La Madonna del segno

La Madonna del Segno

Da un articolo di Francesco Labiasi
"In Lei la sintesi dell'azione dello Spirito" in "Vita Mariana" 5 - 6 Dicembre '98:
C'è un'icona molto frequente specialmente in Russia, chiamata "Madonna del segno", in cui la Vergine, con le mani alzate in atteggiamento di preghiera (è perciò detta anche "l'Orante"), reca sul petto l'effigie del divin Figlio, spesso racchiusa in un cerchio o in un ovale(la cosiddetta "mandorla2), significante gloria divina, luce, cielo. Alla base della denominazione "Madonna del segno", è la profezia di Is 7,14 ("Il Signore vi darà un segno: una vergine concepirà…"). Tra i greci talvolta la si chiama anche "Platytéra", cioè "più vasta (dei cieli)", poiché la Vergine ha contenuto nel suo seno colui che i cieli non possono contenere. Alla nostra sensibilità latina Maria appare in questa icona come un ostensorio in cui lo Spirito Santo ha reso presente il Verbo incarnato. Queta lettura eucaristica dell'identità di Maria fa pensare a due grandi categorie biblico-liturgiche, anamnesi (memoriale) ed epìclesi (invocazione, intesa anche come effetto di essa e, nel nostro caso, discesa dello Spirito Santo - ndr), che sembrano molto indicate per cogliere il plesso dei rapporti tra Maria e lo Spirito Santo.
Maria "anamnesi" dello Spirito Se è vero che è Cristo il memoriale di tutta la storia della salvezza, è anche vero che per lui e dopo di lui è Maria la sintesi più alta di quanto lo Spirito opera in quella storia. Maria riassume e concentra, ripresenta e attualizza nello Spirito tutto Israele; "da Abramo alla sua discendenza"(Lc 1,55), tutto l'At trova in lei l'immagine e il compimento. Come hanno intuito i Padri, Maria è la nuova Eva, la vera Figlia di Sion, il roveto che brucia ma non si consuma, l'arca dell'alleanza, il pollone di Jesse, la nube della shekinah, la porta chiusa di Ezechiele che nessuno attraversa tranne il Signore, la fonte sigillata del Cantico… Per Gregorio Magno ella è la "sinagoga personalizzata", la Chiesa dell' AT che concepisce il Cristo storico per opera dello Spirito Santo (Hom. 3,1 in Evang.); per S. Giovanni Damasceno "solo nome della Theotokos,della Madre di Dio, contiene tutto il mistero dell'economia della salvezza" (De fide orth. 3,1).
Maria è la nuova Genesi in cui il mondo è ricreato, è l'Esodo totale dal peccato (Immacolata) per la nuova ed eterna alleanza (Calvario); è Cronaca in cui gli eventi grandi e piccoli si iscrivono nel rotolo della storia della salvezza (Nazaret); è la Sapienza che imbandisce per i poveri il banchetto della vita (Cana); è Vangelo annuncio gioioso di salvezza ("Rallegrati, Maria!"); è Salmo di lode (Magnificat) e liturgia del nuovo tempio (Pentecoste); è Apocalisse che annuncia e anticipa i cieli nuovi e la nuova terra.
La Vergine è collocata dallo Spirito all'incrocio drammatico dei due Testamenti, associata al Cristo nella sua ora: "Essa comunica a Cristo nella morte alla carne; la Chiesa dell' AT, unita al Cristo per la carne, muore a se stessa; e Gesù parla di maternità nuova e spirituale che è quella della Chiesa del NT" (Durwell, L'Esrit Saint de Dieu, p.144). Maria è dunque Israele fatto Chiesa, nata "non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio generata" nello Spirito (cf. Gv 1,13). "Non esiste che una Vergine-Madre e a mio avviso - dice Clemente Alessandrino - le conviene il nome di Chiesa: Maria, la sempre-vergine, la santa Chiesa" (Pedag. 1,6). Maria è memoriale (zikkaron) dello Spirito, la Potenza dall'alto, che salva, attraverso la non-potenza, la serva totalmente svuotata da lui, la kenosi suprema, per essere totalmente ricettiva della Parola incarnata (cf. Lc 1,38), la Donna in cui si legge la componente femminile della storia della salvezza, anzi - come afferma Laurentin - "il momento più pregnante e il vertice del femminismo" nell'opera salvifica, il corrispettivo umano della santità ipostatizzata dello Spirito.
