Athar, rivista diretta da Paolo Corciulo, pubblica nel n.4 del marzo 1994 una ricerca sui graffiti metropolitani (le foto del servizio) «« clicca per ingrandire
Un treno entra di corsa in città. Ad un certo punto ecco una repentina esplosione di colori che coglie impreparati confermando una assuefazione alla opacità, alla mancanza di vivacità del nostro panorama cittadino. Questo è quanto è accaduto ad uno di noi ed è stato lo stimolo per questo lavoro.
Transitando ogni giorno sulla linea direttissima, grazie al suo occhio curioso ed "allenato", non abbiamo potuto fare a meno di notare sul muro che delimita il confine tra la tangenziale est e l'area privata dell'Ente FF.SS. della Stazione Nomentana (parte dell'anello ferroviario non ancora definitivamente attivata e di difficilissimo accesso) uno srotolarsi per centinaia di metri di "scritture" e "disegni dipinti", immagine di forte impatto visivo e cromatico. Trovarci poi insieme per riprendere fotograficamente una struttura come quella, priva di identità (i binari dove sono?) ed utilità, triste insieme di cemento e asfalto, scandalo di stazione mai nata ideata per i Mondiali, casualmente resa viva e nuova dall'intervento estraneo e generoso di artisti in vena di creare e comunicare, è stata l'idea che ci ha mosso nell'estate del 1992. Il luogo invece, proprio così unico, ci ha stimolato ad andare al di là del visibile e con lo strumento, l'occhio, la curiosità e la voglia giusta abbiamo cominciato ad esplorare questa "terra di nessuno". "Leggere" e raccontare storie di vita analoghe nel nostro contesto metropolitano è il fine che si propongono i gruppi italiani di rappers, graffitisti e dj che fanno capo al movimento definito posse. Il fenomeno nasce e si sviluppa in questi ultimi anni all'interno dei centri sociali autogestiti sorti in varie città italiane ed è qui che il rap e i writing acquistano una connotazione più impegnata, si scagliano contro ogni forma di oppressione sociale e politica per la difesa dei diritti umani. Si passa da forme di scrittura illeggibile, studiate negli accostamenti cromatici, complesse al punto di essere comprensibili solo agli autori stessi, a figure leggibili e precise con la funzione di messaggi veloci nel tratto ed immediati nel contenuto. L'Hip Hop è velocità di comunicazione: come il rap per la musica questo strumento visivo necessita di una particolare rapidità di esecuzione, illegale per definizione, ma senza dubbio frutto di una notevole abilità ed esperienza tecnica. L'insieme che si osserva nei graffiti è fortemente espressivo sotto il profilo grafico e rappresenta senza dubbio uno stimolo per chi utilizza lo strumento fotografico, dando la possibilità di realizzare delle immagini molto particolari. Il piacere di tuffare l'obiettivo in quelle forme e quei colori ci ha permesso di interpretare l'esterno e ci ha divertito, crediamo, tanto quanto gli autori stessi dei graffiti ed è anche interessante pensare alla catena di creatività che si è così definita. Tutti e due i prodotti sono forme di arte moderna e graffiante. L'uno è una traccia, impronta di un passaggio di vitalità, di una forte esigenza di esprimersi nel mondo immediatamente circostantè, un'urgenza di comunicarè delle idee all'esterno; l'altro è non solo testimonianza del precedente, ma anche la reinterpretazione di più persone di uno stesso messaggio, uguale eppure diverso, dal quale estrapolare linee, sfumature, angolazioni ed astrazioni di immagini senza definizione. L'esperienza di fotografare in gruppo in questo modo è stata unica e preziosa: confrontarsi, scambiare impressioni, idee, pensieri ed alla fine stupirci nel vedere
insieme foto che parlano lo stesso linguaggio, nel constatare che i nostri occhi nell'immensa varietà di forme e luci
hanno spesso visto le stesse cose o le hanno interpretate secondo le stesse varianti. Quando abbiamo pensato di riordinare la gran mole di materiale accumulato per organizzare delle eventuali proiezioni, è uscito "Terra di nessuno" CD
degli Assalti frontali, gruppo rap a nostro giudizio tra i più sinceri nel panorama dell'autoproduzione romana facente capo ai centri sociali. Ci siamo subito resi conto che tutto, dalla copertina ai testi, parlava della Stazione Nomentana come palcoscenico delle vicende narrate nei loro testi: un esempio potrebbe essere la figura di Cheeky P, voce del gruppo e della posse 00199, autrice di una parte dei graffiti da lei stessa siglati e morta in circostanze drammatiche, ma rimasta viva su quei muri nelle nostre immagini e nei cuori della posse romana Onda Rossa Posse. Nel panorama politico romano oggi si parla di svolte e cambiamenti; cambierà qualcosa anche per strutture incompiute come la Stazione Nomentana ed in che modo? Salvare adesso quest'area, che probabilmente farà parte di quell'anello ferroviario romano tanto caro a Rutelli - di indiscutibile utilità per la mobilità della città - speriamo non significhi la definitiva perdita di quel patrimonio espressivo di messaggi che già il tempo, le intemperie ed i vandalismi di "bande nemiche" hanno già modificato ed in parte cancellato.
Stefania Ciangola
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