(Sulla collina, 30 ottobre 1998)
Nella tua città orbitante
il cui nome mi sfugge
ma che fu fra le prime
e tra le più famose
per i personaggi che creò
e che tu sai con orgoglio
e sapienza le cui gesta
ripeti a i tuoi figli
e discepoli ti sei portato-a
dei testi vari per tuo
piacere e diletto
e per non togliere il piede
col pensiero e col cuore
alla vecchia terra ormai
sede di vacanze e di ritorni
affettuosi e schivi.
Musica varia, e scritti
e immagini e tutto quello
che ti fa sembrare
fra i cieli azzurri
del piccolo globo antico.
Ingenue testimonianze
di come si viveva
prima del grande salto
negli spazi grandi
nelle varie zone
da questa terra piccola
or ricche or povere.
Ti piacciono i racconti
modesti e familiari
di quando il sol calava
e ci svegliava all'ore
che L'albe e i tramonti
avevan stabilito
da millenni e da sempre
per il voler di Dio,
il Dio della Genesi.
Di quest' albe e tramonti
senti maggior nostalgia
e allor, per questo
ascolti il mio racconto
banale e incantevole
perché rammenta il ritmo
naturale e implacabile
della notte e del giorno,
che tu nel grande cielo
illuminato sempre
dai bagliori vivaci
della gran città
dimenticare non vuoi.