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Gli individui usano una varietà di parole per indicare una varietà di oggetti e, sovente, la stessa parola può avere più di un significato e cioè essere ricondotta a più di un oggetto, allorché il numero delle parole di una qualsiasi lingua è decisamente più piccolo della varietà di significati e sfumature a cui queste fanno riferimento.

Il termine «mondializzazione» è il tipico esempio di quanto un concetto elaborato in ambito scientifico sociale finisca con l’inflazionarsi nel linguaggio comune vittima spesso di sterili e riduzionistiche interpretazioni ideologiche. Con il presente fascicolo ci prefiggiamo di ridurre, almeno in parte, tali ambiguità semantiche operando una seria definizione concettuale del termine che ci consenta di circoscrivere una determinata “denotazione” del concetto, intesa come quegli oggetti o classe di oggetti che possono essere racchiusi nella categoria concettuale, sulla base di una specifica proposizione “connotativa”, grazie alla quale sarà possibile identificare quali caratteristiche deve avere il concetto per essere tale anziché altro.

A questo fine affrontiamo solo alcune delle tante questioni che riguardano un così articolato fenomeno processuale, dai mass media alle dinamiche migratorie, dalle nuove disuguaglianze alla discussa tematica del rischio, dal terrorismo alla necessità di un nuovo ordine sovranazionale, il tutto grazie al fondamentale supporto dei principali studiosi dell’argomento in campo nazionale e internazionale a cui siamo grati per aver accettato di intervenire sulla nostra rivista per dibattere su questo tema tanto affascinante quanto, ancora, oscuro.

 

 

Fabio de Nardis

 

 


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