LA MISSIONE DI
MICHELE
Nell’ultimo secolo l’umanità ha
vissuto due guerre mondiali e tanti altri conflitti dovuti allo scontro fra i
nazionalismi; sono crollati i grandi imperi, sono scoppiate rivoluzioni, sono
avvenuti terribili olocausti etnici (ebrei, curdi, armeni…), vaste
persecuzioni antireligiose. Dopo questi grandi eventi, l’umanità oggi vive
altri orribili fenomeni come la rinascita del terrorismo, la paura di una nuova
guerra nel Vicino Oriente, le grandi epidemie africane come il virus Ebola e
l’Aids, tragedie come le morti sulle strade nel fine settimana.
Per comprendere i gravi eventi del suo tempo conseguenti alla
prima guerra mondiale, Rudolf Steiner, il fondatore dell’antroposofia, suggerì
una particolare prospettiva storica. Si rifece alle visioni di Johannes
Trithemius (1462-1513), abate benedettino dotato di spirito profetico. Tritemio,
come di solito egli viene chiamato, scrisse molte opere, tra cui una breve opera
di angelologia, pubblicata nel 1515, Il trattato delle cause seconde (Milano 1974), nel quale per «cause
seconde» si intendono gli angeli, subordinati alla Causa prima che è Dio. In
quest’opera Tritemio rivelò che la storia è ciclica in quanto formata dal
continuo ripetersi di sette epoche, ciascuna retta da un arcangelo per una
durata di 354 anni. Secondo i calcoli dell’abate, la cosiddetta «epoca
assiale» della filosofia, che va dal 550 al 200 a. C. fu retta dall’arcangelo
del Sole, Michele, poi si
succedettero Orifiele (Saturno, 200
a.C.- 150 d.C.), Anaele (150-500,
Venere ), Zacariele (500-850, Giove),
Raffaele (850-1190, Mercurio), Samaele
(1190-1510, Marte), Gabriele
(1510-1879, Luna), quindi ancora Michele,
la cui reggenza durerà dal 1879 al 2300 circa. L’intero ciclo del settenario
arcangelico equivale pertanto a 2480 anni e 6 mesi, che vengono così a formare
la «settimana cosmica».
A chiusura del volumetto Tritemio scriveva che «ci sono
persone che suppongono che questi periodi corrispondano ai mesi lunari».
Difatti dodici mesi lunari equivalgono a 354 giorni. Ma poiché, perché secondo
la tradizione ebraica, «si computa ogni giorno per un anno» (Ez
4,6), 354 giorni lunari diventano 354 anni arcangelici. Ciascuna di queste sette
epoche ha specifiche caratteristiche, perché ogni arcangelo ha una ben definita
missione verso la Terra e verso l’evoluzione dell’umanità.
Ma qual è in particolare la missione dell’arcangelo
Michele? Questa entità celeste ha da sempre sostenuto l’uomo, aiutandolo a
sviluppare l’intelligenza, a vincere con la forza del pensare il sopravvento
del male. Venuto il tempo della sua reggenza, nel 1879, l’arcangelo ha
abbandonato le lontananze spirituali per aiutare più da vicino l’uomo a
contrastare l’egoismo materialistico: egli desta continuamente nell’uomo il pensiero cosciente, facendo di esso la nuova via di comunione
con il cosmo, il sentiero per conciliare scienza e fede.
L’esordio dell’epoca di Michele nel 1879 fu chiaramente
accompagnato da sintomatici eventi, che sono risultati premonitori del futuro
corso della storia occidentale.
