ERA

THE MASS

track-list

1.The mass

2.Looking for something

3.Don’t go away

4.Don’t you forget

5.If you shout

6.Avemano orchestral

7.Enea volare

8.Sombre day

9.Voxifera

10.Champions

 

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musica

 

Genere: .....
Miglior brano: .....
Assomiglia a: .....
Voto (0-10): ......                                     Recensione del: 10/04/2003

Il progetto Era vede la luce nel 1996 ad opera del musicista francese Eric Levi,il quale,furbone,decide di percorrere una strada che in genere è sempre stata poco battuta,rifacendosi alle atmosfere del canto gregoriano e della musica medievale in generale.In realtà come punto di riferimento sembra più opportuno citare quella che fu la rilettura di Carl Orff dei Carmina Burana,piuttosto che i Carmina originali e la reale tradizione gregoriana : Era nasceva col chiaro intento di riproporre le atmosfere epiche e solenni dei vecchi canti unite a sonorità e ritmi più moderni,pena la relegazione a genere di nicchia.Purtroppo il risultato non fu quello sperato ed il primo album rimase sconosciuto ai più,come del resto anche il secondo (Era2,'00).Al terzo tentativo,The Mass,troviamo un Eric Levi deciso a riscuotere il successo mancato con una formula che renda giustizia anche alle sue precedenti creazioni,pur scendendo a compromesso con alcuni dictat del pop moderno.Questi ultimi sono guarda caso i momenti meno interessanti del disco: "looking for something" e "if you shout" sono arricchite dai soliti cori,resi però fuori luogo da imbarazzanti ritmi pop-dance che d'altra parte,per il bene del musicista,stanno decretando il successo commerciale del disco.Sembra si debba constatare che di nuovo sotto il sole c'è ben poco : "avevano orchestral",a parte qualche ritocco agli arrangiamenti,è già presente nel primo album,mentre "The mass",strofe a parte,è la degna erede di "divano" (Era2).Eppure,dopo avvio e parte centrale ricchi di adattamenti e auto-citazioni,il disco riesce a brillare di luce propria,ed è una luce che basta anche per le altre tracce : "Sombre Day",solo orchestra,si lascia alle spalle quell'atmosfera middle-age che stava diventando quasi ossessiva e assumendo toni per lo più classicheggianti sembra disegnare ampi spazi che gli archi sorvolano talvolta rapidamente ed a grandi altezze,talvolta lentamente,avvicinandosi al suolo;insomma un tratto espressivo variopinto che rende giustizia alle capacità del compositore ed al suo senso della melodia,su quest'ultimo punto riappacificandolo con la modernità e dimostrando soprattutto l'inutilità delle ritmiche (fuori luogo) di cui sopra.
"Voxifera" esordisce con dei cori dal ritmo incalzante,quasi ansiosi,che sembrano trovare pace nello spunto melodico offerto dai fiati : ciò si ripete a fasi alterne e con qualche pausa fino alla fine,ed il tutto è sostenuto da una partitura d'archi valida sia nel dare struttura alla composizione che nell'intrecciarsi melodicamente col cantato,lasciando esplodere tutta l'ansia accumulata nel corso del brano alla fine,con un duetto corno-violini che ha il sapore di una eticità senza tempo,medio-evo o era moderna che sia.Chiude il tutto "Champions",basata quasi esclusivamente su una sola strofa che in tonalità diverse viene ripetuta più volte,poggiandosi su un arraggiamento molto ben riuscito che con la sua qualità non fa che smentire le scelte della prima parte del disco.Il disco porta dunque ad una conclusione abbastanza incerta: da una parte abbiamo un riadattamento di vecchi lavori con aggiunta di brani da classifica,dall'altra invece va segnalata l'indubbia vena creativa nella quale a metà disco ormai non si sperava più e che in fondo ci riappacifica con questo navigato compositore.Il recente successo commerciale sembra aver segnato la nascita di una tendenza,ma va detto che questa moda delle atmosfere medievali,come tante altre,alla lunga finirà con lo stancare il pubblico ed il povero Eric Levi molto probabilmente dovrà tornare a fare i conti con quella nicchia di sostenitori che lo segue fin da "Ameno"(primo grande successo),decretandone in un certo senso il ruolo di portavoce dei fan del genere : dai nostri autoradio sparirà presto,ma nei loro stereo monsieur Eric resterà ancora a lungo.

Vincenzo De Simone