Maria è il libro ispirato dove si concentra in pienezza la Parola di Dio, come dice un'opera apocrifa attribuita a S. Epifanio: "Maria, libro ineffabile, desti a leggere al mondo il Verbo Figlio di Dio"; è il libro dove lo Spirito ha scritto addirittura la storia eterna dell'amore trinitario: "Tu, Maria, se' fatta libro; se io riguardo in te, Maria, veggo che la mano dello Spirito Santo ha scritta in te la Trinità" (Caterina da Siena).
Di questa "memoria efficace" della salvezza operata in Cristo, oltre che essere la sintesi più alta (anamnesi in senso oggettivo), Maria è anche la prima cantrice (senso soggettivo-attivo): nel Magnificat, il primo cantico del NT, dopo aver riconosciuto che l'Onnipotente ha fatto in lei grandi cose (cf. Lc 1,49), Maria canta con accenti appassionati l'amore dell'Altissimo che "ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia" (v.54). Maria è anche la più fedele coltivatrice dei primi ricordi della storia cristiana: nel vangelo dell'infanzia, Luca dice esplicitamente che Maria "serbava tutte queste cose nel suo cuore"(Lc 2,19,51); ella è la prima memoria storica della Chiesa, il primo anello della più antica tradizione che lo Spirito suscita su Gesù.
Maria, segno dell'efficacia dell'azione dello Spirito
In questa prospettiva si può ben parlare di maria come segno-icona dello Spirito Santo, ossia come segno-immagine che manifesta e realizza al sommo grado la presenza e l'opera dello Spirito Santo. E' chiaro che Gesù, in quanto uomo che riceve lo Spirito in pienezza e lo dona in sovrabbondanza, è il primo segno dello Spirito; ma in modo partecipato e al grado più alto, tutta la vita di Maria, dalle origini fino al vertice, è il tipo esemplare di quanto lo Spirito fa nella Chiesa. La stessa Scrittura almeno in due testi suggerisce questa dimensione "iconica" di Maria. Il primo è la profezia dell'Emmanuele (Is 7,14), ripresa da Mt 1,23 al riguardo della concezione verginale per opera dello Spirito: "Il Signore stesso vi darà un segno: ecco la Vergine partorirà un Figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi". Questo termine "segno" è ripreso da Ap 12,1 dove, per indicare sia la madre del Messia sia la Chiesa comunità messianica, è usata l'espressione: "Un segno grande apparve nel cielo: una donna…". Tutta la vita di Maria è dunque "segnata" dallo Spirito: la sua immacolata concezione indica la nuova creazione nello Spirito; l'annunciazione prefigura la nuova generazione dallo Spirito; la visitazione e il Magnificat anticipano il nuovo linguaggio nello Spirito; le nozze di Cana rivelano la nuova comunità nella fede; il Calvario esprime la nuova maternità per lo Spirito; la pentecoste inizia la nuova umanità radunata nell'amore, e l'assunzione inaugura la nuova condizione dei salvati dallo Spirito.
Maria certo rassomiglia a Gesù ("cristiforme"), a cui è indissolubilmente associata sia sul piano del sangue sia, ancor più, su quello della grazia, ma è anche "pneumatoforme" in quanto "pneumatofora" (portatrice dello Spirito); anzi, prima ancora, "pneumatoplasta", come dice il concilio: "dallo Spirito Santo quasi plasmata" (LG 56). Così risulta anche dai titoli che la Chiesa le riconosce: "Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice" (LG 62), titoli che innanzitutto competono allo Spirito Santo, l'Avvocato-Soccorritore per eccellenza (Gv 14,15), ma che pure mostrano come, in modo subordinato e partecipato, i tratti dell'opera e dell'identità dello Spirito Santo si ritrovano nella figura di Maria. Maria "epiclesi" dello Spirito
La Madre di Dio è anamnesi efficace dello Spirito, perché lo Spirito "viene su" di lei (epiclesi). Almeno due volte nei vangeli dell'infanzia si parla di questa discesa dello Spirito su Maria: in Lc 1,35 si dice esplicitamente: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, e la potenza dell'Altissimo stenderà su di te la sua ombra, perciò colui che nascerà sarà Santo e chiamato Figlio di Dio". Lo Spirito è qui raffigurato come la nube luminosa di Dio che scende e avvolge Maria con una presenza santificatrice (il cui risultato è che il figlio di Maria è il Figlio di Dio, come dice Mt 1,20: "Ciò che è generato in lei, è dato dallo Spirito Santo". Giustamente la Marialis cultus, a proposito di questo intervento, parla di "un'azione che consacrò e rese feconda la verginità di Maria" (MC 26).
