Per meglio inquadrare i problemi italiani basta riflettere al piu’ generale contesto europeo e al recente risultato in Francia ed Olanda circa il no alla costituzione europea .Un segnale d’ allarme verso un modello che non assomiglia piu’ all ‘ idea rassicurante che l’ Europa evocava come elemento privilegiato di cerniera est e ovest ,ove prima dell ‘ 89 e della globalizzazione, tra protezionismi e spesa pubblica in esubero, si era diffuso un consolidato benessere,
Oggi nell ‘ economia delocalizzata , nelle nuove immigrazioni , e nella sfida cinese ,tra i ceti medio bassi in Europa comincia a serpeggiare il dubbio che questo nuovo corso che si sta’ delineando sia penalizzante per le categorie piu’ deboli come i giovani,i salariati i pensionati ,i malati ,vessati da minacce quali: precarietà , disoccupazione , perdita di potere d’ acquisto dei propri salari .,taglio di servizi sociali e di sussidi .Probabilmente molta gente in Europa sente con questa crisi e le trasformazioni ad essa connesse ,. di nuovo l’ alito infetto della miseria e il ricordo remoto di due devastanti conflitti .
Vi è quindi rispetto alla politica una generale deideologizzazione , accompagnata dalla perdita di potere contrattuale dal punto di vista sindacale, lo sradicamento definitivo dalle vecchie identità sociali come classi e categorie e si assiste alla scarsa visibilità politica di strati comunque maggioritari della società, fattore che puo’ sul lungo periodo aprire contraddizioni sociali molto gravi,(sono lontanissime le mitizzazioni dell ‘ operaio massa degli anni 70 quando questo segmento sociale era oggetto d’ interesse e di culto da parte della cultura e della cinematografia) ,oggi il salariato , l’ operaio ,flessibilizzato non è piu’ categoria, come in USA è solo un ‘ individuo consumatore …costretto ad affrontare la vita individualmente cambiando molti lavori .
E le differenze tra destra e sinistra , progressisti e conservatori in Europa tendono sempre piu’ ad attenuarsi,( salvo scelte su politica estera ,come il dissenso franco tedesco alla guerra dell Irak nel 2003,e l’ opposizione a Berlusconi in Italia ) ma sono simili nelle scelte generali sull ‘ economia.
Non affiorano infatti differenze di modello da parte delle forze socialdemocratiche ,che pongano in evidenza nei programmi , maggiori attenzioni verso i ceti medio bassi ,ma solo l’ eventuale correzione dei difetti della società di mercato ,attraverso autority di garanzia che hanno prodotto ben pochi risultati ,nonostante siano nate assciazioni di consumatori e organismi “anti trust .
I n Italia ad esempio ,le denunce dei consumatori sull ‘ aumento dei prezzi ,dei servizi bancari , dei medicinali , e assicurativi, non hanno sortito alcun risultato .
Questo modello sociale viene quindi percepito come una progressiva “americanizzazione “ dell ‘ Europa ove i ceti piu’ deboli potrebbero come negli USA diventare politicamente invisibili ,con astensionismo del 50% e l’ accesso alla politica appannaggio soltanto delle classi medio alte.
,Jeremy Rifkin “nella fine del lavoro “analizza questo processo di deregoulations gia’ dall ‘ era Reagan ,con le implicazioni di perdita di ruolo e di visibilità sociale per ampi strati di lavoratori penalizzati dalla globalizzazione e dalla perdita del posto di lavoro verso un’ altro a salario inferiore. .
Le normative sul wto e il commercio mondiale poste in essere nella meta’ degli anni 90, sono apparse sotto l’ amministrazione Clinton democratico ,(il quale promise la riforma sanitaria in USA ma non venne mai attuata ), gli effetti della globalizzazzione si cominciano invece a sentire oggi con la chiusura di centinaia di aziende , non competitive , e la disoccupazione .delle fascie deboli ,e “non firmate della produzione italiana, ed europea .
Da un punto di vista sociologico grazie al consolidarsi di una televisione commerciale in tutta Europa ,scarsamente informativa ( con in Italia l’ anomalia Berlusconi ) il ceto medio basso diventa quindi da classe sociale/gruppo categoria/… soltanto insieme di consumatori ,al salariato povero per non farlo sentire escluso dal sistema ,viene offerta la possibilità di indebitarsi ,per poter continuare a consumare ….negli ultimi anni sono fiorite una miriade di offerte in questo senso , fattore che porterà nel breve periodo a gravi effetti di impoverimento .
Un appartenere alla società quindi non piu’ legato alla ,alla cultura ,a valori politici e ideali ma come possibilità o meno di accesso ai consumi .Modello che unito alla progressiva configurazione multietnica e multiculturale della società europea puo’ con l’ acuirsi della crisi economica ingenerare gravi problemi , proprio per la diversità dell ‘ Europa dagli Stati Uniti .
