ANDRÉ
GIDE: UN EDUCATORE IDEALE DEI NOSTRI TEMPI
di
Pinella Puglisi
(“Il Faro”, n° 9/10, gennaio – giugno 1998)
Per circa mezzo secolo le opere di Gide hanno esercitato un fascino particolare sui suoi lettori e sulla loro epoca: una relazione intensa che si è nutrita di un dialogo profondo tra un uomo singolare e una folla dagli interessi eterogenei. Gide, un uomo libero che non ha mai aderito a nessuna istituzione, è riuscito ad esercitare una funzione, ha detenuto un potere solo attraverso l'elezione dei suoi stessi lettori, divenendo così un attore concreto del suo tempo. Un messaggero, una guida, un portavoce di determinati ideali. C'è una certa magia nella sua opera di cui ancora oggi non si riesce a decifrare il mistero. Ci si chiede come una creazione artistica possa suscitare tanto fascino e soprattutto un potere di esaltazione sulle generazioni successive. Certamente oggi i suoi scritti sono apprezzati per il loro alto contenuto spirituale, per il loro rigore formale, ma in modo particolare per ciò che essi riescono a "svegliare" in noi. In Gide la vita e le sue opere sono strettamente legate l'una all'altra. Entrambe si completano, si confondono, si mescolano al punto che l'uomo e l'artista sono fusi in un unico essere. André
Gide nasce a Parigi nel 1869 in un ambiente strettamente puritano, marcato a una
forte tradizione protestante, che avrà un ruolo determinante nella sua infanzia
e nella sua adolescenza. Sin da giovanissimo avverte una certa consapevolezza di
"non essere come gli altri". Tale angoscia lo porterà ad affrontare
dei viaggi che saranno determinanti per la sua vita e per la sua creazione
artistica. L'Africa del Nord, infatti, gli svelerà il segreto: l'ebbrezza della
libertà e la gioia di vivere. A questo periodo risalgono LES NOURRITURES
TERRESTRES (1897) e L'IMMORALISTE (1902). Ma la
scoperta di tale verità non farà altro che alimentare i suoi dubbi e le sue
incertezze. Tutte le sue opere, infatti, sono caratterizzate da una profonda
oscillazione tra la voglia di avventura e la saggezza. Tra la ricerca del
piacere e quella del sacrificio. Ricordiamo
a proposito LA PORTE ÉTROITE (1909), LES CAVES DU VATICAN
(1914), LA SYNPHONIE PASTORALE (1919), LES FAUX MONNAYEURS
(1925). Nel
1926, animato dal bisogno di conoscere altre verità, Gide si prepara ad
affrontare un viaggio in Congo durante il quale si scopre un missionario
sociale. Avviene, insomma il passaggio da un narcisismo freddo e sterile ad un
altruismo positivo. Frutto di tale esperienza sarà VOYACE AU CONGO
(1927), testo "inquieteur" perché solleva delle questioni ancora
"censurate" in quel periodo. Egli
ha compiuto un vero engagememt sia nella sua vita che nelle sue opere.
Attraverso i suoi romanzi Gide si analizza, si studia, si scopre e si giudica; e
prendendo in esame se stesso ha, dunque, accordato un'importanza primordiale
allo studio dell'animo umano in tutte le sue sfaccettature, quelle più evidenti
e quelle che sono nascoste, celate, ma che, in quanto presenti, possono
affiorare, "venire fuori". Per
tutti questi motivi il nostro scrittore è stato considerato il precursore del
romanzo moderno o "nouveau roman", in cui ciò che conta non è più
la storia in se stessa, ma l'avventura nella scrittura, tramite la quale è
possibile raggiungere la verità. Tutta la sua opera è dominata da una costante
ricerca della sincerità e da una odio per la menzogna e per l'ipocrisia.
Venendo a conoscenza della volontà di essere liberato da ogni costrizione, Gide
impara ad accettare anche la sua omosessualità e le sue paure. È dunque, un
"inquieteur" perché ha il coraggio di affermare determinate idee in
un'epoca non ancora pronta ad accettarle. L'inquietudine diviene parte
costitutiva della verità e parte dunque fondamentale dei suoi romanzi. Egli
vuole "destabilizzare" quel falso ordine, vuole sconvolgere, "bouleverser",
perché attraverso ciò che scrive, insinuandosi lentamente nella mente del
lettore, mette in crisi le sue finte certezze. Gide
ha combattuto ed è stato combattuto, ma il suo messaggio è rimasto impresso
nell'animo dei suoi lettori: solo attraverso la ricerca della verità è
possibile raggiungere la felicità. Per questo motivo è un vero educatore, una
guida. In uno dei suoi ultimi messaggi alla gioventù egli ha affermato:
"Le monde sera ce que vous le ferez". Gide
è stato un uomo paziente e ottimista. Aveva attraversato un'epoca piena di
paure con la certezza che, al di là delle ideologie, delle opinioni politiche e
religiose, la letteratura resterà la manifestazione viva degli sforzi
dell'uomo. Ed è proprio questo aspetto che fa di lui un uomo esemplare e
intellettuale del nostro tempo.
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