Questa epiclasi consacratoria su Maria, mentre fa sì che il suo Figlio sia la la Parola incarnata, fa anche sì che le sue parole siano la Parola ispirata: a ragione, perciò, Maria è stata chiamata col titolo di "profetessa". Dice Lutero, a proposito del Magnificat: "Per capire bene questo Santo cantico, bisogna tener presente che la Vergine Maria parla dopo aver fatto un'esperienza personale, mediante la quale lo Spirito Santo l'ha illuminata e istruita (…). La Verginr Santa, la quale era così piccola, così povera e disprezzata, facendo in se stessa l'esperienza - che Dio ha creato in lei - di così grandi realtà, ha imparato dallo Spirito Santo la grande scienza che Dio non vuole manifestare la sua potenza in altro modo che innalzando ciò che è basso e abbassando ciò che è alto…".
Se questa è l'epiclesi personale avvenuta sulla Vergine in quanto persona consacrata dallo Spirito, Maria si trova anche all'origine dell'epiclesi ecclesiale, quella che avviene nel Cenacolo con la Pentecoste. In Luca, che le riporta ambedue, si nota uno stretto parallelismo di situazioni e di espressioni: raccontando la scena dell'annunciazione, Luca vedeva già profilarvisi quella della Pentecoste. Da una parte la promessa dell'angelo a una fanciulla trepidante per una maternità che sembra impossibile, dall'altra la promessa di Cristo agli apostoli trepidanti al pensiero di dover continuare l'opera del Maestro che se ne va. La stessa promessa è formulata con termini affini: l'angelo dice a Maria: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su di te stenderà la sua ombra la forza dell'Altissimo"(Lc 1,35). Agli apostoli Gesù dice: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi…" (At 1,8). In ambedue le scene si ripropone lo stesso dono, lo Spirito Santo, per la stessa opera, la salvezza, con la stessa conclusione missionaria: Maria va a trovare Elisabetta che riconosce dalla fede di Maria la venta del Salvatore (Lc 1,45) e Maria canta le meraviglie del Signore. A Pentecoste Maria si fa epiclasi attiva, invocazione ardente insieme agli apostoli: "Implorava con le sue preghiere il dono dello Spirito Santo, che l'aveva adombrata nell'annunciazione" (LG 59). Lo Spirito Santo scende e gli apostoli "cominciarono a parlare" /At 2,4); Pietro fa un discorso che somiglia al Magnificat della Vergine, celebrando la gloria di Dio, il quale ha compiuto la più grande di tutte le meraviglie risuscitando Gesù (At 2, 14-36); e una folla di popolo risponde credendo (v.41).
Anche l'assunzione di Maria - "non un miracolo, ma la fine di un miracolo" (Bossuet) - può essere considerata una epiclesi: lo Spirito che era sceso su Maria per farne il suo "sacrario", e che era poi sceso nel sepolcro del Figlio per risvegliarlo alla gloria del Padre, scende anche nel sepolcro della Madre per assumerla "in anima e in corpo" nella gloria del Figlio (cf. Pio XII, Munificentissimus Deus). E', questa, l'epiclesi escatologica. Se con l'epiclesi dell'annunciazione lo Spirito aveva reso presente il Cristo storico in Maria e con l'epiclesi della pentecoste rendeva presente il Cristo mistico nella Chiesa, con l'epiclesi dell'assunzione lo Spirito pone una primizia della presenza gloriosa del Cristo nella storia cosmica: nella persona di Maria, la Potenza dall'alto assume il primo "frammento" integralmente umano e lo chiama a partecipare al mistero sfolgorante della gloria dei figli nel Figlio, "egli (il Cristo), figlio dell'uomo per lo Spirito Santo da Maria Vergine, noi, per lo stesso Spirito, figli di Dio dalla Chiesa vergine" (Isacco della Stella, Serm. 45). E' per questo che Maria "su questa terra brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il peregrinante popolo di Dio, fino a quando non verrà il giorno del Signore" (LG 68). (di: F. Lambiasi, Lo Spirito Santo: ristoro e presenza, Ed. Dehoniane, Bologna 1987. P. 305-310)

Maria concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a Voi!


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