Storia di una foglia

Il cielo era grigino, una pioggerella di marzo bagnava il tronco rosa del ciliegio, sentiva un pizzicorino come se qualcosa grattasse, il tronco lasciò perdere: una puntina verde si affacciava a spiare; bagnata da un gocciolone si sentì rinvigorire, cresceva un pochino e si distendeva volentieri sotto l'acqua; pioveva più forte, pioveva; una luce abbagliante traversò il cielo e un rombo lo scosse, la fogliolina si sentì un poco travolta dall'impeto dell'acqua.
"Qui bisogna farsi coraggio."pensò e cercò di rimanere tranquilla. Poco dopo il sole l'asciugò; la fogliolina aveva fame, succhiò dal tronco una sorsata. Ora si rendeva conto di sé, accanto aveva innumerevoli sorelline tutte uguali che oscillavano al vento facendo un rumorino di risatelle. La fogliolina era diventata bella grande di un verde acceso, passò una farfalla che le svolazzò intorno, la farfalla un attimo vicino, vicino alla foglia che dondolando le accarezzò le ali, a balzelloni nell'aria celeste volò via, un bruco sornione per divorare la foglia, un passerotto piombò sul bruco, la foglia tremante dalla paura ringraziò l'uccellino.
Veniva la calda stagione, le foglie stormivano tutte insieme cantando liete canzoni al Creatore del mondo, la foglia faceva un assolo battendo il tempo contro il tronco rosato del ciliegio. Curioso! Accanto a lei nasceva qualcosa di rotondo che in pochi giorni diventò rosso ma non era una foglia - come una pallina attaccata a un gambo verde. La foglia si sentiva in compagnia, alcuni merli in cima cantavano: "Bene mio, bene mio, ti vedo. Si! Si!"- e un fischio finale.
Liete giornate di sole, la foglia ormai adulta aveva sete, non le bastava il succo del ramo, se non ci fosse stato il fresco della notte, sarebbe appassita.
Un acquazzone estivo la rinfrescò insieme alle sue sorelline gemelle. Le ciliegie mature furono raccolte da un ragazzo sveglio che le deponeva in un paniere, mentre di sotto una bambina con le trecce le mangiava schizzando in aria i noccioli. Le ultime ciliegie, quelle troppo in alto le beccavano gli uccelli per portare cibo ai loro nidi dove i piccoli aspettavano a becco spalancato.
La campagna era tutta gialla di grano; vennero i falciatori che ammassarono i covoni in irti mazzi dorati; alcune lucertole facevano a nascondino da un covone all'altro e le formiche trasportavano i chicchi caduti per portarseli a casa; che sforzo!
Ormai la grande calura diminuiva, le sere erano più corte, le nubi facevano una veste di seta alla luna. La foglia si sentiva molto esperta nella vita, guardava le lucciole con occhio critico e dava consigli: "Foglie state attente al vento, non fatevi staccare!". Il suo colore diventava da verde a rosso e lei cominciava a essere un po' stanca, quasi quasi si sarebbe lasciata andare: "Ma no! Coraggio voglio ancora vedere il mondo intorno a me!"
Una notte piovve forte con qualche chicco di grandine e lei si aggrappava al tronco per non essere strappata; poi ritornò il sereno, anzi la cosa più straordinaria fu che i colori del cielo, dei tronchi, dei prati erano più belli, al tramonto il sole faceva diventare d'oro tutto l'albero che splendeva.
Una sera che le nubi viola e grigie s'appollaiavano una su l'altra, la fogliolina si sentì male, era così stanca, così stanca ed aveva tanto sonno. Mentre si addormentava tutta gialla come era diventata, una ventata la portò in alto, in alto, in alto; le fece fare tanti rivoltoloni, si rigirava su se stessa, saliva, scendeva, risaliva. Un gattino tentò di acchiapparla, ma lei gli sfuggì sollevandosi.
Per salutare il vecchio ciliegio, tutte le foglioline staccate facevano il girotondo; lei planò piano piano posandosi sull'acqua del lago, dormì un sonno profondo, così profondo che perse la memoria, passò un barchino a remi, c'era una ragazzina che l'acciuffò: "Che bella foglia gialla!" La prese la mise nel libro a segnare fino dove era arrivata nella grammatica latina: la prima declinazione - rosa - rosae e quella fu la sua fine definitiva.
Quel libro fu riposto sullo scaffale insieme a tanti altri libroni.
Un giorno una professoressa con gli occhiali aprì quel libro a caso.
"Oh! Guarda, la misi quando ero alla prima di liceo"sorrise dolcemente, richiuse il libro e lo ridepose sullo scaffale in alto.

Riconoscimento in concorso letterario


Il mare

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