STEPHEN kING

BUICK 8

 

 

 

 

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La Storia: il diciottenne Ned Wilcox, che ha appena perso il padre poliziotto, per ricordarlo comincia a dare una mano alla stazione di polizia della Squadra D della Pennsylvania State Police; finché un giorno, guardando per caso da una finestrella del Capannone B, scopre che lì dentro è nascosta una splendida Buick Roadmaster blu notte. Il sergente Sandy Dearborn (e poi tutti i suoi colleghi: Shirley, Huddie, Arky, Eddie) si ritrova allora a raccontare al ragazzo la storia di quella macchina speciale, che forse è e forse non è un'automobile, e che forse può avere (o forse no) qualcosa a che fare con la tragica morte dell'agente Curtis Wilcox, falciato dall'auto di un ubriaco mentre era in servizio. Quella Buick è con loro dal lontano 1979, quando in un assolato mattino di luglio uno strano uomo dalla faccia bianca come cera l'abbandonò in una stazione di servizio; solo che forse non è proprio un'automobile. Il suo volante è troppo largo, le ruote non hanno nemmeno una traccia di fango, e sembra persino capace di aggiustarsi da sola; per non parlare delle strane creature che sputa fuori dal bagagliaio e dei suoi "sismi di luce"… Il padre di Ned, Curtis, era letteralmente ossessionato da quella macchina, della quale voleva scoprire il segreto: che cos'era, da dove veniva, e qual era lo schema di quella che sembra essere una specie di porta dimensionale, abbandonata in questo angolo del nostro pianeta senza apparente motivo. Ma non c'era nessun segreto da scoprire: la Buick era lì, e basta. Questo non soddisfa Ned, che avverte come il padre l'irresistibile attrazione di quell'auto (di quella cosa) aliena; la Buick sembrava stare perdendo le sue forze, ma ha ancora abbastanza energia per cercare di intrappolare Ned, ed è solo grazie al pronto intuito di Sandy (e dei suoi compagni) che il ragazzo riesce a sfuggirle. E prima o poi la Buick morirà.

Commento: "ci sono Buick dappertutto", ovvero la vita è piena di fatti inspiegabili che, per quanto ci affanniamo a capire, inspiegabili rimangono; non resta che lasciarli perdere e andare avanti. Questo potrebbe essere il concetto che Sandy cerca di far capire a Ned durante il racconto, perché egli possa accettare la morte di suo padre: un fatto doloroso e inaccettabile per il ragazzo, e che proprio perché non accettato lo trascina sull'orlo della rovina nel confronto finale con la Buick. Buick 8 è il primo romanzo di King dopo il pauroso incidente del luglio 1999 in cui rischiò di morire, e si sente: una storia sommessa, quasi sotto tono (almeno all'inizio: ci vuole un po' perché la storia ingrani), in cui abbondano riflessioni sul destino e sulla "fondamentale indecifrabilità degli eventi della vita". Un King maturo dal punto di vista dell'introspezione filosofica, anche se meno efficace dal punto di vista orrorifico; prevale piuttosto un generale senso di disagio davanti alle mostruose creature partorite dalla Buick, come davanti a tutto ciò che non possiamo nemmeno definire (ed proprio è questo che ci crea disagio). La narrazione, inizialmente dominio di Sandy, prende a poco a poco la forma di un racconto corale, in cui i punti di vista vengono spezzettati tra i vari agenti della Squadra D, rendendo intermittente e non particolarmente agevole la lettura della parte centrale. Nel complesso, una storia piacevole e ben scritta, che conferma il grande talento narrativo del Re.

Voto: 7