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Della musica nell'antico Egitto sappiamo poco. La scrittura musicale
sarà inventata infatti solo dai greci, ma ci aiutano comunque documenti
di altro genere: strumenti musicali e raffigurazioni di musici. Gli strumenti
sono l'arpa (di tipo abbastanza simile, per numero di corde e cassa, alla
nostra da concerto), il liuto e l'oboe semplice o doppio (descritto impropriamente
come flauto), la lira e il triangolo importati dall'Oriente, ed infine
il tamburello e le nacchere. Peculiare dell'Egitto è il sistro,
associato alla dea della gioia Hathor ed esportato già attorno al
1500 a.C. a Creta. Era di bronzo, costituito da una lamina curvata a U
fissata ad un manico, con larghi fori entro cui passavano asticelle ripiegate
alle estremità; scuotendo lo strumento, le asticelle si muovevano
nei fori producendo un rumore di sonaglio. C'era anche la tromba, usata
dai militari: corta, per trasmettere gli ordini e suonata da un singolo
trombettiere, e lunga, d'argento, suonata da araldi in drappello. Nelle
raffigurazioni di convito del Nuovo Regno sono quasi sempre presenti uno
o più arpisti che suonano e cantano, oppure un trio strumentale
formato da arpa, liuto e oboe, cui si aggiunse più tardi la lira;
le esecuzioni venivano accompagnate da un batter di mani. Il sistro, il
tamburello e le nacchere, che si suonavano tenendo in ciascuna mano una
sola piastra, compaiono invece in processioni e pubbliche celebrazioni.
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