Lo scrittore e drammaturgo alsaziano Edouard Schuré (1841-1929) intrattenne con l'indologo ed erudito italiano Angelo de Gubernatis (1840-1913) una ricca corrispondenza, che si protrasse per una quarantina di anni e che ammonta - per le lettere a firma di Schuré, che son poi le uniche conservate - a oltre 150 lettere. Schuré si intrattiene con l'amico italiano circa il suo rapporto d'amore con Margherita Albana Mignaty, i suoi impegni letterari, i suoi viaggi, infine la sua conoscenza con Rudolf Steiner. Qui di seguito riportiamo le parti essenziali delle sei lettere in cui si fa diretto riferimento alla figura e all'opera del fondatore della Scienza dello Spirito. Di particolare interesse per la letteratura antroposofica riteniamo sia la lettera datata 7 settembre 1909, nella quale Schuré "recensisce" per l'amico italiano la rappresentazione dei Figli di Lucifero, il cui testo, tradotto in tedesco da Marie von Sivers, era stato posto in versi da Steiner. Sarà nei giorni successivi alla rappresentazione del dramma che Steiner terrà il ciclo di conferenze L'Oriente alla luce dell'Occidente. I figli di Lucifero e i fratelli di Cristo (23-31 agosto 1909).
Barr, 3 settembre 1906
Mio caro amico,
[...] E ora obbedisco alla vostra preghiera di dirvi qualcosa di più intimo di me e del mio lavoro. Insomma, da tre mesi le cose mi vanno meglio che tempo fa. Possano gli spiriti maligni, che sempre stanno in nostro agguato, non disturbare questa rinascita! Essa deriva senza dubbio da una rapida cristallizzazione di idee a lungo accumulate e da sforzi costanti, ma anche da un fatto inatteso e straordinario. Nel mese di giugno, tornando da un mio breve viaggio in Corsica, ho incontrato a Parigi un teosofo tedesco (austriaco e ceco d'origine) di nome Rudolf Steiner. Era venuto a Parigi con la sua collaboratrice signorina Marie von Sivers per tenere una serie di conferenze in una cerchia del tutto intima di russi e di slavi. Io lo conoscevo già attraverso i suoi scritti e la sua Rivista Lucifero, che usciva a Berlino, dove egli fa tradurre i miei Grandi Iniziati dalla signorina von Sivers, e io avevo scambiato con lui alcuni volumi e alcune lettere. Ma è uno di quegli uomini che non rende la centesima parte di sé con la penna e che si rivela interamente solo attraverso la sua presenza e la sua parola vivente. Questa presenza e questa parola mi hanno abbagliato, rapito, scosso. Si trova in perfetta armonia con le idee dei Grandi Iniziati che considera come un libro ispirato da una iniziata di nascita e dalle volontà superiori. Ma questa opinione - per lusingatrice che sia - non sarebbe bastata a produrre l'effetto magico che ha esercitato su di me. Egli mi ha aperto vie nuove e meravigliose, che sono il compimento delle mie aspettative, sull'esoterismo cristiano e la tradizione occulta occidentale in accordo con la tradizione orientale dell'India, ma più avanzata.
In breve, in questa splendida intelligenza, accompagnata da un'anima squisita, piena d'amore umano e divino, d'una modestia sorprendente, di un intero distacco da ogni ambizione personale, ma nel contempo di un'energia e di un'intrepidezza indomabili, ho riconosciuto per la prima volta nella mia vita un vero iniziato - un maestro - il maestro che io sognavo e che attendevo!
