Dalla Preistoria al XX° Secolo
Le recenti scoperte archeologiche, testimoniano, in Sardegna, la presenza dell'uomo Paleolitico, risalendo quindi a circa 16.000 anni fa, ma per quanto riguarda il territorio di "Gonnosfanadiga", i primi reperti ci conducono al Neolitico, parlando quindi, di circa 6.000 anni or sono. In questo territorio, la popolazione era distribuita in varie zone non certamente concentrata nel punto dove ore si trova il paese. Queste popolazioni, consumavano quello che la natura offriva loro, verdura, frutta, pesca, e cacciagione, in quanto si può ben capire, quanto allora l'isola fosse ricca di queste risorse. Gli utensili usati per la caccia e la pesca erano le cosi dette "teste di mazza"(fig.1), e gli archi costituiti da una freccia in legno con la punta in ossidiana (fig.2,3), materiale vetroso molto duro e scheggiabile, dal quale si potevano ottenere anche altri oggetti d'uso quotidiano. Vestiti di pelli e lana, abitavano nei ripari naturali o grotte, in seguito incominciarono a costruire le prime capanne, soprattutto quando stanchi del nomadismo, dedicandosi alla pastorizia e all'agricoltura incominciarono a prendere pieno possesso dei luoghi, andando a formare cosi, i primi villaggi. Nel territorio Gonnese, in un'area di circa 9 Km, si contano le tracce di 8 villaggi. S'ISCA, MONT'Y 'OMU, GONNOS, SANTA SEVERA, PAB'E PADRU, SERRU, PEDR'E MOBARIU, SU BRUNK'E SU SIDDU. I ritrovamenti, in queste zone (il nome dei villaggi e riferito alla zona dei ritrovamenti), testimoniano le attività che venivano svolte, e che davano una certa autosufficienza ai villaggi. In primo luogo, si dedicavano alla pastorizia e all'agricoltura vista la presenza di terreni fertili e di corsi d'acqua, e con il passare del tempo, incominciarono a dedicarsi alla tessitura, alla lavorazione artigianale, e in alcuni villaggi anche la lavorazione dell'argilla. Il progresso e il benessere dei luoghi, portava ad un incremento demografico, ed allo sviluppo di nuove tecniche di lavorazione, ad esempio il rame, anche se questo pare sia stato fatto conoscere ai neolitici da qualche altro popolo approdato nell'isola. In seguito alla cosi detta età del Rame, segui l'età del bronzo periodo corrispondente alla comparsa dei primi nuraghe. La costruzione dei nuraghe in Sardegna, si pensa sia dovuto a popoli approdati nell'isola e conoscitori di tecniche nuove di costruzione, (costruzione a filari sempre più stretti verso l'alto, fino ad ottenere la costruzione interamente in pietre). I Nuraghe che si contano nel territorio gonnese, sono stati costruiti nelle zone collinari (San Cosimo, Nuracci, Pal'e Pardu) e quindi non occupate dai villaggi, ciò fa quindi pensare che le due popolazioni vivessero seguendo stili e tecniche diverse, a seconda del luogo dove risiedevano. I Neolitici e i Nuragici non potevano che scambiarsi beneficamente, le conoscenze e le tecniche di lavoro aumentando cosi lo sffruttamento di risorse naturali, quali la lavorazione del sughero(scodelle, secchielli) del legno(chiodi) della lana e del lino, e in particolare del bronzo( bronzetti ritrovati). Purtroppo dei nuraghe, non è rimasto molto nella nostra zona se non resti di utensili, usati da quelle popolazioni |
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Per quanto riguarda la sepoltura, si usava costruire per seppellire i morti delle tombe megalitiche chiamate Dolmen o Tombe dei Giganti (vedi San Cosimo)
In seguito in sardegna, intorno al XV sec. A.C., secondo alcuni studiosi, approdo il popolo dei Shardana, proveniente dalla lidia e dall'Asia Minore. Popolo questo di pescatori, commercianti, guerrieri, si insediarono lungo le coste, in parte abitate dai nuragici, fondando vari centri, che diverranno poi, grandi e importanti città, quali:Olbia, Tarros, Solky, Nora, Karalis, Cornus, Neapolis, Bosa, e Turris. Città potenti, organizzate militarmente, che contrastarono l'invasione Cartaginese, che vennero poi ammessi in Sardegna come commercianti, e ospiti, e la situazione durò fino alla conquista dell'isola da parte dell'impero romano. Il dominio dell'impero romano e quindi i rapporti con i cartaginesi, procedettero per diversi secoli, dove leggiamo sottomissioni e ribellioni di quest'ultimi, e ci sarebbe molto da scrivere su questi secoli di storia, comunque possiamo dire che Gonnos, sembrava fosse un importante centro romano, soprattutto, per la produzione agricola, che stava raggiungendo un buon grado di civiltà, (case in muratura) dovuta alla eterogeneità delle genti e delle culture. Trascorsi diversi secoli, siamo nel IV° sec. D.C. inizia il periodo Bizantino, dovuto al trasferimento della capitale dell'impero romano a Bisanzio, e da qui il nome, che, come si legge nei documenti, incise radicalmente nella formazione, usi, costumi e carattere della gente di Gonnos. Naturalmente molti villaggi si trovavano ancora nelle montagne, e come i romani anche i bizantini provarono a fare accettare la legge in questi villaggi ma sempre con scarsi risultati. Solo i monaci bizantini più tardi, riuscirono a far conoscere e convertire al cristianesimo queste genti, riuscendo in seguito anche a costruire luoghi di culto. In tutto il territorio di Gonnos si contano e si possono vedere (Mura o altri i resti) di circa 12,13 chiese (Santu Pedru, Santu Lorenziu, Santu Miabi, Santa Maria de is ollastus, Sant'Elena, Santu Simionis, Sant'elia, Sant'Antonio Abate, Santa Sera, ecc ecc) le ultime tre dopo molteplici modifiche sono diventate rispettivamente: Sacro Cuore, Santa Barbara e Santa Severa. (vedi Chiese)
Il Periodo di prosperità in Sardegna, (VII° Sec. D.C.) e la volontà di far fronte agli assalti mussulmani, poichè Bisanzio non era più in grado di proteggere l'isola, porto al consolidamento delle istituzioni civili e militari dei Sardi, prendendo forma cosi i "Quattro Giudicati" e Gonnos & Fanadiga venne incorporato in quello di Arborea. Intorno al 1000, Genova e Pisa intervennero, spronate dalla Chiesa, a dar man forte ai Sardi in difesa dei continui attacchi musulmani, e cosi l'isola liberata definitivamente dall'assedio Arabo, finiva ora sotto il dominio Pisano. anche se i Giudicati rimasero integri fino al XV° secolo, periodo in cui gli Aragonesi (spagnoli) sconfitta la resistenza arborense, assegnavano questa zona ai Conti, divenuti poi Marchesi di Quirra, dai quali fù riscattata nel 1839.
La storia di Gonnos & Fanadiga, prosegue poi di pari passo con quella Italiana, subendo le invasioni di spagnoli e francesi, fino a passare sotto il dominio di Casa Savoia alla quale apparteneva il Regno Sardo-Piemontese. Da allora la Sardegna e quindi Gonnos hanno vissuto le vicissitudini del Regno d'Italia prima e della Repubblica poi.