Ritorni a questa pace abbandonata,
alle dolcezze di un sole invernale, senza raggi
pieno di sorrisi.
Lunghi i miei passi si accostano al suolo,
pieno di acqua della pioggia passata.
Voglio tornare verso ciò che ho perduto,
non cerco più la tua mano bruciata.
Il mare è il più lontano dei ricordi:
le barche vanno in stereotipe file
lontane, assenti in un corteo di Knosso,
mentre il toro, furente, impaurito
lesto scavalca il cavalier che ha indosso.
Tutto dimenticato della medusa bianca
che si avvolge sulla morbida brocca.
Passa la strada su un paesaggio
che non ricorda nulla di te.
Terra di Toscana, cerco una vita mia
nuova, vera e vitale.
Tutti i tuoi morti vivono ancora
In una eterna parasceve.
Lunghi passi di bimba, corti passi di vecchia,
due passi diversi che si contendono la strada,
si raggiungono e poi lo stesso suono in uno.
Non ho paura della vita,
voglio affrontarla in pieno
mentre gli olivi faticosamente
vedono nascere le loro foglie
aspre e sottili come i miei pensieri
dai rami doloranti del tronco.
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