
L'UNIFORME
La Guardia Svizzera, notissima perché
ancora oggi esistente, dispone di una serie di costumi più che di
uniformi vere e proprie, nelle quali spiccano i tre colori rosso, giallo
carico e blu. Si tratta di una combinazione unica di capi moderni e
arcaici che, da un punto di vista uniformologico, era già superata negli
ultimi anni dello Stato Pontificio, quando pure la Guardia Svizzera
conservava ancora qualcosa della sua remota vocazione bellica e non era
ridotta come oggi a puro corpo cerimoniale. Anche l'insolita
disponibilità a cambiare di continuo le fogge e specialmente i copricapo,
passati in sessant'anni (1800-1860) dal tipico tricorno alla francese a
uno shako con vistoso pennacchio fino a fogge vagamente austriache,
testimonia della natura rappresentativa del corpo, confermata anche dalla
mancanza di chiari segni distintivi tra i graduati e la truppa.

CENNI STORICI
La Cohors pedestris Helvetiorum a sacra custodia
Pontificis, ossia la Guardia Svizzera pontificia, è preposta ancora
oggi alla sicurezza delle residenze pontificie e a scortare il Santo Padre
nelle funzioni da lui presiedute. Fino al pontificato di Pio VI (1799),
compagnie di svizzeri erano presenti anche presso le Legazioni papali, il
Monte di pietà di Roma, la Depositeria generale della Camera Apostolica a
Palazzo Madama, la Zecca. L'origine della Guardia Svizzera va fatta
coincidere con il pontificato di Giulio II che, colpito dal valore di
questi mercenari divenuti celebri nel 1476 per aver sconfitto a Grandson e
Murten la cavalleria borgognona, assoldò (1506) una compagnia permanente
di 150 uomini il cui primo comandante fu Kaspar von Silenen, del cantone
di Uri. Da allora la Guardia Svizzera non ha mai cessato di offrire i suoi
servigi al pontefice, su cui ancora oggi vigila con una compagnia di un
centinaio di uomini tra cui 5 ufficiali, 25 sottufficiali e 70
alabardieri. La più celebre prova di valore della Guardia Svizzera risale
al 6 maggio 1527 quando, con la sua disperata resistenza, riuscì a
bloccare per 6 ore l'assalto delle truppe imperiali spagnole e
lanzichenecche a Roma, dando modo a papa Clemente VII di fuggire a Castel
Sant'Angelo attraverso il tratto di mura che collega la fortezza ai
palazzi vaticani.
|
La tradizione vuole che l'uniforme ancora oggi indossata dalle Guardie
Svizzere sia stata disegnata da Michelangelo sulla falsariga di quelle che
portavano i lanzichenecchi, le truppe mercenarie tedesche passate alla
storia per il sacco di Roma (1527). Elemento caratterizzante di questa
divisa era l'alternanza di strisce verticali di tessuto gialle e blu,
sotto le quali s'intravedeva le stoffa rossa che foderava sia la giacca
sia i pantaloni. Il colletto era di pizzo bianco alla moda rinascimentale;
l'elmo, anch'esso di foggia cinquecentesca, era in acciaio brunito.



|
|