Associazione Provinciale Farmacisti non Proprietari di Lecce
mercoledì 30 maggio 2001
L'asta era partita da quota 30. La Gehe non potrà licenziare, chiudere
né peggiorare il servizio.
Prato, le farmacie parlano tedesco: Multinazionale acquista (54 miliardi) le 14 comunali.
Preoccupati i piccoli titolari che temono di subire la sorte dei negozianti schiacciati dagli ipermercati.
PRATO. Il farmacista del paese o del rione presto si troverà a fare
i conti con le multinazionali del farmaco che si stanno annettendo a suon
di miliardi le reti di farmacie dismesse dai Comuni. E' già successo a Bologna, Cremona, Lucca e in una decina di piccole città del centro-nord
e da ieri anche Prato si aggiunge allo scacchiere. Le quattrordici
farmacie comunali di Prato sono state comprate dalla Gehe, multinazionale
tedesca del settore (1300 farmacie in tutto il mondo e 40mila miliardi di fatturato), alla considerevole cifra di 54 miliardi. La base d'asta era
di 30 miliardi, il rialzo dell'80 per potrebbe far venire qualche dubbio
se anche gli altri concorrenti della gara non avessero offerto
tantissimo rispetto ai 30 miliardi di partenza. La Alleanza Salute Italia - che già controlla le farmacie di Lucca - si era spinta a 59 miliardi ma la
sua offerta è stata scartata per alcune irregolarità formali.
Alla gara indetta dal Comune hanno partecipato quattro società: la Gehe, la Alleanza Salute Italia, la Comifar e la To Life. Si partiva da una
base d'asta di 30 miliardi. L'offerta economica migliore è risultata
quella della Alleanza Salute Italia, già proprietaria dal 72 per cento
delle ex-farmacie comunali di Lucca: quasi 60 miliardi. Ma la commissione
di gara ha scartato l'offerta perché alcuni dei documenti che la
componevano non erano stati firmati. Un'esclusione che al Comune è costata la
bellezza di 5 miliardi. La seconda offerta economicamente migliore è stata, infatti, quella della
Gehe: 54 miliardi. La commissione di gara non si
è limitata a valutare il prezzo ma è entrata nel dettaglio
dell'offerta, verificando i piani di sviluppo e di mantenimento del livello occupazionale proposti dai vari concorrenti. La Gehe ha
presentato
un programma che prevede per i prossimi cinque anni quasi 4 miliardi di investimenti, a cui si devono aggiungere 2 miliardi 334 milioni per
i servizi e 346 milioni per il personale. «Siamo molto soddisfatti»
ha dichiarato il vicesindaco Antonello Giacomelli. «Resta il rammarico di
non aver potuto realizzare 59 miliardi, ma 54 miliardi sono una bella
somma: sono tutte tasse pagate in meno dai pratesi».
I tedeschi della Gehe non potranno licenziare il personale né
potranno chiudere farmacie o comunque peggiorare il servizio, come dispone il contratto di servizio approvato dal consiglio comunale e che ha
recepito l'accordo tra Comune e sindacati. «Sono garanzie solide» dice Giacomelli che non teme neppure gli effetti del predominio della Gehe sul
mercato nazionale (i tedeschi hanno già rilevato le farmacie comunali di
Bologna con 117 miliardi e Cremona con 50 miliardi e sono in corsa a Pontedera e
Carrara): «Per creare un monopolio ci vuole dell'altro».
Più preoccupati i piccoli farmacisti, che temono di dover subire la
stessa sorte dei commercianti - sbaragliati dagli ipermercati - e si
preparano alla resistenza.
cri.me.