Voi comprendete che ciò è per me un avvenimento importante, nel suo genere, quanto l'incontro con Richard Wagner e con Margherita Albana. Non posso commisurarlo che a questi. Che un tale uomo esista nel nostro tempo dà una nuova speranza per lo sviluppo del prossimo avvenire dell'umanità e voi comprendete, senza che io entri in maggiori dettagli, che per me ne è potuta nascere una nuova primavera. Fu come il cristallizzarsi di un insieme di idee latenti e dormienti sotto un raggio di sole fecondatore. Di qui la concezione di un libro considerevole che sarebbe un seguito dei Grandi Iniziati e il cui audace progetto è trarre un ideale e un'immagine della Religione futura da una sintesi del mistero dell'India, del mistero greco e del mistero cristiano, compresi e ricreati nelle loro ultime profondità . [...]
Parigi, 4 luglio 1908
Mio caro amico,
[...] Voi riceverete, entro otto giorni, il libro di Steiner tradotto da me e preceduto da una Introduzione che è di per sé un lavoro considerevole e un autentico manifesto. Fornendomi, con una scienza più profonda, la conferma delle idee espresse nei miei Grandi Iniziati, Steiner è stato uno dei grandi avvenimenti della mia vita intellettuale e spirituale. E' il solo occultista a me noto che io riconosca come un Maestro nel vero senso della parola. Vedrete, io penso, dal suo libro e dalla mia Introduzione, l'importanza e l'avvenire del movimento che egli rappresenta e per il quale io ho operato e combattuto per slancio e per intuizione prima ancora di saper qualcosa della sua esistenza. Ho attualmente la convinzione e la certezza assoluta che io e Margherita Albana fummo influenzati e diretti in modo occulto, in tutto ciò che facemmo insieme, dai maestri rosicruciani di questo mondo e dell'altro. Non sorridete troppo della mia superstizione perché vi trovo una nuova forza di vita e di azione.
Parigi, 17 marzo 1909
Mio caro amico,
[...] Tra il 24 marzo e il 3 aprile il dottor Rudolf Steiner terrà presso la Principessa Antuni del Drago (Palazzo del Drago, alle Quattro Fontane) una serie di conferenze esoteriche sulla teosofia cristiana come egli la intende. La sua collaboratrice e organizzatrice, signorina von Sivers, mi ha pregato di indicare alla principessa un certo numero di persone interessate a questi argomenti. Siccome voi conoscete il tedesco e vi chiamate Angelo de Gubernatis, vi ho messo in cima alla lista. [...] Quando vedrete insieme questo asceta divorato dal pensiero puro e questa pallida bionda del Nord, trasparente come una statuetta di alabastro, ma animata da una volontà d'acciaio che trapassa con i suoi occhi blu, vi persuaderete senza dubbio come me che i loro rapporti sono casti come quelli di Francesco d'Assisi e Santa Chiara. Il contrario non mi avrebbe scioccato, a me che sono un semplice poeta e un adepto frenetico dell'amore appassionato, fin nelle ossa. Ma è certo che questa purezza serve alle loro percezioni psichiche e alla loro causa. Per me, malgrado i difetti e le lacune, inerenti a ogni opera umana, sono dei messaggeri dell'avvenire e dei pionieri della Grande Opera.
