IL VASO DI PANDORA

 

di Arrigo Muscio

 

[12]Non provocate la morte con gli errori della vostra vita, non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani,

[13]perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi.

[14]Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza; le creature del mondo sono sane, in esse non c'è veleno di morte, né gli inferi regnano sulla terra,

[15]perché la giustizia è immortale.

[16]Gli empi invocano su di sé la morte con gesti e con parole, ritenendola amica si consumano per essa e con essa concludono alleanza, perché son degni di appartenerle.

Sap. 1,12

 

 

Premessa

La Genesi: atto d’amore

Eva e Maria

Le conseguenze del peccato

Il demonio

Critica alla psicanalisi

L’esistenza del diavolo

I comandamenti

I rimedi

L’incontro con Gesù

La devozione a Maria Santissima

La conversione

L’Eucarestia

La confessione

La preghiera

Il Santo Rosario

I Salmi

Il digiuno

Una preziosa testimonianza

Conclusione

 

 

 

PREMESSA

 

Perché Signore?

Quante volte abbiamo pronunciato questa domanda oppure l’abbiamo sentita pronunciare da altre persone, preti compresi? Come mai Signore succede questo? Come mai esiste il male nel mondo? Dove sei Signore? Perché non ti preoccupi? Le risposte che ne derivano in campo umano tendono, purtroppo, a negare l’esistenza di Dio o ad attribuirgli tutte le colpe del mondo

Questo libro vuole essere una risposta alle domande ricorrenti nel corso dei secoli alla luce della Parola di Dio; l’unica fonte informativa che può fornirci una risposta precisa in merito, soprattutto in quest’epoca paganizzata in cui il Signore è stato allontanato dalla nostra vita personale, familiare e sociale con i risultati che stimolano le domande riportate.

 

LA GENESI: ATTO D’AMORE

 

Se noi leggiamo con attenzione il primo libro della Bibbia  non possiamo disconoscere che la Creazione è stata un atto d’amore di Dio. La collocazione di Adamo e della sua compagna Eva è stata decisa nel giardino delle delizie: il paradiso terrestre. Una natura stupenda ed esente dal deterioramento circondava Adamo ed Eva che vivevano nella più totale felicità al cospetto di Dio. Né malattie né morte né tristezza né affanni affliggevano i due progenitori che potevano godere di una beatitudine incommensurabile. Quindi l’Onnipotente aveva voluto per i nostri progenitori, per tutti gli animali e per il resto della natura una situazione di armonia, di pace, di felicità. Questo è indiscutibile. Che cosa è intervenuto quindi ad alterare tale situazione paradisiaca? Come ben sappiamo il demonio, sotto le spoglie del serpente, tentò alla disubbidienza Eva e, tramite lei, Adamo. Satana, suscitando la disubbidienza alla Parola di Dio, introdusse la morte, le malattie, l’infelicità ecc. “Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; lo fece a immagine della propria natura. Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono” (Sap. 2,23)

Nonostante il peccato di Adamo ed Eva, che spiega le motivazioni del guasto provocato nel disegno d’amore di Dio, il Signore ha voluto donarci il rimedio alla situazione disastrosa in cui il peccato di disubbidienza (un peccato quindi di idolatria) aveva confinato l’umanità “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen. 3,15)

A questo proposito risulta interessante analizzare la differenza tra Eva e Maria, entrambe preservate dal peccato originale, ma con un comportamento differente riguardo alla Parola di Dio. Atteggiamento che risulta fondamentale per capire le ragioni del male del mondo.

 

EVA  E   MARIA

 

[4]Ma il serpente disse alla donna: <<Non morirete affatto!

[5]Anzi, Dio sa  che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come  Dio, conoscendo il bene e il male>>.

[6]Allora la donna vide che l'albero era buono da  mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo  frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne  mangiò.

Gen. 3,4

 

[19]Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

Lc. 2,19

 

Suor Elvira http://www.campo-della-vita.org/italiano/suor%20elvira.htm ha parlato, in occasione del raduno dei giovani a Medjugorje, della differenza tra le due figure emblema della donna: Eva e Maria. Con una stupenda dissertazione ne ha evidenziato le differenze salienti e lo ha fatto con finezza ispirata.

Eva rappresenta la donna che ama il potere, che si lascia sedurre dalla tentazione del medesimo. "Diventerete come  Dio, conoscendo il bene e il male", le suggerisce satana travestito da serpente. Eva abbocca all'amo nascosto nel boccone del potere. Il demonio sa ben mascherare le sue esche come ha recentemente sperimentato, a sue spese, anche un esperto come Mons. Milingo. Eva mangia il frutto proibito della disobbedienza e lo fa mangiare anche ad Adamo, con le conseguenze che tutti conosciamo. Nella figura di Eva si riconoscono molte donne che nel corso della storia hanno preferito piacere al mondo anziché a Dio. Clotilde Bersone, nelle sue memorie[1], racconta il patto diabolico per sedurre: cioè per potere esercitare il potere sugli uomini. E come lei, una lunga schiera di personaggi più o meno importanti hanno perpetuato, anche senza un espresso patto diabolico, la brama del potere, dimenticando l'ammonimento di Gesù "Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni" (Mt. 16,26 seg.).

Naturalmente una donna assetata di potere condiziona anche i rapporti familiari che sacrifica all'idolo  scelto. Per questo dio sarà disposta a soffocare anche le esigenze più intime ed amorevoli. La donna-Eva porta necessariamente delle maschere in funzione delle aspettative degli altri; deve, infatti, rinunciare alla propria intima personalità per essere seducente agli occhi di quel mondo che "giace sotto il potere del maligno" ed incarna la malizia. Vuol essere sempre protagonista, come testimoniò una ragazza ex drogata "figlia" di suor Elvira.

Maria rappresenta invece la semplicità, la trasparenza, la purezza, il servizio a Dio ed  al prossimo (cominciando dai familiari "Se poi qualcuno non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di quelli della sua famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele" - 1 Tm. 5,8) e l'obbedienza ai comandamenti di Dio. Si preoccupa in primo luogo di piacere a Dio. La sua bellezza scaturisce dall'intima unione con Dio. Non ha bisogno di trucchi speciali per mettere in risalto lo splendore "naturale" che le deriva dalla comunione con il Signore "Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando fosse di nuovo entrato a parlare con lui" (Es. 34,35). Non si preoccupa d'essere messa in luce o di essere presente sui palcoscenici del mondo ma, sotto ispirazione dello Spirito Santo, con convinzione afferma "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre" (Lc. 1,46 seg.).

Maria non si lascia sedurre dall'antico avversario, ma medita le Parole del Signore ed è modello della donna biblica che piace a Dio:

"Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore.

In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto.

Essa gli dà  felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita.

Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani.

Ella è simile alle navi di un mercante, fa venire da lontano le provviste.

Si alza quando ancora è notte e prepara il cibo alla sua famiglia e dà  ordini alle sue domestiche.

Pensa ad un campo e lo compra e con il frutto delle sue mani pianta una vigna.

Si cinge con energia i fianchi e spiega la forza delle sue braccia.

E` soddisfatta, perché il suo traffico va bene, neppure di notte si spegne la sua lucerna.

Stende la sua mano alla conocchia e mena il fuso con le dita.

Apre le sue mani al misero, stende la mano al povero.

Non teme la neve per la sua famiglia, perché tutti i suoi di casa hanno doppia veste.

Si fa delle coperte, di lino e di porpora sono le sue vesti.

Suo marito è stimato alle porte della città dove siede con gli anziani del paese.

Confeziona tele di lino e le vende e fornisce cinture al mercante.

Forza e decoro sono il suo vestito e se la ride dell'avvenire.

Apre la bocca con saggezza e sulla sua lingua c'è dottrina di bontà.

Sorveglia l'andamento della casa; il pane che mangia non è frutto di pigrizia.

I suoi figli sorgono a proclamarla beata e suo marito a farne l'elogio:

"Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti, ma tu le hai superate tutte!".

Fallace è la grazia e vana è la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare.

Datele del frutto delle sue mani e le sue stesse opere la lodino alle porte della città" (Pr. 31,10 seg.)

 

Maria Santissima, preceduta da diversi personaggi biblici femminili,  Sue prefigure (Giuditta, Ester ecc.), è anche operativa. Diversamente da quanto molti amano credere e far credere la Madonna non perde occasione per evangelizzare l'umanità e per calpestare la testa del serpente antico. Con i suoi messaggi richiama il mondo alla conversione e alla comunione con Dio. Ribadisce la priorità della Parola di Dio, della preghiera, dei sacramenti, del digiuno ed invita tutti i suoi figli a vivere ed a diffondere i suoi messaggi. Quindi le mamme ed i papà sono stimolati a diffondere tali messaggi all'interno delle proprie famiglie e a non delegare il compito dell'evangelizzazione e della preghiera ad altri (quanti genitori pregano costantemente con i figli e per la salute dell'anima e del corpo dei propri figli?). Tutti i credenti sono invitati, altresì, ad essere testimoni di Cristo, anche in opposizione ad un mondo pagano che lo ha sostituito con gli idoli moderni: in primo luogo la televisione che nelle famiglie ha rimpiazzato la preghiera, il dialogo e la lettura della Parola di Dio ed è diventata spesso l'altoparlante di satana!

La donna ricopre un ruolo fondamentale nella società e, con il suo comportamento, condiziona spesso anche quello maschile. Satana tentò prima Eva e poi, mediante lei, anche Adamo. Non fece l'opposto!

Le figure femminili di Eva e di Maria sono quindi antitetiche. O la donna cerca di somigliare a Maria oppure somiglierà ad Eva con conseguenze personali, familiari e sociali diametralmente opposte. Eva tradirà, Maria sarà fedele! Suor Elvira ha giustamente affermato: "Se molte ragazze si fossero mantenute salde nelle loro convinzioni ed avessero agito di conseguenza, molti giovani non si sarebbero drogati!". Se Eva avesse obbedito a Dio, anche Adamo non sarebbe caduto, "influenzato" da Eva.

 

Il libro della Genesi ci avverte sulle catastrofiche conseguenze del peccato che verranno ribadite in altri passi della Scrittura.

 

 

LE CONSEGUENZE DEL PECCATO

 

 

 

 

[17]All'uomo disse: <<Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato  dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita.

Gen. 3,17

 

[4]Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.

[5]Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano,

[6]ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.

Es. 20,4

 

[29]Perché quanti commetteranno qualcuna di queste pratiche abominevoli saranno eliminati dal loro popolo.

[30]Osserverete dunque i miei ordini e non imiterete nessuno di quei costumi abominevoli che sono stati praticati prima di voi, né vi contaminerete con essi. Io sono il Signore, il Dio vostro.

Lv. 18,29

 

[1]In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici.

[2]Prendendo la parola, Gesù rispose: <<Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?

[3]No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.

[4]O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?

[5]No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo>>.

Lc. 13,1

 

[13]Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo.

[14]Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: <<Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio>>.

Gv. 5,13

 

[3]Orbene, io, assente col corpo ma presente con lo spirito, ho già giudicato come se fossi presente colui che ha compiuto tale azione:

[4]nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati insieme voi e il mio spirito, con il potere del Signore nostro Gesù,

[5]questo individuo sia dato in balìa di satana per la rovina della sua carne, affinchè il suo spirito possa ottenere la salvezza nel giorno del Signore.

1 Cor. 5,3

 

Numerosissimi passi della Sacra Scrittura illustrano la gravità del peccato, origine della caduta dell'uomo con tutto quanto ne è conseguito.

Nella nostra epoca molti conoscono le scienze umane ma trascurano gli eterni insegnamenti biblici e non parlano più delle conseguenze del peccato che si manifestano nei mali che colpiscono l'umanità. Non solo, ma osservano con astio o senso di ripugnanza coloro che mettono in guardia il prossimo da tali pericoli.

Il peccato è causa prima dei mali psico-fisici che colpiscono le persone e che provocano sofferenze. Non mi riferisco ovviamente a quanti si trovano nella prova (es. Giobbe) o hanno chiesto al Signore di partecipare alle sue sofferenze per la redenzione dell'umanità (es. padre Pio), in quanto costoro sono collocati in una condizione particolare. Gesù stesso ha messo in guardia gli apostoli dalla facile equazione sofferenze = peccato personale o dei genitori, usata erroneamente al tempo di Gesù "Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: - Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco? -. Rispose Gesù: - Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio" (Gv. 9,1 seg.). Però il Signore ha  confermato le conseguenze generali del peccato "Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: - Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio" (Gv. 5,13). Concetto avvalorato dallo Spirito Santo "Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. E` per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati" (1 Cor. 11,27 seg.). Anche la Regina dei profeti, mediante il messaggio di Fatima, preavvisò l'umanità dei castighi futuri in caso di mancata adesione ai suoi appelli di conversione.

Il riferimento alle conseguenze dei peccati va fatto nei confronti di quanti li commettono disobbedendo alla legge divina, che ha un valore oggettivo ed eterno.

Questo concetto è basilare per comprendere le cause dei problemi che attanagliano molte persone. Solo rendendosi conto di ciò è possibile porre in atto i rimedi indispensabili per risolvere le cause. Satana, colui che ha introdotto la morte nel mondo "Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono" (Sap. 2,24), tenta continuamente l'uomo alla disobbedienza delle leggi divine ben sapendo che ciò comporta sofferenze per quanti lo ascoltano. Ed ecco che l'ateismo, gli aborti, gli adulteri, la lussuria, le perversioni, gli omicidi, le violenze, l'occultismo, l'omosessualità, la pedofilia ecc. divengono causa di problemi psicologici e fisici..

Poichè però il Signore ama profondamente l'umanità non cessa di inviarci avvisi dal cielo mediante Maria Santissima che ci rammenta l'importanza della conversione per recuperare l'amicizia di Dio, fonte di ogni bene, di ogni liberazione e di ogni guarigione. La consapevolezza del peccato, come causa primaria dei mali che ci circondano, non dev'essere una constatazione di ineluttabilità, ma un dono dello Spirito Santo per conoscerne le cause ed approntare i rimedi necessari (preghiera, lettura della Parola di Dio e Sacramenti) per cancellare anche le colpe commesse dai genitori "Non imputare a noi le colpe dei nostri padri, presto ci venga incontro la tua misericordia, poiché siamo troppo infelici." (Sal. 79,8).

Di conseguenza il sacramento della confessione è un dono di Dio anche come utile strumento di guarigione interiore e fisica, indispensabile per proseguire il cammino di santità "Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie" (Sal. 103,3). La Madonna a Medjugorje ha infatti raccomandato almeno la confessione mensile.

Purtroppo le teorie moderne, che non solo omettono la predicazione biblica ma rigettano come inconcepibile la correlazione peccato=conseguenze morali e fisiche, contribuiscono volenti o nolenti a condurre le persone dagli psicanalisti e dagli occultisti.

Solo la consapevolezza del peccato e dei suoi effetti deleteri "Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio" (Sal. 51,6) - "Per il tuo sdegno non c'è in me nulla di sano, nulla è intatto nelle mie ossa per i miei peccati. Le mie iniquità hanno superato il mio capo, come carico pesante mi hanno oppresso. Putride e fetide sono le mie piaghe a causa della mia stoltezza. Sono curvo e accasciato, triste mi aggiro tutto il giorno. Sono torturati i miei fianchi, in me non c'è nulla di sano" (Sal. 38,4 seg.) permette al salmista, ispirato dallo Spirito Santo, di affermare come insegnamento per tutti noi "Ed egli, pietoso, perdonava la colpa, li perdonava invece di distruggerli. Molte volte placò la sua ira e trattenne il suo furore, ricordando che essi sono carne, un soffio che va e non ritorna" (Sal. 78,38) - "Hai perdonato l'iniquità del tuo popolo, hai cancellato tutti i suoi peccati. Hai deposto tutto il tuo sdegno e messo fine alla tua grande ira. Rialzaci, Dio nostra salvezza, e placa il tuo sdegno verso di noi (Sal. 85,3 seg.).

Come profetizzato dal profeta Isaia "Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà  salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti" (53,5),  Gesù è venuto per guarire le malattie e liberare dal diavolo quanti, con fede sincera, glielo chiedono (soprattutto mediante l'intercessione di Maria Santissima e dei santi), ma desidera prioritariamente che noi riconosciamo i nostri peccati e gli chiediamo di distruggerli ed è per questo che ha istituito il sacramento della confessione: immenso dono della Sua infinita misericordia.

 

 

IL DEMONIO

 

Nella Genesi il Signore ci ha rivelato la presenza del demonio. Il nemico dell’umanità: l’omicida fin dall’inizio.

Negare l’esistenza di questo angelo decaduto impedisce la comprensione del male del mondo e, di conseguenza, diventa impossibile comprendere per quali ragioni il male perdura anche ai nostri giorni. Satana, infatti, tenta costantemente tutto il genere umano come fece con Adamo ed Eva. Purtroppo anche tra i cristiani e tra molti preti l’idea dell’esistenza del diavolo si è affievolita a tutto vantaggio di scienze umane incapaci di spiegare l’origine del male. Una di queste cosiddette scienze è stata la psicanalisi che ha minato la certezza dell’esistenza del diavolo. Prima di parlare del principe di questo mondo conviene riportare qualche considerazione riguardo alla psicanalisi

 

CRITICA ALLA PSICANALISI

 

 

 

Mi considero uno dei più pericolosi nemici della religione, ma essi non sembrano neppure sospettarlo.

 

I nazisti non li temo. Il nemico è la religione, la Chiesa Cattolica.

 

Il mio atteggiamento nei confronti di qualsiasi religione è di critica negativa.

 

Freud

 

“…Del resto si consideri l’atteggiamento che Freud riservò ai suoi continuatori: egli disprezzò i suoi allievi (che Jung giudicava un’accoz­zaglia di decadenti e di mediocri), qualificò Adler e Jung dopo averli tanto esageratamente stimati come pazzi odiosissimi, riconobbe che anche altri collaboratori, e tra i principali, erano proprio pazzi: il suo amico Weiss s’impiccò al ritorno dalla luna di miele; Otto Gross, tanto stimato, divenne assassino e morì suicida; Frink, tenuto in altissima considerazione, impazzì dopo il disastroso matrimonio caldeggiato dal­lo stesso Freud; Tausk, ritenuto tanto geniale, morì suicida sconvolto da una pazzia sconcertante, come diremo; una sorte analoga toccò a Federn (il maestro del triestino Edoardo Weiss, primo psicoanalista ita­liano); Rank stesso, il devotissjmo segretario di Freud, non poté sfuggi­re al suicidio, esito d’una pericolosa pazzia che lo devastò per vari anni; pazzo mori anche Reich; Stekel, cui erano state affidate alte re­sponsabilità nella promozione del movimento psicoanalitico, si meritò da Freud la definizione di “alienato morale”; Ferenczi, personaggio an­cor più autorevole, morì completamente pazzo... (Tacciamo di altri col­laboratori meno noti)….”

Dal libro “Critica alla psicanalisi” di Ennio Innocenti

 

 

Uno dei principali nemici della religione, come affermato da lui stesso, è stato il massone Freud. Mediante la creazione della psicanalisi che, secondo l'ottimo libro di don Ennio Innocenti "Critica alla psicanalisi", ha introdotto la perniciosa teoria che tutto, o quasi, debba riferirsi alla libido e all'attività sessuale. Secondo il volume in oggetto Freud era massone, cocainomane, omosessuale e con qualche problema psichico mentre alcuni discepoli sono morti suicidi.

