo il loro corpo fisico calorico è
presente nel mondo materiale.
[6]
Perché alla fine del secondo giorno ’Elohim non vide che era cosa buona?
Perché l’opera del secondo giorno si completa nel terzo, dove la formula
viene detta appunto due volte. Ma si potrebbe anche fare un’altra
osservazione: il secondo giorno, in quanto ricapitolazione dell’evoluzione
cosmica della Luna, richiama un preciso evento: tra
la formazione del Sole e la formazione della Luna si verificò la «lotta
nei cieli»: a un gruppo di entità celesti delle Virtù fu ordinato di
ostacolare l'evoluzione, nel senso che, contrastando l’evoluzione normale,
ne promuovevano un percorso più vasto. Queste Virtù «sedussero» una
certa parte di Angeli «ribelli» che aderirono all’evoluzione lunare,
diversamente da altri che seguirono l’evoluzione solare. Si pone qui, sul
piano cosmico, l’origine del male.
[7]
La saggezza dei R+C, p. 117.
[8]
Rudolf Steiner, Impulsi evolutivi interiori dell'umanità – Goethe e la
crisi del secolo XIX, Milano 1976. p. 217: «Gli aspetti più spirituali
del darwinismo sono già contenuti nella dottrina della metamorfosi di
Goethe, ma a tutta prima la dottrina goethiana della metamorfosi era
destinata a restare quasi esoterica. […] L'uomo doveva prima cominciare a
comprendere la forma materialistica più grossolana della dottrina della
metamorfosi».
[9]
Idee per la filosofia della storia dell'umanitภBologna 1971, pp.
80-82.
[10]
Dice Rudolf Steiner: «La Bibbia comincia a chiamarli così quando hanno
raggiunto il loro grado superiore di unità. Ecco il senso profondo che
spiega perché alla fine della creazione appare di colpo il nome Yhwh».
[11]
Altrove Rudolf Steiner (La saggezza dei R+C, p. 118) interpreta
questo versetto dicendo che la vescica natatoria dell'animale-uomo lunare si
trasformò nei polmoni, proprio mentre nell'ambiente circostante la nebbia
cedeva il passo all'aria (OO. 122, p. 138).
[12]
Vangelo di Luca, conf. 7: l’Albero della conoscenza, cui all’uomo
era consentito l’accesso, era formato dai due Eteri inferiori (calore e
luce), mentre l’Albero della Vita era formato da Suono e Vita. VL, p. 134:
Nell’epoca lemurica, dopo la seduzione luciferica, fu vietato all’uomo
di gustare l’albero della Vita, ovvero gli furono sottratti l’Etere del
suono e della vita. Poté trasformare in impulsi personali il sentimento e
la volontà, ma non la parola e il pensiero, che vanno oltre l’arbitrio
umano: non esistono linguaggi o pensieri individuali. La parola articolata
è soltanto un’ombra dell’Etere del suono. Oggi noi avvertiamo solo il
calore solare e la luce solare (1 e 2), ma non la sonorità eterica e la
vita eterica del Sole (3 e 4), perché questi due ultimi Eteri ci sono stati
sottratti.
[13] DIO ha creato tutto sul piano sovrasensibile, poi tutto si realizza nel sensibile.