Il gruppo rock La Quarta
Via ha pubblicato per la Lady Music Records il cd "Il suono delle
ombre". Suoni rock e poesia si mescolano insieme, avvalorati dall'uso
del violino. Abbiamo scambiato due chiacchiere col cantante Alessandro
"Isa" Ponzuoli.
L'intervista.
L'origine e il
significato del vostro nome?
E' tratto da un libro, si tratta di una filosofia di vita, il pensiero del
maestro Gorge I. Gurdjeff. Non siamo portavoce di questa scuola di
pensiero, ma abbiamo scelto questo nome dall'apparenza semplice proprio
perché il vero significato e' profondo. Un giorno Alessio, leggendo il
libro, me lo ha proposto e lo abbiamo adottato. Tra l'altro per lui che e'
l'autore dei testi delle canzoni e' stato grossa fonte di ispirazione per
i temi che trattiamo.
Quali sono le maggiori difficoltà che una band underground incontra
per 'sfondare' o almeno per farsi notare?
La mancanza di spazi, di strutture, e i locali che credono sempre più
nelle coverband. Oltretutto la cultura musicale di questi anni andando
incontro alla tecnologia si è radicalmente modificata; da un lato la
multimedialità ti spalanca nuovi orizzonti e ti aiuta ad arrivare e a
farti conoscere anche in tutto il mondo, dall'altra la possibilità di
avere musica a costo zero fa si che si vendano meno dischi e che quindi le
etichette investano sempre meno. Di conseguenza il genere commerciale è
il solo a prendere piega, il sistema si adegua e i gestori dei locali eccetera;
è come un cane che si rincorre la coda.
Il cd sa molto di Timoria, che ora non esistono più. L'accostamento a
loro cosa ti provoca?
E' un bel complimento, io adoro i Timoria, come tanta altra musica, ma non
mi sento di appartenere ai loro passi. Il nostro è un incontro di diversi
generi musicali, una miscela dalla quale trasudano comunque le basi
inconfondibili del rock.
Ma
anche la voce è simile...
La
mia voce? E' una sfida; Alessio si diverte a stuzzicare le tonalità
quando scrive i pezzi e mi invoglia a migliorarmi , a mettermi in
discussione. Devo dire che mi ha aiutato moltissimo a dare potenza ai
brani e di conseguenza al gruppo.
Com'è stato partecipare al raduno del fan club di Piero Pelù?
Bellissimo…. Un po' di paura all'inizio perché dopo più di tre ore che
i fans ascoltavano un susseguirsi di coveresti di Piero non ne potevano più
e l'aria era parecchio tesa prima di salire sul palco..Ma è andata bene,
pensa che durante e dopo il concerto di Piero, che tra l'altro è stato
stupendo da fan quale sono, le persone continuavano a complimentarsi con
noi...
"Il suono delle ombre" è una metafora: mi dici qualcosa in
merito?
E' il lato oscuro che circonda ognuno di noi, la parte negativa dell'animo
umano, tutto quello che non dovremmo essere, ma che è comunque intrinseco
come le due facce della medaglia.
La vostra originalità sta nel proporre musica rock con testi poetici,
quasi trascendentali. Anche l'aggiunta del violino esce dai normali canoni
rock. Da cosa nascono questi 'accostamenti compositivi'?
Dalla bellezza e dalla profondità del suono grave della viola, che
accentua la durezza della chitarra elettrica e allo stesso tempo
addolcisce la melodia e l'animo dell'ascoltatore, donando maggior
sentimento e sensazioni.
"M.L.B." è il mio pezzo preferito: come è nato e chi è il
personaggio di Maria La Belva?
E' tratto da fatti di cronaca, non vogliamo dare un nome preciso al
personaggio, anche se uno in particolare lo rispecchia maggiormente. Sorte
di omicidi e brutalità ogni giorno al telegiornale si susseguono
lasciandoci di stucco. Persone come impossessate da chissà cosa che un
attimo prima vivono la normalità del quotidiano e subito dopo divengono
mostri inimmaginabili.
Il singolo "Dietro il muro del pianto" stupisce per la
bellezza del testo. Quanto c'è di autobiografico?
I testi sono curati da Alessio e dunque l'unica cosa che posso dirti è
che nella complessità dei testi e dei temi c'è molto di lui, delle sue
sensazioni, opinioni e reazioni.
Quali sono i vostri prossimi progetti e impegni?
Stiamo lavorando al terzo capitolo del viaggio nell'animo umano, volto al
lato positivo ed ai buoni propositi. E' il lato migliore della medaglia,
quello che dovrebbe essere sempre rivolto alla luce.
Vuoi aggiungere qualcosa?
Voglio dire grazie a tutte le persone che ci seguono, che ci sono vicine e che non smetteremo
mai di ringraziare.
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