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Professione Esordiente
Riflessioni e Antiriflessioni sul mestiere di scrivere
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Comunicazione o sfogo:
Scrivere come forma di espressione o come pulsione?
  di Giuseppe PIPINO - Scrittore
 

Quando l’amico Maurizio J. Bruno mi ha chiesto di collaborare alla stesura del programma di questo “corso” di scrittura creativa ho subito risposto con entusiasmo, poiché da tempo sono convinto della necessità di discutere a fondo un fenomeno a tutti noto ma da pochi analizzato: il fatto che le Case Editrici sono letteralmente inondate da “opere” di giovani e meno giovani autori convinti di avere scritto un capolavoro; opere che appena aperte rivelano immediatamente che l’autore nella migliore delle ipotesi si è nutrito culturalmente solo di “letteratura” di infimo ordine, limitando le proprie letture a pochi generi o settori.
Nella peggiore delle ipotesi (ma i casi non sono infrequenti) l’autore è totalmente sprovvisto di qualsiasi background culturale, ignora le più elementari regole di grammatica e sintassi, ed è convinto di raggiungere il massimo di originalità e trasgressività se fa cominciare il proprio racconto con una sfilza di riferimenti anatomici.
Questo fenomeno ne ha prodotto, come era facilmente prevedibile, un altro speculare: si è creata una genia di furfanti che sfruttando l’ingenuità, la dabbenaggine e soprattutto l’enorme narcisismo di tanti presunti autori, si sono improvvisati “editori” offrendo a costoro mirabolanti promesse di pubblicazione, pubblicità, distribuzione, eccetera, il tutto per una “modica” spesa che si aggira dai cinque ai dieci milioni.
Naturalmente la quasi totalità di costoro usurpa la qualifica di “editore”: nella migliore delle ipotesi li si potrebbe definire “tipografi” che stampano, a totali spese dell’autore, dei volumi che poi in parte vendono all’autore medesimo (a prezzo doppio rispetto a quello che l’autore avrebbe speso rivolgendosi direttamente ad una tipografia), in parte mandano al macero.
La maggior parte dei contratti che questi furfanti fanno firmare alle loro vittime (in genere giovani inesperti o poveri vecchietti che tengono da una vita la loro storia d’amore giovanile nel cassetto) prevede la stampa di mille copie, di cui trecento dovranno essere acquistate per contratto dall’autore.
Non è previsto alcun diritto d’autore, alcun impegno alla distribuzione, e non è prevista neanche quella operazione assolutamente elementare che qualsiasi editore autentico farebbe: ovvero la correzione delle bozze. E’ ovvio che il libro non raggiungerà mai le librerie, ovvero i lettori. Il motivo è molto semplice: il guadagno del presunto editore è assicurato dal prezzo delle trecento copie fatte pagare all’autore, per cui ogni ulteriore spesa (quale quella distributiva, pubblicitaria eccetera) farebbero diminuire gli introiti.
Come risultato immediato di questo fenomeno degenerativo le statistiche indicano che UN TERZO dei libri stampati in Italia ogni anno non vende neanche una copia.
Ma vi è un altro effetto perverso: le librerie non vogliono saperne di distribuire i testi delle piccole Case Editrici per non rischiare di trovarsi sommerse da una accozzaglia di spazzatura, di opere prive cioè di qualsiasi valore, col risultato che anche quelle poche Case serie, che pubblicano solo testi di valore, e non qualsiasi porcheria purché l’autore paghi, rischiano di venire strozzate da questo meccanismo perverso.
Per quanto riguarda le grandi Case Editrici, queste non pubblicano Esordienti, dal momento che i libri di costoro non danno alcuna garanzia di vendere quelle sei mila copie che devono essere vendute (secondo le stime del nostro massimo Editore) per uscire in pareggio.
Se la situazione è questa (e purtroppo è questa) cosa deve fare un giovane che sente la letteratura nel sangue? Un giovane che crede nella propria opera e che vorrebbe che fosse conosciuta non per affermare uno sciocco narcisismo ma perché convinto del valore artistico di quest’ultima, e convinto che l’arte e la creatività siano una componente ineliminabile della natura umana?
Esiste purtroppo un’unica risposta alla domanda precedente: scrivere e scrivere, ma soprattutto leggere. Confrontarsi con i grandi della letteratura. Affinare il proprio palato artistico e migliorare così la qualità della propria scrittura. Se si avrà la perseveranza e la costanza di portare fino in fondo questo processo e si è dotati di sensibilità, di saggezza, di esperienza, di originalità, da trasferire nella propria opera, alla fine il vero capolavoro vedrà la luce. Questa è l’unica cosa che è possibile fare. Quando il capolavoro sarà nato (e noi saremo i primi a rendercene conto) si troverà da solo la strada per emergere. Strada che potrà essere uno dei piccoli editori veri che hanno tanto intuito quanto coraggio da rischiare in proprio, oppure il grosso editore che, miracolato, riesce a riconoscere il capolavoro autentico (ma quest’ultima possibilità è molto più remota).
E’ possibile tuttavia, e non sarebbe la prima volta che accade, che anche il capolavoro non veda la luce durante l’esistenza terrena del suo autore (il povero Guido Morselli si è visto rifiutare ben sei romanzi finché era in vita, per poi vedersene da lassù tessere lodi sperticate, magari da quegli stessi critici che in precedenza l’avevano stroncato).
Anche in questo caso scrivere non sarà stato vano, perché ci avrà arricchiti delle esperienze più preziose: quelle legate alla riflessione ed alla meditazione, ci avrà fatti crescere come uomini, ci avrà fatto riflettere su noi stessi e sui nostri rapporti con gli altri, contribuendo in questo modo a migliorarci e perciò a migliorare il mondo.
Termino questo articolo che ho scritto con gioia ed in cui ho cercato, come sempre, di raggiungere gli obiettivi principi del mio umile lavoro di scrittore: sincerità e chiarezza.
Non posso però trascurare di fare a tutti gli aspiranti scrittori del Rifugio che intendono inoltrarsi su questo difficile sentiero l’augurio di fare la scoperta che la vera meta è il cammino.
Per chi non li conoscesse, segnalo alcuni testi che, a mio parere, possono fornire utili spunti critici.
 

L'ARTE DEL ROMANZO - Milan Kundera, Ed. Adelphi.
 
ELEMENTI DI TEORIA LETTERARIA - Brioschi & Di Girolamo, Ed. Principato.
 
UNA BIBLIOTECA DELLA LETTERATURA UNIVERSALE - Hermann Hesse, Ed. Adelphi.

Con relazione poi agli autori che io considero modelli di riferimento: da Borges a Kundera, da Kafka a Pirandello, da Shakespeare a Sartre, il lettore potrà trovare per ciascuno di essi biografia, cenni critici e citazioni dalle opere, nel sito letterario Il Punto che con fatica cerco di far crescere.
 


 



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