Barr, Alsazia, 7 settembre 1909
Mio carissimo amico,
[...] Poi sono venuti i giorni meravigliosi di Monaco, in cui ho visto il mio dramma preferito: Les Enfants de Lucifer animati, rappresentati, resuscitati in una vita ideale e trascendente, dalla magia di Steiner e dall'entusiasmo della signorina von Sivers (in Cleonice) di fronte a un pubblico simpatico di 600 iniziati, perché erano tutti teosofi. Fu un momento di realizzazione unica nella mia vita, che non tornerà più senza dubbio, veder vivere e risplendere così il mio sogno. Mi sarebbe impossibile descrivere le molteplici impressioni di questi giorni, i pensieri cha hanno suscitato in me. Essi erano tutti dominati da una gioia profonda, che si riassume in quest'idea: "Sì, l'arte esoterica che io ho sognato, l'arte iniziatrice e salvifica che ho voluto è possibile. Esiste, e vive in quest'esempio, che non è che un germe, ma un germe che darà misteriosamente e potentemente i suoi frutti nell'avvenire!". Sulla cartolina postale che vi ho inviato da Monaco, ringraziandovi della vostra, credo di avervi trascritto le parole della Principessa d'Antuni del Drago, mia vicina alla rappresentazione: "Sono sconvolta. Non li avrei creduti capaci di ciò". Anch'io sono rimasto sconvolto. Perché ero giunto con le più grandi apprensioni e come l'incredulo Tommaso. Dalla seconda giornata di replica al teatro ero rassicurato. Ho dato alcune indicazioni, espresso alcuni desideri per certi dettagli ai quali ci si è conformati il più possibile. Ma ho avuto molto più da imparare che da criticare. Perché Steiner si è rivelato un professore di dizione, uno scenografo di prim'ordine, un costumista, un tecnico geniale, che stupisce gli operatori con le sue conoscenze meccaniche (per esempio nella sistemazione della stella di Lucifero che appare e brilla in diversi modi in parecchi momenti del dramma). Ciò che era ammirevole e che ha notato anche la Principessa d'Antuni, con il suo gusto greco-latino, è l'armonia gene-rale, il carattere religioso e sacro che egli ha saputo imprimere al tutto. La sua scienza esoterica, così profonda, è venuta potentemente in soccorso di tutti i miei desideri e di tutte le mie intenzioni poetiche nella parte occulta dell'opera, come la Iª scena del II atto e tutto il V atto, le scene tra l'eroe Phosphoros e lo ierofante Eraclidos e l'invocazione di Lucifero. L'apparizione dell'Arcangelo al rombo della folgore, al lucore dei lampi e al suono di una fanfara di ottoni, tra la Sfinge nera e la Sfinge bianca, le cui gigantesche ali si elevano fino al soffitto del Tempio, questa apparizione dell'Arcangelo triste, bello e impassibile, in una veste di porpora ricoperto di un velo violetto, con le sue grandi ali d'osso ricadenti come nelle immagini dei Primitivi ha prodotto un effetto emozionante. Un grande brivido è corso nella sala e sulla mia schiena. In questo momento, come in tutto il dramma, si è realizzato il pensiero guida del poeta di mostrare il dramma umano illuminato, penetrato e trasfigurato dal dramma degli dei come la Terra lo è materialmente e spiritualmente dal Sole e da tutte le Potenze che si concentrano in esso e irraggiano nella sua aura. con un impulso più appassionato, un movimento più rapido e dalle forti fratture e condensazioni.
La signorina von Sivers ha mostrato un'ammirevole sicurezza di dizione, una perfetta giustezza di tono e un profondo pathos dal punto di vista spirituale.Un lavoro prodigioso era stato compiuto per un mese da Steiner. Non ha mostrato il passaggio della vergine alla donna e la passione fisica che viene a congiungersi con la passione dell'anima. La sua natura fredda e settentrionale, diciamo trascendentalmente virginale, glielo impediva assolutamente. Ma lei ha tanto più fatto risaltare nelle prime scene e nel-l'ultima la profondità psichica e la forza morale dell'eroina che diviene veggente attraverso la sofferenza e il sacrificio.
Parigi, 5 luglio 1912
Mio carissimo amico,
[...] Se ho salutato un Maestro della scienza esoterica in
Rudolf Steiner è perché ho trovato in lui un insieme
di idee che rispondeva alle mie ampliandole. In lui mi è
apparso il solo vero iniziato che ho incontrato nella mia vita,
dotato di chiaroveggenza equilibrata da una sicura ragione. Ma
ciò non vuol dire affatto che io accetto ciecamente tutto
ciò che egli dice e che io giuri in verba magistri
[=sulla parola del maestro]. Io non prendo da lui che ciò
che risponde alla mia natura e ciò che la mia ragione può
comprendere. Agire altrimenti sarebbe contrario ai suoi insegnamenti
come alla tradizione dei veri maestri dell'esoterismo da Pitagora
fino a Fabre d'Olivet.