Appeso ad un cancello
1982 l’ ex Ospedale Psichiatrico di Quarto Genova
 
Il Laboratorio di Architettura: un'esperienza presso il centro culturale del Levante
 

Fu Basaglia, a partire dagli anni 60, quando operò presso la struttura manicomiale di Trieste, l’artefice di quella che divenne una delle più importanti e significative riforme del nostro paese. La pubblicazione dell’ Istituzione Negata fu il testo cardine su cui si articolò il pensiero innovatore del grande psichiatra. Fu il primo in Italia, a cogliere i tratti oppressivi e violenti dell’ istituzione manicomiale, che più che aspetti di natura terapeutica ricordava quelli del carcere, un individuo affetto da semplici disturbi caratteriali, o anche forme di nevrosi associate all’ambiente o al degrado sociale, poteva a discrezione degli psichiatri con l’ avvallo dei famigliari, entrare in manicomio a vent’anni e non uscirne fino alla fine dei suoi giorni.
L’azione di Basaglia fece proseliti ed estimatori non soltanto in Italia tanto che la sua opera si tramutò in legge. Noi in quanto studenti di architettura tra il '73 e il '74, organizzati nell’allora Collettivo di Architettura ci prestammo volentieri all’ invito di Pier Andrea Mazzoni pretore di area democratica, a svolgere una ricerca presso i locali del Manicomio di Quarto, al fine si stabilisse con metodo certo classificando centinaia di schede dei ricoverati, l’origine sociale degli stessi e la patologia che ne causò l’ internamento.
I risultati dell’inchiesta da noi effettuata furono probabilmente utili, a chi si batteva per l’introduzione della riforma, per vincere eventuali resistenze che in ambienti conservatori si frapponevano alla annunciata chiusura dei manicomi italiani. Dal nostro studio risultò infatti che le preponderanti patologie e cause dell’ internamento erano; dal finire dell’Ottocento, 1894 anno di costruzione della struttura più vecchia dell’ospedale; prevalentemente causate da un disagio sociale fatto di povertà, analfabetismo e degrado morale. Una giovane con un carattere ribelle ed esuberante, in cui fosse significativa ad esempio la parte spettante di un’ eredità, additata da un comportamento ritenuto immorale, con anche il parere di un parroco bigotto e delle forze di polizia di allora, correva seri rischi di finire internata.
..Spesso il malcapitato che finiva recluso, dimenticato dalla famiglia d’origine, che in genere si vergognava del parente considerato pazzo, diventava estraneo a qualsiasi rapporto con la realtà esterna, ogni tentativo di ribellione causava percosse, elettroshock e lunghi periodi di contenzione legato a letti, dotati di cinghie per impedire il movimento. Il risultato terapeutico con quei mezzi era devastante, la psiche già instabile di un individuo peggiorava fino a farlo diventare un relitto umano, farneticante e ossessivo, inabile ad una vita propria espropriata e distrutta da un’istituzione violenta.

 
Camicia di forza Letto di contenzione Doccia gelata per gli agitati
Camicia di forza Letto di contenzione Doccia gelata per gli agitati
 

Possono ricordarsi tre film molto rappresentativi in tal senso lo statunitense Qualcuno volò sul nido del cuculo interpretato da Jack Nicolson, l’ italiano con la regia di Nelo Risi del 1968 “Diario di una shizofrenica” e quello del regista Silvano Agosti che nel 1999 ha realizzato un lungometraggio per ricordare Basaglia quando operò al manicomio di Trieste. Dal '60 a seguito dei progressi svolti negli Stati Uniti circa una più precisa individuazione dei processi comportamentali legati alla chimica del cervello, con le benzodiazepine le cose migliorarono, soprattutto nell’ ambito del sedare le manifestazioni più aggressive , che non richiedevano più l’impiego di metodi violenti.Ma il cammino per l’ evoluzione di questi farmaci efficienti, ma all’ inizio molto dannosi, sul piano di effetti collaterali, non si è ancora arrestato, e ancora e molto vi è da scoprire sulla macchina più complessa dell’ universo che è il cervello umano. Ancora oggi in ambito psichiatrico sussistono due scuole di pensiero, una che riduce l’iniziativa terapeutica all’azione pura e semplice del farmaco, prescindendo dalle cause sociali e psicologiche del disturbo, l’altra che può servirsi del farmaco, ma individua anche nella psicoterapia e nel sistema relazionale dell’ individuo le possibilità di cura, ponendo la patologia come conseguenza di un disagio famigliare o ambientale del paziente. A Genova colui a cui fu affidato il compito di applicare la riforma di Basaglia fu il prof. Antonio Slavic che lavorò a Trieste al fianco del promotore, il quale malauguratamente scomparve troppo presto per vedere i risultati del suo lavoro. 1982 Il Laboratorio di Architettura che durò poco e non produsse un granchè.
Incontrammo il prof. Slavic nel l982, e naque l’idea di ubicare nella parte ormai già smobilitata dell’ospedale psichiatrico di Quarto; la più antica quella del 1894, a fianco del Centro Culturale del Levante struttura già funzionale che raccoglieva gruppi teatrali tra cui quello di Ugo Dighero, Mario Jorio, Attilio Caffarena;il laboratorio di Architettura, che era composto dagli architetti Edoardo Praino, Lucio Rocco, Filippo Icardi, Elio Marengo, grafico Rocco Antonucci, dal fotografo Giorgio Tagliafico, e da chi scrive. All’ inizio fu entusiasmante, la struttura era ancora parzialmente occupata dai malati, alcuni che vivevano all’ ospedale da oltre vent’anni, era emozionante vedere fragili esseri umani fino a poco tempo prima senza speranza, acquistare di nuovo la consapevolezza di essere persone e non numeri. Finalmente potevano uscire dal lager, partecipare alle assemblee, vivere una vita che per molto tempo gli era stata negata. I membri del laboratorio erano compagni d’università che avevano precedentemente partecipato al lavoro di ricerca sull’ospedale nel '75, a parte il grafico e il fotografo.
Dopo costosi lavori di sistemazione di una corsia dell’ex ottava divisione, tra discussioni e incomprensioni anche con la direzione dell’ospedale, l’esperienza si esaurì ben presto. 1986 ciò che rimase del Laboratorio fu una proposta di riconversione della struttura da presidio sanitario a complesso scolastico...
Quando già il laboratorio si sciolse, su richiesta del 16° Distretto scolastico di Genova Levante su interessamento del Dott. Serventi, formai un gruppo di lavoro composto dagli architetti Sonia Pisano, Giorgio Croce, Edoardo Praino e si inizò uno studio di cui se ne riporta qualche immagine dei disegni realizzati,il progetto sulla base dei nuovi orientamenti didattici, voleva essere una sorta di campus all’interno della città, offrendo agli studenti, oltre ad una gradevole collocazione nel verde delle strutture, anche servizi all’ avanguardia dal punto di vista informatico, si prevedeva già la videoteca, con spazi di consultazione innovativi, tra l’uso di normali videocassette, e i videodischi che erano apparsi sulla scena, (che poi si chiamarono CD rom), idea affascinante ma non conseguì risultati anche se sulla carta il Ministero prevedesse finanziamenti in tal senso, poi anche differenze di vedute dal punto di vista degli Enti Locali circa la destinazione d’uso del complesso, in quanto vi erano reparti che ospitavano a quel tempo ancora malati anziani, fece arenare la proposta.

 
Paolo Gastaldo
 
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