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"MEMORIE ARBORENSI"

scritto dal teologo canonico di Oristano

SALVATORE ANGELO SCINTU


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N.B. Testo trascritto integralmente (errori compreso!)

"STORIA DI ORISTANO"

ORIGINE D' ORISTANO 

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Oristano, Capo-Luogo d'Arborea, di cui registro le poche memorie che ho rinvenuto, è una continuazione dell'antichissima e celebre, oggi distrutta, Città di Tarros, Capitale era del Giudicato d'Arborea, sì perché i di lei Cittadini, e non poche delle altre Città e paesi adiacenti, si trasferirono e popolarono Oristano, sì perché anche le pietre di Tarros servirono a fabbricare la presente Città. Il P. Mattei nella sua Sardinia Sacra, pag. 235, riporta l'adagio, che correva ai suoi tempi, ed anche oggidì si ripete: Portant a carrus, sa perda de Tarrus ed il P. Salv. Vidali nel suo Clipeus aurens excellentiae Calaritanae, fatto per confutare (egli dice) gli errori del Dottor Vico, § 8, pag. 70, riferisce pure: Tarrus, seu Tarra Civitas, non in Nurra, ut hic auctor asseverat, sed prope Aristaneum portum, vulgo Santu Marcu, sita fuit. Extant adhuc ruinae, traditio viget generalis, quod ex reliquiis Tarri constructa est Aristaneum.

 

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Lo stesso autore, che doveva attingere a documenti rari e vetusti, come egli stesso ne accerta in più luoghi dei suoi Annali, nella stessa pag. 70, §. 9, ci narra, che Tarros aveva altre quattro Città sue dipendenti, e quaranta Villaggj nel circuito di Sinis, che nel Registro del Regio Patrimonio dicevansi: Saltos del Mayordomo. La Città in primo nominata è Headen ora sotto le acque dello Stagno di Santa Giusta, della quale vedonsi tut­tavia spessissimi avanzi di fabbrico in mezzo alle acque. Siccome, da quanto si dirà sotto, N. XLV, questa Città venne subissata, vivente la di lei cittadina la Vergine e Martire Santa Giusta sul principio del secondo secolo di grazia, ne viene, che il documento, da cui scriveva il P. Vidali, fosse anteriore a quel subissamento: che lo Stagno non esisteva, e che Headen non era una Città favolosa, come l'ha bandita il P. Mattei, male in­formato dal suo corrispondente certo Padre Solinas. Le altre Città sono: S. Marco (piccola) vicina a Tarros, sita nel Capo S. Marco: altra detta S. Agostino, della quale quando scriveva il Vidali esisteva ancora la Cattedrale, dedicata in onore di quel Santo Dottore, finalmente quella di S. Salvatore, Cabras S.Salvatore.jpg (66029 byte)

(villaggio di San Salvatore)

della quale, a di lui tempo esistevano delle muraglie di cinta, ed il sotterraneo Santuario, e ruderi di un Monastero insigne.Nel 1870 la mania di cercar danari scuoprì un acquedotto, che dalla parte del Nord conduceva I'acqua in quella Città. I Villaggj poi erano: Domu de Cubas, di cui esiste la denominazione, ed è noto il sito; S. Giorgio, S. Saturnino, dei quali esistevano le Chiese; Figu Cara, Matta.....

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.......de monti, Corrigas, Funtana Meiga, Matta tremazzu,Matta canna, Mari mistras, Nurachi barrilis, (a differenza dell'esistente Nurachi pischi), Silanumannu, Silaneddu, Serra Cresia, Giuanni Nieddu, (ora Sig. Giuanna campo aratorio), Baingia Corrùda, Figu cara manna, Figu cara pittia, S'Arguedda, S'Arga manna, S'Arena rubia, Margini russu, Sa Cannua, Su Lurdagu de su~moru, Leporada, S'Arruda, Palla de rizzonis, Cherchidori, Guadera, Montigu palma, Grisanti, Fradi minori, Benas salsas, Maimoni, (ora Concailloni), Sa Luedda, S'Archittu. Ora sono lutti nomi di regioni o di appezzamenti aratori, e cinque di questi, cioè, Serra Cresia, Signora Giuanna, Baingia corrùda, ­Concailloni, Matta canna, fino alle due Leggi 7 luglio 1866 e 15 agosto 1807 erano possieduti dal Capitolo d'Oristano, cui successe il Regio Demanio. Tra questi Villaggi non si nomina Cabras, sebbene il suo sito appartenesse al circuito di Sinis: Cabras dunque quando scriveasi il documento del Vidali, non esisteva ancora, e con ciò resta accertata la tradizione costante, che quando i cittadini Tarresi, ed i significanti di quei 40 Villaggi nei 1070 si sono trasferiti in Aristana, gli altri, per lo più pastori, e applicati alla pesca, si sono uniti insieme, per potersi meglio diffendere in caso d'una invasione, ed introdottisi più dentro terra, formarono la esistente grossa popolazione, scegliendo per sito più comodo quello, ove erano i Caprili, da cui viene la denominazione Cabras. Non deve far meraviglia, che nel salto di Sinis si......