Le teorie psicanalitiche che, secondo diversi autori, non sono scientifiche ma filosofiche in quanto, diversamente da quanto previsto dal metodo galileiano (base della moderna scienza), poggiano essenzialmente su ipotesi (infatti chi è in grado di dimostrare scientificamente l'esistenza del subcosciente, del super io dell'Es ecc.?) hanno minato il senso di colpa ed il libero arbitrio.

 

“…S’ingannerebbe e ingannerebbe gli altri se, per cancellare il sentimento di colpa, pretendesse che la colpa stessa non esistesse più ». Al contrario, insisteva Pio XII, è con la contrizione e l’assoluzione sacramentale che si estirpa la colpa. Pur­troppo, aggiungeva, « non è raro ai nostri giorni che in certi casi pa­tologici il sacerdote rimandi il suo penitente dal medico; in questo ca­so dovrebbe essere piuttosto il medico a indirizzare il suo cliente a Dio e a quelli che hanno il potere di rimettere la colpa stessa in nome di Dio ». Il Papa non mancava di negare recisamente che la psicote­rapia possa rimaner neutrale rispetto al peccato materiale. «Ancor meno la psicoterapia può dare all’ammalato il consiglio di commettere tranquillamente un peccato materiale, perché egli lo commetterà senza colpa soggettiva; questo consiglio sarebbe erroneo anche se una simile azione dovesse sembrare necessaria per la distensione psichica dell’am­malato e, perciò, per la finalità della cura ».

Nel 1954 Pio XII emanava una importante enciclica (Sacra Virgi­nitas) e ne coglieva occasione per ribadirvi la sua condanna: ((Prima di tutto e senza alcun dubbio volgono le spalle al senso comune, che la Chiesa sempre ebbe in onore, coloro che considerano l’istinto sessua­le come la più importante e maggiore inclinazione dell’organismo uma­no e ne concludono che l’uomo non può contenere per tutta la vita un tale istinto, senza grave pericolo di perturbare il suo organismo, sopra tutto i nervi, e di nuocere quindi all’equilibrio della persona­lità”.

Tuttavia, poiché l’influsso del freudismo non diminuiva all’inter­no della Chiesa e i suoi criteri venivano assunti perfino da moralisti cattolici, Pio XII sottoscrisse la condanna di Hesnard, del quale fece inserire vari libri all’Indice, e nel 1956 dispose che L’Osservatore Ro­mano ne spiegasse i motivi in un articolo intitolato Psicoanalisi e mitomorale (23-24) gennaio 1956)” (opera citata, pag. 154).

 

“Il medico (non il filosofo, non il teologo) Freud, paradossalmente, ignora che, per intraprendere Io studio dei fenomeni patologici della «psiche », avrebbe dovuto dimostrare l’anatomia, la fisiologia, ecc. del­la cosiddetta « psiche » normale, al fine di riconoscerne e curarne la malattia.

Invece, egli non si domanda che cos’è, scientificamente e sperimen­talmente, la « psiche »: materia? cervello? « Spirito »? E se « spirito »:

che cos’è lo « spirito »? Quali le sue relazioni col corpo? Ecc.

Il “grande” Jung scriveva: « Noi non sappiamo che cos’è la psiche, più di quanto sappiamo che cosa sia la vita. Si tratta di misteri che sì compenetrano a vicenda e ci lasciano nell’assoluta incertezza sulla que­stione di fino a che punto io sono il mondo e fino a che punto il mon­do è me ».

In conseguenza, il medico Freud, non conoscendo la psiche — da un punto di vista medico — non conosce l’uomo.

Su questa fondamentale ignoranza, Freud imposta la costruzione della sua «psicoanalisi», che pretende curare la malattia unica e pro­pria dell’uomo, la malattia della psiche.

Eppure, sulla scia di Janet, Freud sembrava avvalorare il potere autonomo della cosiddetta « psiche », ad es., nello scatenare la sinto­matologia delle psiconevrosi.

Solo per questa ignoranza scientifica della psiche e dell’uomo, Freud poteva mettere l’istinto e l’inconscio alla base della vita dell’uo­mo, creando, come vedremo, il falso dell’uomo.

Pertanto, siamo costretti a mettere a fuoco l’ignoranza scientifica di Freud.

Ma, sia ben chiaro: l’ignoranza è il male primo e più diffuso del­l’uomo. E noi ci riconosciamo altamente e culturalmente ignoranti, cer­to, più di Freud. Tuttavia, per doverosa affermazione di coscienza, per me e per tutti, è impossibile accettare l’ignoranza come sapienza.

Dunque, non siamo noi a sfidare Freud e i Freudiani di tutte le sette: è l’uomo, con la sua natura materiale e spirituale, a sfidare Freud…”

Prof. Giuseppe Vattuone – neuropsichiatria, dal libro “la Critica della psicanalisi”, pag. 183

 

Degne di profonda riflessione sono le seguenti considerazioni:

”Lei non fa mistero del fatto che bacia le sue pazienti e si lascia baciare », contesta Freud ad uno dei « santi fondatori » della psicoa­nalisi. Non sappiamo quale sarebbe oggi il suo commento imbattendosi in annunci economici dove si offrono — a pagamento assai profuma­to, s’intende — cure «psicoanalitiche » a base di trattamento erotico fra paziente (uomo o donna) e analista. Comunque è questo un fatto che solleva delicati problemi politici, come da noi ben mise in chiaro il laido caso del Braibanti, emerito plagiatore che, con maliziosa tera­pia, riusciva a soggiogare le coscienze delle sue vittime sulle quali tra­sferiva la propria bancarotta sessuale, psicologica, mentale e morale. Non è più solo Ugo Spirito a denunciare pubblicamente che non pochi giovani sono stati indotti al suicidio dal trattamento psicoanalitco. E’ Cesare Musatti che, in una intervista punto sospetta, afferma: « Certi psicoanalisti sono un pericolo pubblico.., certi pazienti si ammazzano durante la cura ».

A questo punto è la stessa professione psicoanalitica a porsi come problema per il politico. La valutazione di tale problema si fa ancora più urgente, secondo il nostro punto di vista, in considerazione del­l’attuale imperversare del demonismo, cui certi cultori del freudismo sembrano offrire temerari servigi. E’ stato fatto notare che, proprio in coincidenza con il successo dell’Enciclopedia Illuministica, la ristampa dei manuali magici conob­be un vero boom editoriale.Nel secolo seguente proprio in coincidenza con l’affermarsi del po­sitivismo, proliferarono dappertutto lo spiritismo e il teosofismo (mascherature aggiornate della mentalità magica): il successo dei conferen­zieri materialisti cedeva a quelli dei più celebri medium.. Fu in questo periodo che comparve la psicoanalisi.

Nel nostro secolo il trionfo del neopositivismo va di pari passo con una sorprendente resurrezione della magia, della astrologia e di varie forme di occultismo; in questo quadro si colloca anche la cre­scente inflazione psicoanalitica. E essenziale alla psicoanalisi la soprav­valutazione dell’elemento demoniaco, sotterraneo ed oscuro della psi­che (ossia l’Id). Non è tanto l’indicazione freudiana di « chiavi », che pur sembrano propriamente magiche, per interpretare i sogni a sugge­rirci questi accostamenti, quanto piuttosto il sospetto che anche in noi suscita l’insegna apposta su uno degli scritti freudiani sui sogni:

Flectere si nequeo superos - Acheronta Movebo: se non posso piegare i cieli, smuoverò le forze dell’inferno.

Il presidente dell’associazione più importante della psicoanalisi ita­liana, Emilio Servadio, è un emerito cultore di scienze occulte, che egli imparenta apertamente alla psicoanalisi, scienze che ambiscono giungere proprio là dove la magia (e non la bianca) ha sempre mirato, ossia a risolvere l’enigma dei rapporti fra spirito e materia (magari fo­tografando il pensiero!), a mettere in evidenza la possibilità di una azione diretta (in nostro possesso!) dell’intenzione e della .volontà sulla materia inerte, ad annullare la distinzione fra passato e futuro (ma­gari con l’appello alla metempsicosi) e a cancellare l’irripetibilità del­la persona (con la sua responsabilità individuale!). Illusioni? Ma se è proprio  Servadio a parlare di “realtà della magia” e di colleghi stregoni! Questo, a nostro avviso, ci invita a formulare la seguente do­manda: non sarebbe per caso la psicoanalisi una facilitazione per il pervertimento del sacro, una sollecitazione demoniaca?

Ecco una questione veramente interessante per il politico. Forse egli non resterebbe indifferente se si introducessero in Italia certi riti magici dell’Africa o dell’Asia o dell’Oceania (e che nemmeno qui è opportuno descrivere); sarà forse inerte di fronte alle insinuazioni ma­giche e demoniache della psicoanalisi? Moravia ha ammesso: « Quando Freud parla dell’Es, probabilmente allude ad una forza istintiva in cui c’è tutto, forse anche Belzebub ».

Certo è che la psicoanalisi dissolve il peccato, dà diritto di citta­dinanza alla colpa, manifesta il gusto di avvilire ciò che gli eroi, i mar­tiri e i santi hanno testimoniato come alto e spirituale. Ora se questo non è demoniaco, che cosa sarebbe mai il demonio?

Quando la professione psicoanalitica serve da copertura ad una nozione che disgrega la personalità, diventa essa stessa un problema pol­itico di urgente definizione. Ma non pochi pensano che la partitocrazia ormai diventata cinica complice dell’opera di avvilimento spirituale :ei popoli.

Per questo il sistema immunitario della società politica non reagi­~e a dovere contro l’aggressione del virus psicoanalitico.

(opera citata, pag. 116/117)

 

 Quanti preferiscono il sofà dello psicanalista al confessionale rimuovono il senso di colpa (e la fede!), ma non ottengono la remissione dei peccati. Non solo, ma le teorie psicanalitiche hanno ridotto il principio del libero arbitrio previsto dalla Parola eterna di Dio “Onestamente il Musatti riconosce che nella psicoanalisi della libertà rimane ben poco e tale da scarsamente accontentare giuristi, moralisti e teologi che di una libertà hanno bisogno per fondare razionalmente il concetto di responsabilità” (Opera citata pag. 135). Di conseguenza sia in campo cristiano sia in campo giudiziario la responsabilità oggettiva ha subito una pericolosa riduzione. Gli episodi di cronaca nera sempre più virulenti che hanno per protagonisti anche molti giovani "incapaci d'intendere e di volere" (solo nel momento dell'azione criminosa!) che sfociano in sentenze assolutorie o soft hanno per padre le teorie psicanalitiche riduttive della responsabilità individuale. Ecco spiegata la frase dello stesso Freud “Mi considero uno dei più pericolosi nemici della religione, ma essi non sembrano neppure sospettarlo”  Le sue teorie hanno supportato la liberalizzazione sessuale spiegando che la compressione dei desideri (anche di quelli illeciti) procura nevrosi. Le sue teorie hanno insidiato e stanno insidiando gli eterni insegnamenti della Parola di Dio,  garantendo indirettamente l'impunità a molti delinquenti che trovano nelle teorie psicanalitiche attenuazione e comprensione psicologica del loro operato. Per capirci, qualcuno ha coniato la battuta che se una persona ha commesso qualche azione riprovevole nella sua vita è perché nella sua infanzia molto probabilmente ha visto il padre in mutande o sul water!

Per una miglior comprensione del problema rimandiamo alla lettura dell'ottimo libro di don Ennio Innocenti "Critica alla psicanalisi"  che riporta anche il parere dei papi in merito ai pericoli della psicanalisi. Il volume può essere richiesto direttamente all'autore (Don Ennio Innocenti- Via Capitan Bavastro N. 136 -  Roma).

Del resto si sa, certi libri scomodi non compaiono di certo nelle vetrine del mondo che mostrano quanto invece piace al “principe di questo mondo”!

Dal libro di Giuseppe Cosco “Il serpente e l’arcobaleno”, Edizioni Segno di Udine:

<<Tra i padri spirituali del New Age si può annoverare anche lo psicologo Carl Gustav Jung. Scrive lo psicoanalista Aldo Carotenuto, il maggior studioso a livello mondiale del pensiero junghiano, che: “I motivi che legano Jung al New Age sono numerosi e degni di essere presi in seria considerazione. La nostra ipotesi è che l’influenza del pensiero psicologico di Jung su questo movimento sia tale da aver improntato di sé molti e non secondari versanti di esso” (Aldo Carotenuto, Jung e la cultura del XX secolo, Bompiani, Milano 1995, pag. 221.).

Carotenuto sottolinea che: “...una stretta relazione tra Jung e il movimento della New Age è da ravvedersi nel fatto che lo psicologo svizzero ha in qualche modo profetizzato l’avvento della New Age...” (Ibid., pag. 226), infatti “nel seminario sull’analisi dei sogni tenuto nel periodo 1928-1930, Jung si riferisce in modi inequivocabili alla successione delle età e all’Acquario (Jung 1928-1930, 405 sgg.) e, in modo particolare, nella seduta seminariale del 21 maggio 1930, fa riferimento specifico all’entrata dell’Acquario come all’avvento della nuova età...” (Ibid., pag. 227).

Nel marasma acquariano si pratica, pure, un altro tipo di magia nera più subdola e pericolosa perché si nasconde dietro una valenza culturale, filosofica e psicologica. E’ la magia degli stregoni del subcosciente, che pretendono di sondare gli abissi ascosi dell’inconscio collettivo, per risvegliare simboli e archetipi, dietro i quali si nascondono gli antichi e feroci dèi. E che di magia nera si tratti non vi è alcun dubbio.

Lo stesso Crowley annota: “In un voluminoso commento al Libro della Legge... <<Dobbiamo ringraziare Freud - e specialmente Jung -  per aver esposto questa parte della dottrina magica così pienamente... >> (Kenneth Grant, Il risveglio della magia, Astrolabio, Roma 1973, pag. 67)”.

Ed eccoci ancora a C.G. Jung, considerato profeta ed esponente del New Age, nonché, uno dei padri del moderno satanismo. Egli “dopo aver discusso il significato della Trinità in termini di archetipi... ne propone un’interpretazione <<ricostruttiva>>  che di fatto passa da una teologia trinitaria a una <<quaternitaria>>. Un sistema completo di archetipi deve comprendere, infatti, quattro <<attori>>: il Padre (l’unità), i suoi due Figli (Cristo e il diavolo: il conflitto) e lo Spirito Santo (la riconciliazione o l’unità restaurata).

Il suggerimento di Jung è che Cristo e il demonio sono emanazioni ugualmente potenti ma opposte del Padre, e che Satana deve essere inserito come quarta figura nella Divinità (trasformandola, appunto, da Trinità in Quaternità). Questa ricostruzione della Trinità ha anche una funzione terapeutica, all’interno dell’intero sistema junghiano che vuole portare alla luce l’<<ombra>>, l’aspetto <<oscuro>> (rappresentato appunto dal demonio) la cui cacciata nell’inconscio è stata responsabile di problemi di ogni genere (Cfr. Carl Gustav Jung, Psicologia e religione, tr. it., 4° ed., Edizioni di Comunità, Milano 1977, pagg. .88-111. Cfr. pure James Hillman, Il demoniaco come eredità di Jung, in Presenza ed eredità culturale di C. G. Jung, Cortina, Milano 1987, pagg. 93-102.). Idee di questo genere percorrono appunto il moderno satanismo manicheo...” (Massimo Introvigne, Il cappello del mago, SugarCo, Milano 1990, pag. 411).

E’ incredibile, la psicologia analitica di Jung, come condizione per il superamento della nevrosi, chiede l’integrazione del divino con l’ ombra (il demonio).

Osserva giustamente Maurizio Blondet che “Il sogno gnostico di ricostruire il pleroma originario, di integrare Apollo a Dionisio - il divino con la sua umbra, la sua parte maledetta per tornare nell’indistinzione-dissoluzione arcaica o fetale al <<di qua del bene e del male>> -, fu questo il vangelo di Jung” (Maurizio Blondet, Gli <<Adelphi>> della dissoluzione. Strategie culturali del potere iniziatico, Edizioni Ares, Milano 1994, pag. 161).

In “Psicologia e religione” Jung afferma chiaramente: “Giunti a una nevrosi abbiamo da fare, invariabilmente, con un’ombra considerevolmente intensificata. E per guarire è necessario cercare in che modo la personalità cosciente e l’ombra (Satana, ndA) possano convivere. Questo è un problema serio per tutti quelli che o si trovano essi stessi in tali condizioni, oppure debbono aiutare degli ammalati a vivere normalmente. (...) La riconciliazione di questi opposti è un problema di altissima importanza...” (Carl Gustav Jung, Psicologia e religione, tr. it., 4° ed., Edizioni di Comunità, Milano 1977, pag. 108).

La sua è una psicologia gnostico-satanica. In sostanza, Jung asserisce che la fine del Cristianesimo sarà terapeutica. Egli, infatti, afferma: “oggi, rimossi dalla civiltà occidentale monoteista, <<gli dèi sono diventati malattie>>, agiscono nell’inconscio come disturbi psichici” (Maurizio Blondet, Gli <<Adelphi>>..., cit., vedi nota 4, pag. 133).

Jung predica che “il bene e il male sono principia. <<Principio>> viene da prius, quel che era <<prima>>, quel che è <<all’origine>>. L’ultimissimo principio pensabile è Dio. I principia, riportati alla loro origine, sono aspetti di Dio. Il bene e il male sono principia del nostro giudizio etico, ma riportati all’ultima radice ontica sono <<inizi>>, aspetti di Dio, nomi di Dio” (Carl Gustav Jung, Bene e male nella psicologia analitica, Bollati Boringhieri, Torino 1993, pag. 22.).

Leggete ancora quanto egli scrive di Cristo e di Satana: “Questa coppia di opposti Cristo-Diavolo è originariamente contenuta nel creatore, e opera, come dice Clemente Romano, come sua mano destra e sua mano sinistra. Dal punto di vista psicologico, l’esperienza di Dio creatore rappresenta la percezione di un impulso strapotente che proviene dall’inconscio. Non sappiamo se questa efficacia strapotente debba essere chiamata buona o cattiva, sebbene non possiamo fare a meno di accoglierla o di maledirla, di darle un nome buono o cattivo... Così Yahwèh contiene entrambi gli aspetti...” (Ibid., pag. 38.).

Lo stesso, più avanti, nel libro citato, non fa mistero della sua avversione al Cristianesimo e scrive: “Non m’aspetto da nessun cristiano credente che continui a seguire il corso di questi miei pensieri, che forse gli sembreranno assurdi. Io non mi rivolgo, infatti, ai <<beati possidentes>> della fede ma a quella moltitudine per cui la luce è spenta, il mistero sommerso, e Dio è morto” (Carl Gustav Jung, Psicologia e religione, cit., pag. 125)>>.

 

L'ESISTENZA DEL DIAVOLO

 

[1]Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio.  Egli disse alla donna: "E` vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di  nessun albero del giardino?".

[2]Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi  del giardino noi possiamo mangiare,

[3]ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al  giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti  morirete".

[4]Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto!

