Nei suoi commenti esoterici ai Vangeli R. Steiner sostiene che il bambino Gesù descritto da Matteo e quello descritto da Luca sono due individualità ben distinte, due esseri umani diversi, ciascuno con un proprio destino. A riprova della veridicità spirituale dell'esistenza dei due bambini il fondatore dell'antroposofia aggiunge che la tradizione ebraica ha più volte fatto riferimento all'attesa di due Messia (da Masìah, "Unto"), uno sacerdotale e uno regale, come si può leggere nei Salmi e nell'Enoc etiopico (Il Vangelo di Luca, Milano 1978, p.93). Verosimilmente Steiner si riferisce ai Salmi (2,1-8; 72, 5-8; 110,1-4), che sottolineano la funzione regale del Messia (ma non dimentichiamo il testo classico di Isaia 11,1-5), mentre per la funzione sacerdotale Steiner rimanda all'Enoc, che è un libro apocrifo, estraneo al canone biblico ebraico.
L'Enoc etiopico, che esalta il Messia come Giusto o Eletto più che come re, annuncia infatti che "questo Figlio dell'Uomo [...] rovescerà i re dai loro troni e dai loro regni [...]. Ed Egli piegherà la faccia dei potenti" (XLVI, 4-6); oppure "Egli sarà il bastone dei santi e dei giusti affinché si appoggino a esso e non cadano e sarà la luce dei popoli e speranza per coloro che soffrono nel loro animo. [...] E, perciò Egli fu scelto e nascosto, innanzi al Signore, da prima che fosse creato il mondo, e per l'eternità, innanzi a Lui" (XLVIII, 4-6). Le citazioni - che traiamo da Apocrifi dell'Antico Testamento, a cura di P. Sacchi (Torino 1990) - si potrebbero moltiplicare e dimostrerebbero tutte che "il Figlio dell'Uomo di Enoc è un essere sovrumano, celeste, che svolge compiti fin qui attribuiti soltanto a Dio, come il giudizio finale. Siamo su una linea messianica completamente diversa da quella politica nazionale del figlio di Davide" (G.Jossa, Dal Messia al Cristo, Brescia 1989, p.32). Anche la critica biblica riconosce dunque le singolari caratteristiche del Messia annunciato dall'Enoc, caratteristiche che lo accostano molto al Gesù natanico descritto da Luca, alla sua anima pura e celestiale, portata a nutrire compassione verso i poveri e a esprimere un grande calore interiore.
Il fatto che però Steiner presentasse prove tratte da due testi così diversi per cronologia e per tematica e, oltre a ciò, il fatto che rimandasse a un testo non compreso nella Bibbia ebraica poteva far pensare a una forzatura. Ma se ci addentriamo nella tradizione ebraica scopriamo che il tema dei due Messia ha una storia tutta particolare. Una storia che risale al tempo del ritorno degli Ebrei in Palestina dopo l'esilio babilonese (586-538 a.C.). Nel 521-520 l'ultimo discendente di Davide, Zorobabele, inviato da Babilonia a Gerusalemme con funzioni di satrapo (governatore persiano), fu affiancato a Giosuè, nipote dell'ultimo sommo sacerdote deportato, per ricostruire il Tempio. A questa diarchia, a questo binomio di potere regale e sacerdotale (o temporale e religioso) restaurato in terra di Palestina si riferiscono alcuni versetti di Zaccaria: ""Che significano quei due olivi a destra e a sinistra del candelabro?". [...] "Questi - soggiunge - sono i due consacrati [=unti] che assistono il dominatore di tutta la terra" (4,14; v. anche 6,9-15). Quest'episodio è sembrato ai biblisti l'antecedente storico dell'attesa dei due Messia. Infatti J.A.Soggin scrive: "Su questa teoria della complementarità dei due poteri, quello civile e quello religioso, si è fondata tutta una speranza in seno al tardo giudaismo, specialmente in seno all'apocalittica: quella in un duplice Messia" (I manoscritti del Mar Morto, Roma 1981, pp.129-130).
Un'ulteriore prova del duplice Messia ci è offerta dai manoscritti di Qumran, che appunto preannunciavano la venuta del Messia di Aronne (religioso) e del Messia di Israele (laico). Nella Regola della comunità (IX,11), un testo che regolava la vita spirituale del centro essenico, si fa un preciso riferimento "alla venuta del profeta e dei Messia di Aronne e di Israele". Il profeta atteso dalla tradizione ebraica come preannunciatore del Messia è, com'è noto, Elia - e ciò risulta anche all'indagine spirituale condotta da R. Steiner, che vide appunto in Giovanni Battista "l'Elia reincarnato", ribadendo così la verità esposta dal Cristo nei Vangeli (Matteo 11,14).
Molte volte certe tradizioni religiose che affiorano sulla
coltre della storia sono l'ultima espressione di una credenza
misterica che si è conservata per secoli in ambienti ristretti.
E' accaduto così per la credenza nei due Messia: nell'antico
giudaismo esisteva una corrente profetica legata a questa credenza,
che per la prima volta si rivelò storicamente al tempo
del ritorno degli Ebrei dall'esilio babilonese con il binomio
Zorobabele-Giosuè; successivamente questa credenza trovò
espressione "teologica" nei manoscritti di Qumran, fortemente
intrisi di letteratura apocalittica. Infine, attraverso la vicenda
dei due bambini Gesù descritti da Matteo e Luca,
si concretizzò nel Cristo.