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........contenessero quarantatre popolazioni, perché in primo luogo esso comprendeva la chiesa di S.Agostino, che era in territorio di Nurachi pischi, quel circuito era allora più vasto; 2° perché in questa pianura era uso d'esser vicinissimi tra sè le popolazioni, e dalla chiesa della Vergine del Rimedio, un dì Parrocchiale di Nuracrabra fino all'antico Su Bangiu, in linea pressoché retta, che si percorre in tre quarti d'ora, vi esistevano nove Villaggi, Nuracraba, Fenughedda, distrutti dalla famosa peste del 1652; Nuraxinieddu, Massama., Siamaggiore, Santu Idu e Villatonga, oggi due campi aratori; Solarussa e Su Bangiu; 3° finalmente perché li tanti stagni o non vi erano tutti, o non erano, come sono. Il Chiar.mo Cav. Canonico Spanu nel prezioso Opuscolo Notizie sull'antica Città di Tarros, dato in luce nel 1851 attesta aver veduto nello stagno (detto anche mare di Cabras) Cabras stagno.jpg (56615 byte)

(Cabras: panorama e stagno)

 le tracce dell'antica strada Romana e fondamenta di case: ed io ancora ciò vidi: dunque se da ciò non si inferisse, che quel vasto stagno non vi era affatto, con buona logica si conchiude che non era grande come è. Io, e quanti contano gli stessi miei anni, da or sessant'anni vidi quel massiccio residuo di fabbricato che oggi è molto dentro il grande stagno di Cabras, ed ivi detto Castello di Eleonora era molto fuori e ben lontano dall'acqua; ora rade il muro del Cimitero della Chiesa Parrocchiale, e qualora non vi si faccia un pronto e forte riparo, in pochi anni verrà giù la stessa Chiesa. Abbandonata Tarros ed i Villaggj adjacenti, restò in quel deserto la Chiesa detta di S. Giovanni di Sinis,....Cabras S.Giovanni Sinis.jpg (44884 byte)

( Chiesa di S. Giovanni di Sinis )

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.......che è ancora ufficiata, e vi si celebra ogni anno ai 29 di agosto la Festa della Decollazione del Santo Precursore, in di cui onore essa fu eretta. L'Arcivescovo d'Arborea, e, sede vacante, i Vicarii Capitolari, pro tempore, prese le chiavi della Chiesa, e n'ebbe sempre la giurisdizione, la quale venne raccomandata al Parroco di Nurachi, che anche adesso vi ufficia, e vi ha da tempo che eccede ogni memoria la giurisdizione Parrocchiale, e perchè Parrocchia Camerale sempre della Mensa Arcivescovile, e perché era la Parrocchia più vicina, non esistendo ancora Cabras. L'essersi creduto che questa Chiesa fosse dell'Abbate di S. Giovanni di Sinis, è un antico equivoco riportato dal Cav. Martini dal P. Aleo, ed indi dal Martini anche il Can. Spano nel lodato opuscolo, e ciò per identità di denominazione. L'Abbate di S.Nicolò, cui è unito S. Giovanni di Sinis, non ebbe mai nella Chiesa in discorso ingerenza alcuna nè reddito, perché nessuna rendita essa ha, tranne le volontarie oblazioni dei fedeli nella festa, le quali ritirava il Curato di Nurachi. Risulta tutto ciò ad evidenza dalla legale informazione presasi ad instanza del Promotor Finale di questa Curia Arcivescovile nel 1774 in occasione che Abbate di S.Nicolò voleva estendere la sua giurisdizione anche in questa chiesa, quall'informazione trovasi originale nella stessa Curia, da cui traggo questi cenni. S. Giovanni di Sinis Abbazia non è questo di Cabras ma è un vasto salto, un di' del villaggio di Serzala, abbandonato e distrutto dai primi anni di questo secolo....

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.....restandovi sola la bella Chiesa Parrocchiale, e la statua capo d'opera di scultura, del titolare S.Paolo, salto oggi di giurisdizione di Gonnos-tramatza. In questo salto era la Chiesa detta di S. Giovanni di Sinis, e da quanti coltivano in questo salto l'Abate esige un canone per lo più in grano, che va ogni anno a L. 300. Vedasi la presa di possesso di questa Abazia, oggi sopressa, fattasi dagli agenti Demaniali, in seguito alle leggi pre­citate 7 luglio 1866 e 15 agosto 1807. La Chiesa di cui trattasi era sempre, come si e detto, di giurisdizione del 'Ordinario Ecclesiastico d'Oristano, e questi l'esercitò sempre per mezzo del Curato di Nurachi, il quale ogni anno portava il Santo da quella sua Parrocchia nel 28 agosto, nel quale vi celebrava i Vespri, ed all'indomani 29 la Festa. Nella seconda metà del passato secolo XVIII, allorquando s'ingrandì la Chiesa Parrocchiale di Cabras, i Cabraresi domandarono dal Curato, e Comune di Nurachi le belle pietre dell'antica Chiesa di S. Agostino summentovata, e questi, coll'annuenza dell'Ordinario Diocesano, vi consentirono col patto, che invece di portarsi la statua di S. Giovanni dal Clero di Nurachi, come l'antica pratica, si portasse da Cabras, fino a certa distanza della Chiesa di Sinis, da cui il Parroco di Nurachi la doveva ricevere, ed introdurla in Chiesa. Con questa piccola modificazione di ufficiatura, si venne fino al 1826. Nel seguente 1827 quella Chiesa, che sfidò i secoli, rovinò gran parte della spessissima sua volta, e per un decennio, fino a tutto il 1837...........etc.etc...

 

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