L'UNIFORME
I gradi degli ascari penna di falco erano
cuciti sulle maniche in forma di 'V' rosse rovesciate: una per i muntaz,
due per i bulukbasci, tre per i marescialli (sciumbasci).
Anche il tarbush recava le insegne di grado, sotto forma di piccole
stellette metalliche in numero di una, due o tre a seconda del livello
gerarchico raggiunto. La pistola d'ordinanza era conservata in una fondina
posta sulla destra del cinturone e assicurata da una cordellina attorno al
collo. I fucilieri scelti portavano sempre sul tarbush un piccolo
profilo di fucile argentato in metallo. I trombettieri (borazan)
si riconoscevano per una tromba di lana rossa cucita alla manica destra.
Nell'ambito degli ascari vi erano poi gli zaptié, l'equivalente
dei nostri carabinieri: potevano essere identificati perché sul tarbush
avevano il classico fregio dei carabinieri, vale a dire la granata con
fiamma.
CENNI STORICI
Gli ascari a piedi e a cavallo rappresentavano il
nerbo delle forze coloniali indigene impegnate sotto le insegne italiane
in Eritrea ed Etiopia. Il termine ascaro, di origine turca, indicava il
soldato di razza araba. La denominazione penna di falco era dovuta al
fatto che questi soldati portavano su un lato del fez una lunga penna di
falco. Queste truppe venivano reclutate a titolo volontario tra gli
indigeni eritrei di età non inferiore ai 16 anni e non più vecchi di 35,
con l'obbligo minimo di una ferma annuale. I gradi gerarchici nell'ambito
dei loro squadroni erano i seguenti: ascaro o soldato semplice, uakil o
soldato scelto, muntaz o caporale, buluk-basci o sergente, sciumbasci
o maresciallo. Gli ufficiali erano tutti italiani. Istituiti nel 1888 per
rimpolpare le forze coloniali italiane che, senza l'apporto degli
indigeni, mai avrebbero raggiunto le dimensioni necessarie per
fronteggiare l'esercito del negus Menelik II, gli ascari andarono via via
aumentando di numero con il consolidarsi dell'impero coloniale italiano in
Africa. Erano ancora in servizio durante la seconda guerra mondiale quando
tuttavia, posti di fronte ad eserciti ben equipaggiati, rivelarono la loro
inadeguatezza alla guerra moderna.
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L'uniforme degli ascari penna di falco era relativamente semplice, ma
assai adatta alle operazioni di guerriglia alle quali questi soldati
indigeni erano chiamati nelle torride regioni del Corno d'Africa.
Confezionata di leggerissimo cotone, era interamente bianca, tranne che
nel copricapo, un fez rosso attorno al quale veniva avvolta a turbante una
tela a righe colorate, e nel cinturone, di cuoio rossiccio, portato sopra
una larga fascia di colore rosso fuoco. Per ragioni di comodità i primi
ascari preferivano non calzare scarpe o stivali durante le normali
operazioni.
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