Associazione Provinciale Farmacisti non Proprietari di Lecce

da Punto Effe del 17 maggio 2001 - n. 17


L'odissea senza fine delle farmacie comunali

A SCANDICCI UNA NUOVA PARTITA

 "La costituzione di una società per azioni a maggioranza pubblica apre la strada per la realizzazione di catene di farmacie, che l'Europa contrasta e l'Italia finge di non vedere"

Con il voto favorevole della maggioranza di centrosinistra il Consiglio comunale di Scandicci ha approvato a fine aprile la costituzione della società per azioni a maggioranza pubblica che avrà il compito di gestire le otto farmacie comunali. La delibera stabilisce la partecipazione azionaria del privato nella misura del 49 per cento. Al Comune resta la quota di maggioranza e la possibilità strategica, in futuro, di mettere sul mercato un ulteriore 30 per cento. Contro la decisione si sono espressi i gruppi del Ccd, di An e di Rifondazione Comunista. Il gruppo di Forza Italia si è astenuto.
Il pacchetto più consistente di azioni sarà ceduto tramite gara d'appalto.
Dalle otto farmacie comunali l'amministrazione si attende, con la privatizzazione, un introito vicino ai 10 miliardi, che saranno reinvestiti nel capitale sociale della futura spa. Il fatturato delle farmacie comunali lo scorso anno è stato prossimo ai 18 miliardi.
Mosse successive dell'operazione saranno la nomina di un perito, tramite richiesta inoltrata al Tribunale, la concertazione con le organizzazioni sindacali, la realizzazione di una serie di documenti che servono ad avviare la procedura di privatizzazione. Per lo svolgimento della gara d'appalto sono previsti quattro mesi, mentre nei successivi 15 giorni sarà costituita la società per azioni. L'assetto così predisposto dovrebbe durare per tre anni. Al termine di questo primo periodo, e in base a un'accurata disamina delle risultanze della vicenda, l'amministrazione di Scandicci potrebbe cedere il già citato 30 per cento ulteriore, passando così la gestione per intero in mano ai privati.
Ultimate le formalità che accompagnano la prima fase, sarà reso pubblico un piano  di rilancio per le farmacie di Scandicci, secondo le attese favorito dall'investimento privato. Si prospettano, così almeno si vocifera, grandi cambiamenti verso il nuovo, con strutture più moderne e più complete, ben coordinate fra loro. L'idea, già verificata in altre realtà, è quella di dar vita a presidi sanitari in miniatura, con annessi ambulatori, luoghi insomma dove non si dispenserà solo il farmaco. In base a esperienze in altre località il servizio farmaceutico ha sempre più connotati imprenditoriali: non a caso per la gestione le amministrazioni  preferiscono la formula più agile, quella delle spa, che, che consente di operare con efficienza e rapidità, a fronte delle attuali lungaggini procedurali. L'advisor dell'operazione è la Fidi Toscana, il cui studio ha dato esito positivo: le farmacie possono cambiare faccia e pelle se si consente loro di operare con criteri di economicità ed efficienza.
Gli attuali 27 dipendenti delle otto farmacie saranno "incorporati" alla nuova società, che si vincola sin d'ora a mantenere lo stesso trattamento economico e normativo previsto dai contratti di lavoro vigenti al momento del loro trasferimento, e sino alla loro scadenza, salvo contratti collettivi che originino all'interno della stessa spa per i dipendenti.
Come si può notare, la strada è aperta alle ambizioni di gruppi multinazionali (in particolare quello di matrice tedesca) che nel loro Paese non potrebbero mai ambire a un regime di "catene di farmacie" - vietate in tutta Europa, fatta eccezione per la Gran Bretagna - e sono invece legittimate a farlo in Italia, dove le disposizioni sembrano non essere mai chiare. Tanto che a furia di parlare di "posizione dominante da contrastare" la posizione in questione sarà nei fatti, non più soltanto nelle intenzioni.

Paolo Ferrari

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