Autunno
1879. Che cosa avvenne nel 1879, precisamente nell’autunno del
1879, secondo Rudolf Steiner? Ci fu una svolta dei tempi, la cui causa vien
fatta risalire a un evento metastorico che degli eventi terrestri è solo un «prologo
in cielo». Nell’autunno di quell’anno – dice Steiner – ebbe fine nei
mondi spirituali la lotta quasi quarantennale dell’arcangelo Michele e delle
sue coorti contro le potenze di Ahrimane, lo spirito della Materia, del Male e
della Menzogna, colui che ha per ideali «numero, peso, misura» (Daniele,
cap. 5). Sconfitte nei cieli, le potenze ahrimaniche vennero precipitate sulla
Terra. Per quale scopo? Perché – suggerisce Steiner (3/11/1917, «Dietro le
quinte degli eventi esteriori») – «quelle entità volevano impedire che
discendesse nelle anime umane la saggezza spirituale destinata agli uomini del XX
secolo: esse volevano trattenerla nei mondi spirituali e non lasciarla penetrare
nelle anime umane»: queste entità fungevano insomma da forze conservatrici,
retrograde, contrarie alla necessaria evoluzione. Da Ostacolatori nei cieli
divennero così Ostacolatori in terra. Toccò, da allora, alla coscienza umana
essere tentata sempre più da Ahrimane, dagli impulsi dell’egoismo
materialistico, dell’ambizione personale, dello spirito critico. Dal 1879
Ahrimane tenta di impadronirsi del pensiero dell’uomo, per farne la sua
roccaforte e ridurre tutta la vita spirituale, tutta la ricchezza della
coscienza a esclusiva vita intellettuale, a semplice razionalità. «Dal 1879»,
dice Rudolf Steiner nella Caduta degli
spiriti delle tenebre, «la cittadella delle potenze ahrimaniche, il loro
campo d’azione è il pensiero, la sensibilità, gli impulsi volitivi degli
uomini». In seguito a questo evento metastorico si verificarono una serie di
sintomi molto significativi sul piano della storia umana.
In politica esordisce il terrorismo nichilista. Intorno al 1879 ruotano singolari avvenimenti, carichi di destino: il 26 agosto 1879 la Narodnaja Volja, un gruppo populista russo, che aveva scelto il terrorismo come metodo di lotta, annunciava la condanna a morte dello zar Alessandro II, che sarà poi ucciso il 13 marzo 1881. Ecco come sorse il terrorismo all’alba dell’epoca di Michele.
In
Russia scoppia nel 1881 l’antisemitismo e vengono compiuti orribili pogròm,
con
la conseguenza che tra il 1881 e il 1914 dal Territorio compreso fra Russia e
Polonia fuggirono oltre 2 milioni di ebrei, i quali emigrarono per lo più negli
Stati Uniti. L’abate Tritemio lo aveva previsto: «[Nel terzo settenario Gabriele regnerà dal 1525 al] 1879 della
Natività del Signore. La libertà non sarà resa agli Ebrei che sotto il terzo
periodo del Genio Michele, l’ottavo mese dell’anno 1880 dell’era
cristiana». Ecco come il «problema ebraico» sorse all’inizio dell’epoca
di Michele.
Nel campo della scienza esordisce la ricerca del male nel profondo dell’uomo e nell’ultrapiccolo della natura: nel 1879 lo psicologo Wilhelm Wundt apre il primo laboratorio internazionale di psicologia sperimentale, proprio mentre il batteriologo Louis Pasteur scopre lo streptococco e Robert Koch sperimenta i metodi di coltura per i batteri.
L’arte, si sa, anticipa molto spesso il corso dei tempi. Così, già alcuni decenni prima del ’79 alcuni scrittori avevano presentito gl’impulsi negativi che avrebbero investito l’anima umana. Fëdor Dostoevskij li aveva visti come il «doppio» dell’uomo nel Sosia (1846) o come «il sottosuolo» dell’uomo nei Ricordi del sottosuolo (1864). Certo è che per gli storici della psicologia (Henry F. Ellenberger, La scoperta dell’inconscio, Torino 1972) proprio il 1880 segna un profondo discrimine nella coscienza occidentale. A tracciare questo discrimine è la diffusione dell’ipnotismo, che scatenò un’ondata di romanzi sulla «doppia personalità»: basti ricordare per tutti Lo strano caso del dottor Jekyll e di Mister Hyde (1886). A ciò farà seguito sia lo sviluppo della psicanalisi sia quell’ampio interesse letterario per i molteplici volti, più o meno oscuri, della personalità, che si ritrova in Svevo, Pirandello, Proust, Joyce, Kafka e altri.