Possono riaffiorare antichi fantasmi e radicalizzazioni di cui le destre piu’ estreme potrebbero nutrirsi facendo risvegliare xenofobie , razzismi , e nuove guerre tra poveri,.. tra gli strati piu’ bassi delle popolazioni autoctone e quelle di nuova immigrazione , o anche affermarsi se non in chiave politica la pericolosa deriva della disgregazione sociale sotto il profilo della crescita di nuove criminalità , che in Italia potrebbero estendere anche ad altri luoghi il modello “Scampia “.
E’ interessante in questo senso la letteratura sociologica del processo d’ immigrazione negli USA dalla meta’ dell ‘ ottocento ad oggi e di come l’ insieme dei gruppi etnici formati abbiano modificato oltre che gli ambienti urbani ,accentuato fattori di scontro , di conflitto , competitività e criminalità tra comunità contrapposte e diverse sul piano dell ‘ affermazione sociale , interessante fu un film di Spike Lee sulla rivolta di Los Angeles negli anni 90 tra la comunità nera ed asiatica. Ma le grandi dimensioni continentali dello stato americano e la sua prevalenza in campo economico e mondiale sono ben diverse dalla concentrazione abitativa del territorio europeo ed italiano in particolare , e dalle difficoltà che incontra l’ economia europea .
Un futuro multietnico costruito solo su crisi economica e competizione tra gruppi sociali , puo’ diventare senza fattori di equità e di corretta distribuzione della ricchezza e delle opportunità , fattore esplosivo per nuovi conflitti sociali .
Questi sono gli aspetti che il centro sinistra italiano dovrebbe tenere in conto , valutando che il successo alle ultime elezioni ,non è in se’ rassicurante , ma solo segno di protesta di chi ha sentito con il governo Berlusconi peggiorare il proprio tenore di vita .
La scarsa partecipazione al referendum sulla fecondazone indica il disimpegno e lo scarso interesse a temi non adeguatamente compresi .
Vi è quindi un ‘ elettorato disilluso , senza ideologia , e valori che ha bisogno di risposte concrete circa il proprio futuro e di quello dei propri figli .
Ma i balletti tra Rutelli e Prodi , le primarie , ad ottobre , danno la sensazione a molti che proposte concrete per far uscire l’ ITALIA DA QUESTA CRISI… NON VE NE SIANO,…. salvo schermaglie elettorali interne all ‘ unione di scarso interesse per i cittadini , e che il centro sinistra guardi piu’ ai ceti moderati medio alti che agli strati sociali che maggiormente sono penalizzati dal carovita , dalla precarietà e dall ‘ incertezza del posto di lavoro
Oggi si disserta sul fatto di essere riformisti ,che non si sa bene cosa vuol dire ,quando le riforme vanno solo a vantaggio dei grandi potentati e si concretizzano nell ‘ impoverimento dei piu’ deboli ,resta che da un punto di vista etico e filosofico ,quando la socialdemocrazia smette di sognare di progettare e di inventare il futuro ritenendo dogma un ordine sociale funzionale solo a parti di una società contrapposte ad altre ,si innesca uno scenario fuorviero di sventura .
Ci si puo’ trincerare dietro il debito pubblico italiano e i guasti di chi ha governato prima ,e di nuove manovre e di “ lacrime e sangue “, per uscire dall ‘ empasse ,ma il problema non si risolve , se non si ha il coraggio di mettere in discussione un ordine economico che lascia il controllo del mercato del lavoro mondiale solo alla variabile del profitto e del mercato .
_”E’ una bestemmia affermare che la socialdemocrazia ,(che non potrà certo tornare al collettivismo) , debba ripensare al mercato del lavoro non solo affidato alle oligarchie ?
_”E’ una bestemmia affermare… come è possibile che in Occidente la quantità gigantesca di profitti della globalizzazione dei grandi marchi multinazionali (che vanno a rimpinguare le casse di paradisi fiscali esentasse) , oggi invece creino crisi per gli stati che mettono in forse ,ospedali scuole pubbliche , pensioni sussidi e sicurezza sociale ?
Speriamo comunque di vincerle le prossime elezioni ,ma anche che questo centro sinistra torni vicino alla gente qualsiasi , quella che non arriva alla fine del mese , offrendo soluzioni progetti e programmi per ridare fiducia al futuro .
L’ Europa non puo’ diventare una filiale nord americana , con l’ applicazione dogmatica di un modello distruttivo ,…..alle forze politiche piu’ avanzate sul piano sociale stà il compito di costruire una società moderna ed equilibrata in grado di reggere le trasformazioni multietniche e multicurali ,nell ‘ equità , nei diritti e nel benessere di tutte le popolazioni che compongono questo grande mosaico che sulla spinta della crisi puo’ spezzarsi e tornare indietro ai vecchi fantasmi…….gia’ visti e subiti ..
La socialdemocrazia deve ricominciare ad inventare il futuro nella modernità ma al servizio dei popoli e non solo dei potentati ,questo è il suo compito e la sua missione …
Paolo Gastaldo 21/06/2005
|