Claudio Costa, prematuramente scomparso, ha lasciato nella vita culturale della
città un grande vuoto per l’originalità del suo pensiero che traeva
spunto dall’espressione più antica dell’uomo ancestrale e
profondo. Era attratto dalle savane misteriose, dalle terre
antiche, dai ritmici suoni di rituali persi nella memoria. Nato a Tirana
il 22 giugno 1942 laureato in architettura al Politecnico di Milano, dal
'62 al '65, dopo aver vissuto a Parigi con una borsa di studio del governo
francese, nel ‘69 trasferitosi a Rapallo, ha iniziato un lavoro con
riferimenti alla paleontologia e all’antropologia. Nel ‘75, dopo un
viaggio in Marocco alla
ricerca di sacche di cultura primitiva, ha fondato in Liguria, a
Monteghirfo (entroterra Chiavarese) un Museo di antropologia contadina .
Nel ‘78 ha iniziato un lavoro sulla ricerca dei miti e
sull’alchimia. All’inizio degli anni '80, Costa incontra il Prof.
Slavic, direttore dell’ex Ospedale psichiatrico, in collaborazione di
anche altri artisti come Margherita
Levo Rosenberg e Sandro Pastorino fonda l’ istituto per le materie
e le forme inconsapevoli.
Un pomeriggio qualsiasi, su invito di Claudio Martinengo nel ‘92, che con
Claudio Costa girò precedentemente un film sperimentale La garrula
vita interamente ambientato nell’ex Manicomio, colpito per
l’ originalità e lo spessore dell’operazione museale lì allestita
scattai volentieri le foto che vengono pubblicate in questo sito.
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