Seconda
opera dedicata al blues diretta dal regista e produttore Scorsese, che parte
dalle rive del fiume Niger (in Mali) per arrivare ai campi di cotone ed ai
locali di ritrovo sulle sponde del Mississippi fino a ricercare le origini
misteriose del blues. "From Mali to Mississippi" è un viaggio a
ritroso nel tempo per evidenziare che il blues è l'unica musica americana:
quella degli schiavi, degli uomini e delle donne, deportati dall'Africa
prima per lavorare nei campi, poi nelle fabbriche americane. La serie
"The blues", voluta e coordinata da Scorsese in occasione del
2003, dichiarato dal Senato degli Stati Uniti d'America "Anno del
blues", celebra una forma narrativa universale per aver ispirato anche
le popolazioni oltre confine e che continua ad influenzare tuttora la musica
di tutto il mondo. Al progetto hanno partecipato anche altri registi famosi
con la stessa passione della musica, riunitisi per onorare un genere
musicale pieno di energia. "The blues" è costituito da sette
episodi, che ripercorrono la storia e i protagonisti del genere musicale
afro-americano. Cresciuto ascoltando il rock & roll, Scorsese parte alla
ricerca dello spirito che c'era dietro quella musica, nata in Africa, ed
inserisce anche esecuzioni originali ed immagini di repertorio. Gli altri
episodi sono: "Warming by the devil's fire" di Charles Burnett;
"Piano blues" di Clint Eastwood; "Red, white and blues"
di Mike Figgis; "L'anima di un uomo" di Wim Wenders, primo della
serie, già visto nelle sale; "The road to memphis" di Richard
Pearce; e "Godfathers and son" di Marc Levin.
Presentato in anteprima alla 60ma Mostra del Cinema di Venezia 2003, questo
di Scorsese rappresenta l'apporto personale alla straordinaria serie
"The blues". Il regista punta l'obiettivo sul pellegrinaggio lungo
il Mississippi sino all'Africa occidentale del giovane chitarrista Corey
Harris, che, atterrato a Bamako, la capitale del Mali, si reca nel paese per
incontrare alcune vecchie figure leggendarie: l'albino Salif Keita, artista
del pop africano, il "principe" Alì Farka Tourè, che ha infranto
le leggi tribali e dinastiche per divenire musicista, ed il grande Otha
Turner, che suona il piffero, mentre è circondato dalla famiglia. Proprio
dai motivi suonati da Turner, Scorsese ha trovato ispirazione per le musiche
di "Gangs of New York". Lì, fra i neri sperduti nel Delta, c'era
una musica che preesisteva a tutto: al blues, al rock, al folk, all'America
stessa. E per raccontare le fonti africane del blues, da cui discendono il
jazz e il rock'n'roll, ci voleva proprio quel suono: venuto, forse,
direttamente dal Mali. "Dal Mali al Mississippi" collega la musica
africana a quella americana, mostra le sue influenze ed i suoi legami con il
blues, incrociatisi nel tempo e nello spazio. La musica, che risuona nel
film, nasconde qualcosa di arcano e prezioso. Il documentario diventa
emozionante, discostandosi dalla digressione poetica tentata da Wenders nel
suo capitolo "L'anima di un uomo". Dalle frasi sincopate e vibrate
della chitarra, nelle canzoni, tramandate da cantante a cantante, da
musicista a musicista, si sente qualcosa che diventa ogni volta una nuova
canzone. Celebrando quest'arte, Scorsese non fa altro che rendere onore alla
musica che ama, il Blues, in modo originale, e custodisce la sua eredità
insieme agli altri sei registi, regalando, così, ai posteri la grande
risonanza emotiva del blues, base della musica popolare americana.
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Regia
Martin Scorsese
Cast: Corey Harris, Taj Majal, Othar Turner, Pat Thomas, Sam Carr,
Dick Water-man, Salif Keita, Ali Farka Tourè, Habib Koitè, Toumani
Diabaté
Sceneggiatura: Peter Guralnick
Fotografia: Arthur Jafa
Produzione: Sam Pollard, Daphne A. Macwilliams
Distribuzione: Mikado
Origine: Usa, 2002
Durata: 83 min.
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