[5]Anzi, Dio sa  che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come  Dio, conoscendo il bene e il male".

Gen. 3,1 seg.

 

[7]Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli,

[8]ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo.

[9]Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.

Ap. 12,7 seg.

 

"[12]Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli?

[13]Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote del settentrione.

[14]Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all'Altissimo.

[15]E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell'abisso!"

Is. 14,12 seg.

 

 

[28]E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna.

Mt. 10,28

 

L'esistenza del diavolo è rivelata più volte nella Sacra Scrittura in quanto indispensabile per comprendere il mistero della redenzione salvifica di Cristo. L'intervento del sacrificio del Signore si è reso necessario per la cacciata di Adamo ed Eva che, disubbidendo a Dio, hanno ascoltato l'antico seduttore. L'esistenza del diavolo è altresì essenziale per comprendere il male nel mondo, opera del maligno che, ormai cronico ingannatore, conduce alla rovina gli uomini che lo ascoltano. Purtroppo in questo secolo, a causa dell'espansione del comunismo (che la Madonna ha profetizzato a Fatima come castigo di Dio causato dai peccati dell'umanità), si è diffusa la teoria (propagata, secondo certa documentazione riportata nel mio libro "Luce e tenebre", dal massone e satanista Carlo Marx) dell'inesistenza di Dio (materialismo dialettico) e del diavolo.

 

- Non è vero che il diavolo sia un'invenzione della religione cristiana. Tutte le religioni contemplano, oltre al Paradiso (luogo di beatitudine eterna), anche l'inferno (luogo di tormenti eterni). A me interessa comunque trattare del diavolo in senso biblico dato che, come ci insegna Gesù : "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Mt. 4,4). E lo Spirito Santo  (2 Tm 3,16 seg.) dice: "Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio ed utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona".

Dalla Bibbia dunque impariamo che Dio creò gli angeli liberi e buoni; sennonché "Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele ed i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli" (Ap. 12,7).

Questa ribellione fu causata da Lucifero:

[12]"Figlio dell'uomo, intona un lamento sul principe di Tiro e digli: Così dice il Signore Dio: Tu eri un modello di perfezione, pieno di sapienza, perfetto in bellezza;

[13]in Eden, giardino di Dio, tu eri coperto d'ogni pietra preziosa: rubini, topazi, diamanti, crisòliti, ònici e diaspri, zaffìri, carbonchi e smeraldi; e d'oro era il lavoro dei tuoi castoni e delle tue legature, preparato nel giorno in cui fosti creato.

[14]Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa; io ti posi sul monte santo di Dio e camminavi in mezzo a pietre di fuoco.

[15]Perfetto tu eri nella tua condotta, da quando sei stato creato, finché fu trovata in te l'iniquità.

[16]Crescendo i tuoi commerci ti sei riempito di violenza e di peccati; io ti ho scacciato dal monte di Dio e ti ho fatto perire, cherubino protettore, in mezzo alle pietre di fuoco.

[17]Il tuo cuore si era inorgoglito per la tua bellezza, la tua saggezza si era corrotta a causa del tuo splendore: ti ho gettato a terra e ti ho posto davanti ai re che ti vedano.

[18]Con la gravità dei tuoi delitti, con la disonestà del tuo commercio hai profanato i tuoi santuari; perciò in mezzo a te ho fatto sprigionare un fuoco per divorarti. Ti ho ridotto in cenere sulla terra sotto gli occhi di quanti ti guardano.

[19]Quanti fra i popoli ti hanno conosciuto sono rimasti attoniti per te, sei divenuto oggetto di terrore, finito per sempre".

Ez. 28,12 seg.

 

Ed a questo proposito "Così dice il Signore Dio. Quando scese negli inferi io feci far lutto: coprii per lui l'abisso, arrestai i suoi fiumi e le grandi acque si fermarono; per lui feci vestire il Libano a lutto e tutti gli alberi del campo si seccarono per lui" (Ez. 31,15 seg.). Bisogna provare, durante l'esorcismo, a leggere questi brani biblici agli angeli decaduti presenti nella persona indemoniata! Che reazioni! Che lezioni di teologia si ricavano!

Durante un esorcismo ricordo Lucifero, che possedeva fin dalla nascita una donna di circa quarant'anni, rimbeccare il sacerdote che gli leggeva il passo appena citato: "Non è vero! Non volevo adorarlo!". Al che, trovandomi presente, gli obiettai (citando Is. 14,12 seg.): "Per forza! Volevi che fosse Lui ad adorare te!". Subito il demonio tacque in quanto, come ci ha insegnato Gesù nelle tentazioni del deserto, quando si risponde a satana citando frasi bibliche con fede, ed ovviamente a proposito, il diavolo immediatamente zittisce; dato che nulla può contro la Parola di Dio "Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola…" (Mt. 8,16).

Qualche teologo ritiene che il demonio si ribellò al piano di redenzione (Dio che si sarebbe fatto uomo in Gesù), presentatogli "in anteprima", in quanto non voleva adorare un "uomo". Tale teoria[2][2] è, secondo il mio modesto parere, errata in quanto:

a)      in pieno contrasto con i punti biblici sopraccitati;

b)      il piano di "redenzione" è stato  ideato proprio per salvare l'uomo che aveva peccato disobbedendo a Dio ed ascoltando il demonio "Gen. 3,1 seg.) e quindi non si comprende la logica di presentare "in anteprima" un piano di salvezza e di redenzione ad angeli che erano già demoni;

c)        contraddice la Parola di Dio: "Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria"  (1 Cor. 2,6 seg.) - (Da "Luce e tenebre", pag. 13 seg.)

Per quanto concerne l’attività del diavolo rimando gli interessati ai miei libri “Trattato di demonologia”, “Luce e tenebre” e “Storie di esorcismi – la fossa del leone”.

 

L’amore misericordioso di Dio che, nonostante i peccati dell’umanità, continua ad amarci ha fissato dei comandamenti affinché la loro osservanza generi amore verso di Lui, datore della vita, e del prossimo. Purtroppo queste semplici regole d’amore verso Dio ed il prossimo vengono costantemente disattese fomentando problemi nelle famiglie e nell’intera società.

 

I COMANDAMENTI

 

[16]Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: <<Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?>>.

[17]Egli rispose: <<Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti>>.

Mt. 19,16

 

[19]La circoncisione non conta nulla, e la non circoncisione non conta nulla; conta invece l'osservanza dei comandamenti di Dio.

1 Cor. 7,19

 

[9]Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso.

[10]L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore.

Rm. 13,9

 

Il prof. Pierluigi Zampetti, docente di Storia delle dottrine dello Stato e autore di varie pubblicazioni, ha affermato che i comandamenti possono essere considerati anche delle "regole sociali". Quindi, dico io, non vi è alcuna necessità di "inventare" i valori "condivisi" (purtroppo anche qualche alto prelato si è dimenticato che esistono i comandamenti e si affanna a ricercare i "valori comuni").

Queste regole sociali essenziali per raggiungere la vita eterna (Mt. 19,16) hanno anche una grandissima importanza per la pacifica convivenza umana. Ma poiché il diavolo conosce assai bene l'importanza dei comandamenti, fa di tutto per spingere l'umanità a trasgredirli e pare che, in questa nostra epoca neopagana, vi sia riuscito grazie anche ai deficit di catechesi in campo cattolico, al notevole aiuto ottenuto da molti mass media, al timore di non essere à la page di molti fedeli, alla connivenza degli angeli neri e soprattutto alla carenza generalizzata della preghiera, considerata un opzional anche da molti catechisti e preti moderni.

Ritengo quindi interessante esaminare i guasti provocati da satana al riguardo.

 

[6]Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile.

[7]Non avere altri dei di fronte a me.

[8]Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.

[9]Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano,

[10]ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti.

[11]Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio perché il Signore non ritiene innocente chi pronuncia il suo nome invano.

[12]Osserva il giorno di sabato per santificarlo, come il Signore Dio tuo ti ha comandato.

[13]Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro,

[14]ma il settimo giorno è il sabato per il Signore tuo Dio: non fare lavoro alcuno né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino, né alcuna delle tue bestie, né il forestiero, che sta entro le tue porte, perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino come te.

[15]Ricordati che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il Signore tuo Dio ti ordina di osservare il giorno di sabato.

[16]Onora tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato, perché la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dá.

[17]Non uccidere.

[18]Non commettere adulterio.

[19]Non rubare.

[20]Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

[21]Non desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo.

[22]Queste parole pronunciò il Signore, parlando a tutta la vostra assemblea, sul monte, dal fuoco, dalla nube e dall'oscurità, con voce poderosa, e non aggiunse altro. Le scrisse su due tavole di pietra e me le diede.

Dt. 5,6 seg.

 

Ø      Il primo e più importante comandamento (cap. 6-10)

E' stato annullato dal materialismo dialettico che ha soppresso persino l'idea di Dio. L'eresia comunista, profetizzata dalla Madonna a Fatima in risposta alla mancata conversione dell'umanità, ha, infatti, eliminato il senso di Dio e persino tra i fedeli ha invertito l'importanza dei comandamenti, ponendo al primo posto l'amore verso il prossimo e dimenticando che in assenza del primo comandamento è praticamente impossibile attuare l'altro "Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano" (Gv. 15,5 seg.)

Diversi Vip dello spettacolo, dei mass media e della politica si vantano d'essere atei e persino un prete ha affermato "Se Dio c'è dovrebbe vergognarsi!"; queste loro esternazioni fanno chiaramente presa tra i teledipendenti. E’ ovvio che se si elimina il senso di Dio, vengono automaticamente rimossi tutti gli altri comandi divini. Il posto di Dio però è stato occupato da altri idoli : la carriera, il protagonismo, la politica, il denaro, il sesso. E molti "atei" (compresi influenti uomini politici) si rivolgono a maghi, medium, sensitivi, oroscopi ecc. per domandare consigli ed ottenere risposta ai loro problemi in cambio di cospicue offerte e sostanziosi pagamenti! D'altronde, diversamente dall'adorazione al vero Dio, quella al dio alternativo si paga profumatamente!

Ø      Non nominare il nome di Dio invano (cap. 11)

Non solo il nome di Dio viene utilizzato a sproposito in numerosi film, ma viene bestemmiato con parole e con rappresentazioni pubbliche tra l'indifferenza quasi generale anche da parte della Chiesa e delle autorità preposte al rispetto delle leggi a tutela delle convinzioni religiose (reati perseguibili d'ufficio), nel nome "della tolleranza" che alimenta l'accrescimento a senso unico (anticristiano) della prevaricazioni. Sfilate di moda, canzoni Rock[3], spettacoli vari, immagini pubblicitarie non perdono occasione di bestemmiare Colui che ha dato la vita per riscattare l'umanità! D'altronde certe carriere si ottengono grazie all'adorazione di satana mediante il patto diabolico o commettendo azioni a lui gradite![4]

Ø      Ricordati di santificare le feste (cap. 12-14)

Il giorno del Signore, che con l'avvento del cristianesimo è diventato la domenica, unitamente ai giorni festivi (intervalli temporali favorevoli per la preghiera più intensa, il riposo dalle occupazioni lavorative, le letture edificanti ecc.) si è trasformato nel giorno del dio pallone, della discoteca ed anche del lavoro non indispensabile per la comunità. Infatti si vendono scarpe, giocattoli ecc. come in tutti gli altri giorni della settimana.

Ø      Onora tuo padre e tua madre (cap. 16)

Non solo i genitori non sono più ascoltati ed onorati, ma subiscono oltraggi ed episodicamente vengono pure ammazzati onde ottenere denaro per le canne, le pere ecc. come, purtroppo, le cronache giornalistiche evidenziano sempre più spesso. E, fatto strano, i figli minorenni, considerati perfettamente in grado di recarsi ai festival di cantanti satanici, di fumare le canne, di consumare il sesso vengono ampiamente giustificati in quanto "incapaci di intendere e di volere (solo nel momento dell'azione criminosa!) quando compiono efferati delitti, soprattutto se di matrice satanica.

I consigli disinteressati ed amorevoli dei genitori per i figli sono ampiamente annullati dalle teorie di certi professori, di personaggi dello spettacolo, dei media ecc. i quali, fatte salve le solite eccezioni, hanno un comune denominatore: la diffusione di modelli anticristiani. Per non parlare dei figli che si prodigano nel sociale ed omettono di onorare i propri genitori!

Ø      Non uccidere (cap. 17)

Cominciando dagli aborti è subentrato un attacco contro la vita che sta proseguendo con l'eutanasia ("pratiche" stigmatizzate anche da numerosi interventi del Santo Padre) per arrivare alla progressiva eliminazione, nel nome dell'interesse generale, di vecchi, ammalati, handicappati ecc..

Mentre da un lato constatiamo un'accanita critica da parte di un certo laicismo nei confronti di quanti, per difendersi in sintonia col Catechismo della Chiesa Cattolica e col codice penale, sono stati costretti ad uccidere un violento aggressore, dall'altro lato assistiamo (almeno in Italia) ad una generalizzata tolleranza verso gli ingiusti omicidi (incapacità d'intendere e volere presunte - in quanto esclusivamente legate ad un episodio passato -, comprensioni e benefici vari rendono le tenui pene sempre meno deterrenti).

Ø      Non commettere adulterio (cap. 18)

Uno dei peccati più gravi, frequentemente stigmatizzato nella Sacra Scrittura in quanto offensivo del prossimo (un marito ed una moglie traditi non sono certo felici di tale situazione e, di conseguenza, anche i figli che subiscono gli effetti deleteri della successiva separazione) è ormai passato di moda. Una insistente campagna mass mediatica tende a far considerare l'adulterio come una esigenza moderna utile per rinsaldare i rapporti e per soddisfare le propri esigenze. Cominciando dai film che mostrano come il sesso sia appagante solo fuori del matrimonio, per arrivare alle telenovelas dei divorzi ed alle esternazioni pubbliche dei vari amanti esibiti come "trofei", una strategia diabolica aggredisce l'ammonimento divino "Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e  i due saranno una sola carne" (Gen. 2,24). Persino molti preti mettono in discussione il celibato da loro liberamente accettato per essere "eunuchi" per il Regno di Dio e considerano tollerabili le relazioni "adulterine" (hanno, infatti, tradito il voto di castità e di fedeltà fatto a Dio!).

Ø      Non rubare (cap. 19)

Tangentopoli, svendopoli, corruttopoli ecc. sono un macroscopico esempio della violazione di un preciso comandamento divino. Anche la "tolleranza" verso i ladri ed i rapinatori pluridenunciati che, soprattutto nel nostro Bel Paese, persistono nella loro "tranquilla" attività (questa tranquilla attività richiama manovalanza delinquenziale anche dall'estero attirata dal Bengodi), è il risultato dell'indifferenza della nostra società nei confronti dei comandamenti di Dio.

Ø      Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo (cap. 20)

La falsa testimonianza con i suoi corollari è ormai di moda ed è un mezzo per denigrare gli avversari attribuendo ai medesimi azioni o discorsi inesistenti. Mi pare superfluo evidenziare che si tratta di un grave atteggiamento contro il prossimo!

Ø      Non desiderare la moglie ed i beni del prossimo

Questi due ultimi comandamenti sono talmente disattesi grazie anche ad una martellante pubblicità che stimola il consumismo a servizio del protagonismo. Il telefonino sempre più à la page, le vacanze esclusive, l'ultimo modello d'auto per essere er più stimolano di conseguenza il tentativo d'eguaglianza ed alimentano l'invidia per gli idoli degli altri con tutte le relative conseguenze. L'eliminazione del peccato d'adulterio, inoltre, contribuisce a rendere il desiderio della moglie altrui come una semplice espressione di libertà da non soffocare. Naturalmente i valori che rendono una donna ottima e ricca di personalità, indipendentemente dal mero aspetto estetico, vengono ampiamente trascurati nella pubblicità e nei mass media che evidenziano quasi esclusivamente la bellezza rendendo la donna solo un oggetto del desiderio (grazie anche a certi film ed a certi registi che mostrano quasi esclusivamente "fondo schiena").

 

Dall'esame del rovesciamento diabolico dei comandamenti è impossibile non notare la strategia di una "mens" che conosce perfettamente la Parola di Dio e che cerca, con l'aiuto degli strumenti delle tenebre e dei suoi profeti, di spingere l'umanità alla perfetta inosservanza della stessa. Una mens talmente sottile che mentre propone azioni sotto l'egida della libertà, imprigiona nella schiavitù dell'idolatria quanti cadono nel tranello. Le conseguenze della droga, dell'adulterio, degli aborti, degli omicidi, dei furti, dell'invidia ecc. a carico di quanti compiono tali azioni vengono spesso artatamente ovattate per non allarmare. Del resto il Serpente antico si presentò a Eva con voce suadente "Sarete come Dio!".

Ciò che più infastidisce, comunque, sono le lacrime di coccodrillo di certi ipocriti che pur conoscendo perfettamente la causa di molti mali si chiedono pubblicamente il perché!

L'infinita misericordia di Dio, però, sta donando all'umanità un faro di Luce per riconciliare gli uomini con Lui (azione impossibile senza il pentimento e il ritorno all'osservanza dei comandamenti). E questo faro di Luce sono le apparizioni della Madonna a Medjugorje. Ovviamente le più bistrattate anche da molti cosiddetti cristiani, figli di "questo mondo". Ed ecco che i riflettori dei mass media rimangono spenti, fatte salve poche eccezioni, sui fatti di Medjugorje; quindi anche sull'edificante raduno annuale dei giovani provenienti da tutto il mondo che costituiscono una boccata di ossigeno in questo mondo inquinato dai fumi di satana! Ovviamente costituiscono un "cattivo esempio" per questo mondo alla rovescia…..ed alla deriva. La Madonna, infatti, invita i cari figli (preti e laici) a vivere e a diffondere i suoi messaggi. Messaggi talmente rivoluzionari ed essenziali da riuscire a trasformare un tossico (spesse volte ladro e delinquente) in una persona nuova a servizio di Dio e del prossimo (come testimoniano i numerosi "figli" di suor Elvira). Uno "scandalo" per questo mondo di tenebra che giace sotto il potere del maligno (1 Gv. 5,19)! "Cattivi esempi" da tenere accuratamente nascosti!

 

I RIMEDI

 

 

L'INCONTRO CON GESU'

 

[21]Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui.

Gv. 14,21

 

[6]Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta; porgi l'orecchio, ascolta la mia voce,

[7]mostrami i prodigi del tuo amore: tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.

[8]Custodiscimi come pupilla degli occhi, proteggimi all'ombra delle tue ali,

[9]di fronte agli empi che mi opprimono, ai nemici che mi accerchiano.

Sal. 17,6

 

[8]Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!