La
scoperta del petrolio: ecco un altro sintomo che accompagna l’inizio dell’epoca
di Michele. Nel 1877 il chimico russo Mendeleev studiava infatti l’origine del
petrolio, che di lì a poco si
cominciò a estrarre. L’epoca di Michele si apre con la scoperta di questo
nuovo tipo di energia proveniente dal sottosuolo. Nella sua storia l’uomo ha
dapprima sfruttato le energie rinnovabili, come il legname, poi, con la
rivoluzione industriale, ha usato il carbone, che alimentò le macchine a
vapore, è passato al petrolio. Nel campo dell’approvvigionamento delle
energie, l’umanità è passata negli ultimi secoli dalla superficie della
Terra alle profondità della Terra, dalla natura alla subnatura, dal conscio
all’inconscio della Terra. Nell’ultima «Massima antroposofica», scritta
il 28 marzo 1925, due giorni prima della sua scomparsa, Rudolf Steiner
riassumeva così questo concetto: «Nell’epoca scientifica iniziata intorno
alla metà del XIX secolo, l’attività pensante umana ha toccato a poco a poco
le regioni più basse della natura, fino a penetrare nella subnatura (elettricità,
magnetismo, radioattività). In contropartita l’uomo dovrà trovare con le sue
stesse forze una conoscenza spirituale che lo elevi tanto in alto nel
soprannaturale quanto l’attività tecnica lo porti al di sotto del livello
naturale. Creerà così in sé la forza di non affondare». Di questo slancio
verso il soprannaturale fa oggi parte la ricerca di energie alternative, come la
riconversione fotovoltaica dell’energia solare in elettricità, l’uso
energetico dell’idrogeno per gli autoveicoli, infine la fusione fredda.
La
lancia di Michele. Sono passati 123 anni dall’inizio dell’epoca di Michele e
i fatti storici conseguenti al settembre del 2001 ci pongono di fronte a una
complessa domanda: in che cosa consiste l’aiuto di questo arcangelo di fronte
al dilagare del male nel nostro tempo, di fronte alle guerre nel Vicino Oriente,
al terrorismo internazionale, alla miseria del Terzo Mondo? Nel corso dei
millenni l’entità celeste di Michele ha espletato una ben precisa missione:
donare l’intelligenza all’uomo, tutelare l’essere umano sul piano della
conoscenza. Ma oggi la sua funzione non è più limitata all’ispirazione di
pensieri celesti: nel nostro tempo, come insegna Steiner, «egli libera i
pensieri dal dominio della testa; apre loro le vie del cuore; proscioglie
dall’anima l’entusiasmo, in modo che l’uomo possa dedicare la propria
anima a ciò che può venire sperimentato nella luce del pensiero» (Massime antroposofiche, pp. 57-58, 88). Dal 1879 la lancia
dell’arcangelo si è accinta a infrangere la corazza del materialismo, che
l’uomo si è gradualmente costruita. Per 123 anni le forze celesti di Michele
non hanno fatto che accelerare i processi di crisi perché raggiungessero
l’acme e si preparasse così un radicale cambiamento. La lancia di Michele è
affondata come un bisturi nella storia laddove covava il male e lo ha portato
alla luce, facendo esplodere ogni tipo di malattie.
