L'UNIFORME
Se l'uniforme del reparto istriano era
caratterizzata dall'abbinamento tra il verde scuro della giacca e il
grigio dei pantaloni, quella delle unità dalmate del reggimento di
fanteria era interamente verde, con finiture rosse e polsini scarlatti. Il
colletto variava di colore a seconda del battaglione: scarlatto per i
carabinieri e i cacciatori, giallo canarino per i volteggiatori. Allo
stesso modo variava la tinta del pon-pon sul copricapo, che era rosso nei
carabinieri, verde nei cacciatori, giallo nei volteggiatori. La foggia
degli abiti ricalcava quella del reparto istriano, con due sole
significative differenze: la giubba era chiusa da una fila di nove bottoni
bianchi e non di sette; al posto delle canoniche scarpe di cuoio le unità
dalmate utilizzavano dei tipici scandali locali detti opanche.
CENNI STORICI
Inquadrato nell'ambito della fanteria leggera, questo
speciale corpo a reclutamento regionale venne organizzato dopo la vittoria
napoleonica contro la terza coalizione (1805-1806), che dilatò i confini
del Regno Italico fino a comprendere l'Istria e la Dalmazia. Dapprima
battezzato Legione Reale Dalmatina, divenne poi Reggimento Leggero
Dalmata, nome che mantenne anche dopo il 1811 quando gli fu
aggregato il 3° Battaglione Istriano. Durante l'intero corso della sua
esistenza, terminata nel 1814 con la fine del Regno Italico, il corpo fu
sempre composto esclusivamente da personale balcanico. Si trattava in
tutto di poco meno di 3000 uomini, distribuiti su quattro battaglioni, tre
dei quali di provenienza dalmata, l'altro istriano. Ciascun battaglione
era poi suddiviso in sei compagnie: quattro di cacciatori, una di
carabinieri e una di volteggiatori. Oltre alle unità di linea, ve n'era
una quinta detta Deposito che fungeva da riserva per i precedenti
battaglioni.
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Con decreto regio del 30 giugno 1806, Napoleone definiva in
questi termini l'uniforme del battaglione istriano, iscritto nel più
ampio corpo della fanteria leggera dalmata: "Abito verde corto,
bottonato avanti con sette bottoni, rivolte, colletto e paramani color
turchino celeste. Sottoveste bianca, pantaloni grigio-ferro, ghette e
scarpe, cappello tondo cilindrico". Il risultato era una divisa con
ampie concessioni al gusto locale, di sapore ungherese, riscontrabili
soprattutto nel taglio dei pantaloni stretti alle caviglie e nel tipico
cappello a falda laterale rialzata, che però dopo il 1809 venne
soppiantato dallo shako.
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