Nasce
a Genova nel 1944 dove continua a risiedere, per chi volesse contattarlo
può scrivere o telefonare al seguente indirizzo: via
Inferiore Costa d’ Orecchia 16 tel. +39 010 395291 Ge 16148
Gigi
Degli Abbati l'ho conosciuto nella stessa palazzina un pò decrepita sulla
collina di Costa d'Orecchia a Genova Quarto, dove al piano terra c'era il
suo studio, all'ultimo quello di Martinengo. A quel tempo la casa
confinava direttamente col verde della collina e le mie visite lassù
erano un pò come uscire dalla città. Mi ricordo le sere d'estate, il
vino bianco, le cicale e lunghe discussioni. Erano gli anni '80. Poi sulla
stessa collina sono avvenute le grandi lottizzazioni e quartieri di nuova
edilizia, la palazzina è stata ristrutturata e non confina più col verde
della collina, ma con il cemento di Quarto "alto". Degli Abbati
vive e lavora ancora in quella casa. Si
forma al Liceo Artistico Barabino e in seguito alla facoltà di
Architettura del Politecnico di Milano. Le prime esperienze riguardano la
decorazione d'interni e l'arredamento fino a quando, nel 1966 con
l'ottenimento della cattedra di educazione artistica si trasferisce a
Milano ove frequenta ambienti dell'accademia di Brera e dell'università.
Giovanissimo ha già un bagaglio tecnico che gli consente di utilizzare i
colori abilmente con impegno artigianale realizza storie dipinte paesaggi
onirici di sapore surrealista e miti del quotidiano in atmosfere senza
tempo. Una pittura simbolica che porta in superficie l'inconscio. A me fa
pensare ai frammenti, ai ricordi dell'infanzia, ai suoni dei carillon, ai
giocattoli di latta, agli omini di legno con le braccia snodabili, ai
manichini con i fili dei teatri per bambini. In lui non vi sono angosce,
descrizione di conflitti o incubi, ma soltanto sogni piacevoli, a volte
buffi sapientemente confezionati, con colori eleganti e appropriati, nel
dispiegarsi della trama compositiva che oltre al Surrealismo attinge anche
ai modi e alle forme del Cubismo. La
pittura per questo autore è un orizzonte rilassato della vita, una
necessità, per riequilibrarlo e ritrovare se stesso, liberando fantasia e
creatività.
Paolo Gastaldo
|