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Il 26 Settembre del 1976 un aereo atterrò all'aeroporto della
base militare di Bourget, in Francia. A terra tutto era pronto per un'accoglienza
degna di un capo di stato. Il particolarissimo passeggero scese dalla stiva
anzichè dalla scaletta: era la mummia di Ramses.Ritrovata nel 1881
dall'egittologo Maspero e da allora conservata nel Museo Egizio del Cairo,
la mummia che grazie all'imbalsamazione
aveva resistito alle ingiurie del tempo per ben tremila anni, aveva cominciato
a dare segni di repentino deterioramento. Per salvarla al Musès de
l'Homme di Parigi fu allestito un laboratorio dotato dei più sofisticati
mezzi d'indagine. Furono convocati circa 120 tra i maggiori esperti nelle
più disparate discipline, il cui unico imperativo era preservare
quel che restava delle spoglie mortali del grande faraone. Per sette mesi
il suo corpo rimase in una cella climatizzata a 19 gradi e con un tasso
di umidità del 55 per cento. Veniva spostato solo per i brevi periodi
necessari a sottoporlo a scrupolose analisi. Si scoprì così
che il colpevole di ciò che stava succedendo era un fungo il Daedalea
biemis fries: Trovata la causa, il pericolo potè essere scongiurato
grazie all'uso di raggi gamma prodotti dal cobalto 60, che sterilizzarono
con successo la mummia. Durante la permanenza della salma a Parigi, gli
scienziati la sottoposero ad altri complessi esami : radiografie, endoscopie,
xerografie e cromodensitografie. I risultati gettarono una nuova luce sugli
ultimi anni di vita di questo faraone, permettendo di tracciare un quadro
che ne conferma la leggenda e lo umanizza. Sappiamo infatti che Ramses
era più alto della media dell'epoca (circa un metro e 72), che era
castano e di pelle leggermente olivastra, e che morì ultra ottantenne,
per un'infezione generalizzata. Al termine della sua lunga vita, però,
era piuttosto malandato. La bocca era rovinata da denti cariati e da una
forte paradontite. Le ossa mostravano chiari i segni di un artrite reumatica
anchilosante della colonna vertebrale, che lo costringeva a un'andatura
zoppicante e all'uso di un bastone, oltre a immobilizzargli quasi del tutto
il collo e il mento, che era ripiegato sul petto. La testa della mummia,
perfettamente diritta, deve essere stata raddrizzata dopo la morte del
sovrano. E' probabile,infatti, che gli imbalsamatori gli ruppero la quinta
e la sesta vertebra cervicale per poter rimuovere il cervello attraverso
il naso e versarvi la resina calda necessaria per riempire il cranio, come
di prassi nella mummificazione. Terminata l'odissea di cure e studi, Ramses
fu finalmente riavvolto nelle bende, riadagiato nel sarcofago e restituito
al Museo del Cairo, per proseguire il suo sonno eterno. |
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