ESERCITAZIONI GRAMMATICALI

 
 

Luigi De Bellis

 
 

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Precisazione per il docente o per chi visita il sito

Ci limitiamo a suggerire delle proposte di esercitazioni perché siamo convinti che nessuno meglio del docente di classe sia in grado di rispondere adeguatamente alle varie esigenze dei propri alunni.
Altre proposte, quindi, potranno e dovranno essere inventate dagl'insegnanti o formulate dagli stessi alunni, che si sentirebbero così coinvolti nella gestione attiva della propria preparazione linguistica.
Non ci sottraiamo, tuttavia, al nostro dovere di dare alcune indicazioni metodologiche che speriamo possano incontrare, almeno in parte, il favore dei colleghi.
Prima fra tutte quella di non dare mai l'impressione che l'esercizio linguistico sia cosa a sé stante, di tecnicismo "puro" e non anche funzionale all'esatta comprensione di un testo o all'esatta espressione di una comunicazione. Quindi, a parere nostro, l'esercizio si deve sempre riferire alle letture fatte in altre circostanze e con diverse finalità, a testi praticamente già noti nel loro significato globale, anche e soprattutto per dimostrare agli alunni che una cura più attenta e meticolosa all'analisi linguistica di un testo facilita, perfeziona e approfondisce la sua comprensione.
Per esempio, invitando gli alunni a trovare nel "Dizionario dei sinonimi e dei contrari" (testo indispensabile per l'approfondimento della lingua) tutti i sinonimi di un vocabolo usato dall'autore del brano in esame e sollecitando la loro curiosità perché cerchino di capire i motivi che hanno indotto lo scrittore a scegliere, fra tante possibilità, proprio quel vocabolo, si possono sortire alcuni effetti che vanno anche al di là della pura e semplice nozione acquisita:

- si impegna l'alunno in una indagine che richiede riflessione ed estro personali con conseguente soddisfazione intellettuale;

- gli si fa comprendere l'utilità pratica di una buona conoscenza linguistica;

- lo si aiuta a sviluppare il senso critico.

La seconda indicazione rappresenta un appello alla riesumazione dell'ormai seppellito dettato, che dovrebbe invece essere utilizzato in vari modi per obiettivi diversi:

- dettare un brano omettendo ogni segno di interpunzione ed invitare gli alunni a completare l'opera: ogni alunno viene così impegnato singolarmente in uno sforzo mentale (anche di natura creativa) per pervenire ad una esatta intelligenza del testo e deve mettere a dura prova la sua esperienza grammaticale sull'uso della punteggiatura. Risulterebbe poi interessante mettere a confronto gli esiti diversi di due o più alunni per rilevare come una diversa punteggiatura può dare sfumature diverse nel significato globale delle stesse parole (questa esercitazione dovrebbe essere preceduta da un commento del docente ai segni di interpunzione di alcuni brani letti in classe);

- dettare un brano omettendo saltuariamente una parola (un nome, un aggettivo, un verbo, una parte di verbo -per esempio una sola delle tre parole che costituiscono la voce verbale "è stato consumato"-, una preposizione, ecc.) e invitare gli alunni ad apportare le integrazioni necessarie (indicando loro i luoghi dove intervenire).

Anche con le esercitazioni da dettato l'alunno viene stimolato ad impegnare la propria intelligenza critica oltre che la propria perizia linguistica.
La terza ed ultima indicazione (perché le tante altre preferiamo lasciarle all'iniziativa dei docenti) si riferisce ad altre due riesumazioni.
E' palese a tutti la difficoltà che incontrano i ragazzi d'oggi a concentrarsi su un testo scritto o su un discorso orale che li riduca al ruolo di semplici ascoltatori. Ovviamente per colpa della televisione (o, più correttamente, del cattivo uso che si fa della televisione) che li ha eccessivamente condizionati con l'abuso del linguaggio dell'immagine.
E allora perché non si torna all'uso della costruzione diretta da praticare su testi possibilmente in versi? E alla composizione libera di periodi complessi che contengano un certo numero di proposizioni (oggettive, soggettive, finali, condizionali, ecc.) indicate dall'insegnante (a volte anche con la precisazione di quali debbano essere informa esplicita e quali informa implicita)?

 
© 2002 Luigi De Bellis