Eb. 13,8

 

Vi sono persone che non "hanno conosciuto l'amore di Dio", come la Madonna ha spiegato alla veggente Mirjana di Medjugorje riferendosi alla condizione degli atei. Tra quanti non hanno ancora conosciuto l'amore di Dio vi sono però anche numerosi cristiani. Fra i "credenti" esistono, infatti, molte persone che "credono" nell'esistenza di Gesù, ma che nei fatti lo considerano staccato dalla loro dimensione umana. Queste persone vanno a Messa, si confessano e pregano (magari anche il Rosario), ma non hanno un colloquio con Gesù vivo, concretamente attento alle nostre necessità. Con quel Gesù che, come raccontato dal Vangelo, si accostava a tutte le necessità umane, spirituali e fisiche, e che ci ha donato "Il Padre nostro": la più bella preghiera che ci insegna a rivolgerci con confidenza a Dio Padre misericordioso ed amorevole. Lo stesso Dio - che concedeva le grazie a quanti, con fede, gliele domandavano -  agisce nella nostra vita  quando gliene diamo l'opportunità invocandolo e supplicandolo, nascosto nell'Eucarestia o presente effettivamente quando due o tre persone sono riunite nel suo nome per pregarlo (Mt. 18,19 seg.).

I salmi ci insegnano a rivolgerci a Dio mediante un colloquio diretto e vivo; ci stimolano  a ringraziarlo, a lodarlo, a pregarlo e a supplicarlo. Solo un'esperienza sensibile con Gesù può creare un'intima comunione con il Signore. Un grande aiuto ci viene offerto dalla Madre nostra divina che a Fatima ha detto: "Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio". Solo chi sperimenta l'incontro con l'infinito Amore di Dio può gustare le risposte del Signore alle nostre necessità spirituali  e fisiche, da Lui sollecitate (Mt. 7,7 seg.), ed ottenere la Sua manifestazione, promessa nel Vangelo a quanti lo amano.

Le invocazioni durante la Messa, l'adorazione Eucaristica, le preghiere davanti al crocifisso sono dei momenti particolarmente favorevoli per vivere questo intimo colloquio con l'Onnipotente; con Colui che, unico esempio nel mondo, ha liberamente donato la sua vita per ciascuno di noi "Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti per i vostri peccati e per l'incirconcisione della vostra carne, perdonandoci tutti i peccati, annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce; avendo privato della loro forza i Principati e le Potestà ne ha fatto pubblico spettacolo dietro al corteo trionfale di Cristo" (Col. 2,13 seg.).

Chi mai ha fatto questo per noi? Solo l'infinito amore di Dio poteva attuare ciò. E' lo stesso Dio che ci ascolta quando ci accostiamo a lui per tutte le nostre necessità. E l'incontro con Gesù vivo, oltre a guarire ed a liberare dalla schiavitù delle tenebre, cambia radicalmente i cuori come possono testimoniare le centinaia di ragazzi ex tossici di Suor Elvira.

Solo la preghiera fatta con fede al Signore vivente può ottenere le grazie che desideriamo e le risposte alle nostre domande. E' necessario assumere il medesimo atteggiamento di quanti, nei racconti del Vangelo, lo supplicavano senza esitazione in quanto supportati dalla visione "fisica" del Signore. La preghiera, quindi, non dev'essere un'abitudine contratta col tempo, ma un colloquio vivo con Gesù e con Maria, la quale intercede sempre per i figli che la invocano, in particolare se utilizzano il Rosario; la preghiera più efficace dopo la Santa Messa e più volte raccomandata durante le apparizioni mariane.

 

 

 

LA DEVOZIONE A MARIA SANTISSIMA

 

 

"Ricordati

o piissima Vergine Maria,

non si è mai udito al mondo

che qualcuno abbia ricorso al tuo patrocinio,

implorato il tuo aiuto,

chiesto la tua protezione

e sia stato abbandonato.

Animato da tale confidenza,

a te ricorro,

o Madre,

o Vergine delle vergini,

a te vengo e,

peccatore contrito,

innanzi a te mi prostro.

Non volere, o Madre del Verbo,

disprezzare le mie preghiere,

ma ascoltami propizia

e esaudiscimi.

Amen"

S. Bernardo di Chiaravalle

 

"In qualsiasi necessità invocate la Madonna e vi assicuro che sarete esauditi!"

S. Giovanni Bosco

 

Io credo che non riusciremo mai a comprendere, almeno su questa terra, l'importanza della devozione a Maria Santissima. Il Signore prima di morire affidò l'umanità, simboleggiata dall'apostolo Giovanni, a Sua Madre che visse in seguito nella casa dell'apostolo prediletto da Gesù. Ciò significa che se da un lato tutto il genere umano è affidato da Dio a Maria Santissima in qualità di Madre, dall'altro lato il dono speciale della devozione alla Madonna viene regalato a coloro che Gesù predilige o sceglie a Suo insindacabile giudizio. Giovanni che l'accolse nella sua casa visse, secondo la tradizione, fino a 90 anni; non fu martirizzato e scrisse, grazie all'intercessione della Sposa dello Spirito Santo, il Vangelo più teologico. Non dobbiamo trascurare il fatto che la Madonna è stata scelta dallo Spirito Santo per evangelizzare l'umanità idolatra mediante le numerosissime apparizioni mariane; basti pensare, senza trascurare le altre, a Guadalupe, Lourdes, Fatima, Medjugorje ed alla loro influenza sull'umanità.

Ho scritto il libro "La Regina dei profeti" sull'importanza della Madonna nel piano redentivo e salvifico di Dio ed ho anche parlato dell'importanza della devozione mariana negli altri miei libri a cui rimando gli interessati per maggiori approfondimenti. Naturalmente consiglio la lettura del best seller "Trattato della vera devozione alla Santa Vergine e Il segreto di Maria" di San Luigi M. Grignion da Montfort, indispensabile vademecum di ogni vero devoto mariano del quale riporterò i seguenti brani.

"Per mezzo della Santissima Vergine Maria Gesù Cristo è venuto nel mondo; ugualmente per mezzo di lei, egli deve regnare nel mondo".

"Dove c'è Maria non c'è lo Spirito maligno; uno dei segni più infallibili che uno è condotto dallo spirito buono è l'essere molto devoto di Maria Vergine, il pensare spesso a lei, parlarne spesso. Un santo aggiunge che, come la respirazione è un segno certo che il corpo non è morto, così il ricordo frequente e l'amorosa invocazione di Maria è un segno certo che l'anima non è morta per il peccato.

Allo stesso modo che solamente Maria, dice la Chiesa assistita dallo Spirito Santo, sconfisse tutte le eresie: - Tu sola hai distrutto tutte le eresie nel mondo intero -, nonostante che i critici borbottino, mai alcun fedele devoto di Maria cadrà nell'eresia o nell'illusione almeno formale. Potrà forse errare materialmente, prendere la menzogna per la verità e lo spirito maligno per il buono, sebbene più difficilmente di un altro; ma presto o tardi conoscerà il suo sbaglio e il suo errore materiale, e riconosciutolo non si ostinerà affatto, ma si ritratterà docilmente."

"Dice S. Bernardo in termini chiari, per ispirarci questa pratica: - Quando Maria ti sostiene non cadi, quando ti protegge non temi, quando ti conduce non ti affatichi; quando ti è favorevole arrivi al porto della salvezza -. E in termini ancora più espliciti sembra che dica la medesima cosa S. Bonaventura: - La Santissima Vergine - dice egli - non è solamente trattenuta nella pienezza dei santi; ma essa trattiene e custodisce i santi nella loro pienezza, affinchè non diminuisca. Impedisce che le loro virtù si dissipino, che i loro meriti periscano, che le loro grazie si perdano, che i demoni nuocciano loro, infine impedisce che il Figlio li castighi quando essi peccano"

"I fedeli servi della S. Vergine dicono dunque arditamente con s. Giovanni Damasceno: - Confidando in te, o Madre di Dio, io sarò salvo; da te difeso non temerò giammai; con la tua protezione e il tuo aiuto io combatterò e metterò in fuga i miei nemici; perché la devozione verso di te è un'arma salutare che Dio dà a coloro che vuole salvi -"

"Gli eretici imparano e recitano ancora il Pater, ma non l'Ave Maria e il Rosario è il loro spauracchio: porterebbero su di sè un serpente piuttosto che una corona. Gli orgogliosi anche sebbene cattolici, avendo le stesse inclinazioni del loro padre Lucifero, disprezzano e non hanno che indifferenza per l'Ave Maria e considerano il Rosario come devozione da donnicciola, buona solo per gli ignoranti e per quelli che non sanno leggere. Al contrario si vede per esperienza che quelli che hanno grandi segni di predestinazione, amano, gustano e recitano con piacere l'Ave Maria; e più sono di Dio e più amano questa preghiera. E' appunto quanto la Santa Vergine disse al Beato Alan con quelle parole che io ho citato.

Io non so come ciò avvenga, ne perché, ma ciò tuttavia è vero e non conosco miglior segreto per sapere se una persona di Dio che esaminar se ella ama dire l'Ave Maria e il Rosario.

Un'Ave Maria ben detta, cioè con attenzione, devozione modestia, è, secondo i santi, il nemico del diavolo, che lo mette in fuga, il martello che lo schiaccia, la santificazione dell'anima, la gioia degli angeli, la melodia dei predestinati, il cantico del Nuovo Testamento, il gaudio di Maria e della Santissima Trinità. Un'ave Maria è una rugiada celeste che rende l'anima feconda, è un bacio casto e amoroso che si dà a Maria, è una rosa vermiglia che le si presenta, è una perla preziosa che le si offre, è una coppa d'ambrosia e di nettare di vino che le si dà. Tutti questi paragoni sono dei santi".

"Maria deve rispendere più che mai, in misericordia, in forza ed in grazia, in questi ultimi tempi: in misericordia, per ricondurre e ricevere amorosamente i poveri peccatori e i traviati che si convertiranno e ritorneranno alla Chiesa cattolica; in forza contro i nemici di Dio, gli idolatri, gli scismatici, maomettani, giudei e gli empi induriti, che si ribelleranno in modo terribile, onde sedurre e far cadere, con promesse e minacce, tutti quelli che saranno loro contrari; infine ella dovrà risplendere in grazia per animare e sostenere i prodi soldati e fedeli servi di Gesù Cristo, i quali combatteranno per i suoi interessi.

Infine Maria deve essere terribile al diavolo e ai suoi seguaci come un esercito schierato in battaglia, specialmente in questi ultimi tempi, poiché il diavolo, ben sapendo che gli rimane più poco tempo per perdere le anime, raddoppia più che mai ogni giorno gli sforzi e gli attacchi, susciterà ben presto crudeli persecuzioni e metterà gravi impedimenti ai servi fedeli e ai veri figli di Maria, contro i quali deve fare maggiori sforzi per vincerli."

 

A me preme sottolineare, quindi, il valore della presenza di Maria anche nella vita quotidiana di ogni devoto. Soltanto Lei, durante le nozze di Cana, riuscì a far cambiare i piani di Dio. Come si preoccupò di rallegrare la festa di nozze (simbolo del matrimonio cristiano) mediante l’approvvigionamento del vino mancante, a maggior ragione si preoccupa di tutto quanto è necessario, anche in questo mondo, per le esigenze familiari. A lei si devono le grazie impossibili (lo dimostrano i milioni di ex voto appesi in tutti i santuari mariani sparsi nel mondo). Non per nulla la Madonna è anche la Regina dei santi. Il demonio durante un esorcismo ha affermato che "Nessun vero devoto di quella là (Maria) va all’inferno" e "Non posso nulla nei confronti di chi prega giornalmente il Rosario (tre corone)". Ed il Signore, mediante l’apparizione di Fatima, ha voluto diffondere la devozione al Cuore Immacolato di Maria legando le sorti del mondo alla consacrazione al Suo Cuore Immacolato.

Ma per permettere alla Madonna di agire al meglio nella nostra vita personale, familiare e comunitaria è necessario:

·         vivere e diffondere i suoi messaggi che da Medjugorje sta inviando al mondo;

·         pregare giornalmente il Santo Rosario (arma letale contro satana e preghiera per ottenere i miracoli);

·         leggere quotidianamente la Sacra Scrittura

·         portare con sé la Medaglia miracolosa.

 

 

 

LA CONVERSIONE

 

"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo".

(Mc. 1,15)

 

"E partiti, predicavano che la gente si convertisse…"

(Mc. 6,12)

 

"Gesù disse loro: <<Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato".

(Mc. 16,15 seg.)

 

"Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi"

(Lc. 5,32)

 

"No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo".

(Lc. 13,3)

 

La Sacra Scrittura è un costante appello alla conversione degli uomini e le frasi bibliche sopra riportate sono soltanto un piccolo campionario dell'essenzialità della conversione quanto mai indispensabile ai nostri tempi in cui l'uomo cerca di prendere il posto di Dio(2 Tess. 2,2 seg.) e di decidere in alternativa alla Parola del Signore quale legge seguire, escludendo i Comandamenti fissati eternamente da Dio. Sembra che, anche in casa cattolica, sia scomparso il senso del peccato tant'è che recenti statistiche hanno evidenziato che peccati gravi come ad esempio l'adulterio, l'aborto, il furto e l'omosessualità vengano considerati come semplici deviazioni comportamentali, se non addirittura atteggiamenti leciti anche da un punto di vista morale. Peccati scomparsi anche dalle predicazione dei ministri di Dio "à la page". Ciò è sintomatico di un pericoloso allontanamento dalla Parola di Dio, l'unica che salva ed istruisce "Beato l'uomo di integra condotta, che cammina nella legge del Signore. Beato chi è fedele ai suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore. Non commette ingiustizie, cammina per le sue vie. Tu hai dato i tuoi precetti perché siano osservati fedelmente…." (Sal. 119,1 seg.) - "Ma egli rispose: - Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Mt. 4,4).

Questa situazione è talmente grave che nemmeno i castighi correttivi che Dio invia all'umanità affinchè si converta (es. sifilide, aids, guerre, terremoti, epidemie ecc.) non vengano più considerati tali (neanche in campo cattolico) e di conseguenza l'umanità anziché chiedere perdono a Dio delle proprie colpe (come richiesto dalla Madonna a Fatima ed a Medjugorje) continua imperterrita sulla via che porta sul baratro ed ai castighi profetizzati a La Salette ed a Fatima se gli uomini non si convertiranno.

Ma che cosa s'intende per vera conversione? La conversione non è altro che un ritorno a Dio ed all'osservanza della Sua eterna Parola, possibile solamente mediante un cambiamento di mentalità e di comportamento, come la vita di molti santi ha ampiamente dimostrato. Non è possibile convertirsi se non si utilizzano i mezzi che la Madonna da Medjugorje suggerisce al mondo intero. La Regina dei profeti, affermando più volte che questo "è un momento di grazia" ci rammenta che è necessario porre Dio al centro della nostra vita e abbandonarci a Lui. Ma ciò diventa materialmente impossibile se non si va a Messa (possibilmente tutti i giorni) per ricevere l'Eucarestia, se non si prega quotidianamente (principalmente il Santo Rosario ed i Salmi), se non ci confessa almeno una volta al mese, se non si legge ogni giorno la Sacra Scrittura e non si digiuna (primariamente dal peccato). Solo mediante "questi sassi" ciascuno di noi può sconfiggere il proprio Golia (simbolo di satana e delle sue tentazioni). Solo lanciando questi "proiettili" possiamo sostituire Dio agli idoli del mondo moderno (il relativismo morale, la disinformazione organizzata, il buonismo, l'assenza dei valori cristiani, la discriminazione dei cattolici nei mass media, la parola degli uomini che tende a sostituire ed a annullare quella del Signore divinizzando, di conseguenza, i profeti di Baal che "predicano" da certi "pulpiti" televisivi, "la santificazione" di certi personaggi pubblici la cui condotta non è certo in sintonia con i comandamenti di Dio, ecc.). 

Le violenze, i suicidi, la droga, l'indifferenza (nell'epoca del buonismo!) di molti passanti verso quanti gridano aiuto (ragazze che vengono violentate in pubblico o anziane inseguite, scippate e picchiate), i divorzi ecc. sono il risultato dell'allontanamento dell'umanità da Gesù Cristo e dal Suo Vangelo. La Madonna per rimediare a tale insostenibile situazione non è venuta a raccomandare terapie sociologiche o gruppi di discussione ma ha invitato tutti a pregare ed a vivere i suoi messaggi, necessari per attuare la conversione.

 

 

L’EUCARESTIA

 

 

 

“Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti”.

Lc. 6,19

 

“Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò”.

Lc. 8,43 seg.

 

“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.

Gv. 6,51

 

“Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati”. Mt. 26,26

 

Esorcista: "Perché è importante adorare l'Eucarestia?"

Demonio: "Tutto!"

Esorcista: "E' importante quindi perché si ottiene tutto?! Perché Gesù è presente come 2000 anni fa!? Rispondi in nome di Dio Onnipotente e della Madre della Verità!".

Demonio: "Sìì!"

Esorcista: "Bisogna avere  fede come l'emorroissa?!"

Demonio: "Sììì!".                                                          

 

Le frasi della Sacra Scrittura dimostrano chiaramente che Gesù Eucarestia (il Gesù nascosto come lo chiamava Francesco, il piccolo veggente di Fatima) è anche un sacramento di guarigione spirituale e fisica. Per poter concedere le grazie però il Signore richiede la nostra fede “E Gesù disse al centurione: -Và, e sia fatto secondo la tua fede –. In quell'istante il servo guarì” (Mt 8,13); fede assai affievolitasi in  questa nostra epoca che ha subito le aggressioni del materialismo ateo profetizzato dalla Madonna a Fatima come castigo per la nostra mancata conversione.

Se l’emmeroissa  guarì solo toccando con fede il manto di Gesù, quanto maggiori saranno le grazie che il Signore concederà a quanti, chiedendogliele con fede come la donna del Vangelo, lo riceveranno “intero” con le debite predisposizioni d’animo “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Mt. 7,7 seg.).

Vi sono dei momenti particolarmente indicati per domandare al Signore le grazie:

a)      durante la Santa Messa;

b)      durante la consacrazione;

c)      dopo aver ricevuto Gesù Eucarestia;

d)      durante una processione eucaristica;

e)      durante l’Adorazione eucaristica.

 

Durante la Santa Messa in quanto Gesù si manifesta vivo tra noi, esattamente come 2000 anni fa, anche se nascosto sotto le spoglie del pane e del vino. E, come 2000 anni fa, è desideroso di concederci le grazie che noi gli chiediamo con fede e perseveranza  “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!” (Eb. 13,8).

Durante la consacrazione in quanto momento evangelico in cui Gesù si manifesta.

Dopo averlo ricevuto in quanto si entra materialmente in comunione con Lui; gesto sicuramente più completo del semplice tocco del suo mantello. Questo è un momento particolarmente indicato per un intimo colloquio con il Re dei Re, Dio d’infinito amore e d’infinita misericordia.

Durante la processione eucaristica in quanto il Signore passa tra noi, come 2000 anni fa. Anche questa è un'occasione particolarmente importante per domandare le grazie. Pochi sanno ad esempio che la maggior parte delle guarigioni miracolose di Lourdes avviene durante la processione eucaristica e la benedizione degli ammalati; anche se si tratta, purtroppo, di una processione un po’ smorta, priva cioè della costante supplica al Signore affinchè guarisca gli ammalati presenti. Il Signore che ci ha donato numerosi segni eucaristici (Lanciano, Bolsena ecc.)[5][1] per confermare la verità evangelica della Sua transustanziazione, ci arricchisce di grazie durante il Suo passaggio eucaristico, a conferma ulteriore della sua presenza nell’Eucarestia. Lo stesso demonio la conferma “ob torto collo” durante gli esorcismi.

