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con la collaborazione dell'Assessorato alla Cultura di Osio Sotto



presenta
"I-TIGI: canto per Ustica"

di Daniele del Giudice e Marco Paolini


Commento alla serata

"Il canto per Ustica" è un monologo di teatro politico. Gli autori del testo sono Daniele Del Giudice e Marco Paolini. Paolini non è nuovo ad esperienze di denuncia e di ricostruzione analitica e filologica di fatti della storia italiana. Il caso della diga del Vajont è l'esempio più noto, per essere stato trasmesso dalla televisione di Stato. Più recentemente ha adattato a monologo la vicenda del petrolchimico di Porto Marghera e gli effetti della legge Cirami. Ha poi fatto teatro dialettale, lui bellunese, con "Il Milione" e con "Bestiario veneto". è anche attore cinematografico (I Piccoli Maestri, La Lingua del Santo, Il Toro, ...).
Daniele Del Giudice, scrittore veneziano, già si era occupato del caso in un capitolo di un suo vecchio libro: "Staccando l’ombra da terra". Quando lo scrisse, tuttavia, ancora non aveva gli elementi oggi a disposizione.
Giovanna Marini è, di fatto, la terza autrice dell'opera. Interprete di musica popolare, di canti di lavoro, di guerra e di protesta, la presenza del suo quartetto è discreta ma molto toccante nel commentare i diversi momenti e i vari umori del testo con interventi canori.
La vicenda è quella del DC-9 ITAVIA caduto nel mare a nord di Ustica il 27 giugno 1980. Si parlò immediatamente di bomba o di cedimento strutturale: solo in un secondo momento fu avanzata l'ipotesi di un missile o di una collisione con un altro aereo. Dopo indagini durate venti anni tra reticenze, omissioni, alterazioni di prove, occultamento delle stesse e depistaggi, si è giunti nel 1999 ad una sentenza, la sentenza Priore, di rinvio a giudizio per quarantotto imputati tra militari ed agenti dei servizi segreti: una sentenza che non riconosce i colpevoli del fatto ma che punisce coloro che hanno intralciato le indagini fino ad oggi; indica poi in un missile lanciato da un aereo militare in attività di intercettamento la causa della tragedia. Paolini ci aiuta a dipanare l’intricata matassa di 5000 pagine di istruttoria, pagine rese pubbliche, esponendo con efficacia divulgativa dati reali e atti d’ufficio, non supposizioni, interpretazioni o strali lanciati sull'onda dell'emotività.

Perchè proponiamo un filmato su una vicenda vecchia, oggi, ad Osio Sotto? Perchè ne è attuale l'eredità politica. Ovvero è una riflessione sui prezzi da pagare, in silenzio, pur di appartenere ad un'alleanza militare e pur di compiacere l'alleato più potente; un'alleanza forse anche necessaria all'epoca della Guerra Fredda, ma che per paradosso mentre ci proteggeva da presunti pericoli esterni ci feriva dall'interno (l'esempio della funivia del Cermis non è molto distante nel tempo), con costi altissimi: vite umane, scontri tra poteri, destabilizzazione della politica. Inoltre è una riflessione sui limiti fisiologici di una democrazia rappresentativa, quando i suoi rappresentanti seguono percorsi obliqui, nascosti, compromettendosi con altri apparati o addirittura con logge segrete, comunque ponendosi sopra o sotto il livello di controllo da parte dell'elettore che offre la propria delega. I risultati spesso sono inquietanti; autarchia da parte di alcuni apparati (l'istituzione militare, nel caso Ustica) e rischio di guerre le cui cause è difficile comprendere.
Infine assistere a questo monologo, che sarebbe certamente stato meglio sentire e vedere dal vivo, è certamente un modo per ricordare 81 persone uccise e per contribuire ad appagare parte del desiderio di giustizia da parte dei parenti delle vittime, ma anche per sentirci cittadini: un paese progredisce ed eleva il suo livello di democrazia quando i suoi cittadini aspirano a capire e a sapere. Parafrasando una parte del testo de "I-TIGI", il mestiere del cittadino è quello di conoscere.

Detto questo...
Risultato della serata: inizio della proiezione: h 21,30. Presenti: 8. Tutti soci de "Il Griòt" (gli organizzatori).