L'UNIFORME
Se anche a prima vista non era facile
distinguerle, l'uniforme della compagnia cacciatori e quelle delle altre
unità del Reggimento carabinieri si differenziavano per molti
particolari. Il più vistoso era il colore delle spalline, che i
cacciatori portavano rosse (il piatto) e verdi (le frange) mentre nelle
altre compagnie erano interamente rosse. La stessa differenza cromatica
tornava nel pon-pon dello shako, bicolore solo nel caso dei cacciatori, e
poteva essere ribadita anche nella dragona della spada che però talvolta
i cacciatori avevano completamente verde. Infine i fregi applicati ai
risvolti posteriori della tunica: le compagnie scelte e i fucilieri li
portavano a forma di granata, quelli dei cacciatori raffiguravano una
cornetta dorata che compariva anche all'incrocio delle bandoliere e sul
coperchio della giberna.
CENNI STORICI
Negli ultimi anni della sua esistenza, la fanteria di
linea borbonica contava su un reggimento scelto di carabinieri a piedi, 13
reggimenti ordinari di fanteria nazionale e 4 reggimenti svizzeri. Di
riserva erano tenute 14 compagnie provinciali a reclutamento
(prevalentemente) locale distribuite tra il Molise e la Sicilia. Tutte
queste unità, fuorché quelle di riserva, si strutturavano su due
battaglioni, oguno dei quali comprendeva sei compagnie: una di granatieri,
4 di fucilieri e una di cacciatori. In tempo di guerra, a queste compagnie
se ne aggiungeva una settima di deposito con i cui effettivi venivano
colmati i vuoti delle altre unità. Il Reggimento carabinieri a piedi si
distingueva dagli altri della fanteria di linea per il solo fatto che la
Compagnia deposito vi era attivata anche in tempo di pace. Pertanto la sua
struttura si articolava costantemente su sette compagnie, ciascuna
composta da un centinaio di uomini tra i quali una decina di ufficiali.
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Il reggimento Carabinieri a piedi, di cui facevano parte le compagnie
di Cacciatori, era un corpo scelto della fanteria di linea borbonica.
Creato nell'aprile del 1848 dalla disciolta Gendarmeria reale, evidenziava
questa sua nobile origine anche negli ornamenti della divisa,
caratterizzata dal doppio gallone bianco al colletto e alla manica tipico
della Guardia reale borbonica. La tunica blu scura con filettature rosse
era identica a quella portata dal resto della fanteria leggera: corta sul
davanti, terminava sul retro in una doppia coda secondo una moda un po'
antiquata rimasta in auge a Napoli fino al 1859.
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