Infine, durante l’Adorazione eucaristica in quanto è possibile, nell’intimo colloquio con Lui,  lodarlo, ringraziarlo e supplicarlo di concederci, con intercessione della Madonna e dei santi le grazie che desideriamo "… Adorate senza interruzione il santissimo Sacramento dell'altare. Io sono sempre presente quando i fedeli sono in adorazione. In quel momento si ottengono grazie particolari" (mess. Medjugorje del 15.3.1984).

Padre Emiliano Tardif ha dedicato stupende parole di incoraggiamento alla pratica della processione eucaristica e dell’Adorazione "…Tempo fa, una signora domenicana fu coinvolta in un incidente stradale. Tutti quelli che erano con lei morirono: ne uscì viva da sola ma con fratture multiple alle gambe e alle braccia. Passò all'ospedale molto tempo e ne uscì ancora ingessata alle gambe. Prima di andare a casa, chiese di essere accompagnata alla "Casa dell'Annunciazione" per dedicare un po’ di tempo all'adorazione. Lo faceva abitualmente quando stava bene e voleva ringraziare il Signore che le aveva salvato la vita. Da sola non poteva camminare e due persone l'accompagnarono e la misero sopra una sedia davanti al Santissimo. Altre persone pregavano e lei si unì all'adorazione. Passò quasi un'ora seduta davanti a Gesù e, a un certo momento, cominciò a lamentarsi molto. I presenti pensarono che si sentisse male e uscirono per vedere se nella stanza accanto ci fosse un lettino sul quale appoggiarla. Quando ritornarono in cappella la trovarono in piedi, piena di gioia: non sentiva più nessun dolore. Aveva sentito un calore forte per tutto il corpo: era il calore dell'amore di Gesù che la guariva. Uscì dalla cappella saltando e ballando di gioia e diede la sua testimonianza molte volte. La sua testimonianza venne anche pubblicata e la cappella si riempì di adoratori come se il Santissimo della nostra cappella avesse più potere di quello che sta nelle altre chiese! Questa signora non andò a chiedere preghiere a nessuno, ma andò direttamente Gesù che è la pienezza della vita: la resurrezione e la vita.  Durante la sua preghiera di ringraziamento per aver avuto salva la vita, Gesù guarì anche le sue restanti ferite…"[6][2] - "…Uno dei segni più forti che il Signore ha dato ai nostri tempi della sua presenza reale nell'Eucarestia è quello della mistica francese, Marthe Robin, che visse per 50 anni nutrendosi esclusivamente dell'Eucarestia. Ebbi la gioia di visitarla nel mese di luglio dell'80, quando aveva già 79 anni; morì nel mese di febbraio dell'81. So che molti di voi hanno letto la sua biografia, ma ne parlo perché lo considero un fenomeno che deve attirare la nostra attenzione. Il Signore ha dato questo segno alla Chiesa del nostro tempo: dal mese di ottobre del 1930 fino al mese di febbraio del 1981, Marthe Robin non mangiò niente, non si nutrì eccetto che della comunione settimanale…"[7][3]

Duole purtroppo constatare come vengano trascurate da molti cristiani queste benefiche pratiche devozionali mediante le quali il Signore, soprattutto per intercessione della Regina delle  grazie, dona benessere spirituale e fisico. Ma dispiace soprattutto osservare come numerose persone (anche giovani) accorrano ad ascoltare semplici uomini ( “divinizzati” da alcuni mass media) come ad esempio il Dalai Lama (che non è certo Dio come Gesù!) alla ricerca della serenità e trascurino invece la vera ed unica fonte di bene e di serenità: Gesù Cristo “Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù…” (1 Tm. 2,5)

 

 

 

LA CONFESSIONE

 

 

 

"Poiché non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi".

Sal. 51,18

 

"Per il tuo nome, Signore, perdona il mio peccato anche se grande".

Sal. 25,11

 

"Vedi la mia miseria e la mia pena e perdona tutti i miei peccati".

Sal. 25,18

 

"Beato l'uomo a cui è rimessa la colpa, e perdonato il peccato".

Sal. 32,1

 

"Ed egli, pietoso, perdonava la colpa, li perdonava invece di distruggerli. Molte volte placò la sua ira e trattenne il suo furore, ricordando che essi sono carne, un soffio che va e non ritorna".

Sal. 78,38

 

"Aiutaci, Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome, salvaci e perdona i nostri peccati per amore del tuo nome".

Sal. 79,9

 

"Hai perdonato l'iniquità del tuo popolo, hai cancellato tutti i suoi peccati. Hai deposto tutto il tuo sdegno e messo fine alla tua grande ira. Rialzaci, Dio nostra salvezza, e placa il tuo sdegno verso di noi".

Sal. 85,3

 

"Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie…"

Sal. 103,3

 

"Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: - Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi -"

Gv. 20,22

 

"Voglio ricordare che non si deve far pesare sul penitente il proprio gusto, ma rispettare la sua sensibilità per quanto concerne la scelta della modalità di confessione, cioè se faccia a faccia o attraverso la grata del confessionale"

Giovanni Paolo II[8][1]

 

"Mai si raccomanderà abbastanza la delicatezza circa le materia oggetto del sesto precetto del Decalogo".

Giovanni Paolo II

 

"Il sacramento della penitenza non è e non deve diventare una tecnica psicoanalitica o psicoterapeutica".

Giovanni Paolo II

 

"Nel rinnovare questo insegnamento e queste raccomandazioni, non si vuole ignorare certo che la Chiesa di recente, per gravi ragioni pastorali e sotto precise e indispensabili norme, per facilitare il bene supremo della grazia a tante anime, ha esteso l'uso dell'assoluzione collettiva. Ma voglio richiamare la scrupolosa osservanza delle condizioni citate, ribadire che, in caso di peccato mortale, anche dopo l'assoluzione collettiva, sussiste l'obbligo di una specifica accusa sacramentale del peccato, e confermare che, in qualsisia caso, i fedeli hanno diritto alla propria Confessione privata".

Giovanni Paolo II

 

"Il sacerdote, nel ministero della Penitenza, deve enunziare non le sue private opinioni, ma la dottrina di Cristo e della Chiesa."

Giovanni Paolo II

 

 

Come si evince da alcune frasi bibliche sopra riportate la richiesta di perdono riveste un'importanza notevole per poter ottenere la misericordia di Dio. I salmi più volte lodano la compassione del Signore che "perdona tutte le tue colpe", ma tali orazioni ispirate sottolineano l'invocazione del salmista che, con cuore contrito, domanda perdono dei peccati.

Gesù ci ha regalato il sacramento della Confessione (Gv. 20,22) tanto temuto dal demonio il quale ha affermato che tale Sacramento ha il valore di un esorcismo in quanto taglia le radici che ci tengono collegati al peccato: letame spirituale che fortifica satana.

Ben consci della sua essenzialità molti santi, tra cui Padre Pio ed il Santo Curato d'Ars, dedicavano ore alla confessione dei penitenti. In quei momenti predicavano, consigliavano, redarguivano e, di fronte alla sincera contrizione dell'interessato, perdonavano in nome della Santissima Trinità purificando l'anima. Padre Dario Betancourt, nel suo libro "Sacramenti", ha scritto un interessante capitolo su questo "dono di Dio" e ne evidenzia pure le capacità di guarigione anche fisica. Del resto la Madonna, a Fatima, rispose ai veggenti che chiedevano il risanamento di molte persone che alcune le avrebbe guarite subito, altre dovevano invece pregare il Rosario durante l'anno e chiedere perdono delle proprie colpe.

Logicamente il confessionale richiede, come ci insegna il magistero della Chiesa senza la necessità di scomodare la legge 675 sulla riservatezza che tutela anche il "cittadino penitente", il rispetto della riservatezza di chi si rivolge al confessore.

Purtroppo l'esercizio di tale importante sacramento sta creando notevoli problemi ai fedeli. Molti sacerdoti infatti non utilizzano più la grata che rimane sempre aperta. E' vero che può essere chiusa dal penitente, ma con notevole disagio del medesimo in quanto il confessore già l'ha visto in faccia.

Dobbiamo quindi immaginare l'imbarazzante situazione di chi (specialmente donne) deve confessare "de visu" peccati di natura sessuale! O li tacciono oppure, notevolmente a disagio, li confessano a chi, disubbidendo alle direttive della Chiesa, non utilizza la grata!

Ma vi sono altri aspetti che diabolicamente allontanano i fedeli dalla frequenza alla Confessione che la Madonna da Medjugorje raccomanda sia almeno mensile:

a)      alcuni confessionali privi di grata si sono trasformati in una specie di sofà dello psicanalista dove persone comodamente sedute, anziché in ginocchio come richiesto dalla circostanza, "conversano" coi sacerdoti dei loro problemi senza alcun accenno di contrizione;

b)      alcuni preti "ridono" di  peccati considerati importanti da chi li espone.

Riguardo a quest'ultimo caso mi è stato raccontato l'episodio di una ragazza che ad un confessore aveva esposto il peccato "di non aver messo Dio al primo posto nella sua vita". Il sacerdote invece di lodare la giovane che aveva capito la lezione evangelica di Gesù (Lc. 10,25) sull'importanza prioritaria del primo comandamento ricordata spesso nei messaggi della Madonna di Medjugorje e si rammaricava della sua mancanza,  le rispose ridendo con battute tipo "L'hai messo in castigo?" - "Ti stava scomodo?" - "Ti infastidiva?" ecc.

Di fronte a certi atteggiamenti acquistano fresca attualità le parole del Signore "Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi prenderete a cuore di dar gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su di voi la maledizione e cambierò in maledizione le vostre benedizioni. Anzi le ho gia maledette, perché nessuno tra di voi se la prende a cuore. Ecco, io spezzerò il vostro braccio e spanderò sulla vostra faccia escrementi, gli escrementi delle vittime immolate nelle vostre solennità, perché siate spazzati via insieme con essi. Così saprete che io ho diretto a voi questo monito, perché c'è anche un'alleanza fra me e Levi, dice il Signore degli eserciti. La mia alleanza con lui era alleanza di vita e di benessere e io glieli concessi; alleanza di timore ed egli mi temette ed ebbe riverenza del mio nome. Un insegnamento fedele era sulla sua bocca, né c'era falsità sulle sue labbra; con pace e rettitudine ha camminato davanti a me e ha trattenuto molti dal male. Infatti le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l'istruzione, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti. Voi invece vi siete allontanati dalla retta via e siete stati d'inciampo a molti con il vostro insegnamento; avete rotto l'alleanza di Levi, dice il Signore degli eserciti. Perciò anch'io vi ho reso spregevoli e abbietti davanti a tutto il popolo, perché non avete osservato le mie disposizioni e avete usato parzialità riguardo alla legge". (Mal. 2,1 seg.)

 

 

 

LA PREGHIERA

 

Quando capita d’invitare qualcuno a pregare affinchè risolva, con l’aiuto di Dio, i suoi problemi, spesso la risposta è un sorriso di sufficienza. La diabolica propaganda dell’ateismo ha infatti raggiunto numerosi strati sociali, soprattutto nella nostra Europa e, di conseguenza, la preghiera viene considerata come un atteggiamento eccentrico da riservare, semmai, a qualche sacerdote volenteroso, magari anziano; non più in grado quindi di darsi da fare in maniera diversa. Ma quello che preoccupa maggiormente è la diffusione di tale concetto anche all’interno del mondo cattolico nel quale si agisce mediante un notevole impegno di volontariato, ma con scarsissima preghiera, considerata oramai superata.

Ma la preghiera, piaccia oppure no a molti, costituisce l’indispensabile azione del cristiano. Infatti, mediante l’orazione chiediamo al Signore di intervenire per il nostro bene personale, familiare e comunitario. E chi meglio di Dio può agire? Un esempio illustre lo possiamo osservare con il re Davide: uomo d’azione per eccellenza (basti pensare alle guerre da lui combattute) e di continua preghiera (la maggior parte dei salmi è stata da lui composta). Gesù, come ci dimostra in particolare il Vangelo di Luca, era in costante preghiera. Furono le preghiere di Santa Teresa del Bambin Gesù, patrona delle missioni, a sostenere la diffusione del Vangelo ad opera dei missionari. Durante un sogno-visione, S. Giovanni Bosco fu istruito sull’indispensabilità della preghiera del rosario per ottenere un’efficace evangelizzazione nelle terre di missione al riparo dei pericoli. Ed in tempi recenti Padre Pio è un esempio di straordinaria evangelizzazione ed intercessione per ottenere milioni di prodigi, e ciò grazie ai numerosissimi rosari che recitava quotidianamente.

La Madonna da Medjugorje raccomanda insistentemente la preghiera (soprattutto del Rosario) per ottenere la pace, la conversione, le grazie e per "uscire da ogni situazione ritenuta impossibile e trovare la gioia più sublime" (messaggio del 28/3/1985). Invece, diabolicamente, è stata diffusa la teoria che la preghiera sia inutile; solo una perdita di tempo, da sostituire totalmente con l’azione umana. Il risultato è sotto gli occhi di tutti!

Secondo gli insegnamenti della Sacra Scrittura (per una più dettagliata spiegazione rimando quanti interessati ai miei libri) la preghiera dev’essere:

1.      di lode (salmi);

  1. di supplica;
  2. di ringraziamento.

Se esaminiamo con attenzione il Padre nostro che Gesù ci ha insegnato, possiamo verificare la sintesi dei tre atteggiamenti sopra indicati.

E’ comunque indispensabile pregare quotidianamente per se stessi, in quanto è un atto di superbia presumere di non aver bisogno di preghiere (lo stesso Santo Padre, infatti, si raccomanda spesso, fornendoci un esempio al riguardo, alle preghiere dei fedeli), per i propri familiari (primo prossimo) e per gli altri. Se tutti pregassimo (preti compresi, soprattutto il Rosario, come suggerito dalla Madonna nel messaggio del 25-6-1985) secondo quanto consigliato dalla Parola di Dio e rammentato dalla Madonna (Madre della Parola) risolveremmo ogni problema del mondo. Altro che esclusiva azione umana come suggerito dal principe di questo mondo mediante i suoi servitorelli (quegli empi dei quali ci parlano ampiamente i salmi)!

 

 

IL SANTO ROSARIO

 

Riteniamo essenziale riportare alcune frasi bibliche che evidenziano l’importanza della preghiera. Il Santo Rosario, dopo la Santa Messa, è da considerarsi la preghiera più efficace come dimostrano le sotto riportate affermazioni della Madonna, dei santi e le conferme del demonio durante gli esorcismi.

 

·         "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova ed a chi bussa sarà aperto". (Mt. 7,7)

·         "In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". (Mt. 18,19)

·         "In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nel mio nome. Chiedete ed otterrete, perché la vostra gioia sia piena". (Gv. 16,23 seg.)

 

ALCUNE PROMESSE

di MARIA SS. ai devoti del Rosario

(fatte al domenicano B. Alano de la Roche)

 

Ø      A tutti coloro che reciteranno il mio Rosario prometto la mia specialissima protezione.

Ø      Il Rosario sarà un'arma potentissima contro l'inferno, distruggerà i vizi, dissiperà il peccato e abbatterà le eresie.

Ø      Chi si raccomanderà col Rosario non perirà.

Ø      Chiunque reciterà devotamente il S. Rosario, con la meditazione dei Misteri, si convertirà se peccatore, crescerà in grazia se giusto e sarà fatto degno della vita eterna.

Ø      Io libero ogni giorno dal Purgatorio le anime devote del mio Rosario.

Ø      I veri figlioli del mio Rosario godranno di una grande gioia in Cielo.

Ø      Ciò che chiederai col Rosario, l'otterrai.

Ø      Coloro che propagano il mio Rosario saranno da me soccorsi in ogni loro necessità.

Ø      La devozione del Santo Rosario è un gran segno di predestinazione.

(Il Santo Rosario meditato)- Ed. Parrocchia S. Antonio a Posillipo-Napoli-pag.3 seg.

 

·         Maria in persona: "Premunitevi della corona come di un'arma e fate che nelle vostre case echeggi come un canto armonioso, canto d'amore, questa formidabile preghiera, formidabile per potenza, per forza e per grazia. Nessun devoto del mio Rosario perirà". (Dagli scritti di un Missionario della Consolata).

·         S. Vincenzo Dè Paoli: "Dopo la S. Messa, la devozione al Rosario ha fatto scendere nelle anime più grazie che tutte le altre devozioni, e con le sue "Ave Maria" compie più miracoli di ogni altra preghiera".

·         Il Santo Curato d'Ars: "Una sola "Ave Maria" ben detta fa tremare l'inferno".

·         San Luigi Maria De Montfort: "L'Ave Maria ben detta (con attenzione, devozione e modestia), secondo i Santi è il nemico che mette in fuga il diavolo, è il martello che lo schiaccia, la santificazione e fecondità dell'anima, la gioia degli Angeli, la melodia dei predestinati, il cantico del Nuovo Testamento, la gloria della SS. Trinità, il piacere di Maria, un bacio casto e amoroso che le si dà...".

·         San Giovanni Bosco: "Il Rosario è una continuazione di Ave Maria, con le quali si possono battere, vincere, distruggere tutti i demoni dell'inferno".

·         Lucia di Fatima: "Per il potere che il Padre ha dato, in questi ultimi tempi, al Rosario non c'è' problema personale, nè familiare, nè nazionale, nè internazionale, che non si possa risolvere con il Rosario".

·         Satana, costretto nel nome di Dio dall'esorcista, ha dovuto parlare del Rosario.

·         Ecco perchè, in un celebre esorcismo, Lucifero, cioè satana in persona, fu costretto ad affermare: "Dio ha dato a Lei (la Madonna) il potere di scacciarci, e Lei lo fa con il Rosario, che ha reso potente. Per questo il Rosario è la preghiera (dopo la Santa Messa) più forte, la più esorcizzante. Esso è il nostro flagello (sic!), la nostra rovina, la nostra sconfitta...

·         Il Rosario ci vince sempre, ed è la sorgente di grazie incredibili per quanti lo recitano intero (15 misteri). Per questo noi lo avversiamo e lo combattiamo con tutte le nostre forze, ovunque, ma specialmente nelle Comunità (principalmente la famiglia, chiesa domestica - Concilio Vaticano II), la cui forza spezzerebbe ogni nostra resistenza.

·         Molte di esse lo sanno: non vi è male che possa resistere ad un Rosario intero comunitario (principalmente familiare - Veggente Viska di Medjugorje).

·         Lucifero (durante un altro esorcismo): "È più potente il Rosario (intero e recitato col cuore) dell'Esorcismo solenne. Il Rosario è più potente del bastone di Mosè!"

·         "Voglio che veniate qui il tredici del mese prossimo e che continuate a recitare il Rosario tutti i giorni in onore della Madonna del Rosario, per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra, perché soltanto lei vi potrà aiutare"

·         A questo punto fece alcune richieste che non ricordo bene. Quel che mi ricordo è che la Madonna disse che bisognava recitare il rosario per ottenere le grazie durante l'anno". (La Madonna ai bambini di Fatima)

·         "Cari figli! Oggi, come non mai, vi invito alla preghiera. Che la vostra preghiera sia preghiera per la pace. Satana è forte e vuole distruggere non solo la vita umana, ma anche la natura e il pianeta su cui vivete, perciò cari figli, pregate per poter essere protetti, mediante la preghiera, con la benedizione della pace di Dio. Dio mi ha mandata tra voi per aiutarvi. Se volete, aggrappatevi al Rosario, giacché solamente il Rosario può ottenere il miracolo nel mondo e nella vostra vita..." (Giovedì 25 gennaio 1991 - Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje).

