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Papiro
Denominazione comune di una pianta del genere Cyperus originaria
dell'Africa nord-occidentale e della Sicilia, in particolare della provincia
di Siracusa. Raggiunge un'altezza di circa 1-3 m e ha legnoso, aromatico
e strisciante. Le foglie sono lunghe, a costola rigida, e il fusto, eretto
e fiorito, è glabro, molle e triangolare. Il fusto, che alla base
può avere un diametro di 5-8 cm, all'estremità superiore
porta un'ombrella composta da infiorescenze piumose.
Nell'antichità il papiro veniva coltivato sia a scopo ornamentale,
sia per produrre oggetti di uso comune, come copricapi, sandali, scatole,
barche e funi; le radici venivano essiccate e utilizzate come combustibile,
mentre il midollo del fusto veniva soprattutto impiegato per produrre l'omonimo
materiale cartaceo, oppure veniva cotto e utilizzato a scopo alimentare.
Il papiro usato per scrivere dagli antichi egizi era composto da
liste sottili sovrapposte e incrociate, che venivano ricavate dalla parte
interna del fusto tagliata longitudinalmente. Il tutto veniva, quindi,
bagnato con acqua, pressato, asciugato e, infine, martellato o raschiato
con avorio o conchiglie levigate. I fogli di papiro, di lunghezza variabile
tra i 15 e i 35 cm, venivano arrotolati, probabilmente in strisce lunghe
anche 8-10 m.
Benché i greci probabilmente conoscessero il papiro fin dall'inizio
del V secolo a.C., il più antico papiro greco giunto fino a noi
è quello su cui si trova una versione dei Persiani del poeta Timoteo
di Mileto, vissuto tra il V e il IV secolo a.C. L'uso del papiro, adottato
anche dai romani, perdurò fino al IV secolo d.C., quando fu sostituito
dalla pergamena.
Classificazione scientifica: Il papiro appartiene alla famiglia
delle ciperacee ed è classificato come Cyperus papyrus.
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