Alla luce dell’impulso michaelita, a che cosa mira dunque
l’attuale scontro tra fondamentalismo musulmano e Occidente? È forse il
temuto «scontro di civiltà», di cui parla Samuel P. Huntington? Per
rispondere a questa domanda, facciamo un passo indietro. Durante l’epoca in
cui questa entità resse le sorti del mondo dal V al II secolo a.C. si sviluppò
la koiné ellenistica, una sorta di globalizzazione per quei tempi
fondata sull’uso della lingua greca come collante mediterraneo. Anche nei
nostri tempi Michele, arcangelo del pensiero, scavalca i confini, oltrepassa le
distinzioni che apparentemente separano gli uomini, per promuovere la fondazione
di un’umanità fondata sui valori universali del più puro pensare umano: si
potrebbe dire che oggi Michele favorisce la «globalizzazione delle coscienze»
e spinge tutti i popoli verso l’autogoverno.
Le diverse nazioni islamiche, dalla Turchia al Marocco, non
hanno mai avuto una coscienza nazionale prima dello scorso secolo, non hanno mai
avuto una propria anima di popolo, se non nella forma espressa dalle antiche
civiltà preislamiche, quando questi popoli non erano nazioni, ma spicchi di
grandi regni che raggruppavano diverse nazionalità, etnie, lingue, tradizioni.
Al tempo dei grandi imperi orientali del I millennio a.C., al tempo
dell’impero romano, al tempo dell’impero ottomano, questi popoli non avevano
una coscienza nazionale autonoma, tanto che non possedevano alcuna sovranità
politica sul loro territorio.
In Europa l’alba dell’epoca moderna – che Rudolf Steiner
chiama l’epoca dell’anima cosciente – fu accompagnata dall’esplosione
dei nazionalismi, che irruppero rovinosamente nella storia con la prima guerra
mondiale. Essi erano la conseguenza della caduta degli Spiriti delle tenebre
sulla Terra, ovvero di angeli ribelli che avevano rifiutato il compito di
depositare nelle menti umane i pensieri universali e avevano inoculato invece
nei cuori una serie di accesi aneliti patriottici. Insomma questi spiriti erano
decaduti dal pensare al sangue, precipitati dalla mente al cuore.
Anche nel Vicino Oriente si svilupparono i nazionalismi
parallelamente al crollo dell’ormai decrepito impero ottomano. Ma in questa
vasta regione geografica l’azione di Michele fece dell’impulso nazionale una
spinta positiva, capace di imprimere alla storia del Vicino Oriente una svolta
epocale. L’impero ottomano si sgretolò
tra il 1850 e i primi decenni del ’900 e parallelamente si formò, tra il 1839
e il 1876, il movimento riformatore
ottomano (detto nahda, rinascimento),
voluto da politici e intellettuali che nel periodo dei Tanzimat (Riforme)
cercarono di aprirsi una strada verso il progresso e la tecnologia: fu
introdotto il principio di cittadinanza e di uguaglianza dei cittadini di fronte
alla legge. Il padre della Turchia, Kemal Atatürk, chiamava negli anni ’20 e
’30 gli scienziati occidentali, mentre l’università cairota di Al-Azhar
diveniva già a fine ’800 il centro intellettuale del riformismo.
Mentre l’Europa tutta è chiamata oggi a ritornare ai
principi universali che superino gli egoismi nazionali – questo il senso
futuro dell’Unione Europea – i popoli di area musulmana vanno attualmente in
cerca di una coscienza nazionale, di una propria indipendenza politica, che non
di rado si esprime nelle contese relative ai confini. L’Occidente deve
pertanto imparare a leggere nelle esigenze dei nostri tempi: non può confinare
i popoli del Vicino e Medio Oriente nel sottosviluppo economico e spirituale.
Tutte le anime che s’incarnano attualmente sulla Terra hanno il diritto di
fare l’esperienza dell’anima cosciente, di incamminarsi verso
l’autocoscienza attraverso l’educazione scolastica, la formazione
professionale, le conquiste vere della civiltà moderna.