·         "...Cari figli, rivestitevi dell'armatura contro Satana e vincetelo con il Rosario in mano...." (Giovedì 8.8.1985 - Messaggio dato dalla Madonna a Medjugorje).

·         Il Santo Rosario è compendio di tutto il vangelo (Pio XII)

·         Il Santo Rosario è pratica perfetta (Paolo VI)

 

PROMESSE DELLA VERGINE MARIA A COLORO CHE PORTANO SEMPRE CON SE'

LA CORONA DEL SANTO ROSARIO

1)      Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno da me condotti a mio Figlio.

2)      Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno da me aiutati nelle loro imprese.

3)      Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, impareranno ad amare la Parola e la Parola li farà liberi. Non saranno più schiavi.

4)      Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, ameranno sempre di più mio Figlio.

5)      Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una conoscenza più profonda di mio Figlio nella loro vita quotidiana.

6)      Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno un desiderio profondo di vestire con decenza per non perdere la virtù della modestia.

7)      Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, cresceranno nella virtù della castità.

8)      Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una coscienza più profonda dei loro peccati e cercheranno sinceramente di correggere la propria vita.

9)      Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno un profondo desiderio di diffondere il messaggio di Fatima.

10)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, sperimenteranno la grazia della mia intercessione.

11)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno pace nella loro vita giornaliera.

12)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno ripieni di un profondo desiderio di recitare il S. Rosario e meditare i Misteri.

13)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno confortati nei momenti di tristezza.

14)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, riceveranno il potere di prendere decisioni sagge illuminati dallo Spirito Santo.

15)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno invasi da un profondo desiderio di portare oggetti benedetti.

16)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, venereranno il mio Cuore immacolato e il Sacro Cuore di mio Figlio.

17)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, non useranno il nome di Dio invano.

18)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno una profonda compassione per Cristo crocifisso e aumenterà il loro amore per Lui.

19)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, saranno guariti da malattie fisiche, mentali ed emozionali.

20)  Tutti coloro che portano fedelmente la corona del Santo Rosario, avranno pace nelle proprie famiglie.

(Promesse fatte dalla Vergine durante varie apparizioni)

da "Tutti mi chiameranno Beata" di Padre Dario Betancourt - Ed. S. Michele (tel. 0974-845342 fax 845668), pag. 153 seg.

 

LO STRANO EPISODIO DI PADRE TARDIF

 

Padre Michele Vassallo ha raccontato il misterioso episodio che segue, estremamente emblematico del potere del Santo Rosario in quanto gli è stato"donato misteriosamente" dal grande taumaturgo ed esponente del Rinnovamento Carismatico Cattolico mondiale Padre E. Tardif, considerato  dall'Arcivescovo di Santiago (Mons. Flores)"…Uno dei più grandi uomini della Chiesa Cattolica negli ultimi decenni…".

·         Questo dono del Rosario costituisce una ulteriore convalida del valore del Santo Rosario: la preghiera dei miracoli.

- Durante la veglia di preghiera accadde un fatto strano: mi ritrovai a dialogare con P. Emiliano così come facevamo spesso durante la sua vita terrena. Gli dissi: "Padre, io non potrò più rivederti fino al giorno in cui avrò il privilegio di raggiungerti nella Gerusalemme Celeste. Mi resta di te solo il dolce ricordo del tuo paterno affetto, del tuo sorriso e della tua semplicità. Sei stato per me padre e maestro, il messaggero di Dio, la voce dello Spirito Santo. Ora mi lasci, così, all'improvviso senza darmi il tempo di accettare questo vuoto. Mi vergogno quasi a confessartelo, ma in tutti questi anni ho sempre desiderato chiederti un oggetto qualsiasi che ti appartenesse al fine di conservarlo in tuo ricordo…Avrei tanto voluto avere il coraggio di esternarti questo mio desiderio, ma ora è troppo tardi. Tu sei partito…"

Dopo qualche altro minuto di silenzio mi resi conto di essere un po’ stanco, quindi decisi di recarmi in cucina per bere un bicchiere d'acqua. Mi ero appena seduto quando arrivò una delle guardie che vegliava la salma e preoccupato mi disse: "Padre, dovrei chiederle un favore. Stranamente, nelle mani di Padre Emiliano, è capitata una corona del rosario. Al collo ne ha già una. Non capisco chi abbia potuto mettergliene una seconda nelle mani! Dovremmo toglierla ma non vorrei farlo io. Vorrei che lo facesse lei che è un sacerdote ed era un suo intimo amico-. Queste parole mi risuonarono come una risposta di P. Emiliano…Quella corona era il dono per me, ecco perché dovevo essere io a toglierla dalle sua mani per conservarla in suo ricordo. Tornai nella cappella, mi avvicinai alla bara e con molta attenzione presi la corona e la posi in un fazzoletto. Provai una dolce sensazione.Sembrava che Padre Emiliano mi stesse sorridendo. La posi in tasca e la conserverò gelosamente fino alla fine dei miei giorni. -

Da "P. Emiliano Tardif- l'amico di Dio", di Padre Michele Vassallo, Ed. S. Michele (tel. 0974-845342 fax 845668), pag. 16/17

 

Poiché si sta diffondendo sempre più l’abitudine di recitare il Rosario secondo libere interpretazioni (ad esempio vengono sostituiti i misteri con altri episodi evangelici o addirittura con accadimenti della vita moderna; oppure viene eliminata una parte dell’Ave Maria e/o delle altre preghiere per essere sostituite da frasi bibliche o commenti umani ecc.) conviene rammentare ai “liberi pensatori” le sempre valide prescrizioni stabilite al riguardo da papa Paolo VI nella sua enciclica “Marialis Cultus

 

Indicazioni per il "rosario"

42. Vogliamo ora, fratelli carissimi, soffermarci alquanto sul rinnovamento di quel pio esercizio, che è stato chiamato " il compendio di tutto quanto il vangelo ": la corona della beata vergine Maria, il rosario. Ad essa i nostri predecessori hanno dedicato vigile attenzione e premurosa sollecitudine: ne hanno più volte raccomandata la recita frequente, favorita la diffusione, illustrata la natura, riconosciuta l’attitudine a sviluppare una preghiera contemplativa, che è insieme di lode e di supplica, ricordata la connaturale efficacia nel promuovere la vita cristiana e l’impegno apostolico. Anche noi, fin dalla prima udienza generale del nostro pontificato (13 luglio 1963), abbiamo dimostrato la nostra grande stima per la pia pratica del rosario, e in seguito ne abbiamo sottolineato il valore in molteplici circostanze, ordinarie alcune, gravi altre, come quando, in un’ora di angoscia e di insicurezza, pubblicammo l’epistola enciclica "Christi matri" (15 settembre 1966), perché fossero rivolte supplici preghiere alla beata Vergine del rosario, per implorare da Dio il bene supremo della pace; appello che abbiamo rinnovato nella nostra esortazione apostolica "Recurrens mensis october" (7 ottobre 1969), nella quale commemoravamo il quarto centenario della lettera apostolica "Consueverunt romani pontifices" del nostro predecessore s. Pio V, che in essa illustrò e, in qualche modo, definì la forma tradizionale del rosario.

43. Il nostro assiduo interesse verso il tanto caro rosario della beata vergine Maria ci ha spinto a seguire molto attentamente i numerosi convegni, dedicati in questi ultimi anni alla pastorale del rosario nel mondo contemporaneo: convegni promossi da associazioni e da persone che hanno profondamente a cuore la devozione del rosario, ed ai quali hanno partecipato vescovi, presbiteri, religiosi e laici di provata esperienza e di accreditato senso ecclesiale. Tra questi è giusto ricordare i figli di s. Domenico, per tradizione custodi e propagatori di così salutare devozione. Ai lavori dei convegni si sono affiancate le ricerche degli storici, condotte non per definire con intenti quasi archeologici la forma primitiva del rosario, ma per coglierne l’intuizione originaria, l’energia primigenia, la essenziale struttura. Da tali convegni e ricerche sono emerse più nitidamente le caratteristiche fondamentali del rosario, i suoi elementi essenziali e il loro mutuo rapporto.

44. Così, per esempio, è apparsa in più valida luce l’indole evangelica del rosario, in quanto dal vangelo esso trae l’enunciato dei misteri e le principali formule; al vangelo si ispira per suggerire, movendo dal gioioso saluto dell’angelo e dal religioso assenso della Vergine, l’atteggiamento con cui il fedele deve recitarlo; e del vangelo ripropone, nel susseguirsi armonioso delle Ave Maria, un mistero fondamentale - l’incarnazione del Verbo contemplato nel momento decisivo dell’annuncio fatto a Maria. Preghiera evangelica è, dunque, il rosario, come oggi forse più che nel passato amano definirlo i pastori e gli studiosi.

45. È stato, altresì, compreso più facilmente come l’ordinato e graduale svolgimento del rosario rifletta il modo stesso con cui il Verbo di Dio, inserendosi per misericordiosa determinazione nella vicenda umana, ha operato la redenzione: di essa il rosario considera, infatti, in ordinata successione i principali eventi salvifici che si sono compiuti in Cristo: dalla concezione verginale e dai misteri dell’infanzia fino ai momenti culminanti della pasqua - la beata passione e la gloriosa risurrezione - ed agli effetti che essa ebbe sia sulla chiesa nascente nel giorno di pentecoste, sia sulla vergine Maria nel giorno in cui, dopo l’esilio terreno, ella fu assunta in corpo e anima alla patria celeste. Ed è stato ancora osservato come la triplice partizione dei misteri del rosario non solo aderisca strettamente all’ordine cronologico dei fatti, ma soprattutto rifletta lo schema del primitivo annuncio della fede e riproponga il mistero di Cristo nel modo stesso in cui è visto da s. Paolo nel celebre inno della lettera ai Filippesi: umiliazione, morte, esaltazione ( Fil 2,6-11).

46. Preghiera evangelica, incentrata nel mistero dell’incarnazione redentrice, il rosario è, dunque, preghiera di orientamento nettamente cristologico. Infatti, il suo elemento caratteristico - la ripetizione litanica del " Rallegrati, Maria " - diviene anch’esso lode incessante a Cristo, termine ultimo dell’annuncio dell’angelo e del saluto della madre del Battista: " benedetto il frutto del tuo seno " (Lc 1,42). Diremo di più: la ripetizione dell’Ave, Maria costituisce l’ordito, sul quale si sviluppa la contemplazione dei misteri: il Gesù che ogni Ave, Maria richiama, è quello stesso che la successione dei misteri ci propone, di volta in volta, Figlio di Dio e della Vergine, nato in una grotta di Betlemme; presentato dalla madre al tempio; giovinetto pieno di zelo per le cose del Padre suo; Redentore agonizzante nell’orto; flagellato e coronato di spine; carico della croce e morente sul Calvario; risorto da morte e asceso alla gloria del Padre, per effondere il dono dello Spirito. È noto che, appunto per favorire la contemplazione e far corrispondere la mente alla voce, si usava un tempo - e la consuetudine si è conservata in varie regioni - aggiungere al nome di Gesù, in ogni "Ave Maria", una clausola che richiamasse il mistero enunciato.

47. Si è pure sentita con maggiore urgenza la necessità di ribadire, accanto al valore dell’elemento della lode e dell’implorazione, l’importanza di un altro elemento essenziale del rosario: la contemplazione. Senza di essa il rosario è corpo senza anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule e di contraddire all’ammonimento di Gesù: " Quando pregate, non siate ciarlieri come i pagani, che credono di essere esauditi in ragione della loro loquacità " (Mt 6,7). Per sua natura la recita del rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano all’orante la meditazione del misteri della vita del Signore, visti attraverso il cuore di colei che al Signore fu più vicina, e ne dischiudano le insondabili ricchezze.

48. Dalla riflessione contemporanea sono stati, infine, compresi con maggior precisione i rapporti intercorrenti tra liturgia e rosario. Da una parte, è stato sottolineato come il rosario sia quasi un virgulto germogliato sul tronco secolare della liturgia cristiana, per il quale gli umili venivano associati al cantico di lode ed alla universale intercessione della chiesa; dall’altra, è stato osservato che ciò è avvenuto in un’epoca - il declino del medioevo -, in cui lo spirito liturgico era in decadenza e si verificava un certo allontanamento dei fedeli dalla liturgia in favore di una devozione sensibile verso l’umanità di Cristo e verso la beata Vergine Maria. Se in tempi non lontani poté sorgere nell’animo di alcuni il desiderio di vedere annoverato il rosario tra le espressioni liturgiche ed in altri, per la preoccupazione di evitare errori pastorali del passato, una ingiustificata disattenzione verso il medesimo rosario, oggi il problema si può facilmente risolvere alla luce dei principi della costituzione "Sacrosanctum concilium": le celebrazioni liturgiche e il pio esercizio del rosario non si devono né contrapporre né equiparare. Ogni espressione di preghiera riesce tanto più feconda, quanto più conserva la sua vera natura e la fisionomia che le è propria. Riaffermato quindi il valore preminente delle azioni liturgiche, non sarà difficile riconoscere come il rosario sia un pio esercizio che si accorda facilmente con la sacra liturgia. Come la liturgia, infatti, esso ha un’indole comunitaria, si nutre della sacra scrittura e gravita intorno al mistero di Cristo. Sia pure su piani di realtà essenzialmente diversi, l’anamnesi della liturgia e la memoria contemplativa del rosario hanno per oggetto i medesimi eventi salvifici compiuti da Cristo. La prima rende presenti, sotto il velo dei segni ed operanti in modo arcano, i più grandi misteri della nostra redenzione; la seconda, con il pio affetto della contemplazione, rievoca quegli stessi misteri alla mente dell’orante e ne stimola la volontà perché da essi attinga norme di vita. Stabilita questa sostanziale differenza, non è difficile comprendere come il rosario sia un pio esercizio che dalla liturgia ha tratto motivo e, se praticato secondo la ispirazione originaria, ad essa naturalmente conduce, pur senza varcarne la soglia. Infatti, la meditazione dei misteri del rosario, rendendo familiari alla mente e al cuore dei fedeli i misteri del Cristo, può costituire un’ottima preparazione alla celebrazione di essi nell’azione liturgica e divenirne poi eco prolungata. È, tuttavia, un errore, purtroppo ancora presente in qualche luogo, recitare il rosario durante l’azione liturgica.

49. La corona della beata vergine Maria, secondo la tradizione accolta dal nostro predecessore s. Pio V e da lui autorevolmente proposta, consta di vari elementi, organicamente disposti: a) la contemplazione in comunione con Maria di una serie di misteri della salvezza, sapientemente distribuiti in tre cicli, che esprimono il gaudio dei tempi messianici, il dolore salvifico di Cristo, la gloria del Risorto che inonda la chiesa; contemplazione che, per sua natura, conduce a pratica riflessione e suscita stimolanti norme di vita; b) l’orazione del Signore, o Padre nostro, che per il suo immenso valore è alla base della preghiera cristiana e la nobilita nelle sue varie espressioni.

c) la successione litanica dell’Ave, Maria, che risulta composta dal saluto dell’angelo alla Vergine (cf. Lc 1,25) e dal benedicente ossequio di Elisabetta (cf. Lc 1,42), a cui segue la supplica ecclesiale "Sante Maria". La serie continuata delle "Ave, Maria" è caratteristica peculiare del rosario, e il loro numero, nella forma tipica e plenaria di centocinquanta, presenta una certa analogia con il salterio ed è un dato risalente all’origine stessa del pio esercizio. Ma tale numero, secondo una comprovata consuetudine, diviso in decadi annesse ai singoli misteri, si distribuisce nei tre cicli anzidetti, dando luogo alla corona di cinquanta Ave, Maria, la quale è entrata nell’uso come misura normale del medesimo esercizio e, come tale, è stata adottata dalla pietà popolare e sancita dai sommi pontefici, che la arricchirono anche di numerose indulgenze; d) la dossologia Gloria al Padre che, conformemente ad un orientamento comune alla pietà cristiana, chiude la preghiera con la glorificazione di Dio, uno e trino, dal quale, per il quale e nel quale sono tutte le cose (cf. Rm 11,36).

50. Questi sono gli elementi del santo rosario. Ognuno di essi ha la sua indole propria che, saggiamente compresa e valutata, deve riflettersi nella recita, perché il rosario possa esprimere tutta la sua ricchezza e varietà. Detta recita, pertanto, diventerà grave e implorante nell’orazione del Signore; lirica e laudativa nel calmo fluire delle Ave, Maria; contemplativa nell’attenta riflessione intorno ai misteri; adorante nella dossologia. E ciò deve avvenire nelle varie forme, in cui si è soliti recitare il rosario: o privatamente, quando l’orante si raccoglie nell’intimità con il suo Signore; o comunitariamente, in famiglia o tra fedeli riuniti in gruppo, per creare le condizioni di una particolare presenza del Signore (cf. Mt 18,20); o pubblicamente, cioè in assemblee nelle quali è convocata la comunità ecclesiale.

51. In tempi recenti sono stati creati alcuni pii esercizi, che traggono ispirazione dal rosario. Tra essi, desideriamo indicare e raccomandare quelli che inseriscono nello schema consueto delle celebrazioni della parola di Dio alcuni elementi del rosario della beata Vergine, quali la meditazione dei misteri e la ripetizione litanica del saluto angelico. Tali elementi acquistano così maggior risalto, essendo inquadrati nella lettura di testi biblici, illustrati con l’omelia, circondati da pause di silenzio, sottolineati con il canto. Ci rallegra sapere che tali esercizi hanno contribuito a far comprendere più compiutamente le ricchezze spirituali del rosario stesso ed a rivalutarne la pratica presso associazioni e movimenti giovanili.

52. Vogliamo ora, in continuità di intendimenti con i nostri predecessori, raccomandare vivamente la recita del rosario in famiglia. Il concilio Vaticano II ha messo in luce come la famiglia, cellula prima e vitale della società, "grazie all’amore scambievole dei suoi membri e alla preghiera a Dio elevata in comune, si riveli come il santuario domestico della chiesa". La famiglia cristiana, quindi, si presenta come una chiesa domestica, se i suoi membri, ciascuno nell’ambito e nei compiti che gli sono propri, tutti insieme promuovono la giustizia, praticano le opere di misericordia, si dedicano al servizio dei fratelli, prendono parte all’apostolato della più vasta comunità locale e si inseriscono nel suo culto liturgico; ed ancora, se innalzano in comune supplici preghiere a Dio: ché, se non ci fosse questo elemento, le verrebbe a mancare il carattere stesso di famiglia cristiana. Perciò, al recupero della nozione teologica della famiglia come chiesa domestica, deve coerentemente seguire un concreto sforzo per instaurare nella vita familiare la preghiera in comune.

