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Informazione e informatizzazione
Dieci tesi
di Umberto Cerroni
1. L’informazione assume due destinazioni fondamentali: non è solo trasmissione di conoscenza ad altri uomini ma anche trasmissione di comandi a macchine che producono senza lavoro manuale.
2. Sfumano due tipi di confine; il confine tra lavoro manuale e lavoro intellettuale e quello tra lavoro e non-lavoro.
3. Cade l’opposizione tra lavoro e tempo libero. Si ha ormai la possibilità in prospettiva di lavorare nel tempo libero e di modellare il tempo di lavoro sul desiderio/bisogno di conoscenza e creatività. L’uomo non è più caratterizzabile come toolmaking animal (animale facitore di strumenti) senza definirlo anche come animale pensante. Il pensiero emerge come caratteristica specifica e differenziale dell’uomo anche sotto il profilo del soddisfacimento dei bisogni materiali e della riproduzione fisico-biologica del corpo umano.
4. Pensare diventa sinonimo di lavorare, ma pensare in maniera funzionale alla soluzione di problemi. Diventa praticamente vera l’intuizione kantiana che pensare un oggetto non significa conoscerlo e che la conoscenza in quanto capace di risolvere problemi finora irrisolti diventa lavoro produttivo.
5. Si dissolve un altro confine: quello tra tempo di scuola e tempo di produzione. La scuola invade tutta la vita lavorativa e la vita lavorativa irrompe nella scuola. Debbono sciogliersi sia i grandi confini tra le scienze naturali e le scienze sociali, sia i piccoli confini tra le discipline. Bisogna assumere coscienza che questi confini hanno soltanto un provvisorio senso didattico ma non un significato scientifico-cognitivo, quindi neppure un significato formativo.
6. La specializzazione diventa essenziale per la conoscenza molecolare del mondo e della realtà, ma diventa uno strumento difficilmente maneggiabile in un ambiente sempre più complesso. Solo una visione complessa indica le vie della specializzazione necessaria e utile. Lo specialismo separato, autarchico, autoreferenziale non diventa soltanto umanamente pernicioso in quanto causa distorsioni "professionali" e logora l’umanità dell’Homo sapiens sapiens: ne blocca anche le capacità cognitive. L’edificio della formazione, della conoscenza, della ricerca e della scoperta diventa sempre più una effettiva universilas studiorum.
7. Il gusto e il piacere della conoscenza si saldano alla produttività sia cognitiva sia economica. Nasce una nuova Estetica, una teoria del sensibile congiunto e animato da un nuovo umanesimo ostile all’astrattismo, all’elitismo, al narcisismo, alla retorica che incubava nel primo umanesimo. Non la ricerca del bello diventa la molla costruttiva della personalità, ma la proiezione permanente nel conoscere costruisce la bellezza della vita in quanto consente di allargare le nostre percezioni e la nostra capacità di godere con uno straordinario arsenale di protesi intellettuali e comunicative.
8. Non mancano ostacoli e controtendenze. Ma i caratteri appena delineati della nuova società postindustriale cognitiva e informatizzata sono sorretti dalle stesse esigenze dello sviluppo economico produttivo e dalla crescente diffusione della democrazia nel mondo.
9. La globalizzazione è tanto economica quanto politica e culturale, ormai.
10. Il mondo laico della scienza si presenta sempre più visibilmente come produttivo di vita buona e di vita bella. Se è vero come ha detto Jurij Lotman che il rumore spegne l’informazione, l’informazione spegne il rumore, introduce gli orizzonti di una esistenza disalienata o almeno di una esistenza disalienabile. L’informazione a largo spettro non è soltanto riduzione dell’incertezza (Claude Shannon), è anche riduzione dell’angoscia e dell’ansia. La ricchezza di informazione diventa ricchezza pratica e spirituale.
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