LE INVASIONI BARBARICHE di Dénys Arcard

Cinema

Nelle sale dal 5 dicembre

Montreal,Canada. Rémy è un uomo sui cinquanta, divorziato e malato. La sua ex moglie, Louise, rintraccia il loro figlio Sebastien affinché venga a trovare il padre ricoverato in ospedale. Sebastien vive e lavora a Londra e i rapporti col padre non sono buoni. Si parlano poco e si vedono ancora meno. Si convince che i suoi genitori hanno bisogno della sua presenza e, servendosi dei suoi agganci e del denaro che possiede, renderà la permanenza ospedaliera del padre quanto più serena possibile. Riunisce i vecchi amici di Rémy, i quali lo rallegreranno con i loro ricordi e le loro battute.

Le invasioni barbariche è un film divertente e commovente. Se sono presenti le persone a cui si vuol bene si può affrontare qualunque situazione negativa con più coraggio e spirito, anche la morte. Quando il passato divide, il presente può unire. Sebastien si accosta al padre con diffidenza, le vecchie storie del passato li hanno divisi, ma trascorrendo maggior tempo con lui si rende conto di quanto gli vuol bene e cerca di farlo stare meglio. Il regista e sceneggiatore canadese Denys Arcard si è fatto conoscere al grande pubblico grazie al film “ Il declino dell’impero americano” del 1987, che ha ricevuto il premio FIPRESCI. Il regista ha detto del suo film “ Ho voluto rimettere insieme il cast di personaggi meravigliosamente stravaganti di ‘ Il declino dell’impero americano ’: il loro senso dell’umorismo, il loro cinismo e il loro genio avrebbero rivissuto nella leggerezza alla quale aspiravo”. Secondo la visione di Arcard le invasioni barbariche sono le ostilità nei riguardi degli americani e afferma “In futuro ci saranno da una parte i cittadini americani e dall’altra estranei non residenti, che sono tutti la medesima cosa:barbari”

Perché vederlo: i personaggi sono stravaganti e pieni d’ironia nonostante la vita gli abbia riservato amarezze e rimpianti. Li avvolge un fascino particolare.

Perché non vederlo: nonostante l’ironia, una certa drammaticità è presente  in tutto il film. A chi non piace il genere drammatico.

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Recensione di: Francesca Caruso

Data: 15/12/2003

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