53. Conformemente alle direttive conciliari, i principi e norme per la liturgia delle ore giustamente annoverano il nucleo familiare tra i gruppi, a cui si addice la celebrazione in comune dell’ufficio divino: " È cosa lodevole (...) che la famiglia, santuario domestico della chiesa, oltre alle comuni preghiere celebri anche, secondo l’opportunità, qualche parte della liturgia delle ore, inserendosi così più intimamente nella chiesa ". Nulla deve essere lasciato intentato, perché questa chiara e pratica indicazione trovi nelle famiglie cristiane crescente e gioiosa applicazione.

54. Ma, dopo la celebrazione della liturgia delle ore - culmine a cui può giungere la preghiera domestica -, non v’è dubbio che la corona della beata vergine Maria sia da ritenere come una delle più eccellenti ed efficaci " preghiere in comune ", che la famiglia cristiana è invitata a recitare. Noi amiamo, infatti, pensare e vivamente auspichiamo che, quando l’incontro familiare diventa tempo di preghiera, il rosario ne sia espressione frequente e gradita. Siamo ben consapevoli che le mutate condizioni della vita degli uomini non favoriscono, ai nostri giorni, la possibilità di riunione tra familiari e che, anche quando ciò avviene, non poche circostanze rendono difficile trasformare l’incontro della famiglia in occasione di preghiera. È cosa difficile, senza dubbio. Ma è pur caratteristico dell’agire cristiano non arrendersi ai condizionamenti ambientali, ma superarli; non soccombere, ma elevarsi. Perciò, le famiglie che vogliono vivere in pienezza la vocazione e la spiritualità propria della famiglia cristiana, devono dispiegare ogni energia per eliminare tutto ciò che ostacola gli incontri in famiglia e le preghiere in comune.

55. Concludendo queste osservazioni, testimonianza della sollecitudine e della stima di questa sede apostolica per il rosario mariano, vogliamo raccomandare, tuttavia, che nel diffondere così salutare devozione non ne vengano alterate le proporzioni, né essa sia presentata con inopportuno esclusivismo; il rosario è preghiera eccellente, nei riguardi della quale però il fedele deve sentirsi serenamente libero, sollecitato a recitarlo, in composta tranquillità, dalla sua intrinseca bellezza.

 

 

I SALMI

 

I salmi possono essere considerati, in una ipotetica gerarchia d’importanza, la preghiera più efficace ed importante dopo la Santa Messa ed il Santo Rosario. Il magistero della Chiesa, espresso nel Catechismo della Chiesa Cattolica (cap. 2579 - 2585 e seg.), invita i fedeli alla preghiera personale e comunitaria anche mediante i salmi "...Questa preghiera (dei salmi) è insieme personale e comunitaria; riguarda coloro che pregano e tutti gli uomini....Pregati ed attuati in pienezza in Cristo, i Salmi restano essenziali per la preghiera della sua Chiesa" (cap. 2586) - "...Nei salmi, Davide, ispirato dallo Spirito Santo, è il primo profeta della preghiera ebraica e cristiana..." (cap. 2579) - "Le espressioni multiformi della preghiera dei Salmi nascono ad un tempo nella liturgia del Tempio e nel cuore dell’uomo. Si tratti di un inno, di una preghiera di una lamentazione o di un rendimento di grazie, di una supplica individuale o comunitaria, di un canto regale o di pellegrinaggio, di una meditazione sapienziale, i Salmi sono lo specchio delle meraviglie di Dio nella storia del suo popolo e delle situazioni umane vissute dal salmista. Un salmo può rispecchiare un avvenimento del passato, ma è di una sobrietà tale da poter essere pregato in verità dagli uomini di ogni condizione e di ogni tempo" (cap. 2588) - "Nei Salmi si scorgono dei tratti costanti: la semplicità e la spontaneità della preghiera; il desiderio di Dio attraverso e con tutto ciò che nella creazione è buono; la situazione penosa del credente il quale, nel suo amore preferenziale per il Signore, è esposto ad una folla di nemici e di tentazioni; e, nell’attesa di ciò che farà il Dio fedele, la certezza del suo amore e la consegna alla sua volontà. La preghiera dei salmi è sempre animata dalla lode...." (cap. 2589)

I salmi, facendo parte della Sacra Scrittura, costituiscono un’altissima scuola di preghiera in quanto ispirati dallo Spirito Santo; insegnano, di conseguenza, la metodologia della preghiera che può essere utilizzata anche con le altre preghiere (ad esempio per finalizzare il Santo Rosario, trasformandolo da semplice recita, in preghiera di lode, di intercessione, di supplica, di ringraziamento, di meditazione ecc.). Dai salmi in generale possiamo ricavare principalmente i seguenti inviti a:

a) lodare Dio Onnipotente;

b) ringraziarlo per i suoi interventi protettivi e salvifici;

c) supplicarlo, in totale fiducia, per ogni genere di necessità;

d) affidarci alla sua infinita misericordia.

Spesso un medesimo salmo contiene diversi inviti. La lode che gli stessi esprimono non è "congelante": esclusivamente tesa cioè ad un "asfittico" elenco di prerogative di Dio, senza collegarle ad un Suo intervento, quasi si temesse di farlo agire. E’ una lode invece che, se da un lato rende onore a Dio Onnipotente e misericordioso, dall’altro lato non teme, contemporaneamente, di invocarlo per ogni necessità e di ringraziarlo per i suoi interventi. In alcuni gruppi di preghiera purtroppo serpeggia, ad opera della solita zizzania, solamente una lode congelante che non ha nulla da spartire con quella raccomandata dallo Spirito Santo mediante i Salmi.

E’ inoltre opportuno rammentare che i Salmi sono un’eccellente preghiera esorcistica e di liberazione (1 Samuele 16,23); personalmente ho avuto modo di vederne l’efficacia in numerosi esorcismi. In famiglia è ottima cosa, dopo aver pregato il Rosario, preghiera insostituibile in quanto raccomandata espressamente dalla Regina dell’Universo, che i genitori impongano le mani sui figli pregando con i salmi di protezione, di guarigione e di liberazione.

 

 

 

IL DIGIUNO

 

[5]E` forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l'uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore?

[6]Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?

[7]Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?

[8]Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà.

[9]Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: <<Eccomi!>>. Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio,

[10]se offrirai il pane all'affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio.

[11]Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono.

[12]La tua gente riedificherà le antiche rovine, ricostruirai le fondamenta di epoche lontane. Ti chiameranno riparatore di brecce, restauratore di case in rovina per abitarvi.

[13]Se tratterrai il piede dal violare il sabato, dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro, se chiamerai il sabato delizia e venerando il giorno sacro al Signore, se lo onorerai evitando di metterti in cammino, di sbrigare affari e di contrattare,

[14]allora troverai la delizia nel Signore. Io ti farò calcare le alture della terra, ti farò gustare l'eredità di Giacobbe tuo padre, poiché la bocca del Signore ha parlato".

Is. 58,5 seg.

 

Secondo Padre Mitrophan[9] "Oltre alla preghiera e a tutto ciò che costituisce la vita spirituale, gli antichi Padri attribuiscono una particolare importanza al digiuno. Digiunare non significa astenersi dal mangiare la carne, ma è in primo luogo la rinuncia a cattivi pensieri, desideri e azioni. Il digiuno fisico è tuttavia un ausilio indispensabile per combattere con successo contro le passioni, soprattutto contro l'orgoglio, radice di tutti i mali. Il corpo, che insieme all'anima partecipa al peccato, deve ugualmente partecipare con essa alla virtù…Il digiuno, come ogni altra virtù non salva; tutte le virtù portano solo alla devozione (umiltà) nella quale l'uomo arriva a riconoscere che l'unica salvezza è in Dio e nella sua misericordia".

Che cosa ispira all'uomo il demonio per contrastare il digiuno? Il consumismo: cioè la schiavitù ai bisogni immaginari! Quindi la progressiva mancanza di capacità alla rinuncia, che non va intesa come rinuncia alla scienza ed al suo positivo utilizzo (diversamente vivremmo ancora nelle caverne), bensì come rinuncia ai capricci propinatici come indispensabili, ma che in realtà si rivelano sempre più illusori, ipnotici e devianti dalla ricerca di Dio; ricerca che è fondamentale per ogni uomo, non solo per arrivare in Paradiso, ma per procurarsi la felicità sulla terra.

Da "Luce e tenebre", pag. 52

 

IL DIGIUNO CATTOLICO ED IL RAMADAN

 

[5]E` forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l'uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore?

[6]Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?

[7]Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?

[8]Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà.

[9]Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: <<Eccomi!>>. Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio,

[10]se offrirai il pane all'affamato, se sazierai chi è digiuno, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio.

[11]Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono.

Is. 58,5 seg.

 

[1]Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo.

[2]E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame.

Mt. 4,1 seg.

 

"Di fronte al rapido mutare delle condizioni sociali e culturali caratteristico del nostro tempo, e in particolare di fronte al moltiplicarsi dei contatti interreligiosi e al diffondersi di nuovi fenomeni di costume, diventa sempre più necessario riscoprire e riaffermare con chiarezza l'originalità del digiuno e dell'astinenza cristiani…"

Il senso cristiano del digiuno e dell'astinenza, ed. CEI, cap.7

 

 

Per alcuni giorni siamo stati ripetutamente inondati da immagini ed articoli che i vari mass media hanno dedicato al Ramadan. Diversamente dallo spazio che notoriamente il potere informativo dedica ai cristiani (quasi nullo!) il "digiuno" musulmano è stato posto in bella evidenza come fosse un esempio da imitare e ciò ha ingenerato confusione tra il digiuno cattolico e quello musulmano. La lettura di libri quali "Il vero volto dell'immigrazione" e "Il quarto livello" aiutano a comprendere certe strategie che lasciano comunque molte persone assai perplesse.

Conviene quindi, pure nel doveroso rispetto del libero arbitrio di ognuno,  fare un po’ di chiarezza ad uso e consumo dei cattolici affinchè non restino ingannati al riguardo, sentendosi magari inferiori ai modelli propinati dai mass media.

Esiste infatti una profonda differenza tra il digiuno cristiano ed il ramadan musulmano in quanto in campo cattolico "…C'è dunque un intimo legame fra il digiuno e la conversione della vita, il pentimento dei peccati, la preghiera umile e fiduciosa, l'esercizio della carità fraterna e la lotta contro l'ingiustizia: - Buona cosa è la preghiera con il digiuno e l'elemosina con la giustizia…-"[10] - "…Così l'astensione del cibo è sempre unita all'ascolto e alla meditazione della parola di Dio, alla preghiera e all'amore generoso verso coloro che hanno bisogno…Il digiuno è l'anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno…San Leone Magno afferma che il vero digiuno quaresimale consiste nell'astenersi non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai peccati"[11]. Sempre in campo cattolico:

1)      La legge del digiuno "obbliga a fare un unico pasto durante la giornata, ma non proibisce di prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera, attenendosi, per la quantità e la qualità, alle consuetudini locali approvate".

2)      La legge dell'astinenza proibisce l'uso delle carni, come pure dei cibi e delle bevande che, ad un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi.

3)      Il digiuno e l'astinenza, nel senso sopra precisato, devono essere osservati il Mercoledì delle Ceneri (o il primo venerdì di quaresima per il rito ambrosiano) e il Venerdì della Passione e Morte del Signore Nostro Gesù Cristo; è consigliato il Sabato Santo sino alla veglia pasquale.

4)      L'astinenza deve essere osservata in tutti e singoli i venerdì di Quaresima, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità (come il 19 o il 25 marzo). In tutti gli altri venerdì dell'anno, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità, si deve osservare l'astinenza nel senso detto oppure si deve compiere qualche altra opera di penitenza, di preghiera, di carità.

5)      Alla legge del digiuno sono tenuti tutti i maggiorenni fino al 60° anno iniziato; alla legge dell'astinenza coloro che hanno compiuto il 14° anno di età.

6)      Dall'osservanza dell'obbligo della legge del digiuno e dell'astinenza può scusare una ragione giusta, come ad esempio la salute. Inoltre, "il parroco, per una giusta causa e conforme alle disposizioni del Vescovo diocesano, può concedere la dispensa dall'obbligo di osservare il giorno (…) di penitenza, oppure commutarlo in altre opere pie….."[12].

E' necessario chiarire che "…. Le comunità ecclesiali, come pure ogni singolo cristiano, sono impegnati a trovare i modi più adatti per praticare il digiuno e l'astinenza secondo l'autentico spirito della tradizione della chiesa, nella fedeltà viva alla loro originalità cristiana. Questi modi consistono nella privazione e comunque in una più radicale moderazione non solo del cibo, ma anche di tutto ciò che può essere di qualche ostacolo ad una vita spirituale pronta al rapporto con Dio nella meditazione e nella preghiera, ricca e feconda di virtù cristiane e disponibile al servizio umile e disinteressato del prossimo…".[13]

Conviene inoltre ricordare che, da Medjugorje, la Madonna ha richiesto il digiuno a pane ed acqua per tutti i venerdì dell'anno ed in alcuni momenti particolari anche di mercoledì.

Per quanto concerne i cattolici esiste quindi un invito al digiuno e all'astinenza da attuarsi (nei periodi indicati) con costanza e soprattutto esiste un legame inscindibile tra il digiuno, l'astinenza e:

a)      la meditazione della Parola di Dio ed in particolare la passione e la morte di Gesù;

b)      la preghiera;

c)      le opere di carità;

d)      il digiuno dal peccato.

 

L'obbligo del digiuno durante il mese di ramadan "costituisce una delle prescrizioni fondamentali dell'islamismo ed è sancito dal Corano. Tale digiuno comporta l'astensione completa da qualsiasi cibo e bevanda (oltre che dai rapporti coniugali, dai profumi e dal tabacco) per il periodo che va dall'alba (indicato come il momento "in cui si può distinguere un filo nero da uno bianco") al tramonto…Al tramonto tutti i divieti cadono, e le notti vengono trascorse in festeggiamenti. Chi sia impossibilitato, per ragioni di salute o altro, a compiere il digiuno lo deve rinviare ad altro periodo. Il digiuno ha valore di purificazione e di riconoscimento dei benefici concessi da Dio agli uomini, e commemora la "fissazione dei destini" avvenuta appunto in una notte imprecisata nel mese di ramadan…"[14]

A parte quindi le differenze teologiche, che chiunque può comparare,  tra il digiuno e l'astinenza cattolici e il digiuno del ramadan, quello musulmano può essere inteso non come un'astensione vera e propria dal cibo, ma uno spostamento di orario in quanto al tramonto " tutti i divieti cadono, e le notti vengono trascorse in festeggiamenti".

 

 

 

UNA PREZIOSA TESTIMONIANZA

 

 

Mi è stata inviata la seguente lettera che ho giudicato molto utile per evitare che i giovani ed i loro genitori cadano nelle trappole del Maligno di cui il Papa non si stanca mai, di denunciarne l'esistenza.

A tale lettera ne è seguita una seconda che riassume la vita della protagonista e della sua famiglia che ho deciso di pubblicare come ulteriore e dettagliato insegnamento.

 

Prima lettera:

 

Sia Lodato Gesù Cristo, sempre Sia Lodato!

Salve Signor Arrigo Muscio, come sta? Spero bene. Mi presento subito, mi chiamo S. e sono la sorella di D..

Mia sorella mi parla spesso di Lei e volevo scriverLe anch'io qualcosina a proposito di me. Spero di non annoiarla.

Ho 27 anni, studio presso la Terza Università di ......, facoltà di Scienze dell'Educazione, iscritta al secondo anno.

In realtà, le spiego, nel 1993 mi iscrissi alla facoltà di Psicologia, diedi dodici esami e poi blocco totale per un esame, la terribile statistica. Le confesso che non sono mai stata una cima in matematica. Quest' esame era l'ultimo di un biennio e dunque propedeutico ai successivi esami del triennio. Le premetto che quando scelsi questa facoltà lo feci con convinzione e passione, dicevo anche in famiglia che per me l' Università esisteva perché c' era la facoltà di Psicologia.

Feci presto di questa scienza la mia ragione di vita, pensi avevo appeso nella mia cameretta un ritratto in chiave caricaturale di Freud, padre della Psicanalisi. Era divenuto per me la chiave per interpretare tutto il comportamento umano. Solo oggi, alla luce di quanto Gesù ha Fatto per me e D., riconosco quanto sbagliavo ed ero fuori strada. Oggi un' immagine meravigliosa di Gesù del Sacro Cuore sostituisce quella falsa e fuorviante di Freud. Oggi capisco, per Grazia ricevuta, che fede e psicoanalisi non possono andare di pari passo, cosa che invece molti , tra cui sacerdoti, pensano. Per quel che riguarda la mia vita sentimentale ho avuto due storie, di poca durata, grazie a Dio ma sicuramente volute da Lui stesso. Due ragazzi uno più disgraziato dell' altro. Me li sono meritati e ora le spiego anche il perchè. Qualche anno fa, me ne vergogno anche a dirlo, non so per quale ispirazione ma di certo non Divina, espressi a me stessa ed ero in Chiesa un pensiero:" Vorrei incontrare un bravo ragazzo, ma che non sia troppo di Chiesa, altrimenti non sarebbe un uomo vero". IL Signore mi ha ascoltata ed ho incontrato , come le dicevo prima, due disgraziati. Io penso che il Signore spesso esaudisca anche nostri desideri sbagliati, non per farci del male anzi! Egli ci concede di sbagliare per imparare, come un genitore premuroso che permette, sotto il suo vigile occhio, al proprio bambino anche di cadere e farsi un pò male, affinchè capisca.

Vuole sapere ora cosa chiedo al Signore, dal momento che vorrei tanto formare una mia famiglia se Dio me lo consentirà, di incontrare una persona che ponga Dio al primo posto come dovremmo fare tutti nelle nostre famiglie.

Vede Signor Muscio come Gesù cambia la vita ai suoi fratelli? Solo che spesso io e mia sorella ci chiediamo chi abbia mai pregato per noi e dunque il perchè di tanta Grazia. E poi ne deriviamo la conclusione che Dio è infinitamente Misericordioso e che Egli decide quando, come e perché intervenire nella vita delle sue creature che tanto Ama. Grandi Grazie Ha donato alla mia famiglia il Signore. Eppure Le confesso che assieme a questo cammino di fede e preghiera non mancano episodi che mai mi erano capitati.

Il primo è accaduto lo scorso anno, verso luglio, erano le prime volte che cominciavo ad andare a Messa tutti i giorni. E' proprio durante la Messa che improvvisamente, mi creda, venni ASSALITA  da  FORTISSIMI DUBBI che si insinuavano prepotentemente!

