Roger Waters torna a
rivendicare il proprio ruolo nella mitologia pinkfloydiana
di Richard Jinman
Qualche volta i gruppi diventano marchi. Nessuno lo sa meglio di Roger Waters, bassista e co-fondatore della band prog-rock inglese dei Pink Floyd, che lasciò i compagni nel 1983 con un turbinio di dichiarazioni acrimoniose e battaglie legali.
Waters è stato la mente creativa e la prima voce dei Floyd dal momento in cui l'altro fondatore, Syd Barrett, fu scaricato dal gruppo a causa delle instabili condizioni mentali dovute al massiccio uso di allucinogeni. La firma di Waters è ben visibile su due dei più grandi "best seller" dei Pink Floyd, The Dark Side of the Moon (1973) e The Wall (1979), tanto che il suo abbandono fu dai più interpretato come il rintocco funebre sulla sorte dei Floyd. Almeno così avrebbe probabilmente sperato Waters.
Ma il marchio Pink Floyd si è dimostrato infrangibile. Il chitarrista David Gilmour, insieme al batterista Nick Mason e al tastierista Rick Wright, ha rilevato il nome e la maggioranza dei fans gli è rimasta fedele. Gli album post-Waters come "A Momentary Lapse of Reason" del 1987 e "The Division Bell" del 1994 sono stati lavori irrilevanti ma ancora il timbro "Pink Floyd" ha assicurato loro il successo.
Nel frattempo Waters ha lottato per trovare sia i consensi della critica che un'appetibilità commerciale attraverso una serie di album solisti molto eterogenei, a cominciare dal 1984 con "The Pros and Cons of Hitchhiking". La profonda frattura tra Waters e il suo primo gruppo raggiunse lo zenith nel 1987 quando il bassista intraprese un tour in America.
"Stavo gareggiando con la nuova cosa chiamata Pink Floyd ed era come temprarsi il carattere" ha detto in una delle rare conferenze stampa tenutasi a Londra lo scorso anno. "Nelle grandi città tutto andava per il meglio ma nel Midwest degli Stati Uniti suonavo di fronte a 1500 persone mentre loro facevano il tutto esaurito negli stadi: irritante è la parola giusta per descrivere la situazione che vivevo".
Non c'è molto amore ancora oggi tra Waters e i suoi ex-compagni di band. Lo stesso musicista ha scatenato un'azione legale contro di loro, recapitato frecciate nei testi dei suoi lavori solisti e, riferendosi a loro li liquida chiamandoli "i ragazzi". Ribadisce anche di aver avuto uno scarso apporto al recente album retrospettivo dei Floyd, "Echoes", se non ponendo il veto sull' "orribile" [n.d.r. sono sue parole] titolo proposto da Gilmour "Some of the parts" [n.d.r. traduzione letterale "Qualche pezzo". E' evidente però l'assonanza tra "Some" = qualche e "Sum" = somma che logicamente significherebbe somma, insieme delle parti ovvero dei pezzi migliori, come in ogni best che si rispetti].
"E' la visione di Dave [si riferisce alla scelta dei brani] più che la mia ed ho evitato dall'essere coinvolto nel progetto per lungo tempo" ha detto il musicista alla conferenza stampa di Londra. "Avrei preferito che il lavoro che ho fatto con i Pink Floyd non fosse mischiato con quello che hanno fatto dopo che io ho lasciato il gruppo: permettemi di dirlo".
In tempi recenti Waters ha riproposto il suo illustre passato attraverso il "In the Flesh" tour che ha toccato gli Stati Uniti nell'estate del 1999. Un vero e proprio show dei Pink Floyd (eccezion fatta per il nome) lo spettacolo allestito di ben 3 ore che comprende classici floydiani come "Money", "Shine on you Crazy Diamond", "Comfortably Numb", "Another Brick in the Wall (part.2)" così come canzoni meno conosciute del repertorio dei Floyd, una selezione di pezzi solisti di Waters e un paio di nuove canzoni. Lo showoffre tutto quel carico esplosivo di sensazioni che i fans dei Pink Floyd si aspetterebbero.
Waters ammette che il tour è un tentativo di rivendicare le canzoni che ha scritto per i Pink. E' anche un' espressione di uno spirito e di una passione ritrovati.
"Ho riscoperto il piacere di stare sul palco ed esibirmi. Ecco perchè lo sto facendo. Mi sono seduto in una stanza con un mucchio di CD e ho riascoltato tutto quello che ho scritto nei 30 anni passati prima di scegliere le canzoni più adatte al tour".
Waters è ritornato con l' "In the Flesh" tour accompagnato da una band di qualità che annovera il chitarrista Andy Fairweather Low (valente partner artistico che divide con Eric Clapton) e Snowy White, veterano degli show di "The Wall" [n.d.r .... e prima ancora del "In the Flesh" Animals tour del 1977]. Un collaboratore assiduo come Graham Broad si occupa di batteria e percussioni mentre, in qualità di seconda voce e corista, ricordiamo Katie Kisson, già vocalist di Van Morrison e Stevie Wonder. Il figlio di Waters, Harry, è uno dei due tastieristi.
Un sistema quadrifonico bombarda gli spettatori da ogni direzione (a portata di ....orecchio il volo degli elicotteri, lo scoppio di bombe e gli ululati dei cani) e 4 proiettori giganti trasportano immagini surreali, andando da spezzoni provenienti dal film "The Wall" fino a un liquido "light show" che evoca i primi passi dei Floyd nella Swinging London degli anni 60. Il volto di Syd Barrett appare sul palco durante l'elegiaca "Shine on you Crazy Diamond" e un grosso maiale (il simbolo dell'album "Animals" del 1977) fa la sua comparsa ad ogni show.
"Lo show coinvolge tutti i tuoi sensi: si svolge tutto intorno a te" - afferma il production manager Chris Lamb, un veterano di 3 dei tour di Waters - "e la chiarezza e qualità del sistema di suono surroundè semplicemente meravigliosa!".
Questo tipo di spettacolo non è affatto economico come si può intuire. Lamb viaggia con una truppa di 16 tecnici che sono coadiuvati in ogni città da 12 tecnici suono e luci e da 30 uomini di palco locali.
Il tour "In the Flesh" ha garantito a Waters alcune delle migliori recensioni di sempre, successo che il geniale bassista si sta chiaramente gustando. "Gli spettatori sono in gran parte giovani, tantissimi e questo è grandioso. Conoscono tutti i pezzi a memoria, anche quelli meno famosi".
Ricordiamo che lo spettacolo di Waters toccherà la nostra penisola il prossimo 10 Maggio a Milano (tutto esaurito) e il 12 Giugno a Roma dove sono ancora disponibili tagliandi per l'ingresso.