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IL MIO ALLENATORE:

Scrivo per comunicare una tragedia... L'atmosfera intorno a me è simile a quella di un funerale, anche se fortunatamente non è morto nessuno. Mi sento spenta, vuota, fredda, come se tutto fosse di ghiaccio. Eppure l'estate è stata calda e anche se siamo nel mese di Settembre, il termometro fuori segna 30°C.
E' successo così, improvvisamente. E anche se confesso che un po' me l'aspettavo, non ero preparata ad una notizia del genere.
Valery, il mio allenatore con il quale ho trascorso tutti i giorni degli ultimi tre anni della mia vita, con il quale ho condiviso le glorie e le sofferenze, le soddisfazioni e tutti i sacrifici, ha preso un'importante decisione. Andrà in America, a sud di New York, nello stato del New Jersey. Se n'andrà domattina insieme a sua moglie Olga e a sua figlia Vittoria. Ha lasciato me e le altre ragazze senza niente: senza allenatore, senza una strada da poter seguire,... senza nessuno!
«Ricorda sempre quello che ti dicevo...» Queste sono state le sue ultime parole.
Ha sbagliato. Avrebbe dovuto avvertirci prima, per darci tempo di trovare qualcuno che lo possa sostituire, ed invece non è cambiato. Ha sempre fatto quello che gli interessava, senza preoccuparsi troppo degli altri. Questo io l'ho sempre saputo, ma cosa volete farci, dovevo accettarlo per come era, avevo solo lui... L'unica strada per raggiungere i miei obiettivi era seguire la sua testa tanto contorta e disprezzata. E come è arrivato, domani se ne andrà. Ho passato con lui tutti i giorni, feriali e festivi, degli ultimi tre anni ed in questo periodo ho imparato a conoscerlo, a capirlo, ad assecondarlo. Tutto sommato non era tanto difficile come dicevano... Ho imparato a lasciarlo fare quando si arrabbiava e a farlo sorridere quando non voleva. Da un giorno ad un altro questa dura decisione... Pretendeva tanto rispetto dalle sue ragazze, noi non abbiamo mancato a questo suo chiedere, ma lui, il primo a dover dare esempio, ha tagliato la testa al toro, fregandosene di tutto e di tutti, lasciandoci in mezzo ad una strada. Non è corretto! Non è giusto! Ma dopo tutto lo perdono. Non so dove trovo la forza per farlo, ma lo perdono. Forse perché sono sicura che non troverà, in giro per il mondo, un'altra ragazza disposta come me a fare quello che ho fatto io. Non è semplice, credetemi, a digerire questo duro colpo. Non l'avrebbe dovuto fare. Avrebbe potuto parlarmene per tempo, ma è un uomo e gli uomini commettono errori. Non bisogna condannare così, e tra le lacrime che bagnano il foglio sul quale scrivo, io dico
«TI PERDONO!».

Gli auguro tanta fortuna e spero che ripensando alla sua vita, ripensando alle sue atlete, gli venga in mente i nostri volti, i visi sconsolati delle ragazze italiane che hanno sopportato i suoi modi di fare ed hanno tenuto duro, fino alla fine. Se questa è la sua decisione, che essa sia.
Ma nel mio cuore, spero tanto che non si dimentichi di noi, perché io, non lo dimenticherò! Mai!

Un' Atleta.

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