Ciò che mi suggerivano i pensieri era che dovevo smettere di credere a Gesù e alla Madonna e guardando le loro statue mi dicevo:" Non c' è niente, non esiste nulla dopo la morte c' è il vuoto, Loro non esistono, Dio non esiste stupida". Uscii dalla Chiesa quasi piangendo e terrorizzata, mentre mia sorella mi tranquillizzava. Le dico, perchè credo ci sia un non casuale nesso, che avevo appena finito di leggere il  famoso libro di Oscar Wilde " I Peccati di Dorian Gray". E dunque questo è stato il mio primo approccio con forze avverse, a questo cammino ed è stato perciò il più terribile. Non so se a Lei sia mai capitata una cosa del genere, mi creda sono davvero sconcertanti fatti del genere che ti fanno credere che quello che stai vivendo è tutto vero. Mi perdoni se continuo a stancarla, vorrei solo un parere da Lei. Il secondo episodio mi è accaduto dopo essere tornata da Medjugorje con D.. Era il primo settembre scorso e con la mia fedelissima sorella eravamo andate ad una Messa di Adorazione alla Chiesa di S. Anastasia. Le premetto che avevo già assistito ad una Messa del genere prima di partire per Medjugorje. Entrate in Chiesa ci sedemmo ed io cominciai ad essere insofferente. Dissi a D. che volevo sedermi da un ' altra parte, più in fondo e così feci e lei mi seguì. Mi sentivo strana ma a lei dissi solo che avevo un pò di mal di testa. Mentre arrivavano altre persone le guardavo e dicevo loro mentalmente: "Che stupidi che siete, mi sembrate un branco di illusi e fantocci che pregano chissà cosa e si vogliono bene, stupidi vi odio". Nel frattempo entra anche il sacerdote, si comincia con i canti, mentre io non vi partecipo affatto. D. intanto mi diceva che se il mal di testa continuava potevamo andar via, cosa che in quel momento desideravo, ma che mi ostinavo a rifiutare dicendo a me stessa che tanto Gesù sarebbe venuto di lì a poco a liberarmi. Il sacerdote, Padre A., iniziò la Funzione con le Lodi al Signore ed io mi sentii soffocare, avevo l' istinto di graffiarmi il collo, avevo smania ovunque e pensai:" Oh Dio questo adesso comincia con questa solfa, non lo posso sentire voglio andar via". Si arrivò poi al momento di un particolare canto in cui spiccava il nome di Gesù ed è in quel preciso istante che un brivido mi attraversò e mi sentii meglio. Contemporaneamente, ossia nel momento in cui si nominò Gesù ed ebbi quel brivido, sentii insieme a D. delle urla disumane che provenivano dalla Sacrestia, era una ragazza che a più riprese urlava. Anche in quel momento piansi, poichè ebbi la conferma di essere stata liberata da un' ondata di Misericordia. In un' altra occasione, ma sempre durante la S. Messa in occasione del 48° ......... di C.....cui partecipammo io e D. l' 8 Dicembre scorso, mi prese ad avercela, sempre mentalmente, con il sacerdote e Gesù e dicevo:" Zitto stupido prete dici solo cretinate e Tu invece hai dato tutto agli altri e hai tolto tutto a mia sorella, anche l' unica cosa che aveva di più caro al mondo, suo marito. Vi odio e anche quelli che vi seguono. Delle persone che avevo conosciute durante i tre giorni di ..... mi guardavano con curiosità, poichè il mio atteggiamento era palese. Tornate a casa qualcuno di loro mi telefonò dicendomi:" S. ma che ti è successo ieri a Messa? Non sei stata bene in questi tre giorni, sei cambiata dalla notte al giorno! Ieri stavi così bene!". Ecco Signor Muscio, questo è quanto mi è accaduto e quanto mi accade. Non le posso raccontare quello che ho pensato qualche giorno fa, sarebbe troppo,  che il Signore mi perdoni.

Mi perdoni anche Lei, se l' ho così importunata. Non volevo raccontarle dei miei studi bloccati o delle mie storie "disgraziate" tanto per dirLe qualcosa, ma volevo da Lei un parere in merito, poichè solo con pochissime persone si può parlare di certe cose senza essere presa per pazza. Poi D., Le ha raccontato di ieri da Padre V. cosa mi è successo. Bene ora la lascio credo ne sarà contento, la prenda come un' opera di Carità, il Signore gliene renderà merito. La ringrazio infinitamente, che il Signore benedica Lei e la sua famiglia. Non si dimentichi di pregare per me e la mia famiglia. Lei conti su di me e D.. Infiniti saluti. S.

 

Seconda lettera:

 

Sia Lodato Gesù Cristo, sempre sia Lodato!  Carissimo Sig. Muscio,  sono S., innanzitutto grazie infinite per avermi risposto e anche subito. Non credevo immaginando i Suoi innumerevoli impegni. La ringrazio per il Suo sostegno e farò come Lei mi ha raccomandato, anche se molte delle cose da Lei suggeritemi sono già presenti (S. Messa quotidiana, Crocifisso al collo, 1/3 del S. Rosario). Se vedesse poi la mia cameretta! E' ovvio però che portare oggetti benedetti con sè ha un senso solo se portati con Fede. Desidero immediatamente comunicarLe di considerare " UN DOVERE CRISTIANO" inviare la mia testimonianza  a chiunque riterrà opportuno, se tutto ciò è per il bene degli altri e per la Gloria di Dio. Anzi, integro quanto Le ho scritto ieri con altro materiale, che a mano a mano viene in mente e sicuramente riterrà strettamente collegato ai fatti che già Le ho raccontato. Si rivelerà sicuramente un lungo racconto, ma La prego dal profondo del Suo cuore di usarci carità.  Comincio un po' da lontano, ma credo che i nostri guai abbiano avuto origine proprio all' epoca. Non so se D. lo abbia già raccontato, ma proseguirò con più dettagli.  Avevo circa cinque anni mentre mia sorella più o meno undici. Abbiamo una zia, sorella di mia madre, che all' epoca ne aveva sedici. In quel periodo, non so se lo ricorda, andavano, diciamo, di MODA le sedute spiritiche. Mia zia ce le portava in casa come una lezione di scuola,  appresa durante le ore di intervallo. Eravamo al mare e durante le ore più calde ci si " DIVERTIVA", oserei dire con la cognizione che possiedo oggi in merito a certe cose, con un ORDIGNO AD ESPLOSIONE RITARDATA! Diciamo che la MEDIUM della situazione era sempre mia zia. Le premetto che ho sempre e solo assistito e mai partecipato  alle sedute, mentre D. si. Si cominciava, quindi, dopo pranzo, si tiravano giù tutte le tapparelle per creare una certa atmosfera. Eravamo, ma forse più loro, come bambine che scambiano un' ARMA PERICOLOSA PER UN GIOCO. Lo si prendeva , infatti, proprio come un divertimento. Alle sedute partecipavano mia zia, mia nonna, mia madre e mia sorella, io assistevo soltanto. Mio padre e mio nonno erano a .....per lavoro. Si cominciava con un segno di croce (Si immagini un pò, che  cosa blasfema) e in nome di Dio si interrogavano i presunti defunti. Le premetto che si presentavano subito delle difficoltà di presunto contatto a volte con congiunti ,altre volte chissà con chi, poiché erano disturbati dalla presenza di D., non la volevano mai. Se si interrogava il Baronte, come certe entità si autodefinivano, su cosa era disturbato, esso mediante la moneta, che mi creda si muoveva a volte vertiginosamente senza toccarla, si dirigeva sempre verso mia sorella. Una volta successe che mia zia all'inizio di una seduta disse:" Se ci sei  dacci in qualche modo un segno della tua presenza"; a quel punto, le sembrerà che Le stia raccontando un film dell'horror ma non è così, saltò la luce d'improvviso non solo a casa nostra ma in tutto il palazzo, pensi perfino l'ascensore si bloccò con una signora dentro che sentivamo urlare. Contemporaneamente al black-out avvertimmo all'interno di un pensile della cucina, dove si svolgeva la seduta, un forte botto. A quel punto, Si immagini la scena di panico, mia zia e le altre mandarono tutto a monte, senza dire la formula di chiusura, tirarono subito su le tapparelle, poiché non c'era luce e si rimise tutto in ordine. Non le dico che ricordo ho di quel giorno! E' come se fosse accaduto ieri. Ricordo molto bene che non volevamo nessuna  più stare in quella casa ed io  volevo tornare a ...... dai miei nonni paterni. A dire il vero quella casa, a detta di tutta la famiglia incuteva timore, non conoscendone il motivo e ancor prima di fare le sedute. Che abbiano fatto qualcosa i precedenti proprietari, prima che l'acquistassero i miei nonni? E' certo che noi  in seguito abbiamo peggiorato la situazione. Da quel giorno cominciarono ad accadere fatti insoliti: filo del frigorifero reciso di netto con forbice secondo il parere di un tecnico (non avevamo  forbice in casa); porta di casa precedentemente chiusa con diverse mandate e aperta poi senza mandate; tutti i rubinetti aperti al nostro rientro a casa. A  seguito di questi fatti avevamo il terrore a rientrare in quella casa, tanto che mia zia decise di ripetere una nuova seduta  per chiudere la precedente come non era stato fatto. La fecero questa volta fuori casa di sera, poiché tornate dalla solita passeggiata serale non riuscivamo più a tornare a casa. Durante una delle precedenti sedute, l'entità non rispondevano alle domande che gli si rivolgevano, ma molto spesso rivelavano cose non domandate, per esempio  ci fu annunciata una notizia sconvolgente: la moneta si spostava tra il numero 8 e il 9, non capivamo ciò cosa volesse dire e in seguito si compose la parola MORTE DI UN FAMILIARE. Dopo qualche giorno, vedemmo arrivare mio nonno inaspettatamente. Ci veniva ad avvisare del suicidio con il gas della sorella. Infatti la trovarono già morta la mattina del 9 luglio, probabilmente morì durante la notte. C'è da precisare una cosa da non trascurare, che in entrambe le famiglie dei nonni materni si sono succeduti tre suicidi, compreso quello di nostra nonna che partecipava alle sedute, gettandosi dal terzo piano dell'ospedale in cui era stata ricoverata a causa della sua grave e non riconosciuta depressione. Dopo circa tre anni da quelle sedute, compare a D. il primo sintomo della sua INSEPARABILE MALATTIA. che la portata a peregrinare dapprima da un ricovero ospedaliero all'altro, e poi purtroppo, da cartomanti, maghi e falsi guaritori. Mi perdoni se opero dei voli pindarici, ma sono molte le cose che ho da raccontarle che temo di dimenticare. Tornando a mia zia, fin dai primi anni della sua giovinezza le accadevano fatti piuttosto insoliti e nessuno in famiglia le credeva. Eppure non era ancora  il periodo delle sedute. Ad esempio, trovava oggetti spostati al suo risveglio, o addirittura scomparsi e ritrovati in luoghi decisamente improbabili; tapparelle al risveglio mattutino completamente sollevate in pieno inverno; lampadine che si accendevano e si spegnevano improvvisamente. Una volta sposata, però, tali fatti sono cessati, ma continua nonostante i nostri ragguagli di affidarsi solo a DIO, ad rivolgersi, almeno fino a qualche tempo fa, a cartomanti e a leggere oroscopi. Devo citare anche altri importanti fatti che hanno colpito nel corso di questo lungo frangente la nostra famiglia. Ora Sig. Muscio non voglio dire che tutto debba necessariamente derivare da errori di tal genere commessi in passato, ma credo che essi abbiano avuto il loro peso e che quando il male volutamente e inconsapevolmente cercato si accumula possa creare gravi conseguenze come quelle suindicate. Lei non sa per quanto tempo abbiamo brancolato nelle tenebre, fino a quando il BUON GESÙ ritenendo maturo il momento E' Intervenuto con la SUA MISERICORDIA ad illuminarci con LUCE VERA il nostro cammino. Tornando ai fatti, in particolare a mia madre, fino a circa venti anni fa, era vittima, come lo è stata sua madre, di una grave depressione che la condotta ad assumere potenti psicofarmaci. Non era più padrona di se stessa, tanto che uno psichiatra dal quale la portai, le disse che se non avesse posto opportuno rimedio con una psicoterapia, sarebbe finita presto da un ospedale psichiatrico all'altro. Oggi mia madre è un'altra persona, completamente tornata alla vita e alla fede; a quest'ultima non certo grazie alla psichiatria che certe cose non le ammette, o addirittura le giustifica come normali (Comandamento di DIO = non commettere atti impuri, cosa che invece la psicologia ritiene condotte normali, come appartenenti alla natura umana e, dunque, non reprimibili). Confesso che all'epoca portai mia madre da uno psichiatra poiché studiando psicologia ne ero totalmente indotta. E' stato in quel periodo, ossia nei primi anni di depressione di mia madre, che mio padre instaurò una relazione durata due anni con una collega di lavoro e che terminò direi proprio con una "CHIAMATA". Undici anni fa circa infatti mio padre fu colto da un ictus, grazie al cielo non grave, mentre accompagnava in macchina dal lavoro "la sua collega". Fu un brutto periodo quello; mio padre confessò a mia madre tutto, la quale nonostante ciò perdonò lui e la collega. Dio gliene renderà merito quando sarà davanti a Lui. E' in quella occasione che mio padre espresse il desiderio di andare a LOURDES, e così fecero. Infine ci sono io. Non le ho raccontato tutto ieri, manca un "pezzo della mia vita" che ritengo abbia un certo peso. Quando avevo quindici anni, le sembrerà a questo punto non più casuale la somiglianza con mia madre e mia nonna, ebbi anch'io una bruttissima depressione che durò parecchio. Piangevo spesso, all'ascolto di una canzone, alla visione di un film, per un banalissimo torto subito; mi rinchiudevo nella mia cameretta al buio per ore ascoltando musica e vivendo nella più assoluta fantasia, ne ero proprio schiava. Arrivai ad odiare la vita, immaginavo spesso il mio funerale volevo davvero morire, grazie al Cielo mi è sempre mancato il coraggio, c'è sempre stato, oltre a "qualcuno" di oscuro, IL MANTO MATERNO DELLA MADRE DOLCISSIMA DI GESU '  e nostra che mi avvolgeva senza che io lo sapessi, ora lo so. Cosa gravissima, e qui vengo al dunque, mia madre, per la disperazione nel vedermi così, si recò da una maga, una di quelle che si vedono in tv. Fu accompagnata da mia zia, questa volta sorella di mio padre,(dico subito che questa zia oggi fa parte del GRUPPO DEL RINNOVAMENTO DELLO SPIRITO, all'epoca anche lei era nelle tenebre). Insieme a questa maga fecero un rito di "liberazione" (e che liberazione!). Mia madre me lo confessò dopo alcuni anni e mi raccontò che invocarono con gesti rituali chissà CHI!  In realtà stetti meglio anche perché andavo da una psicologa, anche se oggi non ci tornerei più, mi basta il MIO BUON GESÙ ed  E' TUTTO. Solo lo scorso anno buttai poi la carta astrale che mi a madre aveva quasi dimenticato di avere e che gli aveva dato quella maga. Tre anni fa, invece fui operata ad un grosso mioma uterino. I medici mi dicevano che un caso del genere è rarissimo, ed ho quasi rischiato che mi togliessero l'utero. Anche qui il male è permesso ma fino ad un certo punto. Mi creda Sig. Muscio è stato un periodo in cui non riuscivamo ad alzare la testa, come si suol dire "pioveva sul bagnato". E qui comincia il periodo di D. e della sua separazione dal marito. Anche ella operata d'urgenza due anni asportando metà dell'apparato genitale. Apro una parentesi: circa 7 anni fa, D. fu protagonista di un fatto incredibile. Era già da moltissimo tempo a letto, a causa delle sue malattie, quando una mattina, già sveglia, dopo che il marito uscì per recarsi a lavoro, intravide una sagoma evanescente avvicinarsi al letto, si sentì invadere e quasi soffocare da tale presenza per tutto il corpo. Ad un certo punto terrorizzata, avvertì che una mano molto esile, sfiorava la sua. Poi improvvisamente la vide scomparire nel corridoio. Completamente immobilizzata e sconvolta le ci volle diverso tempo per realizzare e per compiere il minimo movimento. Appena le fu concesso, telefonò immediatamente a mia madre. tengo a precisare che in quel periodo una sua collega le parlava spesso di Sai Baba. Tutto il seguito per Lei  è storia!  Mentre Le scrivo sono insieme a mia sorella che partecipa al racconto. Ci perdoni ancora una volta, ma avevamo bisogno di raccontarLe queste cose, visto, come le dicevo nella precedente lettera, che non a tutti si possono confidare senza essere credute e se non  addirittura derise, perfino da sacerdoti. Un' ultima cosa che mi sovviene proprio ora. Lo sa cosa ho sognato circa cinque anni fa? Quanto segue. Era notte ed io mi trovavo sulla via di casa mia, ad un certo punto un leone mi ruggiva fuoco, avvertivo nel sogno che questa bestia voleva aggredirmi farmi morire. Io allora gridai questa parola di cui non ho mai saputo il significato ma nella mente mi veniva scritta così: Honey! Nel sogno però sapevo che questa parola indicava GESÙ, e subito il leone sparì. Questo in tempi non sospetti, in cui ero lontana da certi pensieri. In un altro sogno fatto  circa un anno fa, sognai di una ragazza indemoniata simile all'attrice del film L'Esorcista; accanto a me c'era GESÙ, a CUI chiedo:" MAESTRO ma anche a me succederà così? E LUI mi RISPOSE:" non temere non ti succederà in quel modo". In un altro sogno ancora GESÙ nella mia Parrocchia mi dice:" non temere a D. e D….. ci penso IO ". Dietro di LUI c'era SUA MADRE MARIA. EGLI AVEVA IL CALICE IN MANO.  Questa Gentilissimo Sig. Muscio è tutta la mia storia e della mia famiglia.  La legga pure con molta tranquillità e quando vorrà. La ringraziamo infinitamente per la Sua Carità, La salutiamo affettuosamente. Sarà nelle nostre preghiere AL SIGNORE e ci uniremo alle Sue. Che DIO LA BENEDICA SEMPRE. SIA LODATO GESÙ CRISTO; SEMPRE SIA LODATO!  S. e D. A……. 

 

 

CONCLUSIONE

 

Come la Sacra Scrittura ci insegna, la Madonna ci rammenta ed il diavolo conferma in numerosi esorcismi, la causa di tutti i mali rimane e resterà sempre la disubbidienza alla Parola di Dio; a quella Parola eterna dettata dall’Onnipotente per la nostra felicità sia su questa terra sia in Paradiso. Un giorno mi recai in un pellegrinaggio nel santuario di Giulianova (Te); là incontrai un anziano signore del posto. Questo semplice figlio di Dio fece un’affermazione semplice, ma fondamentale; così semplice che i teologici la ignorano, intenti a ben altre speculazioni. Mi disse “Tutto il male del mondo deriva dalla disubbidienza alla Parola di Dio. Siamo noi che provochiamo il nostro male disubbidendogli quando, sedotti da satana come Adamo ed Eva, contravveniamo ai suoi comandi di vita e di felicità”. Mea culpa, mea culpa, mea massima culpa.

 

 

 

 



[1] L'eletta del dragone - Clotilde Bersone - Ed. Segno, Udine

 

[3] "Inchiesta sul Rock" di Calo Climati - Ed. Piemme

[4] Nel nostro link "Libri consigliati" è presente una notevole documentazione che comprova l'esistenza concreta dei patti satanici.

 

 

 

 

[9] Rivista Medjugorje, 7, 1991, Tocco Casauria, Pescara

[10] Il senso cristiano de digiuno e dell'astinenza, Ed. CEI, cap. 3

[11] Il senso cristiano de digiuno e dell'astinenza, Ed. CEI, cap. 5

[12] Il senso cristiano de digiuno e dell'astinenza, Ed. CEI, cap. 13

[13] Il senso cristiano de digiuno e dell'astinenza, Ed. CEI, cap. 10

[14] Enciclopedia universale Rizzoli Larousse